Le esperienze presentate finora insistono molto sulle potenzialità di calcolo dei software impiegati, sulla loro capacità di estrazione, or- dinamento, filtraggio delle informazioni. L’ipotesi progettuale che si va a descrivere di seguito, invece, condividendo i medesimi obiettivi di arricchimento ed estensione dell’attività di lettura, affida il succes- so dei suoi risultati principalmente alle abilità del bibliotecario come conoscitore delle collezioni della biblioteca. Nelle sue mani le tecno- logie diventano uno strumento attraverso cui creare e mostrare per- corsi di approfondimento creativi e accattivanti, magari alternativi alle proposte commerciali rese maggiormente visibili dai canali pub- blicitari, non necessariamente vincolati a certe rigidità classificatorie proprie della tradizione bibliografica. Generalmente, questi aspetti vengono ancora accolti dalle biblioteche in maniera asistematica e non continuativa attraverso la realizzazione estemporanea di festival culturali, mostre e serate di animazione letteraria, mentre dovrebbero trovare una collocazione permanente nell’organizzazione degli spazi e dei servizi, in particolare nelle modalità di presentazione dell’offerta documentaria. In tale direzione, dunque, quest’ultima potrebbe arric- chirsi offrendo, proprio a partire dalla superficie comunicativa dello scaffale, una serie di estensioni semiotiche in grado di radicare nella concretezza dello spazio bibliografico ciò che l’ipertesto promette nella nebulosità dello spazio digitale. Il progetto è stato presentato dall’autrice di questo contributo all’interno di un elaborato di tesi di laurea28 e si è occupato specificamente di un segmento del patrimonio
documentario relativo alle opere di narrativa, tuttavia può essere este- so concettualmente all’insieme delle collezioni della biblioteca. Lo scaffale tradizionale, con i libri disposti di dorso, ordinati l’uno accan- to all’altro, potrebbe essere affiancato da un nuovo strumento esposi- tivo, una sorta di «scaffale sinestetico» che permetta al fruitore di ap- propriarsi dei concetti informativi attraverso una pluralità di stimoli e sensazioni. Ciò può essere reso possibile dal posizionamento delle tecnologie digitali (display touch screen, cuffie audio wireless, e-reader, etc.) direttamente sulla superficie comunicativa degli scaffali, renden- do in tal modo percepibili estensioni visibili del contenuto informati- vo dei libri. In questo modo la pagina stampata del libro troverà nello spazio digitale circostante il suo naturale prolungamento attraverso l’espansione dei contenuti intratestuali con innumerevoli piste di let-
28 La narrativa in biblioteca. Un modello di organizzazione bibliografica per la
nuova biblioteca civica di Cuneo. Università di Torino. Corso di laurea magistrale
in Letteratura, filologia, linguistica italiana, relatore prof. Maurizio Vivarelli, a.a. 2012/2013.
tura, in parte guidate dalle proposte dell’istituto in parte scelte indivi- dualmente dall’utente. Riproduzioni in rendering dello scaffale sono presentate con le immagini 6 e 7, realizzate in collaborazione con l’ar- chitetto Amir Faridkhou. Link a video YouTube, interviste televisive, booktrailers, podcast radiofonici, collegamenti a recensioni d’autore o di produzione amatoriale, pagine di discussione letteraria sui social network, sono alcuni esempi dei nuovi oggetti documentari che pos- sono essere integrati alle bibliografie tradizionali per la ricostruzione dell’insieme dei punti di vista attraverso cui è possibile avvicinarsi a un argomento. D’altra parte la tensione all’integrazione di informa- zioni provenienti da più fonti documentarie è storia nota della nostra tradizione culturale da Agostino Ramelli (1531 – 1608) autore di un particolare macchinario conosciuto come ruota dei libri, a Vannevar Bush (1890 – 1974), precursore del Web con il suo Memex, una sorta di scrivania meccanizzata immaginata per istituire tra i documenti archiviati collegamenti di natura associativa, proprio come i «link» degli attuali sistemi ipertestuali della Rete29. Ogni scaffale dedicato ad
una classe tematica potrebbe essere strutturato in due zone contigue. La prima, statica e invariabile nel breve periodo, potrebbe accogliere la collezione sviluppatasi diacronicamente con gli accessi tradiziona- li, ordinata su base alfabetica per autore oppure secondo i criteri di un ordinamento classificato; qui il lettore troverà tutte le pubblicazioni più recenti e i testi di riferimento della disciplina i quali garantiran- no un inquadramento teorico qualitativamente e quantitativamente amplio anche all’altra area bibliografica dello scaffale caratterizzata da una maggiore leggerezza e informalità, per contenuti e modalità di allestimento. Questa seconda zona, dinamica e flessibile, dovrebbe essere aggiornata e rinnovata periodicamente con nuovi percorsi di lettura. Si tratta, infatti, di una zona di evidenza documentaria in cui proporre rassegne tematiche di diversa natura con lo scopo di attrarre il lettore. Il libro cartaceo resterà elemento cardine della vetrina ma verrà messo in relazione a materiali documentari di diversa natura e supporto, provenienti da ambiti disciplinari disparati: tracce audio e video, quadri, installazioni artistiche, oggetti museali, oggetti di vita ordinaria, e tutto ciò che abbia la potenzialità di completare e integra- re l’universo culturale di riferimento del testo. In questo senso, ancora, grazie all’ausilio delle tecnologie digitali, lo scaffale sinestetico potreb- be garantire una ricomposizione strutturata e coesa dei diversi conte- sti da cui originano i contenuti, muovendosi in una direzione almeno idealmente inversa a quella del Web generalista in cui le informazioni
29 L’articolo di presentazione del Memex è stato pubblicato per la prima volta nel 1945 sulla rivista «The Atlantic Monthly», con il titolo As We May Think. Si veda Vannevar Bush, Come possiamo pensare, in Ted Nelson, Literary Machine 90.1:
sono sempre più atomizzate, granulari e decontestualizzate. Infine, ol- tre che perseguire l’intento di armonizzare diacronia e sincronia, gli allestimenti di tali rassegne dovrebbero riporre particolare attenzione anche all’estetica delle esposizioni, magari prendendo a prestito le re- centi sperimentazioni che si stanno verificando nell’attiguo campo di studi della museologia, anch’esso, proprio come la biblioteconomia, oggetto negli ultimi anni di un acceso dibattito scientifico per la ri- formulazione di un nuovo modello di museo30. Provocando solleci-
tazioni di natura differente, cognitive, estetiche, emotive e sensoriali, questa organizzazione dello spazio bibliografico mira a un coinvolgi- mento attivo della persona intesa nella sua totalità, in senso olistico e integrato, seguendo una traccia messa in evidenza recentemente da studi a matrice sociologica sulle pratiche di consumo dei prodotti cul- turali e di intrattenimento, tra le quali è possibile inscrivere in senso lato anche la fruizione dei servizi bibliotecari31.
Conclusioni
In questo contributo sono state proposte alcune riflessioni non esaustive, di natura teorica e pratica, sull’impatto delle tecnologie di- gitali nell’ecosistema della biblioteca. In riferimento ad esso, il tema della social reading in biblioteca è stato affrontato in maniera obliqua. Non si è ragionato infatti di come le applicazioni dedicate possano essere utilizzate in biblioteca, ma piuttosto di come la biblioteca stes- sa, nella sua configurazione organizzativa contemporanea, attraverso i nuovi dispositivi di presentazione dell’offerta documentaria, possa diventare metaforicamente una piattaforma di socializzazione della lettura. Un soggetto che partecipa attivamente al processo collettivo di creazione della conoscenza; che espande la sua capacità di creare relazioni tra i documenti, di mostrarle e condividerle con i suoi utenti affinché vengano riutilizzate in altri contesti; che a sua volta si lasci plasmare dalle tracce depositate dall’uso altrui dei suoi spazi e delle sue collezioni.
30 Cfr. Maria Laura Tomea Gavazzoli, Presentazione, in Manuale di museologia, Milano, Rizzoli - ETAS, 2011, p. XIII – XIV.
31 Per un approfondimento di queste tematiche si rimanda a Chiara Faggiolani, La ricerca qualitativa per le biblioteche: verso la biblioteconomia sociale, Milano, Bibliografica, 2012.
Fig. 6. Visione frontale dello «scaffale sinestetico». Ipotesi di allestimento spaziale relativo al percorso di lettura Dracula e i vampiri. Rappresentazioni artistiche di
un mito.
Fig. 7. Particolare della sezione espositiva. I testi sono disposti di piatto ed integrati con contenuti digitali. Ai documenti sono associate immagini evocative, in questo