• Non ci sono risultati.

Partecipazione culturale: responsabilità ed impatto sociale

5. QUARTO CAPITOLO

5.2 Partecipazione culturale: responsabilità ed impatto sociale

In quanto mezzo di comunicazione di massa, dotato di un’autorità o di un “peso” culturale cospicuo e ampiamente riconosciuto (Macdonald, 1998), il potenziale del museo quale agente di cambiamento è forse sottovalutato: la funzione che i musei possono svolgere a livello sociale si fonda, come si deduce dalle parole di Eilean Hooper-Greenhill (2005), sulla dimensione generativa della cultura. I musei possono esercitare un impatto positivo sulle vite degli individui svantaggiati e marginalizzati, agire da catalizzatori in un processo di rigenerazione sociale e di empowerment di determinate comunità, contribuire alla creazione di società più eque.

Tutte le istituzioni culturali, formali ed informali, hanno quindi una responsabilità sociale: in questo senso è fondamentale che sviluppino un approccio meditato e consapevole alle politiche di acquisizione e di esposizione, oltre che una maggiore coscienza e comprensione del loro potenziale ruolo nel costruire delle società più inclusive, eque e rispettose.

Come agenti del cambiamento individuale, comunitario e sociale, i musei hanno dimostrato il loro potenziale per contribuire alla lotta contro problemi come salute, tasso di criminalità, livello di istruzione e tasso di disoccupazione, sottolineati dal governo del Regno Unito come i quattro indicatori chiave dell’esclusione sociale (GLLAM, 2000). In questo senso, il ruolo del museo nel limitare l’esclusione e promuovere l’inclusione viene inteso nei termini di impatto sociale in relazione allo svantaggio, alla discriminazione ed alla disuguaglianza sociale (Sandell, 2003).

A tal proposito l’Urban Institute, organizzazione statunitense, ha intrapreso alcuni anni fa un progetto riguardante gli Indicatori di Arte e Cultura, allo scopo di guidare lo sviluppo delle politiche e dei programmi culturali, puntando al miglioramento della qualità della vita nelle aree svantaggiate: vi facciamo riferimento in quanto il progetto comprende la compilazione di un glossario di nozioni base che hanno diretta relazione con l’argomento qui trattato.

- Community Building (Costruzione della comunità locale), viene definito come un approccio comprensivo, principio-guida per il risollevamento economico e sociale, che accentua le relazioni ed associazioni fra residenti ed altri soggetti interessati alla comunità. Si costruisce sui beni e le aspirazioni della comunità stessa, fortifica le capacità per la soluzione dei problemi di una comunità, e crea relazioni nuove,

istituzioni più reattive, nuove risorse comunitarie, conferendo potere decisionale ai residenti.

- Ricerca comunitaria, in generale, è la ricerca condotta da, per o con la partecipazione dei membri della comunità (attivisti rurali, organizzazioni comunitarie, lavoratori ecc.) ed esperti (ricercatori universitari, scienziati, professionisti ecc.). Nel migliore dei casi, la conseguenza di tale collaborazione può avere risultati potenti e durevoli che riflettono l’investimento di ogni partecipante ed i benefici derivanti dal lavorare insieme.

- Capitale sociale, definito come la capacità delle persone di agire collettivamente per un scopo comune: individuare tali scopi comuni è divenuto parte del lavoro e della responsabilità dei musei. Lavorando per unificare le persone, i musei stanno portando valore alle loro comunità per condividere le storie e trovare uno scopo comune come comunità, aggiungendo beneficio economico e sostenibilità del museo e della sua regione (tratto da B. Franco, 2012).

La partecipazione ad attività artistiche ha quindi la capacità, in associazione con le altre iniziative, di cogliere i problemi sociali poiché, qualunque sia la loro situazione sociale o economica, le persone hanno sempre voglia di fare e di sviluppare le proprie risorse creative: «il punto non è che certe persone debbano necessariamente essere coinvolte, l’importante è assicurare loro la possibilità di questo coinvolgimento» (Hill, 1994). Nonostante i pregiudizi di molte persone, la partecipazione ai progetti culturali risulta perciò una delle modalità migliori a nostra disposizione per assicurare il coinvolgimento degli individui.

Una recente indagine sul ruolo che i musei di piccole dimensioni giocano sul fronte dell’inclusione sociale, sviluppata coi volontari del Ragged School Museum di Londra, sottolinea, ad esempio, l’importanza che l’attività di volontariato può assumere per alcuni individui: «i disoccupati apprendono nuove competenze, gli individui affetti da handicap mentali imparano a sviluppare l’autostima, gli anziani hanno l’opportunità di sviluppare una rete di rapporti sociali e in tal modo combattere la solitudine e l’isolamento» (Dodd, Sandell, 2001, p.27).

In termini economici, poi, «le ragioni per il sussidio pubblico sono cambiate, sebbene il pensiero corrente si sia concentrato sul dovere dello stato di intervenire in casi di “fallimento di mercato”» (Casey et. al., 1996): il “caso” per sostenere progetti di partecipazione artistica, perciò, sorge principalmente dal loro contributo ad obiettivi di politica sociale. La partecipazione ai programmi culturali risulta così costituire un percorso di instradamento effettivo per la crescita personale, conducendo ad incrementare la fiducia, formare abilità specifiche e sviluppare l’istruzione e l’educazione, l’ampliamento dei contatti ed il miglioramento dell’impegno sociale degli individui.

Le istituzioni culturali risultano quindi in grado di contribuire alla lotta alle cause della disuguaglianza e del disagio sociale e al miglioramento dei loro sintomi a tre livelli: quello dello sviluppo personale, quello della coesione sociale relativamente a specifici gruppi della comunità, e quello sociale e comunitario in senso lato (Franco, 2012). Ad un livello personale, la partecipazione a progetti di natura artistica si riflette sulla fiducia delle persone, così come sull’apprendimento di abilità creative trasmissibili, sulla socializzazione attraverso le amicizie, il coinvolgimento nella comunità ed il divertimento. I benefici individuali si traducono così in impatto sociale e, ancora di più, nella costruzione di una relazione di fiducia con le minoranze ed i gruppi emarginati, promuovendo il contatto e contribuendo alla coesione sociale. Le nuove abilità e la fiducia possono poi conferire autorità ai gruppi facenti parte della comunità, divenuti più (e più equamente) coinvolti nelle questioni locali. In questo modo progetti culturali contribuiscono a fortificare l’impegno delle persone del luogo e la loro capacità di affrontare i problemi, specialmente nel contesto di rigenerazione urbana, incoraggiano ed offrono meccanismi per approcci creativi allo sviluppo ed alla risoluzione dei problemi in maniera positiva. Si evidenzia infine la capacità di contribuire alla salute e al sostegno sociale nei confronti delle persone più deboli e all’educazione.