L’attuale politica di sviluppo rurale, così come previsto nel Regolamento (CE) n. 1698/2005 che norma il funzionamento del FEASR, si concentra su due finalità principali:
- accompagnare ed integrare le politiche di sostegno al reddito e del mercato della PAC e quindi contribuire agli obiettivi che il trattato assegna alla stessa PAC;
- tener conto degli obiettivi generali della politica di coesione economica e sociale definiti nel Trattato e contribuire al loro perseguimento.
Il quadro normativo dello sviluppo rurale prevede la realizzazione di programmi nazionali o regionali che comprendano una strategia complessiva di intervento articolata in quattro grandi obiettivi, ciascuno dei quali individua un asse prioritario:
- miglioramento della competitività settoriale; - miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale;
- diversificazione dell’economia rurale e miglioramento della qualità della vita;
- miglioramento della governance locale e valorizzazione delle risorse endogene delle aree rura- li (approccio Leader).
In seguito alla riforma seguita alla verifica dello stato di salute della PAC e all’adozione del
Recovery Plan, i suddetti obiettivi sono stati integrati e arricchiti con la definizione di nuove prio-
rità di intervento, le cosiddette nuove sfide, finalizzate a rafforzare la programmazione in campo ambientale ma anche ad accompagnare la ristrutturazione di alcuni settori produttivi e consolidare gli interventi chiave per l’economia rurale nel suo complesso. Tali nuove sfide sono:
- cambiamenti climatici; - energie rinnovabili;
- gestione delle risorse idriche; - biodiversità;
- misure di accompagnamento della ristrutturazione del settore lattiero-caseario; - innovazioni connesse alle precedenti priorità;
- diffusione della banda larga nelle aree rurali.
Le linee di programmazione della politica di sviluppo rurale sono definite in Italia dal Piano Strategico Nazionale (PSN), elaborato del Mipaaf, mentre l’attuazione della politica è affidata alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano, ciascuna delle quali implementa il proprio Programma di sviluppo rurale (PSR) in coerenza con le linee programmatiche nazionali. Il Piano Strategico Nazionale individua le priorità complessive del Paese, realizza un coordinamento com- plessivo della politica e offre una declinazione nazionale per ciascuno degli obiettivi assegnati al FEASR dalla normativa e dalla strategia comunitaria, come evidenziato nel box successivo. Dal canto loro, le Regioni e Provincie autonome, sulla base delle esigenze locali, traducono gli obietti- vi e priorità nazionali in misure operative inserite negli stessi PSR.
Box 3 - assi prioritari e obiettivi in Italia
In termini di equilibrio finanziario tra gli Assi, il PSN, come insieme dei singoli PSR, espri- me una forte attenzione per le tematiche legate all’ambiente ed alla tutela del territorio, attraverso, per lo più, l’attuazione di misure agroambientali e di interventi per il mantenimento dell’attività agricola nelle zone svantaggiate. È forte anche la concentrazione delle risorse per lo sviluppo della competitività dei settori agricolo, agroindustriale e forestale, nelle quali è presente un diffuso fab- bisogno di ammodernamento in tutte le aree rurali del paese, soddisfatto, in particolar modo, con interventi nelle strutture aziendali e nelle infrastrutture a servizio della competitività. Non mancano interventi per la diversificazione dell’economia rurale e per il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali, per i quali è stanziato il 15% delle risorse complessive dello sviluppo rurale. La prima viene perseguita in particolar modo attraverso interventi per la diversificazione delle atti- vità delle aziende agricole nonché nel favorire la creazione di imprese in settori non agricoli. Per il miglioramento della qualità della vita, si punta, in particolare, all’aumento dei servizi alla popola- zione e un loro miglioramento qualitativo. Nel prospetto successivo è riportata la ripartizione per- centuale per asse delle risorse per lo sviluppo rurale.
Prospetto 5 - ripartizione percentuale delle risorse per asse
Assi prioritari Obiettivi prioritari di asse
Promozione dell'ammodernamento e dell'innovazione nelle imprese e dell'integrazione delle filiere
Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche
ASSE I - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale
Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e forestale e sostegno del ricambio generazionale
Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale
Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde Riduzione dei gas serra
ASSE II - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale
Tutela del territorio
Miglioramento dell'attrattività dei territori rurali per le imprese e la popolazione ASSE III - Qualità della vita e
diversificazione dell'economia
rurale Mantenimento e/o creazione di opportunità occupazionali e di reddito in aree rurali
Rafforzamento della capacità progettuale e gestionale locale ASSE IV - LEADER
Valorizzazione delle risorse endogene dei territori
!
Minimo da Reg. PSN Mainstream (Ocm
vino + modulaz. obblig.) HC e Recovery Plan
Totale PSN post HC e Recovery Plan Asse I 10 37,93 40,23 38,05 Asse II 25 43,66 36,11 43,27 Asse III 10 15,48 23,66 15,90 Assistenza tecnica 2,93 - 2,78 Totale 100 100 100
Il sistema di programmazione dello sviluppo rurale in Italia, si contraddistingue, inoltre, per un forte accento alla territorializzazione degli interventi e alla loro integrazione. Tale modalità di intervento risponde alla necessità di individuare, all’interno di ciascun PSR, linee di intervento chiaramente riconducibili a esigenze strutturali e territoriali.
In merito alla territorializzazione, il PSN prevede la suddivisione di tutto il territorio nazio- nale in quattro macro tipologie di aree rurali: a) poli urbani, b) aree ad agricoltura intensiva e spe- cializzata, c) aree rurali intermedie e d) aree con problemi complessivi di sviluppo. Per ciascuna di tali aree vengono sviluppate analisi differenziate che ne mettono in evidenza gli specifici fabbiso- gni e sui quali si inseriscono la strategia nazionale e lo schema di intervento da parte regionale. In tal modo le azioni di sviluppo rurale possono essere maggiormente mirate e legate in maniera più specifica con i territori.
L’integrazione degli interventi è, invece, finalizzata a implementare un approccio operativo maggiormente organico che, rispondendo alle diverse esigenze delle imprese e dei territori, con- senta di attivare congiuntamente diverse misure offerte dalla normativa e possa accrescere l’effica- cia degli interventi stessi. È prevista, al riguardo, l’attivazione di pacchetti di misure per l’impresa (a. pacchetto per la qualità; b. pacchetto giovani; c. pacchetto donne) e di progetti integrati territo- riali o di filiera.