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LA QUALITA' ASSISTENZIALE.

La Qualità, come abbiamo visto, è sicuramente definibile in molti modi, essa infatti è un modo di essere di un servizio e in ultima analisi di un prodotto, oppure, in ambito sanitario, la qualità può essere considerata come l'attitudine di una organizzazione di servizi a rispondere ai bisogni degli utenti con il superamento di quelli che sono i parametri di efficacia e di efficienza, sino ad arrivare al soddisfacimento globale dell'utenza, ovvero nel minor tempo, con il minimo costo e nella maniera più adeguata. Ottenere dei livelli di qualità, soprattutto per quanto riguarda l'assistenza infermieristica non è sicuramente semplice, anche in relazione al fatto che il concetto di qualità tende spesso ad essere soggettivo e, pertanto, appare come più adeguata la definizione di Donabedian (1970), che la definisce come la "conformità dell' assistenza

erogata a criteri predefiniti". La qualità dell'assistenza é suddivisibile in tre

1. Area relativa alle prestazioni tecniche, collegate alle attività cliniche di medici ed infermieri riguardo la sicurezza, le capacità tecniche, le capacità di individuazione e previsione circa i migliori risultati possibili per il paziente considerando parametri quali: guarigione, sopravvivenza, comfort, benessere, ecc.

2. Assistenza interpersonale, che interessa una gamma di caratteristiche che promuovono un'effettiva relazione di fiducia tra utente ed operatore sanitario.

3. Aspetti organizzativi, con particolare riguardo per l'ambiente inteso

come sicurezza, comfort, capacità strutturali, accessibilità ed efficienza dei servizi.

Tab. n°3: indicatori di qualità assistenziale27.

Descrittore Misuratore

Accoglienza - questionario soddisfazione rispetto privacy, no reclami; Assistenza - non sindrome allettamento grado di autonomia

nell’autogestione;

Sicurezza - prestazioni controlli periodici attrezzature diagnostiche; - continuità rendimento apparecchiature;

Ottimizzazione delle risorse

- rispetto e/o contenimento spesa attraverso condivisione delle risorse materiali/umane;

Formazione permanente - N. aggiornamenti individuali; - N. aggiornamenti di reparto;

- N. spostamenti per percorsi formativi attivati; - N. socializzazioni esperienze formative.

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Anna Maria Marzi, " Qualità e management nei servizi sanitari: dai principi alle scelte organizzative per un'assistenza orientata al cliente-utente, gennaio/febbraio, Foglio notizie Federazione IPASVI, 1/1997, Roma.

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Se si dovesse procedere ad un'analisi di qualità pur partendo dalle peculiarità di ciascuna area presa a se stante, occorrerebbero certamente strumenti e tecniche specifiche differenziate e, la professione infermieristica, considerando le proprie peculiarità, si é rivolta essenzialmente all'analisi degli aspetti organizzativi del servizio, sulla sicurezza del paziente e sugli aspetti relativi al comfort dello stesso, e per altro verso sull'uso di regole comportamentali tese ad assicurare un buon rapporto interpersonale.

Di contro molte tecniche di Q.A. sono tese all'intervento medico con la considerazione della diagnosi iniziale, i trattamenti e le conseguenze sul paziente in termini di morbilità e mortalità.

E' evidente quindi che esiste una netta differenziazione tra le due professioni sin da quello che é l'approccio alla qualità dell'assistenza creando di fatto problemi nell'assistenza stessa nella misura in cui la qualità dell'assistenza al paziente, nella sua globalità, dipende dalla effettiva collaborazione tra i diversi operatori sanitari tenendo presenti le rispettive responsabilità, ruolo e funzioni. Gli infermieri devono applicare, di fatto, le tre fasi principali della Q.A.:

1. descrivere la loro pratica;

2. monitorare la qualità della propria assistenza;

3. sviluppare piani di azione per migliorare l'assistenza quando vengono identificate carenze.

E' innegabile il fatto che: la professione infermieristica, per applicare in maniera funzionale tutti i principi precedentemente enunciati, debba trovare una "forma mentis" tale da adeguare i propri comportamenti professionali alla politica sanitaria adottata dalle singole istituzioni. Sicuramente è e sarà opportuno operare dei cambiamenti che favoriscano la metamorfosi da una gestione per atti singoli ad una gestione per obiettivi, (la L. n° 251/'00 art. 1, comma 1, recita: "… gli infermieri svolgono con autonomia professionale attività … utilizzando metodologie di pianificazione per obiettivi dell'assistenza".)28 con la trasformazione del controllo preventivi di legittimità sugli atti (garanzia di correttezza formale dei provvedimenti), in controllo di gestione sui risultati dati da un corretto impiego delle risorse. E` innegabile inoltre che il cambiamento dovrà soprattutto prevedere l'adozione di tecniche manageriali, che soprattutto a livello di Azienda Sanitaria Locale, rendano possibile e quindi tangibile, la responsabilizzazione dei definitori di spesa. Il prodotto finale è la salute, non il profitto. Il bisogno di salute è una costante che tende ad aumentare con l'allungamento delle aspettative di vita e grazie ai progressi scientifici e tecnologici della medicina. Le risorse limitate rendono necessario il loro utilizzo appropriato. L'appropriatezza è uno dei cardini per garantire la buona qualità delle prestazioni sanitarie e significa buon utilizzo delle risorse, buone performance operative in termini di efficacia, efficienza, gestione dei rischi, soddisfazione degli utenti. La valutazione della qualità degli atti assistenziali e dei risultati da essi conseguiti si pone come tappa essenziale per la gestione delle risorse e l'erogazione dei servizi. Le componenti

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Legge 10 agosto 2000, n° 251, Gazzetta Ufficiale serie generale n° 208 del 6 settembre 2000, "Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica".

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fondamentali della Qualità in sanità sono la professionale o tecnica, la

manageriale o gestionale e la percepita. Solo puntando su una strategia

integrata, che consideri le varie componenti prima ricordate, è possibile introdurre il Sistema Qualità che è l'obiettivo che tutti vorrebbero perseguire. La professione infermieristica, nella consapevolezza di svolgere un ruolo determinante rispetto alla qualità del servizio offerto all'utente, deve contribuire con impegno e responsabilità alla valutazione/revisione della qualità delle cure ed al suo conseguente mantenimento/miglioramento. Questo viene confermato anche nell'art. 1 della Legge n° 251/'00, comma 3: " … emanazione linee guida per: a) l'attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni;

b) la revisione dell'organizzazione del lavoro, incentivando modelli di assistenza personalizzata.).29

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