P elleg rin o Broccardo è autore di una diligente coreografia su l
l'E g itto , com posta nel 1556 e tuttora m anoscritta nel R. A rchivio di Corte in T orino col tito lo « Nova et exacta Cayri A egiptiorum ohorografia a Peregrino Broccardo ligure una cum . Piram idibus anno D om in i 1556 A u gu sti m ense diligenter discripta et per loco- rum d ista n tia com m ensurata ». (Vedi Ca n a l e, S to ria del com m er
cio, pag. 481).
D i lu i si ha qualche n otizia in una relazione al C onsiglio della Repubblica veneta fa tta dal D oge Marco F oscarini e conservata nel Cod. m arciano 28, n. 6730, pp. 263 e segg.. e che, sebbene in com p leta, fu riprodotta da Jacopo Morelli B ibliotecario della M ar
ciana in V enezia.
Il B roccardo la spedì da Ragusa ad un Messer A ntonio (forse F o sca rin i). Q uesto proverebbe le relazioni che egli aveva con V e nezia.
In o ltre Andrea G ritti, Dom enico Trevisano, Alessandro Giorgio e P elleg rin o Broccardo sono ricordati come eruditi v isita to ri del- P E g itto nel secolo XVI in una mappa nella sala dello scudo del p a
lazzo D u cale di Venezia, ove è detto del Broccardo che piramddes C eterasque A e g y p tia e et Romanae A n tiq u ita tis reliquias graphieer d el i neat us in p a tria m m isit. Per questo fu ritenuto erroneam ente com e veneziano dallo Zurla e dal Morelli. Però noi conosciam o due iscrizio n i che non lasciano alcun dubbio sulla patria di lui. La p ri
ma tro vasi su lla casa del Canonico Prim icerio in V entim iglia e d i
ce così :
Pe l l e g k i n u s Br o c c a r d u s P lG N E N S IS
Qu a s i m o d o Ca n o n i c u s e t Ca n t o r P R O P R IIS P E C U N I I S
Fe r e r u e n t e m r e s t a u r a v i t e t a m p l i a v i t MDLXV
P E L L E G R I N O B R O C C A R D O 43
L a s e c o n d a , sc o lp ita su p ietra di Prom ontorio, si trova n ell’an
t ic o C h io s tr o d i S . Lorenzo :
M D L X X V I
P E L L E G R U S BROC CAR DU S C a n o n i c u s G e n u e n s t s D o m u m h a n c r e f e c i t
P E C U N I A SUA
L ’a s s e g n a z io n e a P ig n a era sta ta già fa tta , ma in forma suppo
s it iz ia , d a l l ’A m a t di S. F ilip p o .
D a i d o c u m e n ti d e ll’A rch ivio C apitolare di S. Lorenzo in Ge
nova r is u lta g ià su d d ia con o n el 1571 e Canonico nel 1576 e da essi a p p a re p u r e c h e egli era in dim estichezza con Monsignor Cipriano P a lla v ic in o , in quei tem p i A rcivescovo di Genova (1580).
P e r lu n g o tem p o fu suo o sp ite nella V illa di Cornigliano, don
de n e lle s o le n n it à si recava con lui a S. Lorenzo ritornando poi n e lla v illa . M orì in G enova Γ8 febbraio 1590 e colla prebenda del suo C a n o n ic a to fu c o s titu ito il benefìcio teologale come risulta da
g li A t t i del N o ta r o A n to n io M oliino (Filza XR. R. Archivio N o
ta r ile d i G en o v a ).
I l m a n o s c r itto ricord ato fa parte di quel m ateriale dell’Archivio g en o v ese che p er ordine di N ap oleon e fu portato a P arigi nel 1808 e r e s t itu it o p o i n el 1815 ad un delegato del Re di Sardegna, così si sp ieg a com e si tro v i a T orino in quell’A rchivio di Corte, mentre
dovrebbe tr o v a r s i a G enova.
È opera a s s a i in te r e ssa n te per la storia e geografia antica. Il B ro cca rd o c o p ia v a isc r izio n i an tich e e lapid i, misurava e disegnava i m o n u m en ti che v isita v a n elle sue num erose peregrinazioni, e de
scrivev a t u t t o c iò che il suo sp irito indagatore lo spingeva ad os
servare, in tem p i nei q u ali il viaggiare era difficile e dispendio
so, per c u r io s ità in te lle ttu a le a llo scopo d ’arricchire le sue cogni
zion i e di tra m a n d a r e ai p o steri tu tto quanto gli era dato di poter vedere e s tu d ia r e .
La n a r r a z io n e del suo via g g io incom incia col seguente epi
sodio r ip o r ta to dal M orelli :
« G iu n to in C orfù, che da R agusa è lontano m iglia trecento, e non h a v e n d o si com e speravam o trovato le galee grosse, sendo for
z a ti ad a s p e tta r e m iglior p a ssaggio, per un mese ivi fermarci, un dì n o ia to d a l l ’o zio , m i venne capriccio, per passar tempo, di schiz
zare q u e lla in e sp u g n a b ile fortezza. Così recatom i di rim petto ad essa , in lu o g o a lto , com in cia i : e già a buon termine l ’avea con
d o tta q u a n d o m i sop ra gg iu n sero due Zaffi, li quali piacevolmente
44 R I C C A R D O M A I N E R I
spiando, chi io era, e di donde, e dove fo ssi in viato, io che a nulla di m al pensava, senza tinta alcuna d i tu tto il vero d issi. Loro non credendom i pu n to, d a to di piglio al disegno, contro m ia vog lia nella Rocca del m agnifico B a lio m i trassero, dicendo che io ero una sp ia, avendom i trovato a far modello della fortezza.
« Il M agnifico Messer B artolo V endram ino, col quale m i ero accom pagnato, a questo spettacolo presente, facendo capace sua m agnificenza di mia condizione, non tan to mi fece assolvere, ma grazia o tten n i di com piere il m io com inciato disegno ».
Da Corfù passò a Zante, a Candia ; in ciascuna isola si ferm ò parecchie settim ane, poscia arrivò ad A lessandria d ’E g itto donde si recò al C airo-R ossetto, alle P iram id i, M atorea, Menfì, a ll’is o la di F ua e si disponeva a partire da A lessan dria per l ’iso la di Cipro e G erusalem m e. Nel v ia g g io di ritorno v isitò N a p o li, Rom a, T i
voli e poscia fece ritorno a Genova.
Il D oge F oscarin i e il M orelli ritenendo veneto il Broccardo, con tribuirono a rendere dubbiosi gli storici della Liguria su lla sua vera patria d ’origine, e perciò m olti scrittori om isero di occupar
sen e: ma egli, n ato a P ig n a , è au ten tico lig u r e ; ed ora si stanno facendo pratiche affinchè da Torino venga restitu ito a ll’A rchivio di S ta to di Genova il noto m anoscritto, a vantaggio degli stu d iosi della storia ligure.
Ric c a r d o Ma i n e r i