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PARTEF–INFORMAZIONISULPATRIMONIO

Nel documento BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI ANAGNI (pagine 183-198)



SEZIONE1–ILPATRIMONIODELL’IMPRESA



Informazionidinaturaqualitativa

Una delle consolidate priorità strategiche della Banca è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi

patrimoniali.Ilpatrimoniocostituisceilprimopresidioafrontedeirischiconnessiconlacomplessivaattivitàbancaria

e il principale parametro di riferimento per le valutazioni dell'autorità di vigilanza sulla solidità delle banche. Esso

contribuisce positivamente anche alla formazione del reddito di esercizio e fronteggia adeguatamente tutte le

immobilizzazionitecnicheefinanziariedellaBanca.

L'evoluzionedelpatrimonioaziendalenonsoloaccompagnapuntualmentelacrescitadimensionale,marappresenta

unelementodecisivonellefasidisviluppo.Perassicurareunacorrettadinamicapatrimonialeincondizionidiordinaria

operatività, la Banca ricorre soprattutto all'autofinanziamento, ovvero al rafforzamento delle riserve attraverso la

destinazionedegliutilinetti.Labancadestinainfattiallariservaindivisibilelaquasitotalitàdegliutilinettidiesercizio.

Ilpatrimonionettodellabancaèdeterminatodallasommadelcapitalesociale,dellariservasovrapprezzoazioni,delle

riserve di utili, delle riserve da valutazione e dall'utile di esercizio, per la quota da destinare a riserva, così come

indicatonellaParteBdellapresenteSezione.

La nozione di patrimonio che la Banca utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente riconducibile alla nozione di

“fondipropri”comestabilitadalRegolamento(UE)n.575/2013(CRR),nelletrecomponentidelcapitaleprimariodi

classe1(CET1),delcapitalediclasse1(Tier1)edelcapitalediclasse2(Tier2).Ilpatrimoniocosìdefinitorappresenta

infatti,agiudiziodellabanca,ilmigliorriferimentoperunaefficacegestioneinchiavesiastrategicasiadioperatività

corrente.Essocostituisceilpresidioprincipaledeirischiaziendalisecondoledisposizionidivigilanzaprudenziale,in

quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall'esposizione della banca ai rischi

predetti,assumendounruolodigaranzianeiconfrontideidepositantiedeicreditoriingenerale.

Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle richiamate disposizioni di

vigilanza,inbaseallequaliilcapitaleprimariodiclasse1dellabancadeveragguagliarsialmenoal4,5%deltotaledelle

attivitàdirischioponderate(“CET1capitalratio”),ilcapitalediclasse1deverappresentarealmenoil6%deltotale

delle predette attività ponderate (“tier 1 capital ratio”) e il complesso dei fondi propri della banca deve attestarsi

almeno all'8% del totale delle attività ponderate (“total capital ratio”). Le menzionate attività di rischio ponderate

vengonodeterminateinrelazioneaiprofilidirischiodelcosiddetto“primopilastro”rappresentatidairischidicredito

edicontroparte(misuratiinbaseallacategoriadellecontropartidebitrici,alladurataetipologiadelleoperazionie

allegaranziepersonalierealiricevute),dairischidimercatosulportafogliodinegoziazioneedalrischiooperativo.

Ledisposizionidivigilanzarichiedonoinoltrechesianodetenuterisorsepatrimonialiaggiuntivedicapitaleprimariodi

classe 1 rispetto ai citati requisiti minimi obbligatori, destinate a essere utilizzate nelle fasi avverse di mercato per

preservare il livello minimo di capitale regolamentare (“riserva di conservazione del capitale”, pari al 2,5% delle

complessiveattivitàdirischioponderate)

Si fa inoltre presente che nel mese di dicembre 2015 la Banca ha ricevuto dalla Banca d’Italia la notifica relativa

all’esitodelprocedimentodirevisioneprudenziale(SREP)condottoaisensidegliart.97eseguentidellaDirettivaUE

n.36/2013(CRDIV)edinconformitàconquantodispostodall’ABEneldocumento“Orientamentisulleproceduree

sulle metodologie comuni per il processo di revisione e valutazione prudenziale” pubblicato il 19 dicembre 2014,

relativamente all’imposizione di requisiti patrimoniali specifici aggiuntivi rispetto alle misure minime di capitale in

precedenzarichiamate.

Ilcitatoarticolo97dellaCRDIVstabiliscechelaBancad’Italiadebbaperiodicamenteriesaminarel’organizzazione,le

strategie,iprocessielemetodologiechelebanchevigilatemettonoinattoperfronteggiareilcomplessodeirischia

cuisonoesposte(processodirevisioneevalutazioneprudenzialeͲSREP).ConloSREP,l’Autoritàriesaminaevalutail

processo di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale condotto internamente, analizza i profili di rischio della

bancasingolarmenteeinun’otticaaggregata,ancheincondizionidistresseilrelativocontributoalrischiosistemico;

valutailsistemadigovernoaziendale,lafunzionalitàdegliorgani,lastrutturaorganizzativaeilsistemadeicontrolli

interni; verifica l’osservanza del complesso delle regole prudenziali. Al termine di tale processo, la Banca d’Italia, ai

sensidell’art.104dellaCRDIV,hailpotereͲtral’altroͲdirichiedereuncapitaleaggiuntivorispettoairequisitiminimi

normativiafrontedellarischiositàcomplessivadell’intermediario:iratiospatrimonialiquantificatitenendocontodei

requisitiaggiuntivihannoquindicaratterevincolante(“targetratio”).



Alla luce della valutazione condotta, la Banca d’Italia ha stabilito che, a far data dalle segnalazioni riferite al

31/12/2015,laBancasiatenutaalrispettonelcontinuodeiseguentiparametri:

 Coefficiente di capitale primario di classe 1 (“Cet 1 ratio”) pari al 7%, comprensivo della riserva di

conservazionedelcapitaledel2,5%:talecoefficienteèdaritenersivincolante(“targetratio”)nellamisuradel

4,9%,dicui4,5%afrontedeirequisitiminimiregolamentarie0,4%afrontedeirequisitiaggiuntiviadesito

delloSREP;

 Coefficientedicapitalediclasse1(“Tier1ratio”)pariall’8,5%,comprensivodellariservadiconservazionedel

capitaledel2,5%:talecoefficienteèdaritenersivincolante(“targetratio”)nellamisuradel6,5%,dicui6%a

frontedeirequisitiminimiregolamentarie0,5%afrontedeirequisitiaggiuntiviadesitodelloSREP;

 Coefficientedicapitaletotale(“TotalCapitalratio”)parial10,5%,comprensivodellariservadiconservazione

delcapitaledel2,5%:talecoefficienteèdaritenersivincolante(“targetratio”)nellamisuradell’8,7%,dicui

8%afrontedeirequisitiminimiregolamentarie0,7%afrontedeirequisitiaggiuntiviadesitodelloSREP.

NelladeterminazionedeicitatirequisitilaBancad’Italiahatenutoconto,tral’altro,dellemisureaziendalidicapitale

internostimatedallaBancanell’esercizioICAAP.



Perlebanchedicreditocooperativosonoinoltreprevistiulteriorilimitiprudenzialiall'operativitàaziendalequali:

Ͳ il vincolo dell'attività prevalente nei confronti dei soci, secondo il quale più del 50% delle attività di rischio deve

esseredestinatoasocioadattivitàprivedirischio;

Ͳilvincolodellocalismo,secondoilqualenonèpossibiledestinarepiùdel5%delleproprieattivitàaldifuoridella

zonadicompetenzaterritoriale,identificatageneralmenteneicomuniovelabancahalepropriesuccursaliedinquelli

limitrofi.

Accantoalrispettodeirichiamaticoefficientipatrimonialiminimiobbligatoriafrontedeirischidi“primopilastro”,la

normativa di vigilanza richiede anche di misurare con l’utilizzo di metodologie interne la complessiva adeguatezza

patrimonialedellabancasiainviaattualesiainviaprospetticaeinipotesidi“stress”l’insiemedeirischiaziendaliche

comprendono,oltreaquellidel“primopilastro”(credito,controparte,mercato,operativo),ulteriorifattoridirischio

cheinsistonosull’attivitàaziendalecome,inparticolare,irischidiconcentrazione,ditassodiinteresse,diliquidità,di

levafinanziariaeccessivaecc.(“secondopilastro”).L’esistenza,accantoaicoefficientiminimiobbligatori,del“secondo

pilastro”difattoampliailconcettodiadeguatezzapatrimoniale,cheassumeunaconnotazionepiùglobaleetesaalla

verifica complessiva dei fabbisogni patrimoniali e delle fonti effettivamente disponibili, in coerenza con gli obiettivi

strategiciedisviluppodellabancastessa.

La Banca si è dotata di processi e strumenti (Internal Capital Adequacy Process, ICAAP) per determinare il livello di

capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, nell’ambito di una valutazione dell’esposizione,

attuale, prospettica e in situazione di “stress”, che tenga conto delle strategie e dell’evoluzione del contesto di

riferimento.

ObiettivodellaBancaèquindiquellodimantenereun’adeguatacoperturapatrimonialeafrontedeirequisitirichiesti

dallenormedivigilanza;nell’ambitodelprocessoICAAPlaloroevoluzionevienepertantostimatainsedediattivitàdi

pianificazionesullabasedegliobiettivistabilitidalConsigliodiAmministrazione.

La verifica del rispetto dei requisiti di vigilanza e della conseguente adeguatezza del patrimonio avviene

trimestralmente. Gli aspettioggettodi verifica sono principalmente i “ratios” rispetto alla strutturafinanziariadella

Banca(impieghi,creditianomali,immobilizzazioni,totaleattivo)eilgradodicoperturadeirischi.

L'attuale consistenza patrimoniale consente il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale previste per tutte le

banche,nonchéquellespecifichedettateperlebanchedicreditocooperativo.



Informazionidinaturaquantitativa

NellaSezioneèillustratalacomposizionedeicontirelativialpatrimoniodellabanca.



B.1Patrimoniodell’impresa:composizione

Voci/Valori dicembre2015 dicembre2014

1.Capitale 378 375

2.Sovrapprezzidiemissione 27 10

3.Riserve 130.031 127.949

Ͳdiutili 130.031 127.949

a)legale 130.031 127.949

b)statutaria Ͳ Ͳ

c)azioniproprie Ͳ Ͳ

d)altre Ͳ Ͳ

Ͳaltre Ͳ Ͳ

4.Strumentidicapitale Ͳ Ͳ

5.(Azioniproprie) Ͳ Ͳ

6.Riservedavalutazione 3.260 5.861

ͲAttivitàfinanziariedisponibiliperlavendita 3.553 6.252

ͲAttivitàmateriali Ͳ Ͳ

ͲAttivitàimmateriali Ͳ Ͳ

ͲCoperturadiinvestimentiesteri Ͳ Ͳ

ͲCoperturadeiflussifinanziari Ͳ Ͳ

ͲDifferenzedicambio Ͳ Ͳ

ͲAttivitànoncorrentiinviadidismissione Ͳ Ͳ

ͲUtili(perdite)attuarialirelativiapianiprevidenzialiabeneficidefiniti (293) (391)

ͲQuotedelleriservedavalutazionerelativeallepartecipatevalutatealpatrimonionetto Ͳ Ͳ

ͲLeggispecialidirivalutazione Ͳ Ͳ

7.Utiled'esercizio 1.063 2.240

Totale 134.759 136.435



IlcapitaledellaBancaècostituitodaazioniordinariedelvalorenominaledieuro103,29(valorealcentesimodieuro).

UlterioriinformazionisonofornitenellaprecedenteSezione14ͲParteBdelpassivodelpresentedocumento.

Leriservedicuialpunto3includonoleriservediutiligiàesistenti(riservalegale).

B.2Riservedavalutazionedelleattivitàfinanziariedisponibiliperlavendita:composizione

Attività Totaledicembre2015 Totaledicembre2014

Riservapositiva Riservanegativa Riservapositiva Riservanegativa

1.Titolididebito 3.553 Ͳ 6.252 Ͳ

2.Titolidicapitale Ͳ Ͳ Ͳ Ͳ

3.QuotediO.I.C.R. Ͳ Ͳ Ͳ Ͳ

4.Finanziamenti Ͳ Ͳ Ͳ Ͳ

Totale 3.553 Ͳ 6.252 Ͳ



Nella colonna “riserva positiva” è indicato l’importo cumulato delle riserve da valutazione relative agli strumenti

finanziari, che nell’ambito della categoria considerata, presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value

superiorealcostoammortizzato(attivitàfinanziarieplusvalenti).

Nellacolonna“riservanegativa”èindicato,perconverso,l’importocumulatodelleriservedavalutazionerelativeagli

strumenti finanziari, che nell’ambito dellacategoria considerata,presentanoalla data di riferimento del bilancio un

fairvalueinferiorealcostoammortizzato(attivitàfinanziarieminusvalenti).

Gliimportiindicatisonoriportatialnettodelrelativoeffettofiscale.





B.3Riservedavalutazionedelleattivitàfinanziariedisponibiliperlavendita:variazioniannue

 Titolididebito Titolidicapitale QuotediO.I.C.R. Finanziamenti

1.Esistenzeiniziali 6.252 Ͳ Ͳ Ͳ

2.Variazionipositive 4.910 7 Ͳ Ͳ

2.1Incrementidifairvalue 1.763 Ͳ Ͳ Ͳ

2.2Rigiroacontoeconomicodiriservenegative Ͳ Ͳ Ͳ Ͳ

Ͳdadeterioramento Ͳ Ͳ Ͳ Ͳ

Ͳdarealizzo Ͳ Ͳ Ͳ Ͳ

2.3Altrevariazioni 3.147 7 Ͳ Ͳ

3.Variazioninegative 7.609 7 Ͳ Ͳ

3.1Riduzionidifairvalue 371 7 Ͳ Ͳ

3.2Rettifichedadeterioramento Ͳ Ͳ Ͳ Ͳ

3.3Rigiroacontoeconomicodariservepositive:darealizzo 5.253 Ͳ Ͳ Ͳ

3.4Altrevariazioni 1.985 Ͳ Ͳ Ͳ

4.Rimanenzefinali 3.553 Ͳ Ͳ Ͳ



Lasottovoce2.3"Altrevariazioni"includediminuzionidiimpostedifferitepassiveper3.089milaeuro.

Lasottovoce3.4"Altrevariazioni"includeaumentidiimpostedifferitepassiveper1.755milaeuro.



B.4Riservedavalutazionerelativeapianiabeneficideficiti:variazioneannue

 dicembre2015

1.Esistenzeiniziale (391)

2.Variazionipositive Ͳ

2.1Utiliattuarialirelativiapianiprevidenzialiabeneficidefiniti 135

2.2Altrevariazioni Ͳ

2.3Operazionidiaggregazioneaziendale Ͳ

3.Variazioninegative Ͳ

3.1Perditeattuarialirelativiapianiprevidenzialiabeneficidefiniti Ͳ

3.2Altrevariazioni 37

3.3Operazionidiaggregazioneaziendale Ͳ

4.Rimanenzefinale (293)



Nella presente voce va riportato il dettaglio degli elementi positivi e negativi relativi a piani a benefici definiti per i

dipendentiindicati,informaaggregata,tralealtrecomponentiredditualinelprospettodellaredditivitàcomplessiva.

SEZIONE2–IFONDIPROPRIEICOEFFICIENTIDIVIGILANZA



2.1FondiPropri



A.Informazionidinaturaqualitativa

Ifondiproprieicoefficientipatrimonialisonostaticalcolatisullabasedeivaloripatrimonialiedelrisultatoeconomico

determinati con l'applicazione della normativa di bilancio prevista dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e

tenendo conto della nuova disciplina sui fondi propri e sui coefficienti prudenziali introdotta con l’emanazione del

Regolamento(UE)n.575/2013(CRR)edellaDirettiva(UE)n.63/2013(CRDIV),nonchédellecorrelatedisposizionidi

caratteretecnicoͲapplicativodell’EBA,oggettodispecificiregolamentidelegatidellaCommissioneEuropea.

I fondi propri derivano dalla somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimonialeʡ le

componentipositivedevonoesserenellapienadisponibilitàdellaBanca,alfinedipoterleutilizzareperfronteggiareil

complessodeirequisitipatrimonialidivigilanzasuirischi.

Iltotaledeifondipropri,checostituisceilpresidiodiriferimentodelledisposizionidivigilanzaprudenziale,ècostituito

dalcapitalediclasse1(Tier1)edalcapitalediclasse2(Tier2–T2);asuavolta,ilcapitalediclasse1risultadalla

sommadelcapitaleprimariodiclasse1(CommonEquityTier1ͲCET1)edelcapitaleaggiuntivodiclasse1(Additional

Tier1–AT1).

I tre predetti aggregati (CET 1, AT 1 e T2) sono determinati sommando algebricamente gli elementi positivi e gli

elementi negativi che li compongono, previa considerazione dei c.d. “filtri prudenziali”. Con tale espressione si

intendono tutti quegli elementi rettificativi, positivi e negativi, del capitale primario di classe 1, introdotti dalle

autoritàdivigilanzaconilfineesplicitodiridurrelapotenzialevolatilitàdelpatrimonio.

Relativamente ai filtri prudenziali si fa presente che, in sede di emanazione della Circolare n. 285 del 17 dicembre

2013“Disposizionidivigilanzaperlebanche”,laBancad’Italiahafissatoperlebancheilterminedel31gennaio2014

per l’eventuale esercizio della deroga concernente l’esclusione temporanea dal CET1realizzate delle riserve da

valutazione positive e negative a fronte dei titoli, detenuti dalle banche nel portafoglio delle attività finanziarie

disponibili per la vendita, emessi dalle Amministrazioni centrali classificate nel portafoglio delle “Attività finanziarie

disponibili per la vendita”. Tale deroga si applicherà sino a che la Commissione Europea non abbia adottato,

conformemente al regolamento (UE) n. 1606/2002, lo specifico regolamento di omologazione dell’IFRS 9 in

sostituzionedelloIAS39.

LaBanca,comunicandolapropriasceltaallaBancad’Italiaindata29/01/2014,sièavvalsadellacitatafacoltà.

Lanuovadisciplinadivigilanzasuifondipropriesuirequisitipatrimonialièancheoggettodiunregimetransitorio,il

qualeprevedeinparticolare:

 l’introduzionegraduale(“phaseͲin”)dialcuneditalinuoveregolelungounperiodogeneralmentedi4anni

(2014Ͳ2017);

 regoledi“grandfathering”checonsentonolacomputabilitàparziale,congradualeesclusioneentroil2021,

dei pregressi strumenti di capitale del patrimonio di base e del patrimonio supplementare che non

soddisfanotuttiirequisitiprescrittidalcitatoRegolamento(UE)n.575/2013perglistrumentipatrimoniali

delCET1,AT1eT2.

UnapartedelledisposizionicheregolanoilpredettoregimetransitoriosonostatedettatedallaBancad’Italia,conla

menzionata circolare n. 285/2013, nell’ambito delle opzioni nazionali consentite dal Regolamento (UE) n. 575/2013

allecompetentiautoritàdivigilanzanazionali.

Di seguito si illustrano gli elementi che compongono, rispettivamente, il capitale primario di classe 1, il capitale

aggiuntivodiclasse1edilcapitalediclasse2,inparticolare:

Capitaleprimariodiclasse1(CET1)

Il capitale primario di classe 1, che rappresenta l’insieme delle componenti patrimoniali di qualità più pregiata, è

costituito dai seguenti elementi: capitale sociale, sovrapprezzi di emissione, riserve di utili e di capitale, riserve da

valutazione,“filtriprudenziali”,deduzioni(perditeinfrannuali,avviamentoedaltreattivitàimmateriali,azioniproprie

detenuteancheindirettamentee/osinteticamenteeimpegnialriacquistodellestesse,partecipazionisignificativee

non nel capitale di altri soggetti del settore finanziario detenute anche indirettamente e/o sinteticamente, attività

fiscali differite, esposizioni verso cartolarizzazioni e altre esposizioni ponderabili al 1250% e dedotte dal capitale

primario).Nellaquantificazionedeglianzidettielementidevetenersicontoanchedeglieffettiderivantidal“regime

transitorio”.



Capitaleaggiuntivodiclasse1(AT1)

Glistrumentidicapitaleaggiuntivodiclasse1eirelativieventualisovrapprezzicostituisconoglielementipatrimoniali

delcapitaleaggiuntivodiclasse1.DatalielementidevonoessereportatiindeduzioneglieventualistrumentidiAT1

propridetenutiancheindirettamentee/osinteticamenteegliimpegnialriacquistodeglistessi,nonchéglistrumenti

di capitale aggiuntivo, detenuti anche indirettamente e/o sinteticamente, emessi da altri soggetti del settore

finanziario nei confronti dei quali si detengono o meno partecipazioni significative. Nella quantificazione degli

anzidettielementidevetenersicontoanchedeglieffettidel“regimetransitorio”.

TaleaggregatononrilevaperlaBanca,inquantolastessanonhaemessostrumentidicapitalelecuicaratteristiche

contrattualineconsentanol’inquadramentotraglistrumentidiAT1.



Capitalediclasse2(T2)

Le passività subordinate le cui caratteristiche contrattuali ne consentono l’inquadramento nel T2, inclusi i relativi

eventuali sovrapprezzi di emissione, costituiscono gli elementi patrimoniali del capitale di classe 2. Da tali elementi

devono essere portati in deduzione le eventuali passività subordinate proprie detenute anche indirettamente e/o

sinteticamenteegliimpegnialriacquistodellestesse,nonchéglistrumentidiT2,detenutiancheindirettamentee/o

sinteticamente, emessi da altri soggetti del settore finanziario nei confronti dei quali si detengono o meno

partecipazioni significative. Nella quantificazione degli anzidetti elementi deve tenersi conto anche degli effetti del

“regimetransitorio”.

B.Informazionidinaturaquantitativa



 dicembre2015 dicembre2014

A.Capitaleprimariodiclasse1(CommonEquityTier1ͲCET1)primadell'applicazionedeifiltri

prudenziali 133.695 134.194

dicuistrumentidiCET1oggettodidisposizionitransitorie Ͳ Ͳ

B.FiltriprudenzialidelCET1(+/Ͳ) (292) (305)

C.CET1allordodeglielementidadedurreedeglieffettidelregimetransitorio(A+/ͲB) 133.403 133.889

D.ElementidadedurredelCET1 24 25

E.RegimetransitorioͲImpattosuCET1(+/Ͳ),inclusigliinteressidiminoranzaoggettodi

disposizionitransitorie (3.125) (6.252)

F.TotaleCapitaleprimariodiclasse1(CommonEquityTier1ͲCET1)(CͲD+/ͲE) 130.254 127.612

G.Capitaleaggiuntivodiclasse1(additionaleTier1ͲAT1)allordodeglielementidadedurree

deglieffettidelregimetransitorio Ͳ Ͳ

dicuistrumentidiAT1oggettodidisposizionitransitorie Ͳ Ͳ

H.Elementidadedurredall'AT1 Ͳ Ͳ

I.RegimetransitorioͲImpattosuAT1(+/Ͳ),inclusiglistrumentiemessidafiliazionieinclusi

nell'AT1pereffettodidisposzionitransitorie Ͳ Ͳ

L.TotaleCapitaleaggiuntivodiclasse1(AdditionaleTier1ͲAT)(GͲH+/ͲI) Ͳ Ͳ

M.Capitalediclasse2(Tier2ͲT2)allordodeglielementidadedurreedeglieffettidelregime

transitorio Ͳ Ͳ

dicuistrumentidiT2oggettodidisposizionitransitorie Ͳ Ͳ

N.ElementidadedurredalT2 Ͳ Ͳ

O.RegimetransitorioͲImpattosuT2(+/Ͳ),inclusiglistrumentiemessidafiliazionieinclusinelT2

pereffettodidisposizionitransitorie 322 965

P.TotaleCapitalediclasse2(Tier2ͲT2)(MͲN+/ͲO) 322 965

Q.Totalefondipropri(F+L+P) 130.576 128.577



2.2Adeguatezzapatrimoniale

A far data dal 1 gennaio 2014 è divenuta applicabile la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di

investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) e nella direttiva (UE) n. 63/2013 (CRD IV) del 26

giugno 2013, che traspongono nell’Unione europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza

bancaria(c.d.frameworkBasilea3).

Il quadro normativo è in fase di completamento attraverso l’emanazione delle misure di esecuzione, contenute in

norme tecniche di regolamentazione o di attuazione (rispettivamente “Regulatory Technical Standard – RTS” e

“Implementing Technical Standard – ITS”) adottate dalla Commissione europea su proposta dell’Autorità Bancaria

Europea(ABE)e,inalcunicasi,dellealtreAutoritàeuropeedisupervisione(ESA).

Per dare attuazione e agevolare l’applicazione della nuova disciplina comunitaria e per realizzare una complessiva

revisione e semplificazione della disciplina di vigilanza delle banche, la Banca d’Italia ha emanato la circolare n.

285/2013“Disposizionidivigilanzaperlebanche”,laqualerecepiscelenormedellaCRDIV,indicalemodalitàconcui

sono state esercitate le discrezionalità nazionali attribuite dalla disciplina comunitaria del regolamento CRR alle

autorità nazionali e delinea un quadro normativo completo, organico, razionale e integrato con le disposizioni

comunitariedidirettaapplicazione.



Lanuovanormativasibasa,inlineaconilpassato,sutrePilastri:

a) il primo pilastro attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, prevedendo il rispetto di

requisiti patrimoniali per fronteggiare le principali tipologie di rischio dell’attività bancaria e finanziaria (di

credito,dicontroparte,dimercatoeoperativo).Sonoinoltreprevisti:

- l’obbligo di detenere riserve patrimoniali addizionali in funzione di conservazione del capitale e in

funzioneanticiclicanonchéperleistituzioniarilevanzasistemica;

- nuovirequisitiesistemidisupervisionedelrischiodiliquidità,siainterminidiliquiditàabrevetermine

(Liquidity Coverage Ratio – LCR) sia di regola di equilibrio strutturale a più lungo termine (Net Stable

FundingRatio–NSFR);

- un coefficiente di “leva finanziaria” (“leverage ratio”), che consiste nel rapporto percentuale tra il

patrimoniocostituitodalcapitalediclasse1el’ammontaretotaledelleesposizioninonponderateper

cassa e fuori bilancio, senza peraltro che sia fissato per il momento un limite minimo obbligatorio da

rispettare;



b) il secondo pilastro richiede agli intermediari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo

dell’adeguatezza patrimoniale (cosiddetto “Internal Capital Adequacy Assessment Process” Ͳ ICAAP), in via

attuale e prospettica e in ipostesi di “stress”, a frontedi tutti i rischi rilevanti per l’attività bancaria (credito,

controparte, mercato, operativo, di concentrazione, di tasso di interesse, di liquidità ecc.) e di un robusto

sistemaorganizzativo,digovernosocietarioedeicontrolliinterni;inoltre,nelquadrodelsecondopilastrova

tenuto sotto controllo anche il rischio di leva finanziaria eccessiva. All’Organo di Vigilanza è rimessa la

supervisione sulle condizioni di stabilità, efficienza, sana e prudente gestione delle banche e la verifica

dell’affidabilitàedellacoerenzadeirisultatidellelorovalutazioniinterne(cosiddetto“SupervisoryReviewand

EvaluationProcess”ͲSREP),alfinediadottare,ovelasituazionelorichieda,leopportunemisurecorrettive;



c) il terzo pilastro prevede specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adeguatezza patrimoniale,

l’esposizioneairischielecaratteristichegeneralideirelativisistemidigestione,misurazioneecontrollo.

l’esposizioneairischielecaratteristichegeneralideirelativisistemidigestione,misurazioneecontrollo.

Nel documento BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI ANAGNI (pagine 183-198)

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