2. IL PROCESSO ASSISTENZIALE
2.2. LA QUALITA' AL SERVIZIO DEL CITTADINO
2.2.1. IL PATTO INFERMIERE CITTADINO
La premessa del Patto infermiere-cittadino rinforza la filosofia del Codice Deontologico, che vorrebbe essere un patto d‟alleanza con il cittadino, un accordo bilaterale. Un documento cioè democratico, orizzontale e reciproco. È difficile non fare i confronti con altri Codici di recente emanazione. "I medici fanno precedere il loro Codice da un giuramento; noi infermieri invece anteponiamo alle norme un patto tra infermiere e cittadino. Giuramento dunque, contro patto: aristocratico il primo, democratico il secondo; sacro, il giuramento dei medici, in cui il ruolo del garante non è affidato ad una divinità, ma alla coscienza, contro la laicità del patto. Impegno assoluto e unilaterale il giuramento a fronte di un patto, che esige una distribuzione di potere equanime tra i contraenti" (Spinsanti, 1999).
Aderire al "Patto" significa rispettare il principio di autonomia secondo il quale ogni soggetto, in quanto agente morale, ha il diritto di decidere per ciò che si fa sulla sua persona.
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Tab. n° 9: patto infermiere cittadino.
PRESENTARMI al nostro primo incontro, spiegarti chi sono e cosa posso fare per te.
SAPERE chi sei, riconoscerti, chiamarti per nome cognome. FARMI RICONOSCERE attraverso la divisa e il cartellino di riconoscimento. DARTI RISPOSTE chiare e comprensibili o indirizzarti alle persone e agli organi competenti.
FORNIRTI INFORMAZIONI utili a rendere più agevole il tuo contatto con l'insieme dei servizi sanitari.
GARANTIRTI le migliori condizioni igieniche e ambientali. FAVORIRTI nel mantenere le tue relazioni sociali e familiari. RISPETTARE il tuo tempo e le tue abitudini.
AIUTARTI ad affrontare in modo equilibrato e dignitoso la tua giornata supportandoti nei gesti quotidiani di mangiare, lavarsi, muoversi, dormire, quando non sei in grado di farlo da solo.
INDIVIDUARE i tuoi bisogni di assistenza, condividerli con te, proporti le possibili soluzioni, operare insieme per risolvere i problemi.
INSEGNARTI quali sono i comportamenti più adeguati per ottimizzare il tuo stato di salute nel rispetto delle tue scelte e stile di vita.
GARANTIRTI competenza, abilità e umanità nello svolgimento delle tue prestazioni assistenziali.
RISPETTARE la tua dignità, le tue insicurezze e garantirti la riservatezza. ASCOLTARTI con attenzione e disponibilità quando hai bisogno.
STARTI VICINO quando soffri, quando hai paura, quando la medicina e la tecnica non bastano.
PROMUOVERE e partecipare ad iniziative atte a migliorare le risposte assistenziali infermieristiche all'interno dell'organizzazione.
SEGNALARE agli organi e figure competenti le situazioni che ti possono causare danni e disagi.
All‟interno delle 17 dichiarazioni che compongono il Patto, possono essere distinte due categorie tematiche fondamentali, che è utile individuare per la comprensione complessiva del significato del Codice deontologico stesso; si tratta dell‟identità e della responsabilità. Il primo termine, quello d‟identità,
indica l‟insieme delle caratteristiche che rendono qualcuno quello che è,
distinguendolo da tutti gli altri. Di primo acchito, meno agevole è la definizione del secondo concetto. La parola responsabilità ha infatti un duplice significato: non solo quello di essere chiamati a rispondere a una qualche autorità di una condotta professionale riprovevole, ma anche quello di impegnarsi per mantenere un comportamento congruo e corretto. L‟aspetto già
indicato della responsabilità corrisponde ad un concetto "negativo" del termine, quello di essere chiamati a rispondere, magari in giudizio penale, quando ormai l‟errore o l‟omissione sono stati commessi, in contrapposizione a quello "positivo" dell‟essere responsabili, dell‟assumersi cioè le responsabilità che l‟esercizio professionale comporta (nella prospettiva che nessuna conseguenza di danno derivi all‟assistito). La prima di queste categorie tematiche è dunque
l’identità. Le voci d‟interesse del Patto infermiere-cittadino sono le prime tre:
"presentarmi al nostro primo incontro, spiegarti chi sono e cosa posso fare per te; sapere chi sei, riconoscerti, chiamarti per nome e cognome; farmi riconoscere attraverso la divisa e il cartellino di riconoscimento". Con queste dichiarazioni d‟impegno, l‟infermiere fornisce indicazioni per essere identificabile, sia, in generale, come figura professionale sanitaria, sia, in concreto, come specifica persona che esercita una professione. La seconda categoria è rappresentata dalla responsabilità, che – comunque necessariamente considerata nel senso "positivo" di cui sopra – può essere valutata in modo sia estensivo ed onnicomprensivo, sia specifico; la responsabilità, in altre parole, riguarda, in termini globali, il prendersi cura dei bisogni generali della persona e, più in dettaglio, di quelli connessi alla tutela della salute. Della categoria responsabilità, globalmente intesa, fanno parte alcuni impegni del Patto
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infermiere-cittadino quali: "favorirti nel mantenere le tue relazioni sociali e familiari; rispettare il tuo tempo e le tue abitudini; aiutarti ad affrontare in modo equilibrato e dignitoso la tua giornata supportandoti nei gesti quotidiani di mangiare, lavarsi, muoversi, dormire, quando non sei in grado di farlo da solo; rispettare la tua dignità, le tue insicurezze e garantirti la riservatezza; ascoltarti con attenzione e disponibilità quando hai bisogno". All‟interno della
categoria della responsabilità specifica relativa ai problemi di salute possono essere convenzionalmente distinte tre sottotipologie fondamentali, che riguardano, rispettivamente, l‟assistenza, la formazione e la collaborazione con altri organi. Nella prima sottotipologia indicata rientrano queste voci: "darti risposte chiare e comprensibili o indirizzarti alle persone e agli organi competenti; favorirti informazioni utili a rendere più agevole il tuo contatto con l‟insieme dei servizi sanitari; garantirti le migliori condizioni igieniche e ambientali; individuare i tuoi bisogni di assistenza, condividerli con te, proporti le possibili soluzioni, operare insieme per risolvere i problemi; insegnarti quali sono i comportamenti più adeguati per ottimizzare il tuo stato di salute nel rispetto delle tue scelte e stile di vita; garantirti competenza, abilità e umanità nello svolgimento delle tue prestazioni assistenziali; starti vicino quando soffri, quando hai paura, quando la medicina e la tecnica non bastano".
La seconda sottotipologia, quella della responsabilità nella formazione, corrisponde all‟impegno a "promuovere e partecipare ad iniziative atte a migliorare le risposte assistenziali infermieristiche all‟interno dell‟organizzazione".
L‟ultima delle tre sottotipologie, quella relativa alla segnalazione ad altri organi, è rappresentata dall‟ultima voce del Patto: "segnalare agli organi e figure competenti le situazioni che ti possono causare danni e disagi". Un‟osservazione è fondamentale: questo Patto va letto come rivolto anche alla collettività e non solo al cittadino inteso come singolo. Il comma 1.2 del Codice deontologico indica inequivocabilmente che "l’assistenza
infermieristica è servizio alla persona e alla collettività". Di conseguenza è
impensabile che gli impegni citati nel Patto siano da intendersi come presi soltanto nei confronti del singolo assistito. Lo stesso Patto non indica che il cittadino sia da intendere come singolo assistito; pertanto il cittadino con cui l‟infermiere stringe il Patto può ben essere considerato come ideale
rappresentante della collettività.
L'incontro tra due soggettività, nella relazione interpersonale (relazione di aiuto) acquisisce sempre più un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi assistenziali.
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