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Le sfide provenienti dal contesto socio-politico e tecnologico e le conseguenze già registrate nelle biblioteche pubbliche hanno solleva- to già da qualche anno un ampio dibattito in area biblioteconomica5,

4 Roberto Ventura, La biblioteca rende. Impatto sociale e economico di un servizio

culturale, Milano, Bibliografica, 2010; Giovanni Di Domenico, Biblioteconomia e culture organizzative. La gestione responsabile della biblioteca, Milano, Bibliografica,

2009; R. Ventura, La valutazione della biblioteca pubblica: problematiche e strumen-

ti di misurazione dell’impatto culturale, sociale e economico, «Bollettino AIB», 47,

2007, 3, p. 289-324; Pieraldo Lietti – Stefano Parise, Il bilancio sociale della biblioteca, «Bollettino AIB», 46, 2006, 1/2, p. 9-20.

5 In area angloamericana la letteratura in merito è sconfinata. Tra i contributi che hanno avuto l’impatto più ampio anche al di fuori dei confini nazionali e bibliotecari, si ricordino almeno R. David Lankes, L’atlante della biblioteconomia

anche italiana6, e hanno spinto i bibliotecari a interrogarsi a più riprese

sulle funzioni e i ruoli della biblioteca pubblica contemporanea.

Questo dibattito è stato fortemente caratterizzato dalla ricerca di un modello di biblioteca pubblica meglio rispondente al contesto e alcuni di questi modelli hanno acquisito di volta in volta una tale popolarità da diventare “di moda” fino a sostituire la tradizionale espressione di ‘biblioteca pubblica’ con altre espressioni e/o aggettivi volti a rappre- sentare caratteristiche e funzioni nuove di queste biblioteche7.

Com’è noto, lo strumento della modellizzazione si propone di ac- corpare realtà diverse in categorie riconoscibili e con caratteristiche comuni e di individuare i percorsi del passato e le tendenze in atto. Modellizzare significa dunque costruire modelli della realtà, per me- glio perlustrarla e conoscerla nelle sue componenti essenziali, deco- struendone in modo significativo la complessità strutturale e ricom- ponendola in un quadro pertinente di relazioni interne. Un modello è però una semplificazione della realtà, che ci consente di avere a di- sposizione una cornice di riferimento e di lettura delle specificità del contesto, allo scopo di prendere delle decisioni e di adottare delle so- luzioni. In sostanza, nell’uso della modellizzazione è necessario essere consapevoli del fatto che si tratta di uno strumento di analisi e di rap- presentazione della realtà per certi versi pericoloso seppure necessario nella misura in cui da un lato tende ad appiattire la realtà e a produrre 2014 (The Atlas of New Librarianship, 2011) e John Palfrey, Bibliotech: perché le bi-

blioteche sono importanti più che mai nell’era di Google, trad. di Elena Corradini,

Milano, Bibliografica, 2016 (Bibliotech. Why Libraries Matter More Than Ever in the

Age of Google, 2015).

6 Anche nella letteratura biblioteconomica italiana i contributi di riflessione sul futuro delle biblioteche pubbliche sono numerosissimi. A titolo esemplifica- tivo si possono ricordare, tra le monografie, Antonella Agnoli, La biblioteca che

vorrei. Spazi, creatività, partecipazione, Milano, Bibliografica, 2014 e anche Cecilia

Cognigni, L’azione culturale della biblioteca pubblica. Ruolo sociale, progettualità,

buone pratiche, Milano, Bibliografica, 2014; per quanto riguarda gli articoli le prin-

cipali riviste di settore, «AIB studi», «Biblioteche oggi», «Biblioteche oggi Trends», «JLIS.it», «Bibliotime», hanno pubblicato articoli sull’argomento; in particolare su «AIB studi» per qualche anno è stato pubblicato un vero e proprio dibattito a di- stanza su questo tema con numerosi contributi da parte di diversi autori. È oppor- tuno anche ricordare che sono stati pubblicati anche alcuni contributi di autori italiani in lingua inglese; ad esempio: A. Galluzzi, Libraries and Public Perception. A

Comparative Analysis of the European Press, Oxford, Chandos Publishing, Elsevier

Limited, 2014 e The Identity of the Contemporary Public Library. Principles and

Methods of Analysis, Evaluation, Interpretation, edited by Margarita Pérez Pulido

and Maurizio Vivarelli, Milano, Ledizioni, 2016.

7 Cfr. A. Galluzzi, Tipologie bibliotecarie. Linee di orientamento metodologico, in

Lo spazio della biblioteca. Culture e pratiche del progetto tra architettura e bibliote- conomia, a cura di Maurizio Vivarelli; collaborazione di Raffaella Magnano; pre-

fazione di Giovanni Solimine; postfazione di Giovanni Di Domenico, Milano, Bibliografica, 2013, p. 337-344.

una visione superficiale della stessa, dall’altro consente di cogliere gli elementi di continuità e di costruire letture d’insieme. È per effetto di un uso semplificato e non consapevole dei modelli che le espressioni e gli aggettivi di volta in volta individuati per rappresentare la bibliote- ca pubblica contemporanea hanno spesso finito per banalizzare con- tenuti anche importanti, anziché essere strumenti di conoscenza e di approfondimento.

Il fatto che, negli ultimi decenni e in particolar modo negli ultimis- simi anni, si siano alternate - con una frequenza quasi imbarazzante - parole ed espressioni riferite alla biblioteca pubblica, spesso proposte come l’unica e risolutiva interpretazione della realtà, ha certamente reso gli studiosi e i bibliotecari più accorti molto diffidenti rispetto ad esse. Si è parlato nel corso del tempo di biblioteca virtuale, biblio- teca di qualità, biblioteca ibrida, biblioteca digitale, piazza del sape- re, biblioteca social, biblioteca partecipata, biblioteca bene comune, biblioteca postmoderna, biblioteca sociale8, e anche di biblioteca di

nicchia, reference library, biblioteca-libreria, biblioteca-spazio urbano, biblioteca esperienziale9.

Il riconoscimento della trasversalità e indispensabilità di alcune caratteristiche presenti all’interno di alcuni di questi modelli e inter- pretazioni della biblioteca pubblica mi aveva portato alcuni anni fa a una proposta che si configurasse come la sintesi e il superamento della molteplicità, ossia la multipurpose library10, la cui caratteristica

principale consiste nella capacità di far convivere bisogni, pubblici e servizi diversi. A distanza di qualche anno da quella proposta si può certamente affermare che l’esigenza di biblioteche pubbliche carat- terizzate da un’identità sempre più sfaccettata non solo è ancora for- temente avvertita ma in qualche modo si è rafforzata di fronte a un mondo che cambia molto in fretta, suggerendo alle biblioteche da un lato di proporsi come luogo di produzione di conoscenza e di espres- sione della creatività, dall’altro di non venir meno al proprio ruolo di accesso democratico ai contenuti informativi e di offerta di attività formative per l’utilizzo di tali contenuti.

Nella fase che stiamo attualmente vivendo, se si considerano nel loro insieme i contributi che compaiono nella letteratura scientifica e professionale, nonché le riflessioni pubblicate in varie forme sul Web, tra le numerose interpretazioni con cui si è fatto riferimento in questi anni alla biblioteca pubblica appaiono fortemente accreditate e po- polari due espressioni: quella di biblioteca partecipata o partecipativa

8 Cfr. Virginia Gentilini, Lavorare coi vecchi, <https://nonbibliofili.wordpress. com/2015/12/05/lavorare-coi-vecchi/>.

9 A. Galluzzi, Biblioteche per la città. Nuove prospettive di un servizio pubblico, Roma, Carocci, 2009, p. 35-90.

e quella di biblioteca sociale11.

Si tratta, per la verità, di due concezioni della biblioteca pubblica che sono in qualche modo collegate, in quanto entrambe focalizza- te sul rapporto della biblioteca con le persone che compongono le comunità di riferimento. Nel primo caso si sottolinea in particolare l’importanza di coinvolgere i membri della comunità nella vita della biblioteca, dalla fase di progettazione a quella di gestione dei servizi e delle attività; nel secondo caso, si riconosce il ruolo della biblioteca come spazio fisico di aggregazione, capace di rispondere non solo a bisogni informativi, formativi e culturali, bensì anche a bisogni più propriamente sociali in funzione complementare e talvolta alternati- va ad altre strutture pubbliche e private sul territorio.

La biblioteca partecipata e la biblioteca sociale sono la risposta al riconoscimento del fatto che istruzione, partecipazione, inclusione sociale e welfare hanno molto a che fare con il nostro settore, e sono determinanti rispetto al posizionamento percepito della biblioteca pubblica nella società contemporanea e al ruolo che essa può giocare per uscire da una certa marginalità che la riguarda, se non addirittura per sopravvivere negli anni a venire12.