Prof.
Gr.Ottolenghi
Chi è fra i lettori che conosce quel vecchietto arzillo che tutte le mattine alle dieci va a prea-dere il suo bravo naoka al caffè Milano, sul corso Vittorio Emanuele, ed al quale
non
par possibile andare allo stesso caffè due giorni di seguito?Quel vecchietto risponde al
nome
di maestro Scipione,hasessantatrè anni,èammogliato,è padre di un giovanotto che s'avviaperlacarrieralegale, ed il suo ufficio in società sembra quello di ralle-grare con frizzi chi lo avvicina.La
sua missione di lavoratore è finita, ovenon
si tenga conto del suo
memoriale
pei maestri, a cui aggiunge qualche lineaogni giornoeche,dopo la sua morte, sarà pubblicato dalfiglio,se il figlionon
avrà di meglio a fare.IlCervellodiMilano. 7
// CervellodiMilano
Un
giorno ebbi per caso atrovarmi con maestro Scipioneinun
crocchiodi amicicomuni;non
par-lava che lui, e se qualcuno azzardava proferire la sillaba iniziale di un vocabolo, gli bastava quella sillaba per imbastireuna
storiella.— Ma
lei predica tutto il giornosenza interru-zione, azzardai io.—
Predica del lotto, che va piano andando al trotto.Non mi
ci raccapezzai davveroa quel proverbio, e senza arrossire dellamia ignoranza glienechiesi spiegazione.—
Come, lei ignora la predica del lotto?La
il-lumino subito.
Stia a sentire.
A Campione
c'era un parroco quand'io era maestro lassù, il qual parroco, che forse aveva disdettacol gioco del lotto, s'era fitto in capo dimovere
guerra all'istituzione troppo aleatoria.E
la guerra cominciò dal pulpito.Un
giorno che teneva la terza predica contro il lotto egli usci in questa perorazione: «Fratelli
dilettis-« simi,pensate che intorno a voi cresce
una nuova
«generazione povera dimezzi eche voi non avete
« diritto di
menomare
il suo sostentamento per«correre a giocare due
numeri
qualsiasi, per«esempio 82e 29 che trovaste scritti su di
un
«
muro
che vi sono apparsi in sogno, perchè ci«pensaste primadi addormentarvi.
«
La
Chiesa, povera di mezzi,ha
bisognode' suoi« fedeli;
amate
Dio contutto il vostro cuore, con«tuttala vostra anima, con tutte le vostre
so-« stanze, dicono le sacre carte,
ma non
insegnano«il gioco del lotto. »
Lepeì-ipcziciVìin maestro 99
Finita lapredicailpretes'avviava fuordichiesa,
quando una
vecchia l'avvicinò e gli chiese: Scusi, reverendo, dei due numeri da lei menzionati uno è il 20, lo ricordo, el'altro?—
Non
era cosi troppo giustificato il proverbio di maestro Scipione,ma
tanto etantopoteva andare.Da
questatiritera per altro feci la preziosa de-duzione che io avevo di fronte un ex maestro di Campione.Millescuse se
mi
permetto supporre nei lettori tanta ignoranza in fatto di geografia da non co-noscere Campione.Prima
dei miei colloqui con maestro Scipione non aveva neppup iol'alto onore d'annoverareCampione
fra le mie conoscenze eDime medesmo meco mi vergogno.
La
colpa di questamìa
ignoranza l'hannoun
pochino anche gli storici italiani, che,immemori
della gratitudine chel'Italia deve aquesto micro-scopico angolo di terra, lo trattarono
come
se non esistesse.Campione
è un villaggio italiano che giace nel cuore del territorio svizzero-italiano. Si stende in riva al Ceresio proprio di fronte aLugano;
vi siaccedeper terra dall'Italiaprendendo daCapolago, e dalla Svizzera discendendo da Arovio
Arogno
e paeselli finitimi.100 II Cervello eliMilmio
Vi sono circa due mila abitanti, comprese sei guardie di finanza, due carabinieri e un delegata di questura. L'industriache dà paneo quella certa, consiste in varie fabbriche di stoviglie in altri tempifloridissimeed ora agonizzanti;visiaggiunge la pesca e sovratutto poi ilcontrabbando che visi praticacolle arti più raffinate e varie.
Maestro Scipione nei suoi innumeri sproloqui ricordava che
una
dittacommercialediLugano, la quale aveva ricca clientela in Italiaperlo spaccio di titoli interinali di prestiti a premi, teneva un apposito servizio di barca, perchè ogni sera daLugano
la dittamandava
aCampione
per impo-stare la corrispondenza diretta in Italia.Una
tra-versata di lago bastava a ridurre a venti la tassa di venticinque centesimi per ogni lettera.Ai tempi napoleoniciduranteil blocco continen-tale,
Campione
era diventato ilgranaiodellaLom-bardia, appunto per questa sua duplice qualità di essere territorio italianopersudditanzaeterritorio svizzero per topografìa. Topografia è vocabolo di maestro Scipione, che sdegna di dire geografia trattandosi di un paese cosi piccolo.
Non
mièmairiescito saperecome
diavoloavesse fattoCampione
a rimanere all'Italia, circondato com'è da terre elvetiche;ma
ilpossesso non èper questomeno
legittimo, e per ora mi accontentodi quello che maestro Scipione s'è compiaciuto d'in-segnarmi.LeperipeziecVun maestro lOl
Fra
la stranezza del paese e quella del maestro ci trovavo tanta analogia che m'interessaicome
aduna
curiosità alle vicissitudini di maestro Sci-pione.In pochi giornifui
ammesso
traisuoi più intimiLa
nostra loquacità, il nostro carattere gioviale^l'affinitàdellenostre occupazioni,poichéluimaestro io pubblicista, l'età quasi identica, giacché io
non
aveva venti annimeno
di lui,fecerosìche franoi si stabilìuna
simpatia veramente cordiale. Misteri dell'idiosincrasia.Le
nostre sedute si tenevano generalmente la sera, ed erano sedute in piedi, anzi ambulanti, perchècamminavamo
in galleriaun
paio d'ore,evo-cando
i fasti del maestro nell'esercizio delle sue funzioni.Sui quali fasti maestro Scipione aveva anche scritto
un poema
che incominciava coi seguenti versi poco eroici:€ Arte piùmisera,
«Arte piùrotta
«Nonc'èdel medico
«Chevaincondotta:
Disseunospirito Di buonumore Chegodecredito Dibuonscrittore.
102 11 Cervello (liMilano
Nonc'èdelpovero Signor maestro
Che montaincattedra
E
a suondi nerbo Coisuoi discepoli Coniugailverbo.Come
si vede le buone regole delpoema
sono salve.Manca
il verso eroico,manca
la solita in-vocazione, non c'èoriginalitàdi forma,ma
il resto c'è; e quando ilpoema
sarà editoannoveremo
fra legemme
di Parnasouna
pietra dura di pregio non comune, anzi durissima.Maestro Scipione nonha fatto
come
Molière che per scrivere il suo Misantropo,ha
radunato in un unico tipo tutte lo varietà della specie. Maestro Scipione è il solo ed unico eroedelproprio poema, eroe che può tuttavia essereun
tipocomunissimo.Infatti da un altro brano del
poema
che m'è ri-masto in mente trovoun
tipo comune.Eccolo:
LeperipezieiVkji maesti'o 103
Ordi talmartire Se mivienfatto Perchivuolleggerlo Scrivoilritratto. Orquestoor quello,
A
tuttiisindaci Fa dicappello.Staa spassounsecol<'>,
Provalafame
E
acquistaunpallido Colordirame, Edopoitriboli, Diosaaqualcosto!S'installain cattedra
E
trovaun posto.Bello quel s'installa ia cattedra! ricorda Poate-lagoscuro dove
non
c'ènéponte,nélago,né scuro!A Campione
non c'erané stallo, né cattedra,ma una
vecchiasedia icuiquattropiedieranosoltanto tre. Relata refero.Se maestro Scipione installato avesse finita la sua via crucis avrebbecessato d'essereun tipo in-teressante,
ma
gli é appunto dall'installaraentoche incominciano le dolenti note, standoal suo poema.Eccoalsuo giungere Chenelpaese Sopra isuoi meriti Sifanlespese.
104 II Cervello diMilano
Chiilvuolsimpatico, Chiildice brutto, Chidicehal'aria
Da guastatutto;
A
chiparstupido,A
chiistruito.Chilovuol vegeto
E
chi avvizzito.Le donneilguardano!
Oh,
mamma
mia,Diffatti maestro Scipione
non
è che alla prima stazione della via spinosa.Nuovo
nel paese non sa quali siano le opinioni politiche dellamaggioranza
peraccomodare le sue aquella dei più; da principio vorrebbe stare contutti, appender voti al diavolo e ai santi;
Dopodelsindaco
Un
buoncristiano Senva afar visita Dalcappellano.Ma
poigliereticiChepenseranno?
Qualimaisatire Miscriveranno!
L''peripezie(Vun maestro 105
E
se dalparrocoI(>nonciandassi Daqueiche credono Cosadirassi?
L'alternativa è feroce per
uà
neo eletto a diri-gerelementidituttoun
villaggio;maestroScipione perconvinzione sua avrebbefattovolentieriameno
di ossequiare l'autorità spirituale, tanto più che
eravamo
in quei tempi in cui ferveva più acre la lotta fra il temporale e lo spirituale.Siiecclesia A,sit imperiiimB, questaera l'opi-nione di Dante, pensava maestro Scipione,
ma
egli aveva abbastanza modestia per soggiungere, non sono l'Alighieri e vado.E
andò.Non
l'avesse mai fatto!Il parroco senza tanto tergiversare
raccomandò
al maestro il catechismo nella scuola, e fin qui
meno
male,ma
glicommise
di insegnare ai suoi alunni il canto corale onde potessero nelle feste solenni cantare gli inni chiesastici nella chiesa maggiore ed unica del villaggio.Il poveromaestroScipione non conoscevamusica e dei canti appresi da giovinettoperlevie di
Mi-lano,non ne trovava uno che si addattasseaisacri ritmi di Benedetto Marcello di Palestrina e di Cherubini.Inutile dire ch'egli ignorava perfettamente le
cantate sacre di Haiden, diHendel,loS'abat
mater
di Rossini, e neppure la messa di Verdi, anche perchè Verdi non l'aveva ancora scritta; quindi dopo essersi lambiccato il cervello
un
mese, riusci106 II Cervello di Milaìio
soltanto a presentare
una
massacoralesufficiente-mente
stuonata,ma
che incompenso
cantava gli inni sacri con la musica della Figlia diMadama
Angot.
Il debutto fa
un
trionfo completo del maestro;ma
non vi è rosa senza spine!Una
domenicaun
viaggiatore dicommercio
giunto daComo,
avverti cheVAve Maria
altro non era cheA tuttoilmondoènoto Percerto giàsisa Cheillustrepescivendola EramadameAngot.
Fortuna, che maestro Scipione, chiamato a dar spiegazione innanzi al parroco ed al
commesso
viaggiatore dimostrò, che quella musica era del repertorio chiesastico francese nell'inno sacro che principiaMarchandedemarèe Pourcent mille raisons Elleétaitadoróe
A
lahalleauxpoisons.Il parroco bevvegrosso, ed il
commesso
viaggia-tore lo lasciò bere per togliere il maestro daun
imbarazzo serio.Ma
la cosa non passò molto liscia.Il sindaco,
uomo
di dottrina eccezionale, fra le tante cose che sapeva, conosceva pure laFiglia diMadama
Angot. Ei tacque contutti per deferenza al maestro,ma
chiamatolo nel suo ufficio non gliLeperipezied'un maestro 107
risparmiò una paternale molto diplomatica, senza entrare in particolari pernonparere bigotto,
come
non avrebbe voluto sembrareeterodosso.Nella suacamera
Giàildeesapere,
Han
l'abitudine D'unsol mestiere.108
U
Cervello di MilanoLeifagrammatica,
Un
failfornaio, Iofaccioilsindaco, C'èilcappellaio, Ciabbiamo ilmedico.Quic'èunbarbiere.
Ma
ognunpersolitoFailsuo mestiere.
Ellasaintendermi.
Perchèèuomscaltro.
Dunques'accomodi, Parliamod'altro.
Naturalmente maestro Scipionesi sarà
accomo-dato su qualche sedia sindacale, e il funzionario civico continua cosi:Lasappia vivere Con tuttoilmondo, Noncangimetodo Ogni secondo.
Percertininnoli
Lafacciailgnori
E
lascicorrere Certirumori.Nonmontiincollera
È
ungrandifetto;Poil'irascibile
Leperipezied'un maeslro 100
Povero maestro Scipione! L'esordio delsuo in-stAllamento a
Campiono
noa fu percerto allegro.Ma
giungeil quindiciIS'aprelascuola!
Sospira, martire Della parola;
Oracominciano Notedolenti, Trovato haisubito Panpe' tuoi denti.
Sessantadiscoli Indemoniati Dalle famiglie Sonpresentati.
A
quel che dicono Questisignori, Nessunoèunasino Tutti dottori,Scolari emeriti Chein fined'anno Sessanta premi.
Ti chiederanno.
Veramente
con novanta lire al mese, sessanta scolari sono troppi,ma
c'era la casa senzapaga-mento
di fìtto, e poi maestro Scipioneseppe catti-varsi l'animo delle famiglie, permodo
cheneiprimi giorni d'inverno i bambiniandavano
alla scuola portando un randello per ciascuno, sicché ilcom-bustibile dell'annata era assicurato a novembre.
A
Natale c'erano le uova, poi legallineeipolli;a
Pasqua
i capponi e l'agnello, ed il sindaco gliHO
// Cervellodi Milanoregalava ogni anno un ettolitro di vino che an-nacquato figurava due ettolitri e durava da
un novembre
all'altro.Tratto tratto, maestroScipione,scrivevaqualche• sonetto per nozze o qualche epitaffio, per
modo
che delle novanta lire mensili potè anche rispar-miare qualche cosuccia.Ma
giacché la fortunami ha
fatto conoscere ilpoemetto inedito di maestro Scipione,
continuia-mone
l'esameprima
divenireallaparte più allegra della vita di questo bell'umore.Le
peripezie del maestro non siarrestano al co-minciar della scuola, anzi è di li che giovarifarsi per trovarne il bandolo. InfattiInsuiprimordi Tuttovabene, Per sapientissimo Ognuntitiene.
Gl'incertipiovono.
—
Signor maestro, Voglia ricevere Questocanestro, Senti ripetere Con unsorrisoEsogniilgaudio Delparadiso.
—
Leperipezied'un maestro 111
Tumandialdiavolo Tuttelenoie, Della tuacarica Sognilegioie;
Ma
senz'accorgerti Cheil fioreinseno Nascondel'aspide—
Scusi, èunosbaglio.Ellaédel torto;
Suofiglioèundiscolo Maleducato,
E
poipianissimo 10l'ho toccato.— Ma
che pianissimo, Vuoldarla abere?Sappiafarmeglio
E
uscendo brontola:Chesapientone!
Ha
lagrammatica Dentroilbastone.112 11Cervello di Milano
Questocolloquio T'hadisgustato
Ma
guai lagnarteno,Tusei pagato1
Unaltroimbroglio.
—
Signor maestro,L)i farduechiacchiere Io colgoildestro;
C'è quelmiofiglio Quellatestina Che fu inginocchio Jeri mattina, Seleè possibile Facciailpiacere.
Io sonpratico Soilmiodovere,
Lachiudaun occhio Unpocolino,
Non lascia inpace.
—
Loso,carissimo Signor maestro,Ma
è tantogiovane Perdoniall'estro.Le peripezie d'un maestro 113
Nel castigarmelo Abbia pazienza, Infineèpiccolo Civuol pazienza.
—
E
scappellandosi Sehai propriotorto,E
forsemormoriSe tornoanascere Vo'fareilboia.
Dato e concesso che siano queste le gioie del maestro
comunale
diCampione,resta avederecome
si trascende dalmale al peggio.
Andiamoall'ultimo.
Viene l'esame Vedrai cheinvidii Chi muordifame.
Eccettoilsindaco
IlCervellodiMilano. 8
^^4
U
Cervello di MilaìioE
ilnostro martire Nonsache dire, Vorrebbe piangereMa
deesoffrire.Si, soffri, misero, Oracisei, Sidannoipremi
A
cinqueosei.Glialtribrontolano Sono scontenti.
Pensa separlano Fuori dei denti.
Tuseiunasino.
Un
ignorante.Ja' jici-iinzi'-<iun iimrstro 115
Questo memoriale del maestro Scipione ripro-dotto nei brani più salienti,
mi
davadiritto a sup-porre che il vecchio martire diCampione
fosseun
martire per davvero, ameno
cheuna
fortuna pro-digiosa nonl'avesse tratto dai cenci. Conoscendoil maestro da tre o quattrosettimane soltanto