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Un patrimonio documentario e la creazione dell’immagine della Compagnia

La ricostruzione delle vicende della presenza della Compagnia di Gesù nell’isola ha avuto come principale fonte la numerosa corrispondenza dei gesuiti che operarono nelle fondazioni del regno. L’esistenza di una tale consistente base documentale è stata garantita dall’esistenza di un sistema complesso e organico di comunicazioni tra le diverse fondazioni che la Compagnia curò fin dalla costituzione dell’ordine affiancandolo ad uno spiccato interesse per la loro conservazione. Accanto alla corrispondenza, elemento essenziale per la gestione quotidiana delle comunità e lo svolgimento delle attività portate avanti dai padri, l’ordine promosse anche la stesura di opere storiche, composte allo scopo di raccontare le vicende della nascita e sviluppo dei collegi nati nei luoghi più diversi e al contempo costruire un’immagine ufficiale da comunicare all’esterno. Molte di esse vennero commissionate dal centro stesso dell’ordine all’interno di veri e propri progetti (imprese storiografiche) a testimonianza dalle origini fino ai successivi sviluppi di un’attenzione alla costruzione e conservazione della propria memoria storica portata avanti attraverso la scrittura della propria storia. Questo campo di indagine ha portato così ad esplorare opere edite a stampa o rimaste manoscritte, che ebbero varia circolazione all’interno ed all’esterno della Compagnia.

L’analisi delle opere storiche e di altre espressioni dell’intersa attività di scrittura come le lettere periodiche mira a ricostruire l’immagine della Sardegna che l’ordine ha voluto comunicare a quanti seguivano le sue vicende. In questa prospettiva sono state prese in considerazione le storie generali della Compagnia e quelle dedicate a contesti geografici specifici riuscendo a coprire un arco di tempo abbastanza ampio da permettere di delineare come la Sardegna venne presentata all’interno e all’esterno dell’ordine.

In questo modo si è cercato di ripercorrere questa vasta produzione, nei suoi esempi più rilevanti alla ricerca dell’immagine che la Compagnia elaborò della sua presenza in Sardegna e della Sardegna stessa nel corso del tempo.

Il ministero della scrittura

La Compagnia di Gesù si caratterizzò fin dalle origini non solo per l’imponente produzione e conservazione di documenti che testimoniano la complessa vita dell’ordine, ma anche per l’elaborazione di una gran quantità di opere che ebbero lo scopo di tramandare la sua storia e il suo operato nei diversi contesti geografici e culturali in cui si trovò ad operare. L’importanza che la scrittura assunse all’interno delle vicende della Compagnia ha portato a parlare di un vero e proprio ministero della scrittura che si formalizzò nel tempo collocandosi a pieno titolo tra gli altri comunemente noti. Questo tipo di attività diventò un vero e proprio ministero dell’ordine (“apostolat de la plume”) attraverso un preciso percorso che muove i primi passi già dal generalato di Ignazio di Loyola. 503

La Formula dell’Istituto approvata da Paolo III nel 1540 non annoverava tra i ministeri dell’ordine né la scrittura, né la pubblicazione di libri e neanche la versione successiva del 1550 con l’eccezione di un generico riferimento a “ogni altro ministero della parola di Dio” che Jeronimo Nadal (1507-1580) nel suo Secundus Dialogus commenta includendovi non solo le conversazioni spirituali, le esortazioni alla pietà ai singoli, ma anche l’assistenza ai moribondi, gli ammonimenti, e la scrittura di libri scritti contra haereticos e tutto ciò che veniva pubblicato per l’aiuto alle

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Questo percorso è stato ricostruito da R. DANIELUK, “Ob communem fructum et consolationem”: la genèse et

anime.504 Anche senza esprimerla in modo così esplicito, la Formula del 1550 porta in sé dei segni di questa nuova attenzione e, dati i riferimenti cronologici, appare chiaro che lo stesso Ignazio ebbe un ruolo di primo piano nel suo emergere. Pur non trovando spazio all’interno delle Costituzioni questo orientamento emerse spesso nelle lettere di Ignazio come ad esempio in alcune lettere del 1554 a Pietro Canisio in Germania, esortandolo a controbattere alle posizioni dei Riformati con scritti adeguati. Al primo compito apologetico assegnato alla scrittura se ne affiancarono presto altri di tipo più pratico come quello affidato alla scrittura delle lettere che assicurava il complesso delle comunicazioni tra il centro romano e le varie residenze dell’ordine e di queste ultime tra loro. Tale aspetto divenne sempre più decisivo nel momento in cui, con il passare degli anni, la Compagnia assunse dimensioni numeriche e spaziali mondiali. Ad esso si affianca quello dell’edificazione che aveva all’interno della Compagnia una duplice valenza, verso l’interno nella misura in cui i rendiconti della situazione delle diverse fondazioni, affidati alle lettere periodiche (all’inizio

Quadrimestres, Semestres e poi Annuae), edificavano i padri della Compagnia con la lettura delle

imprese realizzate dai propri confratelli in altri contesti; verso l’esterno per i simpatizzanti e sostenitori dell’ordine.505 Spesso inoltre la circolazione della corrispondenza fuori dall’ordine si rivelò un buon mezzo di reclutamento dei nuovi candidati che venne adeguatamente sfruttato. In un primo momento la Compagnia si limitò a far circolare in forma manoscritta le lettere appositamente tradotte e copiate. A partire dal 1583 le lettere Annuae vennero stampate con lo scopo di facilitarne la circolazione interna risparmiando il complesso e lungo lavoro di copiatura delle lettere e permettendo una capillare diffusione in tutti i domicili.506

Per sostenerne lo scopo pratico, spirituale e di edificazione, fin dal generalato di Ignazio si decise di elaborare norme precise per regolare il sistema complesso della corrispondenza. Questi interventi riguardano principalmente la corrispondenza ordinaria e quella che viene generalmente conosciuta con il nome di Litterae Quadrimestres, Semestres e Annuae. Si arrivò a proporre una vera e propria Ratio Scribendi che ebbe una formula meno formale ma comunque razionalizzata con Ignazio, ricevette modifiche e precisazioni nelle Congregazioni Generali del 1565 e del 1573, fino a giungere ad una elaborazione ufficiale in Formula Scribendi nel 1580 durante il generalato di Mercuriano. Alla corrispondenza ordinaria si deve anche aggiungere un’altra produzione scritta importante nella Compagnia costituita dai Cataloghi Brevi.507

Le Litterae Annuae manoscritte e a stampa

Dopo una prima fase in cui circolarono manoscritte, attraverso un complesso sistema di copiatura e di passaggi da una comunità ad un’altra spedite dal centro romano, a partire dal 1583 le

Litterae Annuae iniziarono la loro circolazione a stampa.

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Ibid., p. 34 e sgg.

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Già durante la vita di Ignazio molti simpatizzanti dell’ordine avevano ricevuto in forma manoscritta le lettere che in quel periodo giungevano al generale dai gesuiti impegnati nei contesti più diversi. Per il caso sardo basti ricordare l’esempio di Alessio Fontana Cfr. A. MONTI, La Compagnia di Gesù nel territorio…, cit. pp. 211-219

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Questa operazione durò fino al 1658 e consegnò ad una circolazione più ampia ben 36 volumi di corrispondenza selezionata. Dopo un’interruzione legata anche alle vicende della soppressione della Compagnia, nel 1829 riprese la pratica delle Litterae Annuae e anche quella della loro pubblicazione, questa volta ad opera delle singole province. Una storia a parte sul versante della diffusione a stampa la ebbero le relazioni dei missionari.

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I Cataloghi furono un vero e proprio strumento di governo e di gestione di quelle che oggi potremmo chiamare le “risorse umane” dell’ordine. Dopo un primo momento di grande varietà negli stili di redazione dei Cataloghi, verso il 1580 si raggiunse una formula uniforme e formalizzata per tutto le fondazioni della Compagnia, evoluzione facilmente riscontrabile anche nei cataloghi dei collegi sardi: cfr. ARSI, ARSI, SARD. 3.

Nel corso del tempo all’interno della Compagnia vennero elaborati veri e propri modelli per la loro stesura con una cura precisa degli aspetti formali e redazionali.508 Le stesse lettere periodiche provenienti dalla Sardegna possono essere collocate all’interno di questi modelli. Lo schema di collocazione delle Annuae isolane all’interno delle raccolte risponde al cosiddetto metodo descritto “geografico”, basato cioè sull’esposizione delle notizie relative alle singole residenze seguendo l’ordine in cui sono collate nelle diverse province ed assistenze. Tale modello si modificò a partire dal 1650 passando ad un approccio tematico ricollocato all’interno delle macrostrutture organizzative dell’Assistenza e della provincia.509

Le Litterae manoscritte provenienti dalla Sardegna compaiono fin da subito, precedendo i primi interventi sistematici in materia di Ratio scribendi del 1565, quando ancora la redazione periodica veniva compiuta ogni quattro mesi mesi. Le prime colorite notizie sui contesti sardi erano comparse nelle prime Quadrimestres inviate a Roma, segno che la struttura formale di questo tipo di lettere si stava ancora stabilizzando. Ben presto però le Litterae provenienti dall’isola si allineano ad un modello di scrittura più distaccata dal contesto locale e sempre più ripetitiva negli schemi e nelle notizie fornite, quello che secondo Friedrich costituisce il passaggio dalla narrazione alla statistica avvenuto nella corrispondenza annuale tra periferie e centro romano. In questa prospettiva le lettere subiscono una consistente trasformazione al punto da farle diventare un elenco di notizie relative a predicazioni, amministrazione dei sacramenti, pacificazioni, disciplinamento di comportamenti religiosi spesso staccato dal contesto concreto delle realtà locali. La sensazione che si ha leggendo molte delle Litterae Annuae è quella di avere davanti resoconti di avvenimenti che sarebbero potuti accadere ovunque e che col tempo sia andata perduta ogni traccia che possa ricondurre al contesto in cui essi si sono verificati. Si perde dunque una caratterizzazione locale e le uniche tracce del legame con il contesto sono costituite dai riferimenti a precisi eventi, cenni peraltro abbastanza sporadici. Questo aspetto era stato già inaugurato dalla profonda diversità tra Litterae e Relationes, le uniche che avevano conservato l’attenzione ai contesti operativi extra-europei dei gesuiti. Le

Annuae invece, rimaste legate all’ambito europeo non mostravano già da tempo alcun interesse a

raccontare le condizioni delle popolazioni, a trasmettere conoscenze relative agli ambienti europei. La selezione delle informazioni locali aveva lo scopo di individuare quelle che potevano meglio contribuire all’edificazione di un pubblico più ampio, operazione che col tempo portò alla creazione di un cliché sovrapponibile a tutte le realtà della Compagnia. Secondo Friedrich tali caratteristiche della corrispondenza periodica della Compagnia sarebbero un esempio dell’affermarsi, all’interno della società di fine Cinquecento e Seicento, di un nuovo paradigma della conoscenza basato sul crescente interesse per i dati numerici e sull’accento posto sui fatti e sulle conoscenze pratiche decontestualizzate però dalle situazioni concrete.510 Lo studioso ha inoltre messo in evidenza le procedure diverse nel passaggio dal manoscritto alla pubblicazione delle lettere facendo notare che talvolta i primi vennero riprodotti fedelmente, talaltre risentirono di interventi di modifica.511 Nel caso sardo tale confronto si può fare solo per gli anni 1585, 1598 e 1599 e se nel primo caso si registra la rielaborazione del manoscritto, per gli altri due anni la lettera pubblicata riproduce pressoché fedelmente quella manoscritta.512

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Questi aspetti sono stati studiati e presentati in un saggio di qualche anno fa da M. FRIEDRICH, Circulating and

Compiling the Litterae Annuae. Towards a History of the Jesuit System of Communication, «AHSI», LXXVII (Jan-Jun

2008), pp. 3-39. 509 Ibid. pp. 24-26. 510 Ibid. pp. 29 e sgg. 511 Ibid. p. 11 e sgg. e p. 23 e sgg. 512

Un confronto tra le lettere annue manoscritte provenienti dall’isola e le corrispondenti versioni a stampa si è potuto effettuare solo per gli anni 1585 e 1598-1599. Le versioni manoscritte in ARSI, SARD. 15, 342-344v. ANNUA 1585 e ARSI, SARD. 10-I, 53-65v. Annua Sardiniae 1598 e 1599. Le relative versioni a stampa in Litterae Annuae

Ad eccezione delle prime quadrimestres che propongono chiaramente l’immagine della Sardegna come “India”, le successive rimandano via via ad una sempre più stereotipata ed avulsa da un contesto specifico.

“Esto es lo que eneste collegio y fuera del ha obrado la divina mano por estos sus inutiles instrumentos, no diziendo otras particularidades de pazes, restituçiones, se por todo lo qual vera bien claro V. P. la neçessidad que esta nueva India tenia de la Compañia y tiene mas de cada dia, ansi por que somos pocos para acudir a lo de las villas, como tambiem por esta la gente ya mas prompta y aparejada para reçebir todo buena planta”. 513

Nella successiva redazione dei resoconti periodici, ormai con cadenza annuale, l’isola venne collocata all’interno della galleria di quadri formali che potevano essere usati indifferentemente per raccontare le gesta degli uomini della Compagnia in molte parti d’Europa. In questa seconda fase di elaborazione delle litterae non viene comunicata un’immagine precisa della realtà del regno e dei contesti di azione ma essa subisce lo stesso processo di omologazione a cui andarono incontro le altre realtà.

La produzione delle Litterae Annuae non dà grandi indicazioni sull’idea che il centro dell’ordine proponeva dell’isola e ne fa emergere semplicemente l’inserimento all’interno dei cambiamenti burocratici della Compagnia e la collocazione tra le fondazioni spagnole nella sezione delle residenze della provincia aragonese. Le prime notizie sulle fondazioni isolane compaiono nel secondo volume delle Litterae del 1582 (pubblicato nel 1584). Quando dopo il 1597 l’isola è ormai provincia indipendente, essa è comunque collocata tra le fondazioni dell’Assistencia de España. Questo dato rivela conferma quanto venne deciso dal generale Acquaviva al momento dell’istituzione della provincia indipendente senza naturalmente rendere conto delle incertezze che accompagnarono questa scelta ed emersero dal vivace dibattito isolano e nei confronti con il generale e la provincia aragonese.

Le prime quadrimestri rivestono un ruolo ancora più importante poiché, oltre a rendere conto in modo più vivace delle realtà di impegno dei gesuiti, furono la fonte principale per la redazione della storia dell’isola nelle opere storiche volute dal centro dell’ordine.514 Come si vedrà trattando questo

societatis MDLXXXIX, pp. 185-187 e Litterae Annuae Societatis Iesu anni MDXCIX ad patres et fratres eiusdem

societatis, Lugduni ex typographia Iacobi Roussin, MDCVII, pp. 588-604.

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SARD. 13, 227r-229v. Quadrimestre, 23 gennaio 1563. Nella stessa quadrimestre si legge anche: “Confiamos

enel Señor que dara su graçia para que no solo eneste pueblo pero en otros muchos que tiene vezinos sea su divina magestat muy servido. Con por ser estas unas nuevas indias, y estar aquellas almas en una quasi extrema necessidad de socorro spiritual, ha acceptado la Compañia el tal benefiçio con el assumpto de la cura de las almas”.

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ARSI, SARD. 13, 63r- 64v. Quadrimestre, 16 novembre 1560; ARSI, SARD. 13, 73r-74v. Quadrimestre, 20 gennaio 1561; ARSI, SARD. 13, 90r-91v. Quadrimestre, 15 aprile 1561; ARSI, SARD. 13, 118r-119r. Quadrimestre, 21 agosto 1561; ARSI, SARD. 13, 167r-170v. Quadrimestre, 31 gennaio 1562; ARSI, SARD. 13, 181r-182v. Quadrimestre, 20 aprile 1562; ARSI, SARD. 13, 204r-205v. Quadrimestre, 4 settembre 1562; ARSI, SARD. 13, 208r- 209v. Quadrimestre, III Kal. octobris 1562; ARSI, SARD. 13, 227r-229v. Quadrimestre, 23 gennaio 1563; ARSI, SARD. 13, 244r-246v. Quadrimestre, 20 maggio 1563; ARSI, SARD. 13, 258r-259v. Quadrimestre, 1 settembre 1563; ARSI, SARD.13, 283r-284v. Quadrimestre, XVI Kal feb. 1564; ARSI, SARD. 13, 187r-188v. QUADRIMESTRE 1 maggio 1564; ARSI, SARD. 13, 299r-300v. Quadrimestre, 1 Settembre 1564; ARSI, SARD. 13, 338r-339v. Quadrimestre, 1 luglio 1565; ARSI, SARD. 13, 350r-357v. Annua 1565; ARSI, SARD. 14, 91r-96v. Annua 1566; ARSI, SARD. 14, 130r-133v. Annua 1567; ARSI, SARD. 14, 251r-253v. Annua 1568; ARSI, SARD. 14, 253v-254v. Annua collegi sassaritani 1569; ARSI, SARD. 14, 320r-321v. Annua collegi calaritani 1570; ARSI, SARD. 14, 324r- 325v. Annua collegi sassaritani 1571; ARSI, SARD. 14, 326r-327v. Annua Collegi Calaritani 1571; ARSI, SARD. 14, 441r-442v. Annua 1572; ARSI, SARD. 10-I, 7-8v. Annua Sardiniae 1577; ARSI, SARD. 10-I, 28-29v. Annua Sardiniae 1578; ARSI, SARD. 10-I, 9-10v. Annua Sardiniae 1579; ARSI, SARD. 15, 342-344v. ANNUA 1585. Cagliari Calendiis Januarii 1586; ARSI, SARD. 10-I, 30-31v. Annua Sardiniae 1595; ARSI, SARD. 10-I, 32-32v. Annua Iglesias 1596; ARSI, SARD. 10-I, 34-35v. Annua Cagliari 1596; ARSI, SARD. 10-I, 36-37v. Annua Sassari 1596; ARSI, SARD. 10-I, 80-81v. Annua Sassari e Alghero 1596; ARSI, SARD. 10-I, 38-39v. Annua Cagliari 1597; ARSI, SARD. 10-I, 40. Annua Alghero 1597; ARSI, SARD. 10-I, 53-65v. Annua Sardiniae 1598 e 1599; ARSI, SARD.

aspetto i primi resoconti entrarono a far parte di un progetto strategico di costruzione della storia e dell’immagine dei collegi sardi.

Un tassello nella costruzione dell’immagine ufficiale: le “Historiae” della