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CERVELLO MILANO POMPONET MILANO TIPOGRAFIA DEGLI OPERAI (SOC. COOP.) Corso Vittorio Enìanuele, is'i6

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(1)
(2)
(3)

IL CERVELLO

DI MILANO

POMPONET

T

MILANO

TIPOGRAFIA DEGLI OPERAI (SOC. COOP.) Corso VittorioEnìanuele,iS'i6

1891

(4)

Tutu

isingoliarticoli contenuti nel presente

volume

sono posti sotto la tutela della legge, che ne interdice yngor

osamente

la riproduzione.

(5)

?77aI'

J^ TU FEFt TU

col

signor lettore

Xon facciamo un

catalogo,ne

una

guida.

Sono

cose volgari, le quali

ormai non hanno jnù

che v.n valore molto relativo.

Il rosario degli indirizzi, delle strade, delle botteghe, delle professioni, ecc.

tutti quegli elenchi

monotoni

e fdaccicosi, sono

una vera

afflizione della vita.

Che non hanno

fatto questi

pedanti

della sta- tisticaì

Qual

cosa

non

cade sotto la loro finca alfabe- tica e

numerica? Le

cifre esatte delle cose

più

fantastiche, chiedetegliele: essi le sanno.

Sono

capaci

persino

di fare la statistica

o di ten- tai^e

almeno

difarla

di tuttiicastelli in aria, di tutte le

speranze

deluse, di tutti gli

amori

'morti

prima

del loro tempo.

Ebbene.

Noi non abbiamo

il

carcinoma

del-

Varida

e

matematica

statistica.

905550

(6)

Il Cervello diMilano

Le

nostre sono

semplicemente

delle

pagine

staccate; cogliamo dei

nomi

conspirito discelta,

siamo

cronisti estemporanei, d'occasione, osser- vatori

non

troppo indifferenti e hiografl

non

soverchiamentepessimisti.

Il Cervellodi Milano coìnpendia nel titolo la

propria

ragioned'essere.Victor

Hugo non chiamò

forse Parigilecerveaudu

monde

? Ciò che

forma un

nucleo di attività e di fosforescenza: ciò che è focolare dipensiero, di iniziativa, dipassione^

di amhizione, distudio e di allegria,

può

hen

chiamarsi

la

massa

cerebrale di

ima

città e di

una

popolazione.

Ora,

Milano ha

i suoi lobi, la

sua materia

grigia, la

sua pia

m^adre e la sua

dura madre

definiti topograficamente dallafigura poliedrica che dalla piazzetta di S. Carlo va alla

piazza

del

Duomo,

dal

Duomo

allavia

Manzoni

e

jnazza

della Scala,

da

questa alla

Gallona

Vittorio

Emanuele

e vie adiacenti.

Su

questa pianta, 7nolto succinta

ma

cosi ricca di vitalità e di

sangue

arterioso

in questo

gran

centro di lavoro edi Tnondanità, che

riassume veramente

lacomplessa fisionomiadellametropoli lombarda, neicostumi,nellecaratteristichenaturali e

sim-

patiche del suo popolo

noi

abbiamo

voluto abbozzare qualchesilhoutte,senza

alcuna

pretesa di

tramandare

ai posteri chicchessia, e tanto

meno

noi stessi.

Certo in questo

volume non

è contenuta la sintesi delle notabilità industriali,

commerciali

ed artistiche che il centro di

Milano

nostro con-

(7)

A

tuper tu 7

Ucne.

Sono

spigolature

lo ripetiamo

— non

paijine di ini catalogo. Molto altro nuiteriale abbiariìo sottomano, e ci servirà

per

la pubbli- cazione che

intendiamo

far seguire

a

questa che oggi

presentiamo

al

gran

pubblico.

La

pubblicità che

per mezzo

nostro vien data

a

tanti

rami

dell'attività milanese, fattori indi- scutibili del

primato

mot-ale ed

economico

che gode

Milano

nel concerto delle città italiane, servirà

— speriamo — a

far

sempre

meglio conoscere edappt-czzarela

produzione lombarda, nonché

la virtù del lavoro, delVintraprendenza, delcoraggio,dell integritàprofessionale che tanto distinguono le classi operose della nostra

popo-

lazione.

Proclamare

il bene è fare il bene

— ha

detto

Tommaseo.

Ecco

perchè

ci

compiacciamo

delVo-

pera

nostra,

pur

fidando nell'indulgenza del signor lettore!

jPomponet.

(8)

Digitized

by

theInternet

Archive

in2011 with

funding from

Universityof Illinois

Urbana-Champaign

http://www.archive.org/details/ilcervellodimilaOOpomp

(9)

m^^

IL TEATRO "CHIC

Se la Scala è il teatro massimo, le

premier

tliéàtre du

monde, come

lo

chiamavano

i francesi

una

quarantina d'anni fa

se il Filodrammatici è il teatro

mignon,

dove la gente va senza pre- venzioni e preoccupazioni, lieta soltanto di dare lo spirito tranquillo e libero alle manifestazioni estetiche, prima con attenzione e infine con entu- siasmo

il

Manzoni,

o miei lettori ij^noti, è il

teatro chic per eccellenza, perchèespressione vera di questo vocabolo intraducibile è la nervosità costante, è quel non so che di appassionato e di temibile che in linea diarte costituisce il giudizio d'unacittadinanza.

Il

Manzoni

è stato costruito sull'area dellacasa già abitatada

Massimo

d'Azeglio.Quel fineestrano

temperamento

d'artista che fu il gentiluomo pie- montese è

dunque

l'abavo del signorile teatro di piazza S. Fedele, precisamente

come

l'autore dei

(10)

10 // Cercello di Milano

Promessi

Sposi ne è stato il padrinoal fonte bat- tesimale.

Cioè, piano. Il teatro

dapprima

era destinato soltanto alle produzionidrammatiche, epperòvenne intitolato precisamente Teatro della

Commedia

y

ricalcando la classica denominazione d'un teatro parigino.

Ma

l'esclusivismo, oggi,nonèpiùidoneo algusto ed alle tendenze del pubolico. In arte, sopratutto.

Ed

ecco il perchè

datosi

una

bellasera al

Man-

zonilo spartito di Flotow,

VOmbra,

che era

una

novità perMilano-— ed essendo riuscita

una

grande manifestazione lirica ed

un

più grande plebiscito popolare, fu decisa daquell'epoca,per quelle scene, la connivenza di Euterpe con Melpomene. E, di conseguenza, il Teatro della Co^nmedia diventò il

Teatro

Manzoni,

approfittando dell'opportuna inau- gurazione della statua al gran lombardo in piazza S. Fedele, di fronte al teatro stesso.

Qualche altro cenno d'indole storica

non

sarà discaro, trattandosi d'un istituto artistico che in tutta Italia gode

fama

eccezionale.

L'architetto del

Manzoni

fu lo Scala di Udine.

Bizzarre analogie di

nomi

e di correlazioni! Scala ricorda subito il famoso tempiodell'arte lirica che valse a Milano nostra il

nome

di

Mecca

musicale del

mondo;

ed il iediiro

Manzoni

doveva,dal

nome

del suo architetto, dedurre un lieto auspicio per

ilproprioavvenirenell'ambitodrammatico-musicale italiano.

Tanto vero che ilnomignolo dipiccolaScalagli è rimasto e si è popolarizzato.

(11)

// teatro«chic»

Ci tenete alledate,olettori sconosciuti?Ebbene:

segnatevelosul taccuino.L'inaugurazionedel

Man^

zoniè avvenutail3 dicembre1872colla

compagnia

Bellotti-Bon

chi se ne ricorda ancora di quel povero ed illustre suicida?

che vi fece novanta recite consecutive. I più notied accarezzati artisti del teatro di prosa sfilarono successivamente su quelle scene ambite e temute. Novelli vi fece làle

sue prime armi.

La

Duse

la bella-brutta

come

la

chiamò

un nostro critico argutissimo

vi si

produsse in

una

stagione che è rimasta

memora-

bile: nel LS88.

Tuttol'olimpo femminile dell'arte,tuttoildessus

du

panie/' del coturno mascolino, ha voluto rice- vere da quelletavoleil battesimodella rinomanza, che resta

come

il passaporto internazionale nella carriera d'un artista.

Voi che ci tenetealle cifre,notate ancorqueste.

Il teatro

Manzoni

contiene

UGO

spettatori

non uno di più, è vero,

ma

neanche

uno

di

meno.

Il teatro

Manzoni

ebbe l'illuminazione elettrica nell'anno di grazia 1884.

Se desiderate anche dei nomi, son

qua

per ser- virvi.

Fra

i soci fondatori di questo teatro si contano

le notabilità più spiccate di Milano, nel

mondo

dell'intelligenza, del sangue e del denaro.

Basti accennare che vi fanno parte il conte

Be-

linzaghi, il marchese

Rocca

Saporiti, il

marchese

Crivelli, il conte Turati, il cav. Ponti, il conte Mondolfo, il conte Aldo Annoni,il conte Borromeo,

il marchese Brivio, il nobile Bagatti-Valsecchi,

(12)

12 IICervello di Milano

il conte Pullé Leopoldo (oggi vicesegretario di Stato).

Fra

gli azionisti da mentovare sono i fratelli Pisa, banchieri, il

comm.

Cozzi, direttore della

Banca

Nazionale, la duchessaMelzi,ilconteCesare Bolognini, il

comm.

BrambillaPietro, ilsig.Bosetti Erminio, l'ing. Cairati, il cav.

Massimo De

Vecchi,

ilcav.

Erba

Luigi,il

comm.

Fuxier,ifratelliGnecchi,

ilnobileAlessandroMelzi,il

comm.

Prinetti,ilban- chiereAlberto Weill-Schott.

Bisognaaverassistito al

Manzoni

aqualche^^r^ma di

un

autore di grido, per avere

una

idea esatta di quell'ambiente aristocratico eterribile.

Quando

nei tepidi palchetti le belle signore irreprensibili smorzano sotto il sorrisolacalda febbre dell'aspet- tazione;

quando

dalle poltroneinorchestra sileva

come

un

rumoreggiamento

irrequieto e intenso, susseguito da silenzi profondi e pensosi; quando nei corridoi, sulle eleganti loggiedel ridotto, e nel peristilio, si addensa, fìtta estecchita,

una

schiera elegantissima di fraclis e di gibus, di cravatte bianche e di sparati inamidati,

accumulando

pro- nostici, critiche, delusioni,entusiasmi, sfoghi soavi dell'anima e lividi lampi, inunrimescolìo esaltato e simpatico, che si rinnova ad ogni atto e si pro- lungafin dopo l'ultima discesa delsipario, findopo la caduta od il trionfo!...

Quantisogni coronati,quante fatichecompensate, quantebattaglievinte,quantitonfi,quantinaufragi,

ha

visto la platea del

Manzoni

!...

A

volerli elen- care tutti ci sarebbe da fare un ditirambo ed

un

epicedio,ci vorrebbe la pennadi Simonideequella di

un

necroforo dell'ufficio urbano....

(13)

Il teatro acitic» 13

E

su tutte queste febbri, su tuttequeste altalene di successi e di capitomboli, su tutta questa effer- vescenza di tentativi, di seduzioni, di crucci, di superbie e di abbandoni

stail perpetuo, l'intan- gibile sorriso del buon cav. Lombardi, che lesorti del teatro dirige findall'apertura.

Il cav. Lombardi, che era già stato dirigente dell'antico ttatro

Re

Vecchio,

ha

saputo dare al

Manzoni

un carattere tutto moderno, pur mante-

nendone

intatto ilsevero

programma

artistico.Egli ha saputo conciliare là dentro le più elevate emo- zioni estetiche colle più simpatiche manifestazioni della vita mondana.

Altri potrà esaltare nel cav.

Lombardi

il fine tatto dell'intenditore inmateriadiproduzionidram- matiche

altri potrà lodarlo per il suo savoir faire e per l'abilità

veramente

eccezionali con cui tiene il diffìcile posto di dirigente d'uno dei primi teatri d'Italia.

Noi, qui, vogliamorilevare in lui il merito

meno

vantatoepureincalcolabilmente prezioso

quello, cioè, di aver creato a Milano

un

ritrovo d'arte che è il più nobilmente signorile e il più genial-

mente

frequentato fraquantiteatri

per capacità imitata detti secondari

annovera l'Italia.

(14)
(15)

lffi^^f^!^f:^^fj^•^s^^j^^^^Howff^jfiififfif^fiff^fi^ff^f^mmffmi

IL TEATRO MIGNON

È

fin dal 1796

qualche cosa

come un

secolo la

che la nostra

Accademia

dei filodrammatici ebbe vita, incoraggiata dal Direttorio esecutivo francese alloradominantenellacapitale della

Lom-

bardia.

Dalla sua primitiva sede nel Collegio

Longoni

venne poi trasportata di fianco al teatro della Scala e ne furono istruttori, fra i molti illustri, Francesco Bon,

Alamanno

Morelli,Giovanni

Ven-

tura, Amilcare Belotti, Paolo Ferrari, e, in questi ultimi tempi, Giuseppe Giacosa.

Attualmente, a capo della rinomata scuola di recitazione vi è il cav. Luigi Monti

l'artista provetto ed insigne,di cui tuttiricordano itrionfi nel

campo

drammatico.

L'Accademia dei filodrammatici contava già del resto,fra la schiera luminosa dei suoi soci,

un

altro Monti

nientemeno che il tragedoclassico, l'autore immortale dell'

Alarne

n7ione.

(16)

Il Cervello di Milaiio

Il teatro sociale, col 1"

novembre

1885, è stato completamente restaurato dall'ing. Giachi. Sorge nella piazzetta che prima aveva

nome

dal teatro stesso, sul lato sinistro della Scala.

È una

sala che pare un salotto: un ambiente proprio creato per le serate squisite, pel delicato raccoglimento che rendeleimpressioni più intense e lo spiritual godimento più libero epiù profondo.

In mezzo a quellepareti,dovetantiattorifecero le loro prime armi preludiandoa carriere brillanti e clamorose

su quelle scene dove pure gigan- teggiarono la Tessero, la Marini, la Duse, la Sara Bernhardt e tante altre celebrità dell'arte

dram-

matica

in quell'atmosfera spirantelagiovinezza e la serenità delle cose belle

voi

non

potete sottrarvi ad

una

specie di suggestione che s'indi- rizza ai sensi e che passa sinoallafantasia e sino al cuore.

Sulle scene del teatro

mignon,

così caroai

mi-

lanesi, che vi conducono tanto volentieri le loro famigliuole,

non

fiorisce soltanto l'arte di Roscio,

ma

anche le produzioni musicali vi tengono nel corso dell'anno un posto onorato.

Il cav.

Giacomo

Drizzi, direttore da molti anni del teatro, porta nella gestione artistica del

me-

desimo tutto il tesoro d'una esperienza tecnica assolutamente fuori del comune.

Nessuno meglio di lui

che contògià fra i più fini, e coscienziosi, e applauditiartisti drammatici del teatro nazionale

poteva ravvivare con se- rietà e pazienza dilavoro,con larghezza divedute e con una competenza tuttapersonale e indiscuti-

(17)

Ilteatro mignon 17

bile la potenzialità organica e lamorale iniluenza di

un

istituto artistico, il quale, alle preziose tra- dizionistoriche edartistiche,deve accoppiarealtresì la modernità e lo slancio delle iniziative.

Questo ha

compreso

il cav. Drizzi e su questa strada ha avviato e guida il più

mignon

deiteatri ambrosiani.

(18)
(19)

mmnmmw^mmm^mm'n

L'ALTO BORDO

Iq una pubblicazione che si

chiama

il Cervello dì

Milano

non si può obliterare l'aristocrazia e la plutocrazia: ciò che, gira e'rigira, formalaborsa, labanca,labase, l'origine, la forza,ilprestigio della metropoli lombarda.

Ma —

nel periodo in cui questa pubblicazione è stata organizzata

il

mondo

vlan era alle acque ed ai monti, o viaggiava all'estero incercadisen- sazioni, di apparenze e di orizzonti nuovi.

Ci èforza

dunque

rinviaread unasuccessivapub- blicazionelacronacaaristocratica,desiderandodarle la forma edilcoloritodi

una

veridicarassegna spe- rimentale.

Oggi

come

oggi, visto che

una

delle localitàpiù vicine e più di

moda

preferite daWallo bordo èil

lago di

Como,

diremo dueparolediquesto paradiso terracqueo, che è

come

la filiale dell'Olimpo

mi-

lanese.

(20)

20 II Cervello diMilano

Su

quasi tutte le più belle villedellago sventolò in questi ultimimesilabandiera,segno chevierano

ipadronidicasa.

E

versolequattro,lecinque,prima del pranzo, nel primotratto del lago era un con- tinuo viavai di lancio ebarcheeleganticonducenti da

una

villa all'altra dellagente.

Il duca Visconti di

Modrone

che ha comperato, qualche

anno

fa, la principesca villa deiro/?HO,

ha

acquistato altresì un. bellissimo vaporino che di frequenteèdalui messo a disposizione degli amici pergite sullago.Sulvaporino,addobbato con gusto irreprensibile, coi marinai in elegante uniforme, possono prender posto un centinaio di persone.

Sono sul lago nella loro splendidavilla anche i

Taverna.

E

lavilla

Taverna

è fralepiùbelle,anche perchè possiede,

come

quella dell'0/>??o, un

ma-

gnifico giardino,

mentre

in generale, sul Iago di Como, anche alcune fra le ville più grandiose

non hanno

che

nn

modesto giardino. Sono sul lago i

Trotti nella loro villa Pliniana, famosa perlafon- tana studiata da Pliniochediedeil

nome

allavilla.

Poco dopo vi è la villa del conte Belinzaghi, il

quale,

come

sindaco di conciliazione,

non

s'induce a lasciar Milano

nemmeno

per pochi giorni, per

tema

che,durante lasuaassenza,i due partiticon- tendenti si accapiglino.

Vicino a Cernobbio donnaVittoria

Cima

riunisce spesso intorno a sé

una

piccola comitivadi artisti e letterati. Dall'altra parte del lago e più innanzi, nella loro villa,il marchese e lamarchesa Saporiti continuano,ancheinvilleggiatura, quella tradizione di larga e cortese ospitalitàche a Milanotutti co- noscono.

(21)

VaUo

bordo 21

Ma

se adesso i loro proprietarinonci

vanno

più nei mesi estivi,

non mancano

di andarvi apassare l'autunno.

Sulla stessa linea di Erba, a

meno

di

una

ventina di chilometri da Milano,visonoduesplendideville

Borromeo; una

a Cesano,del

ramo

a cui apparten- gono le famose isole sul

Lago

Maggiore; un'altra a Senago, dove donna Gostanza Borromeo, nata D'Adda, ebbe più volte l'onore di ospitare

Sua

Maestà la regina, e dove due anni fa andò, invi- tatoad

una

partita di caccia,il principe di Napoli.

Press'a poco alla stessa distanza da Milano viè,a Lainate, la splendida villa di casa Litta

— ramo

ducale

oravendutaaiWeil-Weiss,unodeiquali' sposandolacontessinadiSoissons,s'imparentòcolla famiglia del principe di Garignano.

Nello stesso raggio, intorno a Milano,v'èun'altra villa

veramente

grandiosa, quella di Castellazzo- Arconati, dove primasi facevano le corse.Passata in casa Busca, vi sta ora

donna

Luigia Busca,ma- ritata Sormanni, cognata dell'on. Sola; ad Arcore, vicino a Monza, la splendida villa del marchese

D'Adda

che è sempre centro di riunioni geniali e simpatiche,allequali presiedelacortesiaelospirito della marchesa Bice D'Adda; a Carimate lo splen- dido castello del deputato Arnaboldi, dove

ha

pas- sato qualche

tempo

anche la sposaArnaboldiDella Porta; ad Affori, cheè quasidiventatoun sobborgo di Milano, la villa Litta, dove il suo attuale pro- prietario don Giannino Litta, ex-uffìciale di caval- leria, risiede tutto l'anno e fa molto benealpaese

come

sindaco; a Padernola villa Bagatti-Valsecchi,

(22)

IlCervello di Milano

grandiosa ed artistica,tutta messainistiledel 600 con esattezza escrupolosità storica,

ammirata

dai numerosi visitatori che vi si recano in ogniepoca dell'anno. I Bagatti-Valsecchi

hanno

due passioni;

questa delle ricostruzionistoriche e quella delve- locipede.

Anche

lalorocasa aMilanoin stiledel400 è una meraviglia.

E

non la finirei più se volessicontinuare,perchè

non

vi ho parlato che di poche ville vicine a Mi- lano,

ma

vi sono poi tutte quelle della Brianza e del Varesotto.

Le

prime avvisaglie invernali

hanno

giàfattori-

tornare in città una buona partedeinostri iallons 7'ouges ambrosiani. Di guisa che al solito « bar » ritornano di

moda

i versi del

Guerin Meschino

dedicati a questo bel

mondo:

Oa biccier de Sherry.

Thank you.

— Damm

on sandwichfade moli.

Verywell?

Me

doeurel eoo!

Migraine stifftbeatifull.

Gutta i tecc, forfait,boockmacker, Steeple chase, aliright e meet.

Tucc sti ingles sensa Bedeker Hinvesti deingles polit.

Ciao,voo al lunch.

Com'è, te scapet?

Sì,voo a mettel smokingciapet.

(23)

ÌlMiÌMÌÉiMÌiÌ;ÌÌ

I FRANCO-^ITALIANI

Se l'autore di

Mirra

potesse rialzareilcapo rab- buffato e sonnolento,

come Adamo

nel celebre so- netto dell'abate Minzoni

eglifarebbe

una

risatina.

Ciò sarebbe straordinario, perchè sisachel'allo- brogo feroce

non

rideva mai.

Ma

ciò sarebbe altresì logico, comprensibile, ed equo.

Dappoiché, o signori, il Misogallo alfieriano ha avutoed ha in questanostraItalia

una

falange ma- cedone di correligionari e di accòliti.

L'odioalla Francia è di rigore

come

la marsina al veglione del venerdì grassoallaScala.I francesi

non

sono che dei hlagueurs fastidiosi, Parigi non è che un sobborgo della leggendaria Gomorra, il

figurino delJournaldesdarnesnonèpositivamente che uno scellerato scarabocchio, il

Bordeaux

è un vinochedàla colica e,

insomma,

tutto quelpopolo

non

è che una

massa

di antipatici.

(24)

24 // Cervellodi Milano

E

del resto, per

una

quantità di altri ben pen- santiposti al di là delle Alpi, nella dolce terra di Chateaubriand e diVictorHugo,noi non siamo che

macarom,

briganti, suonatoridiarpilegno e strac- cioni, sporchi sì,

ma

ingrati.

Cosi il sistema del do ut des è bene suffragato.

I conti bilaterali

camminano

che è

una

delizia.

E

si tengono le polveri asciutte peril

gran

giorno, profetizzato inevitabile.

Eppure

checché ne dicanoescrivanoisemina- tori d'odio

questo antagonismo

non

puòdurare.

È

uno strabismostorico,

una demenza

politica,

uno

sforzo bieco di esaltati,

una

coalizione di interessi impuri, un attentato alla civiltà

e,

come

tuttele cose mostruose, non sopraviverà alle cause effi-

mere

che lo produssero e che l'alimentano.

Questo esordio era indispensabile scrivendo in testa al presente capitoloil

nome

deiGondrand.

I fratelli

Gondrand

stabiliti da oltre vent'anni in Italia,sene sonfatta lalorosecondapatria,svol- gendo qui le loro iniziative coraggiose, la loro at- tività febbrile, le attitudini felici everamente ec- cezionali del loro talento commerciale.

A

Milano,ilcav.Francescoè

una

notabilità,

come

lo èa

Genova

il cav.Clemente.

top

Non

c'è milanese che

non

conosca l'Agenzia in- ternazionale dì viaggiin Galleria Vittorio

Ema-

nuele.

I

Gondrand

la rilevarono dalla casa Caygill di

(25)

/ francoitaliani

Londra,in seguitoalcracU checolpivaquesta ditta inglese.

Inquel locale dall'aspetto signorile e invitante, nelle cui vetrine amplissime fanno bella mostra

le novità più ricercatein materiadiletteratura di viaggi, di guidee di orari, di riproduzioni fotogra- fiche e dei mille altri oggetti cosi indispensabili al iouriste

come

la tabacchiera al frate predica-

tore—in

quellaagenziadoveferve incessantemente

il lavoro, si fornisce gratuitamente ogni informa- zionesui prezzi, orari editinerari e quant'altro si riferisce ai viaggi.

sidannonotizie e recapiti perqualunquecittà d'Europa ed altri continenti.

sidistribuisconoibigliettiferroviaridellereti adriaticaemediterraneaper trenidirettied

omnibus

per qualunque destinazione

biglietti diandata e ritorno ordinari e festivi

biglietti circolari per l'interno e per l'estero

biglietti speciali di an- data e ritorno per Parigi e

Londra —

biglietti a tariffa ridotta per militari, impiegati, ecc. Tutti i

biglietti si vendono ai prezzi stampati suibiglietti stessi, senza alcun aumento, e sono valevoli per partire con qualunque treno della giornata.

si distribuiscono pure biglietti di passaggio di tutte le

compagnie

marittime, per ogni destina- zione

biglietti ordinari e circolari per le fer- rovie americane

sleepìng cars,

pulmanns,

cou- péS'lelti.

si ricevono e scritturano direttamentei ba- gagli per tutte le destinazioni del

mondo.

(26)

26 11 Cervello di Milayio

ti^

La

casa

Gondrand

aMilanoed a

Genova

è agente generaledella potente

Compagnie

generale traìis- atlaniique,

come

dellastessa

compagnia

sonoagenti generali i fratelli Girard, parenti coi Gondrand.

La Compagnie

generaletransatlantique dispone,

come

è noto,dei più eleganti eveloci piroscafi per la lineapostale settimanale celerissima,

Havre-New

York,compiendo la traversata in soli settegiorni.

La Towaine,

la Gascogney la

Champagne^

la

Bourgogne,

laBretagnee la

Normandie

presentano

il più raffinato comfort che si possa desiderare a bordod'un piroscafo: illuminazioneelettrica,cabine di lusso, biblioteca, bagni, medici, ecc.

La

nominata

Compagnia

esercisce anche lelinee postali mensili delle Antille (lineada Saint-Nazaire a

Vera

Cruz; linea Havre-Bordeaux a Haiti: linea Havre-BordeauxaColon: lineadaMarsiglia aColon; linea da Saint-Nazaire a Colon).

E, infine,la

Compagnie

generaletransatlantique batte coi suoi vapori le linee postali del Mediter- raneo, con partenze da

Genova

per Marsigliatutti

i martedì incoincidenzacollelineeperlecosted'A- frica e Oriente, nonché per Corsica e Malta.

Fa

anche il servizio fra Porto Vandres e l'Algeria, Orano, Gartagena,nonché fra la

Spagna

e l'Algeria.

Non

bastando alla prodigiosaattivitàdei fratelli

Gondrand

questa giàampiasfera dirappresentanza, estendentesi in tutti i punti del globo civilizzato.

(27)

/franco-italiani 27

essi assunsero anche recentemente la rappresen- tanza a Marsiglia della Navigazione generale ita^

liana.

^413

Ma

questo non è ancora il quadro completodel- l'organismo,delleramificazionie dellosviluppodella casa Gondrand.

Non

si può parlare di essa senza dire almeno qualche parola d'unadellesue piùfelicieingegnose innovazioni, che le

hanno

acquistata giustamente grandepopolarità ed

una

largaclientela.Alludiamo»

come

tutti capiscono, al suo servizio generale di trasporti.

I fourgons de

déménagemeni

della ditta Gon- drand

hanno

una reputazione proprio di cartello.

Sono colossali veicoli internamente imbottiti, che possono contenere

comodamente

lamobiliadicinque aseicamere; con questi forgoni si evita l'inconve- nientee la spesa dell'imballaggio degli oggetti fra- gili e di quelli che richiedono speciali cure,

come

specchi,quadri,ecc.

Per la lorosolida costruzione e per l'ingegnosa imbottituradelle loropareti interne,essipreservano altresì la mobilia da qualsiasi rottura od avaria.

Questi forgoni

vengono

caricati a cura e spese della ditta, la quale ne effettua il trasporto,ase- condadelledistanze, ocon cavalli,ocol

mezzo

delle ferrovie,essendo costruiti in

modo

da poter essere trasportati sui vagoni stessi delle strade ferrate, evitando cosi i trasbordi tantodannosiallamobilia.

(28)

28 // Cervello dìMilano

La

Casa cura altresì lo scarico a destinazione, tenendo per questo servizio speciale un personale fidato e sperimentato.

La

ditta

Gondrand

tiene un deposito sufficiente di questi suoi ammirabili furgoni, per qualunque servizio, non solo a Milano (via Tre Aberghi, 18)

ma

aGenova,

Roma,

NapolieTorino, tacendo delle numerosissime agenzie daessaimpiantateall'estero pel serviziogeneraleditrasporti (totaletrentanove case).

La

sede principale delle

numerose

case fratelli

Gondrand

e fratelli Girard si trova in via

Tre

Alberghi, 18, ove si

assumono

incarichi per tras- porto aforfait in ogni paese, sia per

mare

che per ferrovia; per operazioni doganali,incassi, in- formazioni commerciali, contenzioso, ecc. Ogni

filiale dei

Gondrand

ha servizi di groiipages re- golari a vagoni completi, a grande vantaggio del

commercio

che trova cosi

un

risparmio sul costo diretto.

I principali

groupages

dellasede di Milano sono da Milano su Napoli, Bari, Firenze,

Roma, New

York, Londra,Parigi, Basilea,ecc., dall'Inghilterra, Belgio, Parigi, Monaco, Vienna ed altre città su Milano ed altri punti dell'Italia.

È

unportodi

mare

con un vae vieni inesauribile.

Cinqueannifailcav. Francesco Gondrand, che

come

abbiam detto

oltre ad essere

un

abile ed instancabile

uomo

d'affari, è altresìunospirito colto,

(29)

/franco-italiani 2d

amante

dell'arte e della mondaniti\ intutte leloro varie espressioni, volle fondare

un

giornale,ilquale, in Italia e all'estero, fosse quasi il monitore delle comunicazioni ferroviarie e marittime, la lettura prediletta durante le ore di mollezza, e diremo anchedi tristezza,che assalgonoinviaggiola fibra del iourisle più sperimentato.

Il giornale venne alla luce e si

chiamò

appunto Il Viaggiatore^edopo

un

quinquenniofortunato di vita diffusa e operosa, continua brillantemente le sue pubblicazioni anche oggi, uscendo quindicinal- mente,

sempre

riccodi notizie utili e di causeries piacevoli.

Il Viaggiatore ebbeneiprimitempia suo princi- pale redattore un giovane pubblicista pieno di ta- lento e di cuore, Giulio Manzoni, il pronipote del- l'autore dei PrornessiSposi. Eglisieraguadagnata la stima la tìducia del cav. Gondrand, ed a luiera stata affidata la compilazione della

nuova

effe- meride.

Egli riuscì a far entrare il giornale della casa

Gondrand

nelle abitudini del pubblico che viaggia ed anche che non viaggia, cosicché oggi II Viag- giatore si trova e si vende in tutti i centri

im-

portanti della penisola e gode di

una

reputazione invidiabile.

OrailpoveroGiulio

dorme

«sottolepietrebianche alla Certosa»abbattuto precocemente da

un morbo

protervie e implacabile.

(30)

30 // Cervello di Milaìio

Gondrand ama

Milauo

come

la sua secondapatria enoQtralasciaoccasionedidimostrarlo.Ilsuo

nome

è legato da

tempo

a tutte le opere di beneficenza milanese: qualunque iniziativa filantropica sorga,è certo che trova in lui

un

entusiastico sostenitore, pronto a pagare di borsa e di persona.

Una

dellesupremelietezze dellasua operosissima vita, si è la febbrile attività negli affari.

Citiamo ad esempio l'assunzione da lui fatta re- centemente della importante gestione dei Magaz- zini di Lombardia.

I fratelli Gondrand, infine, onorarono in Italiail

nome

della loro patria d'origine

~

la Francia

perla quale in fondo al cuore di ogni italiano vi

ha una

simpatia irresistibile, fruttodi consangui- neità e di tradizione storica.

(31)

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

SUL CORSO

Su

e giò

poeu ancaraò Tutt el di

giò e su;

Bell brutt

bagnaa o sutt Quistichi

requien pu.

Requien pu

per guarda, Bagola

fass vede;

L'è so spass

pesta sass, Gh'h'an la cà

sui du pè.

Bei bei

a vedei

Batt i tacch

vess

mai

stracch, Saludà

streng la man, Popola

tutt Milan.

(32)
(33)

^^^I^^^^^J^^^^^^^^^^^i^

"^

PRAEVIDENTIA VITAE

Dirimpetto al

Duomo,

nel punto più frequentato di Milano, sorge un palazzo imponente che fa an- golo colla via Mercanti: esso è di proprietà della

Gresham, compagnia

inglese dì assìcitrazioni sulla vita, la quale yi tiene i suoi uffici.

La

stessa

Com-

pagnia possiede in Milano un altro grandepalazzo al n. 5 in via Palermo. Ciò dà subito un'idea degli interessi che questa potente associazione anglo- sassone

ha

nellacittà che

non

a torto èchiamata la capitale morale d'Italia.

La Gresham

è diventata in breve tempo, dacché essa si è stabilita fra noi,il faro cui si converge l'attenzione di tutti coloro che,

non

dal caso,

ma

dalle assidue loro cure, dall'intelligenteloroaffetto vogliono che dipenda l'avvenire delle persone pre- ziosamente a loro care.

Un

motivo deve esserci perchè cosi larghe basi abbia preso a Milano

una

taleistituzione.

H CervellodiMilano. 3

(34)

34 // Cervello di Milano

E

questo motivo è detto in pochissime parole.

Qui la previdenzahaposto salderadici.Quisisente che « più dellamorte è forte l'amore ».

L'indefessaoperositàlombarda

non

può adattarsi 2\yax)rès

mot

le deluge delle società indecadenza.

Dove

tutti lavorano, debole è il sordido egoismo, incomprensibile è per un essere

umano

nel senso dignitoso della parola la supina indifferenza che dal fato attende la soluzione d'ogni problema av- venire; invece forte è l'intellettualecuradeipropri interessi; l'amore per la consorte, per i figli, per tutte le personecareèguidatodal pensiero; il pre- vedere all'avvenire della famiglia, il premunirla contro le eventualità che continuamente minac- ciano l'esistenza, qui è sentito

come un

dovere.

L'istruzione pratica che ricevono i milanesi, le attitudini che essi

hanno

per le arti, le industrie,

il

commercio —

le manifestazioni dell'attività ve- ramente

umana — hanno

sviluppato il culto della previdenza: da ciò il segreto delle vive simpatie che qui suscitò la Gresliam,daciòilperchèprimo del suo successo in Lombardia.

Altro motivo

non

dubbiosta nellagrandevitalità di questa istituzione, nelle straordinariamente so- lide garanzie di grandi vantaggi che essa offre.

La Gresham

life assuranceSociety fu costituita in

Londra

nel 1848; si stabili in Italia nel 1855;

ha un

capitale sociale di 2.500.000 lire,di cui sole 542.000 lire furonoversate. Per operare in Italia, versò atitolo di cauzione al governolabagattella di 978.120 lire in cartelle di rendita al cinque per cento; introdusse quindi quasi

un

milionenellecasse dello Stato.

(35)

Pracvidcntia vitae

Fortemente così stabilita fra noi, la

Ovesham ha

potuto arrecare

immensi

vantaggi a tutticoloro che sanno prevedere le eventualità della vita e garantire il proprio avvenire.

Non

a caso queste due ultime parole sono stam- pate in corsivo. Nella Gresliaìn, oltre diWassìcura- zioneincasodi

morte

checonsiste nell'assicurareun capitale od

una

rendita pagabiledopolamortedel- l'assicurato, sia ai suoi eredi, sia ad

una

determi- natapersona,y'èYassicurazionemista,checonsiste nell'assicurareuncapitale pagabile,od all'assicurato stesso ìq caso di vita ad un'epoca determinata, od ai suoi eredi, in caso di morte.

Da

ciòchiaramente rifulge

come

sia

veramente

ilproprioavvenirequello che assicurano coloro che nella

Gresham

poserola loro previdenza.

Tutti gli impegni contratti dalla

Gresham

ven- gono scrupolosamente mantenuti senza dar luogo né a contestazioni, né a difficoltà. Acciò poi

non

abbia a riuscireimprevedutoilcaso in cui sorgesse

un

dissenso fra qualche assicuratoe laCompagnia, questa accetta la

competenza

dei tribunali di Fi- renze, dove ha domicilio legale, e dove

ha

la sua sede delia succursale d'Italia.

Del resto il passato dell'Associazione è la miglior garanzia che essa possa dare in propo- sito.

La

progressione del reddito

annuo

e delle attività della

Gresham,

in

armonia

coU'aumento nei premi per

nuove

assicurazioni, è costante dalla fondazione della Società e in questi ultimi anni presenta dei risu'tati di un'eloquenza de- cisiva.

(36)

3G II Cervello diMilano

La

situazionedella

Compagnia

alla

metà

dell'anno scorso presentava le seguenti cifre:

Attività L. 111.610.614,—

Reddito annuo > 20.084.349,—

Somme

pagate per sinistri, sca-

denze, riscatti, eco > 234.804.082,—

Utili ripartiti, dicuiquattro quinti

agli assicurati » 18.800.000,—

Questi numeri diconotantoche sarebbesuperfluo lo spendere parole per dimostrarne l'importanza.

Non

a torto si è detto che le cifre

non

sono opi- nioni.

Ciò che

maggiormente

concorre a quotidiana-

mente

accrescere il

numero

degli assicurati alla

Gresham

è

oltre alla sicurezzamatematica che essi possono averedella solvibilitàdell'Associazione

lo specchio dell'aumentocontinuochesiverifica nei premi per nuove assicurazioni.

Ad

ogni periodo di ripartizioni, il capitaleda dividersi fra coloro che vogliono garantire contro la eventualità della sorte la vita propria e quella dei loro cari,cresce ed anzi si raddoppia con

una

regolaritàcronome- trica.Nel decennio dal 1868 al 1878 l'utile netto da darsi agli assicurati fu di 3.740.000 lire,nel decennio seguente, cioè dal 1878 al 1888, fu di 7.300.000 lire.

L'ammirazione che naturalmentesuscitano queste cifre,

come non

determinerebbe il cuore dell'uomo operoso e previdenteadapprofittarneper garantire la propria famiglia contro i pericoli che l'ignoto avvenire sempre minaccia?

(37)

Pracvìdcntia vifac

Vantaggi speciali poi offre la

Grcsham

pei mi- litari.

Gli ufficiali dell'esercito e della marina trovano mille noie nelle altre

compagnie

di assicurazionp, e ciò per il motivo che la loro esistenza è consi- deratainpermanentepericolo.

La Grcsham ha

posto in vigore un sistema speciale, secondo il quale i

premi pagabili per assicurazioni contratte da mili- tari, sia dell'armata,sia dell'esercito,siano fissi ed iiniforìììi per tutto il

tempo

pel quale è stabilito detto premio, e per tal guisa ogni rischio inerente alla professione di ufficiale siacoperto dal premio stesso.

Da

ciò chiaramente si vede

come

la previdenza della Greshara abbracci ogni classe di cittadini.

La sua potenza finanziaria garantisce contro le eventualità della sorte l'industrialeedilbanchiere, l'ufficiale ed il negoziante.Tutti coloro che

amano

fortemente e davvero i lorocari,che sentono i do- veri della famiglia, a lei affidano la tranquillità della loro vecchiaia,lasicurezzadelle persone loro dilette.

E

Milanolavoratriceeprevidentehariconosciuto lavalidità di questo istituto e gli

ha

dato cittadi- nanza, continuamente approfittandodellasua forza intesa al bene di tutti.

(38)
(39)

^>m'--^m^-J^£>^%m^^m^<-^

L GRAN GIAPPONESE

Uno

dei

nomi

più popolari a Milano è quello di

Romolo

Rituali, il proprietario dei grandiosi

ma-

gazzini di giojelleria ed articoli giapponesi situati nell'ex palazzo Savonelli in piazza del

Duomo,

sul- l'angolo delle vie Torino e Orefici.

La

vita fortunosa di questo simpatico

commer-

ciante

non

è un mistero per nessuno.

Nato

in condizione oscura, a furia di lavoro, di intraprendenza,diperspicacia,

ha

saputopian piano, tappa a tappa, conquistare un posto invidiabile nel

mondo

che produce e che guadagna.

Il buon

Romolo —

lo

chiamano

tutti cosi ed egli ne è giustamente fiero

può essere segnalato ad esempio di ciò che possa fare

una

gagliarda fibra dilavoratorecongiunta ad

una

finezza di intelletto e ad un tatto degli afi'ari assolutamentesuperiori.

Isuoigrandimagazzini sono attualmentel'oggetto dellauniversaleammirazione.

Non

c'èforestieroche,

(40)

40 11 Cervello diMilano

capitatonellapopolosa metropolilombarda,siastenga dal fareuna visitaa quel magnifico locale, dove si accoglie

una

vera profusione di oggetti d'arte e di lusso, permanente esposizione di tutto quanto di rafiinato edi meraviglioso produce l'ancor miste- rioso paese del Mikado.

Bisogna esser stati un'oretta in quei magazzini, in

mezzo

a quella colluvie affascinante di cera- miche, di bronzi, di lacche, di capolavori di deco- razione e di ricercatezza casalinga

a quella popolazione svariata e multicolore di oggetti per ogni capriccio e per ogniborsa

a quel tesoro dipoesiaasiatica,dalcarattere cosi originale ecosi luminoso...per formarsi

un

concettoapprossimativo dell'importanza commerciale ed estetica che sui costumi nostri e sul nostro gusto

ha

in oggi la produzionedelGiappone,ormaiacclimatatasi a tutte le esigenze della civiltàeuropea.

Il Rituali ha ilvantoindiscutibile di aver

demo-

cratizzato fra noi un genere di prodotti che, fino a

non

molti anniaddietro,erapatrimonioesclusivo dipochieletti,per la difficoltà

enorme

del traffico e per la elevatezza dei prezzi di vendita.

Egli

ha

saputo dare uno slancio

enorme

agli ar- ticoli usciti dalle

mani

dei più sapienti e geniali artefici di quell'Imperoche r03eano boreale cir- conda dell'azzurro delle sue acque e che gli indi- geni

chiamano

Tang-hou, cioè

magazzino

delsole.

Ah, che l'appellativo è beneappropriato a quella meravigliosa contrada, dove la poesia dei colori si

sposaall'idealità delle forme, dove l'estro del so- gnatore si circonfonde colsentimentodellanatura.

(41)

//grangiapponese 41

dove da ogni creazione d'arte

emana

un

profumo

sottile ed invincibile di nobiltà, di bellezza!...

Imagazzinidelbuon Romolo,sottoquesto aspetto, più che

una

arida e mercantile mostra di oggetti in vendita, meritano di essere considerati

come

un vero

museo

di opere d'arte, cheognipersona colta può visitare con profitto intellettuale,con intendi- menti assolutamentesuperioriallasempliceragione commerciale.

Rituali, del resto, non deve ancora aver chiuso

il ciclo delle sue fortunate iniziative.

Da

lui, dalla sua attività, dalla suaesperienza,lanostra Milano può ancora a=<pettare altre forti e grandiose

im-

prese, che ridondino ad onore del ceto laborioso cui egli appartiene.

Sappiamo —

a questo proposito

che il Rituali

ha

intenzione di fare prossimamente unviaggio al Giappone, il paese ch'egli

ha

tanto contribuito a far conoscere ed apprezzare dagli italiani nel rap- porto dell'arte e dell'industria.

Niun

dubbio che da tale escursioneegliritrarrà

nuove

idee, nuove ispirazioni, nuove energie.

E

noi gli

auguriamo

cordialmente un propizio e fecondo viaggio, ed un ritorno vittorioso, tale che

aggiunga

al suo

nome —

giàcosì chiaro nel

mondo

commerciale e cosi benedetto nel

mondo

della be- neficenza milanese

una

nuova

fronda di più, a conforto dei molti che gli vogliono bene.

Fra

i

quali

ed egli lo sa

noi cisiamo.

(42)
(43)

G0M3IA E " GOMMEUX

Brrrr!... Sapristi! ! che stillicidio,chefango,che paturnia nel cielo e negli uomini!...

Sull'acciottolato

non

si profilano che gonnelle a- bilmente retroussées, e grossi scarponi impillacche- rati.

L*aere è grigio

come

la barba del principe Tri- vulzio, e la pioggia

. . . .stendeimmensestriscie

Come sbarredicarcere.

A

rigore, in questa giornataccia d'inferno, non ci sono più a Milano quattrocentomila anime,

ma

quattrocentomila ombrelli.

Cioè, rettifico. L'ombrello, questo arnese discre- tamente grottesco e sufficientemente incomodo, va

sempre

più declinando nelle abitudini della popo- lazione, e non è lontano il giorno che scomparirà

(44)

44 II Cervello dìMilano

affatto. L'unico campionepreistorico sarà conser- vato dall'ex maggiorCappa, quello delle

Memorie,

Ilnemico irreconciliabile e fatale del tradizionale parapioggia è Vimpermeabile.

Ormai

gliuominieleganti,igiovanotti

gommeux

che aspirano tanto a passare per compatriotti di ord

Byron

e le nobilisignore che vorrebberotutte essere sorelle di latte colla principessa di Galles,

hanno

adottato Vimpermeabile.

Cosa volete di piùvago d'una donninatuttarin- chiusain

un

lonsdale^ o in un colleen o in

un

fife, dallepieghedelicate e flessuose, che sapientemente celanola loroadamantinaresistenzaa tuttelefurie dellecaterattecelestiali, a tuttele liquide impron- titudini di Giove pluvio?

E

cosa volete di più estetico, di più comodo, di più sans gène, per un uomo, che deve andare at- torno pergli affari suoi, che non vuole impicci e che non vuole inzupparsi

cosa volete, ripeto, di megliod'unodi quegli splendidiulsters, o chesteì^- flelds,

carnavons

chepotete acquistare dall'Hal-

phen,

il più gran distributore di impermeabilidi ultima novità che ci sia a Milano?

La

ditta

Halphen & C,

che

ha

casa di vendita all'ingrosso in viaBrera, 11, tiene ilsuonegozioin via Carlo Alberto, n. 2, con

un

ricco assortimento di specialità in articoli di

gomma

elastica e gut- taperca, articoli per chirurgia ed industrie, tele impermeabili d'ogni qualità per ospedali, mercerie e giocattoli d'ogni genere.

È

certissimo che se al

tempo

di

Noè

ci fossero stati gli impermeabili

dell'Halphen,

quel vene-

(45)

Gomma

e «

gommeux

» 45

randopatriarca non avrebbe

consumato

tantianni nella costruzione dell'Arca.

Un

buon ìnverncss-pipistrello sulle spalle, e si

potevano siìdare

pipando tranquillamente

i

quarantagiorni e le quarantanottidi pioggiator- renziale che allagarono il

mondo

1

(46)
(47)

,?»:to-y'^-^-%^-^,^.Ai-^

FRA

UN

PELECANUS OXOCROTALUS

ED

UN

ACROCEPHALUS PALUSTRIS

Di zoologia, signori, io

non me

neintendo.L'ho appena studiata in

un

dizionario-enciclopedico,che al vocabolo oca diceva:

«È

un animalesimileall'a-

nitra» e

andando

acercare anitra si leggeva: «

È un

animale simile all'oca>.

Dopo

di che la vostra erudizione in materia di palmipedi poteva sfidare Buffon, Cuvier e Linneo

come

se niente fosse.

È

impossibile però avere anche

una

tenue pas- sione per la scienza naturale, e

non

provare

una

lieta meraviglia entrando in quel cenacolo della fauna imbalsamata cheè iuGalleria Vittorio

Ema-

nuele, 84-86, di proprietà dell'Enrico BoQomi.

. Per

un momento,

làdentro, c'èdacredersi tras- portati in

una

fantastica forestabrasiliana,

quando

pure,dandoocchio a certezanne acuminate, a certe gole da cui pare debbauscire un'urlante minaccia

(48)

48 II Cerccllo di Milano

non

abbiate lafugace illusione di trovarvi nelser- raglio Bidel.

Enrico

Bonomi

è unnaturalistapreparatore,che deve averescopertoilsegretodell'antica Iside,sotto l'egida dellaquale i re dell'epoca faraonica

traman-

davano le proprie salme alla posterità.L'imbalsa- mazione egizia checi trasmise intattee profumate le

mummie

sesdstree, rivive oggi più geniale, più estetica e più sapiente nelle vetrine del Bonomi,

Tuttele specie variopinte e delicate dell'ornito- logia, tutti i campioni più rari che la passione venatoria possa desiderare di veder riviveresopra una mensola, nell'angolo di unterrazzo od'un giar- dino, sotto una lucida

campana

di cristallo o pen- silmente librato dal riccosoffitto d'unasala; tutto

il

mondo

piumato e velloso, dai più teneri cantori delle fronde aipiù terribili trogloditi delle foreste vergini, tutto trova

nel laboratorio zoologico del

Bonomi —

la risurrezione della fauna, la ricostru- zione organicaed esteticacosiabilmenterievocata, cosìdurabilmenteespressa, da sfidareogniparagone colla naturaviva.

Il Bonomi,d'altronde,

non

si limitaad essere

un

preparatoreeminente:egli porta nei suoi lavori

un

sentimentod'artefinissimo, che è facile constatare ogni giorno facendo

una

ferraatina dinanzi alle sue bacheche.

Egli sa creare, coi suoi animalimorti,deigruppi d'una armonia e diuna grazia assolutamente pitto- rica: qua uncolibro spulezzante fra le frondi,un intrecciodicandidissime colombe che paionotubare

il perfetto amore, altrove la irsuta testa d'un cin-

(49)

Fì-a ìinpelecanusonocvotaliiSyecc. 49

ghiaie che

sembra

si stani dal suo covo: è non soltantolaconservazionedella forma,

ma

è la con- tinuazione dellavitachesi presenta all'osservatore:

ed in questo genere inventivo il

Bonomi

non ha, credo, rivali.

CoU'aiuto del figlioPierosiracchiudenelproprio laboratorio, situato in unvasto ed arieggiatosolaio, che trovasi al livello della grandetettoiadella gal- leriaVittorioEmanuele.Lassù, aquell'altezza,degna delle aquilecheil

Bonomi

imbalsama, avvi un vero

museo

di palmipedid'ogni ordine, specie e famiglia;

dal minuscolo canerinoal maestoso struzzo,dall'in- nocua tortoraal rapace avoltoio o sparviero. Ogni angoloè occupato dadei lamellirostri,totipalmi,lon- gipenni, trampolieri, fagianidi e rampicanti; ogni pareteèornatadilunghi palchettisuiqualitrovansi rettilid'ognisorta,

come

ofidi,sauri, anfibi ebatraci;

in larghe vetrine intere collezioni d'insetti: lepi- dotteri, farfalle, imenotteri, coleotteri, ecc.

Fino

il soffitto è occupato; da esso pendonogiù teste di camaleonti, rinoceronti e coccodrilli. Il laboratorio infine di

Bonomi

è

un

vero arsenale del genere, degno di essere visitato,

quantunque una

splendida fotografia che il

Bonomi

regala ai suoi clienti dia l'esatto e dettagliatopanorama, dirò così, diquella galleria del regno animale. Ogni giorno da quel laboratorio partono,alla volta delle più lontanere- gioni, artistici lavori d'una finitezza incomparabile.

Bonomi, geloso dell'operasua cosìdelicata,ne ac- cudisce con la

massima

attenzione l'imballaggio, tanto che i fragili gruppi,sianopuredigran mole, giungonoa destinazioneincondizioni perfettissime.

Il CervellodiMilano. 4

(50)

50 11Cervello (li Milano

Dopo

quantosièdetto,sarebbeun vero pleonasmo trattenersisullaestensionedi affarichequesto labo- ratorio zootecnico compie, tanto nel regno quanto all'estero.

Basti accennare, così cn passant, che il

Bono

mi

ha

guadagnato due medaglie d'oro alleEsposizioni nazionali del 1881 e 1884, oltre a nonpochidiplomi di merito ed attestati dell'estero, e che al suosta- bilimento la Casa reale affida i lavori considerati di

maggior

importanzaedipiù difficileesecuzione.

Pressoil

Bonomi

trovasiildepositocompletodelle fotografie alpine del noto Vittorio Sella di Biella, oltre

un

ricco assortimentodi vedute artistiche di tutta Italia e di fuori. Il figlio Piero Bonomi, ec- cellente poliglotta, disbriga pure in negozio il fan- tastico americanoe lasnella miss inglese,il posi- tivo teutono

come

la leggiera mam'zelle francese

(51)

rTTT

I I I I I

I

' 1

T

\ I I

I

T

BEATI

I

PRIMI,.,

Non

avetemai pensato alle stranezze delle pa- role?

Si dice casa di salute ad

un

edificio pieno di ammalati; si

chiamano

bassi certi cantanti che,

come

il Navarrini, misurano oltre due metri di elevazione; si dice farsi la barba il portare via dal

mento

fin l'ultimo pelo; si qualifica i^ev

buona

società quella che lavora

meno

e che

ha

per con- seguenza i maggiori vizi; e, per finirla, si dà del giovane di studio a

un

povero diavolo di copista che abbia cinquanta lire al

mese

ealtrettantianni sulle spalle.

Non meno

ridicola è lanota sentenzache,basan- dosi sulla discrezione del prossimo, proclama beati gliultimi.

Un

torcicollo che vi pigli!Ioper

me

affermoche ad arrivare ultimo

mi

son sempretrovato malis- simo,

ho

sempre fatto la figura barbina del

Gam-

bastorta.

(52)

52

U

Cervello eliMilano

No, no, ragazzi mieil Credete ad

un

pozzo di esperienza. Beati i primi, perchè su essi

non

pre- varràl'egoismo del mondo. Beati coloro che arri- vano primi al teatro, al restaurant,al tramvoaya vapore, e magari al primo estratto nel giuoco del lotto! I primogeniti

hanno

avutosempre unasupre- mazia sui cadetti.

Le

primizie nell'arte culinaria sono le più gradite e le più costose. I primi all'e-

same

scolastico, al tiro a segno,alle corse,vincono

i'grimi premi. Il

primo amore

è il più seducente,

il'primo duello è il più emozionante,la

prima

co-

munione

è la più indimenticabile!

Che

dirvi altro?

È

stato scelto il

primo maggio come

data ricorrente della grande manifestazione fra i lavoratori di tutto il mondo.

Senza contare che Napoleone I vale certo più di Napoleone III e che un

primo

tenore assoluto èmolto superiore ad

un

comprimario.

Dunque: —

Beati i primi,e,fra i primi,beatoil

cav. Beati!

Quest'uomo, benchésiaappena di

mezza

età,può dirsi uno deiveterani delcorso VittorioEmanuele.

La

suafiorente casa in maglierie di seta, lana e cotone conta

un

trentennio di vita.

Il bel negozio di EnricoBeati, sito sul corso al- l'angolo via S. Paolo, 1,

ha

sfidato molte concor- renze,

ha

veduto molti tracolli,molte trasforma- zioni,moltevicendecommercialicompiersi in quella superbaarteriadiMilano,cheèl'ambizioneespesso

(53)

Bealiiprimi!... 5'}

la croce di tanti spiriti sitibondi del successorapi-

damente

conquistato.

Non

è possibile negare al cav.Beatiil merito di aver dato, col suo modesto

ma

intelligente e co- scienzioso lavoro,

un

vigoroso impulso ad

una

in- dustria, la quale

per l'Italia

— ha

nellanostra città la sede più antica e ragguardevole.

Il Beati

ha

fatto e ripetuto diligentemente

un

visibilio di studi comparativi, di tentativi tecnici;

ha viaggiato,

ha

innovato,

ha

trasfuso sangue ri- goglioso nell'organismo della suaindustria; appro- fittando di tutti gliinsegnamentidellalavorazione estera, giovandosi di tutte le novità meccaniche introdotte

man mano

nella fabbricazione dei tes- suti,secondo le esigenze mutabili del lusso e della moda.

E,sotto la sua attiva e acuta direzione,allosta- bilimento non poteva

mancare

unosviluppoprogre- diente ed

una

congrua fortuna.

La

clientela della ditta Beati abbraccia tutte le

gradazionisociali,poiché fornisce prodottipertutte le borse.

Dalle succinte magliette in lana eincotone alle elegantissime lavorazioni in seta, c'è tutta

una

scala di Giacobbe che si protende attraverso alla più ricca varietà di articoli: c'è tutto

un

biribis- saio di felpati, di mussoline, di flanelle, di calze, di camicie, di bretelle, di panciotti,di guanti,ecc., nel quale può sbizzarrire i suoi desideritanto

una

duchessa che

una

crestaina, tanto

un

giovane lui-

sant dell'aristocraziaquantounostudentello od

un

impiegatuccio dalla borsa mingherlina.

(54)

54 II Cervello diMilano

Del resto

lo dico qui nel segreto della pub- blicità

il cav. Beati gode specialmente le sim- patie riconoscenti del nostro

mondo

femminile,che egli fornisce di tanta grazia diDio.... Le altiere

dame

dell'aristocrazia, le loro rivali dell'alta bor- ghesia esigenteespendereccia,

amano

ilbenemerito industriale che

ha

sempreinpronto le derniercri della moda, in ciò che nella donna precisamente è delmaggiorerilievo:

— come

ilcorredodelle calze, delle maglie, dei mille fabbisogno d'una toeletta destinata a far spiccare le bellezze naturali d'una figlia d'Eva.

Anche

S.M.lareginaMargheritaricorrealBeati per frequenti ordinazioni,sapendo chelaqualità dei suoi prodotti

non temono

il paragone delle

marche

forestiere, e volendo associare al buon gusto negli acquisti

una

intelligentetuteladellavoro nazionale.

Un

ultimo particolare.EnricoBeatièproprietario di case. Egli rappresenta la glorificazione del ce- lebre aforisma di Bismarck:

Beati.... possi- dentesì

(55)

A. ZERO GRADI

Quando

il mercurio è in ribasso

come una

ren- dita turca,

quando

la cittcà nostra

sembra

un sob- borgo di quella terribile terra che è l'Esquimesia

la patria delle foche e dei capidogli

— quando

tutto è gelo intornoa voi

dallabottiglia d'acqua che avete sullamensola alla punta del naso che spunta dal vostro bavero rialzato, dal marciapiede della strada al laghettoartificiale deigiardinipub- blici;

quando

la

bruma

fìtta e nauseante accieca l'umanità

come

suole acciecare la collera, e che tutte le fibre dell'organismovivente

tremano

sotto

i morsi del sotto zero

come

sefosserosottol'incubo d'un terrore inesprimibile

allora, amici lettori, il pensiero corre

bramoso

al caldo regnodelle pel- liccio che nel magazzino dei signori Gattinoni o Bassis, successori di G. Porro, in galleria Vittorio Emanuele, con ingresso in via Silvio Pellico n. 0,

rappresentano in

mezzo

al gelido impero dell'in- vernoilpreservativo più dolce e più accarezzante,

(56)

5G 11 CervellodiMilano

lapiù tenera,calda,impenetrabiledifesa dellacarne e dell'anima agli assalti crudeli della stagioneje- male.

In quelmagazzino dove le pelliccie più preziose

vengono

confezionatesapientemente,tuttelenostre signoredallaepidermidedelicata e trasparente,tutti i gentiluomini dalle abitudini opime ed esigenti, possono trovare largamente di che sbizzarrirsi e soddisfarsi.

le nostre

dame

della haute si provvedono di quelle mirabolanti pelliccie dai lucidi estrani ri- flessi micàcei, prodotti della fauna d'ogni paese e d'ogni meridiano,dalleforme assolutamente impen- sate

tenui

come

lane, pure e avvolgenti

come

veli di garza, tessuti tiepidie voluttuosichedanno allapersonal'eleganza statuaria eserbanoalsangue

una

dolcezza primaverile deliziosa....

È

da Gattinoni e Bassis che pigliano quelleloro spettacolose pelliccie 1 nostri viveurs che

temono

il freddo

come

tante lucertoleechesenzailtenero peluscio sulle spalle basirebbero di grippe ogni ventiquattr'ore.

È

da Gattinoni e Bassis cheescono quei mirabili mantelli che dal color bigio vanno al tabacco di Spagna,dal tortora al

maiz

ealgrano maturo,dal- l'azzurrigno pallido al color avorio

quei grandi e maestosimantelli che

pompeggiano

sugli omeri superbidellenostre signore,nellevetture padronali, nei palchetti della Scala, nei gaì^den party dei parchi, alla caccia, ai balli, intutti i ritrovi della moda.

A

proposito di pelliccie,ricordate voi laspiritosa definizione di Yorich?

(57)

.4 zero gradi 57

— Che

cosa è

una

pelliccia?

— È

una pelle che ha cambiato bestia.

creature sensibili, o

anime

tremebonde, o va- nità che volete fare impressione, o bellezze che volete trionfare, o ambiziosi che volete conqui- dere.... non dimenticate che a Milano chi dàil ca- lore nel più acuto inverno, chi dà il benessere, la imperturbabilità, la serenità delle fibre,dei sensie dello spirito in

mezzo

ai nudi e neri paesaggi ne- vosi è la ditta Gattinoni e Bassiseche le suepos«

senti pelliccie possonosfidare

impunemente

ighiac- ciai eterni della Groenlandia

come

lerigide altezze dell'Himalaja!

(58)

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