• Non ci sono risultati.

DOPO LO SFACELO DELLA MARCA

Som m ario: i. La Liguria nella storia marinara del basso Impero e dell'alto Medioevo. —; II. Lo sfasciam ento della « Marca Januensis » e le sue con­

seguenze. — III. L’organizzazione politico-sociale in R iviera nel secolo XII.

— IV. La politica navale genovese sino alle campagne d i Spagna del 114G-’48.

— V. L’affermazione im perialistica di Caffaro. Il consolidam ento della con­

quista.

I .

N el quadro, a ssa i m ultiform e e com p lesso, che la fine del se- coto XI ed il secolo su ssegu en te offrono a ll’am m irato esam e dello storico, due com plessi di fa tti ci sem brano em ergere su g li a ltr i, come quelli che in modo prevalente annodano a tto rn o a sè le fila d ella com plicata tram a. D i orig in i str e tta m e n te c o n tin e n ta li l ’uno, anche se in un secondo m om ento a ttra e nel proprio raggio d ’in flu en za le c ittà m arittim e e queste anzi finiscono c o ll’assum ere p a rte decisiva

— sebbene nel suo assiem e, e per la n atu ra sp esso la ten te d elle m a­

n ifesta zio n i del potere m arittim o, poco avvertita d a lla g e n e r a lità d e­

g li stu d iosi — nel decorso di m olti avvenim enti che vi s i inquadrano : la lo tta contro l ’im p ero nei suoi va ri e su ccessiv i a sp e tti d i lo tta ­ religiosa, e di lo tta p o litic a ed econom ica, d ella quale a p p aion o esp o ­ nenti — sino a conferirle il carattere di epopea — il P a p a to , la gran C ontessa, i Com uni. D i n atura esclu sivam en te m arinara l'a l­

tro com plesso, che giu n ge ad assum ere figura a sè s ta n te di vero e proprio fenom eno storico, ed è l ’acquisto effettivo del d om in io del

A vverten za. —' Scopo della presente memoria è Γinterpretazione d i fa tti, già ben conosciuti, visti sotto il particolare aspetto della politica navale. Que­

sta non può non essere evidentemente identica su entrambe le R iviere; ma in quella di Levante può m anifestare più apertam ente scopi e caratteri,’ per la situazione geografica che rende la Riviera stessa più prossim a a quello che era allora il maggior .avversario, in potenza, del Comune genovese.

162 FE R R U C C IO SASSI

M editerraneo per opera d elle m arine « ita lia n e ». F enom eno n o te ­ vo lissim o per F irrom pente a u d a cia d elle o rigin i, per Γ org a n icità de­

g li sv ilu p p i, per la lu n g a durata- e per la co n tin u ità d egli effetti.

N o n è com p ito di questo breve stu d io scendere a d un nuovo ed a n a litic o esam e degli elem en ti gen erali p ro d u ttivi e c o s titu tiv i del fen om eno ste sso , del resto sufficientem ente illu m in a ti da una lu n g a e n o tissim a serie d i o ttim i la v o ri dovuti ai m iglio ri in g eg n i ita lia n i e str a n ie r i. N o str o p rop osito è so lta n to quello d i rievocare ed i ll u ­ stra re v a lo ri sto r ic i, a sso lu ti e r e la tiv i> in d isso lu b ilm en te le g a ti ad una terra — la L u n igian a e l ’estrem a R iviera d i L evante — n ei su oi rap p orti col problem a m a rittim o nel periodo sto r ic o sopra a c ­ cen n ato : o m eglio , determ in are per v ia ta lo ra d iretta , m a più sp esso in d ir e tta , la p o r ta ta di q u esti v a lo r i colà e siste n ti « in p otenza », e s u s c e ttib ili q uindi d i essere pron tam en te p o rta ti ad operare d al cam po sta tic o a quello dinam ico allorch é circostan ze gen erali fa v o ­ rev o li, o l'im p u lso d i fo r ti p erso n a lità , v i esercita ssero la propria influenza.

La sto r ia d ella n o stra regione, vista d a ll'a sp e tto m arittim o , ave­

va già offerto a quel tem po parecch i ed istr u ttiv i esem pi del com e fo sse fa c ile , per effetto di fa tto r i estran ei, passare d all'im o a ll’a ltr o d i q u esti du e cam p i, co sì che ad uno s ta to d i floridezza e d i vib ran te a t tiv it à su cced esse uno sta to di raccoglim en to, talora fo r s ’anche tro p p o q u iescen te sin o a d iven ir com p letam ente passivo ; e vicever­

sa, n a tu ra lm en te. M erito a p p u n to dei va lori p oten ziali sopra a ccen ­ n a ti. C ertam ente sarebbe assurdo pensare che la m inu ta vita in t i­

m am en te leg a ta a l m are possa ad un determ inato m om ento, ed a n ­ che so tto l'im p erversare d elle p iù avverse circostan ze, spegnersi del t u tto e scom parire senza la scia r tracce di sorta, non dico n e lla grande sto r ia , m a n elle tra d izion i, n elle in clin a zio n i della razza, n e llo scia b ord io d elle a ttiv ità quotidiane trasp aren ti non fo ss ’a ltro a ttr a v e r so i p ro to co lli n o ta r ili. T a n to meno ciò poteva accadere in zone dove — com e n ella costa· d elle Cinque Terre — il m are appa­

riva a llo r a , com e sin quasi a i giorn i n o stri, la v ia più agevole di com u n icazion e. È un fa tto però che, da quando le grandi basi n a ­ v a li rom ane erano s ta te sp o state per evid en ti necessità stra teg ich e a lla p eriferia d e ll’im pero, m olto sa ltu a r ie erano sta te le m a n ifesta ­ z io n i in grande s tile di potenza e di a ttiv ità m arinare nel M ar L i­

g u re e n el Tirreno in generale. D a lla spedizione di S tilico n e contro il rib elle G overnatore d ell’A frica, G idone, che m etteva alla vela dal p o rto di P isa n e ll’anno 398 d e ll’E ra V olgare, bisogn a scendere s i­

no a l 551 prim a di trovar m em oria d ’una spedizione effettuata in forze e con grandi navi (contro la Corsica e la Sardegna) da m arinai p revalen tem en te lig u ri e to sca n i. D el resto l'esisten za stessa dei n um erosi ma p iccoli n av ig li tirren ici, che a l tem po di T o tila erano co m an d ati a stab ilire crocere perm anenti tra la S ic ilia e il c o n ti­

KIV1ERA DI LEV ANTE E L U N IG IA N A ECC. 163 nente per ta g lia re le com unicazioni fra le truppe greche com b at­

ten ti n e ll’isola e quelle im pegnate in terraferm a, m entre a tte sta n o con i m olti e v itto rio si sco n tri so sten u ti contro le squadre b izan ­ tine il valore e la perizia dei n o stri m arinai, non depongono trop p o favorevolm ente su lla natura della navigazione com unem ente p r a ti­

c a ta (evidentem ente in prevalenza costiera) e su llo svilu p p o d elle a ttiv ità m arinare in genere. V ’è per lo meno un regresso n e ll’a r te delle costruzioni, del resto conferm ata d al fitto v elo di tenebre che successivam ente si stend e su tu tta la sto ria m arinara d ella co sta da Genova a P isa al tem po della dom inazione longobarda.

S o ltan to la poderosa m ente e la ferrea energia di un C arlo M a­

gno potevano scuotere questa pesante coltre, per quan to — a ch i ben osservi — l ’azione sua in questo cam po a p p aia del tu tto seco n ­ daria, m ancandole nel fa tto quella co n tin u ità e reg o larità di s v i­

luppi, che bastano da sole a dim ostrare eloq uentem ente e s a tta p er­

cezione d e ll’im portanza e d e ll’essenza del p otere m a rittim o. D u e so lta n to sono le im prese ricordate d al cro n ista e b iografo E in ar- do : la v itto ria rip ortata contro g li A rabi n e ll’806 d a lla « c la s s is de I ta lia », dopo però un buon quinquennio di p rep arativi, p a g a ta , e m eglio forse sarebbe dire fu n e sta ta , dalla m orte d el C onte d i G e­

nova Adem aro, d ato che il cron ista r itien e di doverla esp ressam en ­ te m enzionare ; e la presunta v itto r ia di C om acchio, che sarebbe s ta ta riportata n e ll’806, forse contro i veneto-greci, d a lla flotta fra n co ­ ita lia n a , n ella quale non potevano non figurare anche co n tin g e n ti prelevati d al co m itato genovese e d a lla m arca to sca n a .

Ma, n e ll’in te r v a llo tr a le due b a tta g lie, il m edesim o cro n ista ricorda a ltresì le difese costiere perm an en ti volu te da Carlo M agno a llo scopo di m eglio proteggere le co ste ita lia n e : in questo cam po il genio m ilita re d ell'id eatore aveva m ig lior m ezzo per rifu lg ere, tra tta n d o si d i applicare co n cetti che toccavano da presso, ed in p arte si im m edesim avano, con la condotta della guerra in terraferm a. X on è quindi trop po azzardato il ritenere che « sta tio n e s » ed « ex c u ­ biae » ben organizzate non dovessero d ife tta r e in quelle lo ca lità ed in quelle zone che presentavano geograficam ente u n a m aggior f a ­ c ilità di penetrazione n ell'in tern o da p arte d'un nem ico provenien te dal m are; ta li ad esem pio l ’arco d i c o sta tra P o rto fin o e S e str i, e le foci della M agra. L'im portanza asseg n a ta al sistem a co stiero fis­

so, di n atura stretta m en te d ifen siva, per fro n tegg iare l ’azion e araba o bizantina — che evidentem ente si presupponeva com e avente allora ed in un prossim o fu tu ro ca ratteri prevalentem ente offensivi __ im ­ portava di per sè u n ’im p licita rin unzia a d ifend ere le co ste « su l m a ­ re », e co stitu isc e per noi un elem ento defin itiv o per ritenere che si am m ettesse, si subisse un predom inio m arittim o a ltr u i, eser c ita to da terzi quasi in in terrottam en te, su sc e ttib ile d i essere t u t t ’a l più

16-4 F E R R U C C IO SASSI

co n tra sta to m olto sa ltu a ria m en te con l'a iu to d i qualche favorevole c irco stan za ed a prezzo di lu n g a e m in u ziosa preparazione.

La decadenza com incia su b ito dopo la scom p arsa d ella gran d e fi­

g u r a del dom inatore. A ppena pochi a n n i dopo, n e ll’828*. il C onte di Lucca, B o n ifa zio , non riesce a ra ccogliere se non u n a p icco la flotta per la n c ia r si a lla p o lizia dei m ari di S a rd eg n a e d i C orsica, sb occata poi invece in a zio n i con crete n ei co m b a ttim en ti im p eg n a ti su lle c o ste africa n e tra U tica e C artagin e.

Il sistem a in sta u r a to da C arlo M agno s i afferm a sin o ad a s s u ­ mere nel corso del seco lo IX un ca rattere d i a s s o lu ta p revalen za, e con esso il m oto di decadenza si accelera, n o n o sta n te i r ip e tu ti t e n ­ ta tiv i di estendere la com petenza te r r ito r ia le d e lle d ife se lim ita n ee conferendo ad un e n tro terra sem pre p iù e ste so in p ro fo n d ità le c a ­ r a tte r istic h e ed i com p iti sp ecifici d ella d ife sa m a rittim a . I s tr u ttiv e sono al rig u a rd o le rip etu te m od ificazion i te r r ito r ia li ap p o rta te al D u ca to di T oscana e la crea zio n e — se risp on d e a l vero la non pa­

cificam en te a c c etta ta ip o te si d el G abotto — d ei « L itora M aris ».

O ccorreva l'am ara esp erien za ca g io n a ta d a llo sbarco di F r a s s i­

n eto d e ll’889, d a ll’o ccu p azion e o d a ll'in filtr a z io n e saracen ica n elle A lp i M arittim e e n eg li A p p en n in i, e — a coronam ento — d al sacco d i G enova d el 930, perchè fin alm en te si r isv e g lia sse il senso m ari­

naro , perchè s i com p rend esse i l dovere di abbandonare un sistem a tro p p o p esan te e tro p p o poco efficace di d ife s a p a ssiv a , perchè si a v v e r tisse la n ecessità d i c o n tra sta re il nem ico su l m are, e d i a c q u i­

sta r n e il dom inio se s i volevan o efficacem ente c u sto d ite le co ste (1).

È in u tile ricordare che d i questo p ro m etten te r isv e g lio le an tich e cron ach e a ttrib u isco n o il m erito ad un am orfo, giu rid ica m en te in ­ d is tin to com p lesso d i « cives », cu i sarebbero d a a ttr ib u irsi anche m olte e sv a ria te im prese, n a tu ra lm en te gloriose e v itto r io se tu tte , e com e t a li a tte a c o stitu ir e ottim o precedente per corroborare le p retese dei secoli su ccessiv i : d,i questo com p lesso di n o tizie fa n ta ­ stic h e è sta ta fa tta piena g iu stiz ia . Ma, là dove a ltr i si è lim ita to a d istru g gere, il F o r m en tin i ha invece — n el suo lavoro su lla ((Mar­

ca J a n u e n sis » — osa to u n a r ic o stru zio n e : lavoro so tto più a sp etti p reg evolissim o , e m eritevole di essere in ser ito n el novero dei la v o ri d ’im portanza generale, sebbene qua e là il chiaro A u to re dia 1 im ­ p ression e d i conferire ancora un certo, se pur debole e velato, cre­

d ito a qualche raccon to di cr o n isti già d im ostra to in fo n d ato dal M anfroni (2).

L a reazione del F orm en tin i a lle afferm azioni dem ocratiche o d e­

m agogiche com unali (per dirla con esp ression i ana cron istich e),

ba-( 1) M a n f r o n i , S to ria Uella Mattina Ita lia n a dalle in va sio n i barbariche al tr a tta to d i N in feo . Livorno, G iusti, 1899-passim.

(2) M arca J a n u e n sis, in « G iorn. S t. L e tt. d e lla L ig u ria », N. S., 1925.

RIV IE R A D I L EV A N TE E LUNIG IA N À ECC. 165 sa ta su induzioni del tu tto nuove, con caten ate fra di loro da un fo rte nesso logico e sorrette da una v alid a d ottrin a, p erm ette d i a sse ­ gnare il m erito della r in a sc ita m arinara lig u re-to sca n a a lla fo rte p o litica otto m a n a ed a i su ccessivi svilu p p i d e ll’in d irizzo d a e ssa seguito. E ssa sarebbe cioè il fru tto , consequenzialm en te d ir e tto a n ­ che se p o sticip a to nel tem po, d ’un ’effìcace azion e d ’in iz ia tiv a s ta ­ tale, a tin te accen tra trici ed u n ificatrici s ia a g li effetti d e ll’orga- nizzazione in tern a d e ll’im pero, sia nei rapporti con a ltr e p oten ze, m olto opportunam ente però contem perate con c riteri di v a lu ta z io ­ ne e di considerazione degli in teressi e d elle tendenze lo ca li, le qu ali dovevano così aver a vu to agio di svilu p p arsi n ei m odi e nei cam pi più consoni a lla n atu ra dei luoghi e a l l ’in d ole d eg li a b ita n ti. N on sembra in fa tti che, pur nei r ip etu ti e vani te n ta tiv i da e ssi com ­ p iu ti per raggiungere l'inafferrab ile u n ità -— a lm en o c o n tin e n ta le

— d ’I ta lia , ta n to g li O ttoni quanto E n rico I I in ten d essero p r a ti­

care personalm ente e pel proprio im pero una p o litic a m arinara q u a l­

sia si : la natura stessa delle relazion i p olitich e in tr a tte n u te d a O t­

tone I I con la R epubblica di V en ezia m ostra u n icam en te n e ll’im ­ peratore l ’in tu izio n e d e ll’im p ortan za del dom inio m a rittim o . La pre- . parazione della flotta tirren ica doveva q u indi e ssere s ta ta opera esclusiva di poteri s ta ta li periferici (quale ap p u n to la m arca), ap erti a com prendere, forse ta lo r a d isp o sti a subire, certa m en te prep arati e pronti a valorizzare energie e vocazioni che fossero s c h ie tta esp res­

sion e locale. Ma su l m are n u lla si im p rov visa ; nè u om in i, nè navi, nè basi. V ediam o invece che la v itto r ia del 1016 segue a lla b revis­

sim a d ista n za di appena un anno, com e rapida r isp o sta , a l l ’im p resa com piuta d a llo stesso R e M ugetto con la v irtu a le con q u ista d e lla Sardegna. Ciò sign ifica che d a tem po orm ai esistev a n e ll’organism o della marca· un ben valido su b strato, da tem po ed a ccu ratam en te form ato sia m aterialm ente che m oralm en te, ed orm ai pronto ad en ­ trare in azione.

R iconosciam o in tu tto ciò l ’effetto certo e in d isc u tib ile (com e l ’assim ilazion e d ’un in segn am en to, tr a tto ed a p p lica to d a lle c la s s i d irig en ti d ella m arca e d a g li u om in i del Tirreno) d elle m olte cam ­ pagne esclusivam ente, veram ente n a va li, in iz ia te sin d al secolo IX, proseguite dalla serie dei D ogi di Casa Candiano·, cu lm in a te con la v itto rio sa spedizione di P ie tr o O rseolo I I n eg li a n n i 999-1000, so lta n to m ed iante le quali V en ezia si era lib era ta d al p erico lo d elle in v a sio n i sla v e ed aveva poste le b asi d ella propria p o litica adria- tica o ssia il fondam en to della propria p o litica m ed iterranea.

E riten iam o anche di poter n el m odo su esp o sto com p letare ed in tegrare opportunam ente le o r ig in a li osservazion i del F o r n ie n tin i, al cui lavoro rinviam o per le osserv azio n i r iflette n ti le fa si di d eclin o e di decadenza della M arca, ed il su b in gresso dei C om uni o R epu b­

bliche m a rittim e di Genova e di P isa .

166 F E R R U C C IO SASSI

I I .

D a llo sfa scia m en to d e ll’u n ità d ella M arca, discendono le logich e ed in e v ita b ili con segu en ze che so lita m en te derivano ogni q u a lv o lta v en ga a cessare un arm on ico ordinam ento superiore, coordin atore ed an im atore di energie e di in te r e ssi lo ca li. I l su b stra to com une a questi u ltim i, che ne c o stitu iv a il canovaccio p rim itivo e g iu s ti­

ficava l ’e siste n z a s te s s a d e ll’E n te superiore, vien e bruscam ente a cessare ; p revalgon o g li in te r e ssi lo c a li, che d ’allora in poi grav itan o e s i c r ista lliz z a n o a tto r n o ad un certo num ero d i n u clei p rin cip a li, e q u esti u ltim i vanno sem pre p iù e sem pre m eglio delin ea n d o i c o n ­ to rn i d ’un m ovim ento a c a ra ttere e sfon d o a u to n o m istico . P er 1111 d eterm in ato tem po perm ane ancora una tra c c ia , un ricordo d i in ­ teressi e d i n e c e ssità com u n i, m a g ià sin d a ll’in iz io esso è sa ltu a rio e d ife tta d i c o n tin u ità , d i p ro g ression e e d i sv ilu p p i lo g ic i. C osì ab­

biam o an co ra com u n i im p rese p isan o-gen ovesi con tro il S u lta n o Zi rita T em im (M eh ed ia: 1Q87), e co n tro V a len za, T ortosa ed il Cid C am peador (1092) ; però sin d a l 1035 i P is a n i si erano la n c ia ti su B o n a con tro i l P r in c ip e Z ir ita M oezz Ib n -B a d is, e nel 1093 i G e­

n o v e si avevan o cerca to con tro T ortosa non g ià l ’a iu to dei vecchi c o m p a g n i d ’arm e p isa n i, b en sì l ’allea n za di S a n cio di JSfavarrà e

del C on te d i B a r c e llo n a .

Im p rese tu tte , q u este u ltim e, non certo produttive di van tag g i d u r a tu r i e ta n to m eno ca p aci d i conseguenze p olitich e ; in un primo tem p o, un reg resso è n el cam po p o litic o in evitab ile. Q ueste c o n si­

d era zio n i h ann o p e sa to fo rse in m odo eccessivo sul g iu d izio espres so d a l M anfron i : « Ma a ben a ltr e im prese dovevano volgersi le a r ­ m a te d elle n o stre c ittà ; ben più largo era il cam po che si apriva loro d in a n z i. A lle s te r ili e d isp en d io se guerre contro i nem ici d ella F e d e in o ccid en te dovevano segu ire ben presto a ltre guerre più pro­

ficue in O riente, perchè, m entre soddisfacevano a l l ’entusiasm o r e li­

g io so , p orgevano a lle c ittà n o stre l ’occasione di estendere i loro tr a ffic i, d i ap rire n u ovi sbocchi a l loro com m ercio, di fondare co ­ lo n ie che dovevano più ta rd i avere una straordinaria prosperità » (*).

C i sem bra veram ente che su l g iu d izio del grande M aestro nostro a b b ian o eccessiv a m en te in flu ito con sid erazion i di natura più s tr e t­

ta m e n te e p a rtico la rm en te econom ico-com m erciale. In realtà, è pro­

p rio m ed ia n te le c ita te im prese d i fine secolo, che si gettano le vere e d u rev o li b a si d ella p o litica m editerranea delle due c ittà m arinare.

I l su ccesso o rien ta le è, in fondo, un successo di alleanze 0 alm eno

I l su ccesso o rien ta le è, in fondo, un successo di alleanze 0 alm eno