IL CERVELLO
DI MILANO
POMPONET
T
MILANO
TIPOGRAFIA DEGLI OPERAI (SOC. COOP.) Corso VittorioEnìanuele,iS'i6
1891
Tutu
isingoliarticoli contenuti nel presentevolume
sono posti sotto la tutela della legge, che ne interdice yngorosamente
la riproduzione.?77aI'
J^ TU FEFt TU
col
signor lettore
Xon facciamo un
catalogo,neuna
guida.Sono
cose volgari, le qualiormai non hanno jnù
che v.n valore molto relativo.Il rosario degli indirizzi, delle strade, delle botteghe, delle professioni, ecc.
—
tutti quegli elenchimonotoni
e fdaccicosi, sonouna vera
afflizione della vita.Che non hanno
fatto questipedanti
della sta- tisticaìQual
cosanon
cade sotto la loro finca alfabe- tica enumerica? Le
cifre esatte delle cosepiù
fantastiche, chiedetegliele: essi le sanno.Sono
capacipersino
di fare la statistica—
o di ten- tai^ealmeno
difarla—
di tuttiicastelli in aria, di tutte lesperanze
deluse, di tutti gliamori
'morti
prima
del loro tempo.Ebbene.
Noi non abbiamo
ilcarcinoma
del-Varida
ematematica
statistica.905550
Il Cervello diMilano
Le
nostre sonosemplicemente
dellepagine
staccate; cogliamo deinomi
conspirito discelta,siamo
cronisti estemporanei, d'occasione, osser- vatorinon
troppo indifferenti e hiograflnon
soverchiamentepessimisti.Il Cervellodi Milano coìnpendia nel titolo la
propria
ragioned'essere.VictorHugo non chiamò
forse Parigilecerveaudumonde
? Ciò cheforma un
nucleo di attività e di fosforescenza: ciò che è focolare dipensiero, di iniziativa, dipassione^di amhizione, distudio e di allegria,
può
henchiamarsi
lamassa
cerebrale diima
città e diuna
popolazione.Ora,
Milano ha
i suoi lobi, lasua materia
grigia, lasua pia
m^adre e la suadura madre
definiti topograficamente dallafigura poliedrica che dalla piazzetta di S. Carlo va alla
piazza
delDuomo,
dalDuomo
allaviaManzoni
ejnazza
della Scala,da
questa allaGallona
VittorioEmanuele
e vie adiacenti.Su
questa pianta, 7nolto succintama
cosi ricca di vitalità e disangue
arterioso—
in questogran
centro di lavoro edi Tnondanità, cheriassume veramente
lacomplessa fisionomiadellametropoli lombarda, neicostumi,nellecaratteristichenaturali esim-
patiche del suo popolo—
noiabbiamo
voluto abbozzare qualchesilhoutte,senzaalcuna
pretesa ditramandare
ai posteri chicchessia, e tantomeno
noi stessi.Certo in questo
volume non
è contenuta la sintesi delle notabilità industriali,commerciali
ed artistiche che il centro diMilano
nostro con-A
tuper tu 7Ucne.
Sono
spigolature—
lo ripetiamo— non
paijine di ini catalogo. Molto altro nuiteriale abbiariìo sottomano, e ci servirà
per
la pubbli- cazione cheintendiamo
far seguirea
questa che oggipresentiamo
algran
pubblico.La
pubblicità cheper mezzo
nostro vien dataa
tantirami
dell'attività milanese, fattori indi- scutibili delprimato
mot-ale edeconomico
che godeMilano
nel concerto delle città italiane, servirà— speriamo — a
farsempre
meglio conoscere edappt-czzarelaproduzione lombarda, nonché
la virtù del lavoro, delVintraprendenza, delcoraggio,dell integritàprofessionale che tanto distinguono le classi operose della nostrapopo-
lazione.Proclamare
il bene è fare il bene— ha
dettoTommaseo.
Eccoperchè
cicompiacciamo
delVo-pera
nostra,pur
fidando nell'indulgenza del signor lettore!jPomponet.
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Universityof IllinoisUrbana-Champaign
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m^^
IL TEATRO "CHIC
Se la Scala è il teatro massimo, le
premier
tliéàtre du
monde, come
lochiamavano
i francesiuna
quarantina d'anni fa—
se il Filodrammatici è il teatromignon,
dove la gente va senza pre- venzioni e preoccupazioni, lieta soltanto di dare lo spirito tranquillo e libero alle manifestazioni estetiche, prima con attenzione e infine con entu- siasmo—
ilManzoni,
o miei lettori ij^noti, è ilteatro chic per eccellenza, perchèespressione vera di questo vocabolo intraducibile è la nervosità costante, è quel non so che di appassionato e di temibile che in linea diarte costituisce il giudizio d'unacittadinanza.
Il
Manzoni
è stato costruito sull'area dellacasa già abitatadaMassimo
d'Azeglio.Quel fineestranotemperamento
d'artista che fu il gentiluomo pie- montese èdunque
l'abavo del signorile teatro di piazza S. Fedele, precisamentecome
l'autore dei10 // Cercello di Milano
Promessi
Sposi ne è stato il padrinoal fonte bat- tesimale.Cioè, piano. Il teatro
dapprima
era destinato soltanto alle produzionidrammatiche, epperòvenne intitolato precisamente Teatro dellaCommedia
y
ricalcando la classica denominazione d'un teatro parigino.
Ma
l'esclusivismo, oggi,nonèpiùidoneo algusto ed alle tendenze del pubolico. In arte, sopratutto.Ed
ecco il perchè—
datosiuna
bellasera alMan-
zonilo spartito di Flotow,VOmbra,
che erauna
novità perMilano-— ed essendo riuscitauna
grande manifestazione lirica edun
più grande plebiscito popolare, fu decisa daquell'epoca,per quelle scene, la connivenza di Euterpe con Melpomene. E, di conseguenza, il Teatro della Co^nmedia diventò ilTeatro
Manzoni,
approfittando dell'opportuna inau- gurazione della statua al gran lombardo in piazza S. Fedele, di fronte al teatro stesso.Qualche altro cenno d'indole storica
non
sarà discaro, trattandosi d'un istituto artistico che in tutta Italia godefama
eccezionale.L'architetto del
Manzoni
fu lo Scala di Udine.Bizzarre analogie di
nomi
e di correlazioni! Scala ricorda subito il famoso tempiodell'arte lirica che valse a Milano nostra ilnome
diMecca
musicale delmondo;
ed il iediiroManzoni
doveva,dalnome
del suo architetto, dedurre un lieto auspicio per
ilproprioavvenirenell'ambitodrammatico-musicale italiano.
Tanto vero che ilnomignolo dipiccolaScalagli è rimasto e si è popolarizzato.
// teatro«chic»
Ci tenete alledate,olettori sconosciuti?Ebbene:
segnatevelosul taccuino.L'inaugurazionedel
Man^
zoniè avvenutail3 dicembre1872colla
compagnia
Bellotti-Bon—
chi se ne ricorda ancora di quel povero ed illustre suicida?—
che vi fece novanta recite consecutive. I più notied accarezzati artisti del teatro di prosa sfilarono successivamente su quelle scene ambite e temute. Novelli vi fece làlesue prime armi.
La
Duse—
la bella-bruttacome
la
chiamò
un nostro critico argutissimo—
vi siprodusse in
una
stagione che è rimastamemora-
bile: nel LS88.
Tuttol'olimpo femminile dell'arte,tuttoildessus
du
panie/' del coturno mascolino, ha voluto rice- vere da quelletavoleil battesimodella rinomanza, che restacome
il passaporto internazionale nella carriera d'un artista.Voi che ci tenetealle cifre,notate ancorqueste.
Il teatro
Manzoni
contieneUGO
spettatori—
non uno di più, è vero,ma
neancheuno
dimeno.
Il teatro
Manzoni
ebbe l'illuminazione elettrica nell'anno di grazia 1884.Se desiderate anche dei nomi, son
qua
per ser- virvi.Fra
i soci fondatori di questo teatro si contanole notabilità più spiccate di Milano, nel
mondo
dell'intelligenza, del sangue e del denaro.
Basti accennare che vi fanno parte il conte
Be-
linzaghi, il marcheseRocca
Saporiti, ilmarchese
Crivelli, il conte Turati, il cav. Ponti, il conte Mondolfo, il conte Aldo Annoni,il conte Borromeo,
il marchese Brivio, il nobile Bagatti-Valsecchi,
12 IICervello di Milano
il conte Pullé Leopoldo (oggi vicesegretario di Stato).
Fra
gli azionisti da mentovare sono i fratelli Pisa, banchieri, ilcomm.
Cozzi, direttore dellaBanca
Nazionale, la duchessaMelzi,ilconteCesare Bolognini, ilcomm.
BrambillaPietro, ilsig.Bosetti Erminio, l'ing. Cairati, il cav.Massimo De
Vecchi,ilcav.
Erba
Luigi,ilcomm.
Fuxier,ifratelliGnecchi,ilnobileAlessandroMelzi,il
comm.
Prinetti,ilban- chiereAlberto Weill-Schott.Bisognaaverassistito al
Manzoni
aqualche^^r^ma diun
autore di grido, per avereuna
idea esatta di quell'ambiente aristocratico eterribile.Quando
nei tepidi palchetti le belle signore irreprensibili smorzano sotto il sorrisolacalda febbre dell'aspet- tazione;quando
dalle poltroneinorchestra silevacome
unrumoreggiamento
irrequieto e intenso, susseguito da silenzi profondi e pensosi; quando nei corridoi, sulle eleganti loggiedel ridotto, e nel peristilio, si addensa, fìtta estecchita,una
schiera elegantissima di fraclis e di gibus, di cravatte bianche e di sparati inamidati,accumulando
pro- nostici, critiche, delusioni,entusiasmi, sfoghi soavi dell'anima e lividi lampi, inunrimescolìo esaltato e simpatico, che si rinnova ad ogni atto e si pro- lungafin dopo l'ultima discesa delsipario, findopo la caduta od il trionfo!...Quantisogni coronati,quante fatichecompensate, quantebattaglievinte,quantitonfi,quantinaufragi,
ha
visto la platea delManzoni
!...A
volerli elen- care tutti ci sarebbe da fare un ditirambo edun
epicedio,ci vorrebbe la pennadi Simonideequella diun
necroforo dell'ufficio urbano....Il teatro acitic» 13
E
su tutte queste febbri, su tuttequeste altalene di successi e di capitomboli, su tutta questa effer- vescenza di tentativi, di seduzioni, di crucci, di superbie e di abbandoni—
stail perpetuo, l'intan- gibile sorriso del buon cav. Lombardi, che lesorti del teatro dirige findall'apertura.Il cav. Lombardi, che era già stato dirigente dell'antico ttatro
Re
Vecchio,ha
saputo dare alManzoni
un carattere tutto moderno, pur mante-nendone
intatto ilseveroprogramma
artistico.Egli ha saputo conciliare là dentro le più elevate emo- zioni estetiche colle più simpatiche manifestazioni della vita mondana.Altri potrà esaltare nel cav.
Lombardi
il fine tatto dell'intenditore inmateriadiproduzionidram- matiche—
altri potrà lodarlo per il suo savoir faire e per l'abilitàveramente
eccezionali con cui tiene il diffìcile posto di dirigente d'uno dei primi teatri d'Italia.Noi, qui, vogliamorilevare in lui il merito
meno
vantatoepureincalcolabilmente prezioso—
quello, cioè, di aver creato a Milanoun
ritrovo d'arte che è il più nobilmente signorile e il più genial-mente
frequentato fraquantiteatri—
per capacità imitata detti secondari—
annovera l'Italia.lffi^^f^!^f:^^fj^•^s^^j^^^^Howff^jfiififfif^fiff^fi^ff^f^mmffmi
IL TEATRO MIGNON
È
fin dal 1796—
qualche cosacome un
secolo la—
che la nostraAccademia
dei filodrammatici ebbe vita, incoraggiata dal Direttorio esecutivo francese alloradominantenellacapitale dellaLom-
bardia.
Dalla sua primitiva sede nel Collegio
Longoni
venne poi trasportata di fianco al teatro della Scala e ne furono istruttori, fra i molti illustri, Francesco Bon,Alamanno
Morelli,GiovanniVen-
tura, Amilcare Belotti, Paolo Ferrari, e, in questi ultimi tempi, Giuseppe Giacosa.
Attualmente, a capo della rinomata scuola di recitazione vi è il cav. Luigi Monti
—
l'artista provetto ed insigne,di cui tuttiricordano itrionfi nelcampo
drammatico.L'Accademia dei filodrammatici contava già del resto,fra la schiera luminosa dei suoi soci,
un
altro Monti—
nientemeno che il tragedoclassico, l'autore immortale dell'Alarne
n7ione.Il Cervello di Milaiio
Il teatro sociale, col 1"
novembre
1885, è stato completamente restaurato dall'ing. Giachi. Sorge nella piazzetta che prima avevanome
dal teatro stesso, sul lato sinistro della Scala.È una
sala che pare un salotto: un ambiente proprio creato per le serate squisite, pel delicato raccoglimento che rendeleimpressioni più intense e lo spiritual godimento più libero epiù profondo.In mezzo a quellepareti,dovetantiattorifecero le loro prime armi preludiandoa carriere brillanti e clamorose
—
su quelle scene dove pure gigan- teggiarono la Tessero, la Marini, la Duse, la Sara Bernhardt e tante altre celebrità dell'artedram-
matica—
in quell'atmosfera spirantelagiovinezza e la serenità delle cose belle—
voinon
potete sottrarvi aduna
specie di suggestione che s'indi- rizza ai sensi e che passa sinoallafantasia e sino al cuore.Sulle scene del teatro
mignon,
così caroaimi-
lanesi, che vi conducono tanto volentieri le loro famigliuole,
non
fiorisce soltanto l'arte di Roscio,ma
anche le produzioni musicali vi tengono nel corso dell'anno un posto onorato.Il cav.
Giacomo
Drizzi, direttore da molti anni del teatro, porta nella gestione artistica delme-
desimo tutto il tesoro d'una esperienza tecnica assolutamente fuori del comune.Nessuno meglio di lui
—
che contògià fra i più fini, e coscienziosi, e applauditiartisti drammatici del teatro nazionale—
poteva ravvivare con se- rietà e pazienza dilavoro,con larghezza divedute e con una competenza tuttapersonale e indiscuti-Ilteatro mignon 17
bile la potenzialità organica e lamorale iniluenza di
un
istituto artistico, il quale, alle preziose tra- dizionistoriche edartistiche,deve accoppiarealtresì la modernità e lo slancio delle iniziative.Questo ha
compreso
il cav. Drizzi e su questa strada ha avviato e guida il piùmignon
deiteatri ambrosiani.mmnmmw^mmm^mm'n
L'ALTO BORDO
Iq una pubblicazione che si
chiama
il Cervello dìMilano
non si può obliterare l'aristocrazia e la plutocrazia: ciò che, gira e'rigira, formalaborsa, labanca,labase, l'origine, la forza,ilprestigio della metropoli lombarda.Ma —
nel periodo in cui questa pubblicazione è stata organizzata—
ilmondo
vlan era alle acque ed ai monti, o viaggiava all'estero incercadisen- sazioni, di apparenze e di orizzonti nuovi.Ci èforza
dunque
rinviaread unasuccessivapub- blicazionelacronacaaristocratica,desiderandodarle la forma edilcoloritodiuna
veridicarassegna spe- rimentale.Oggi
come
oggi, visto cheuna
delle localitàpiù vicine e più dimoda
preferite daWallo bordo èillago di
Como,
diremo dueparolediquesto paradiso terracqueo, che ècome
la filiale dell'Olimpomi-
lanese.
20 II Cervello diMilano
Su
quasi tutte le più belle villedellago sventolò in questi ultimimesilabandiera,segno chevieranoipadronidicasa.
E
versolequattro,lecinque,prima del pranzo, nel primotratto del lago era un con- tinuo viavai di lancio ebarcheeleganticonducenti dauna
villa all'altra dellagente.Il duca Visconti di
Modrone
che ha comperato, qualcheanno
fa, la principesca villa deiro/?HO,ha
acquistato altresì un. bellissimo vaporino che di frequenteèdalui messo a disposizione degli amici pergite sullago.Sulvaporino,addobbato con gusto irreprensibile, coi marinai in elegante uniforme, possono prender posto un centinaio di persone.Sono sul lago nella loro splendidavilla anche i
Taverna.
E
lavillaTaverna
è fralepiùbelle,anche perchè possiede,come
quella dell'0/>??o, unma-
gnifico giardino,
mentre
in generale, sul Iago di Como, anche alcune fra le ville più grandiosenon hanno
chenn
modesto giardino. Sono sul lago iTrotti nella loro villa Pliniana, famosa perlafon- tana studiata da Pliniochediedeil
nome
allavilla.Poco dopo vi è la villa del conte Belinzaghi, il
quale,
come
sindaco di conciliazione,non
s'induce a lasciar Milanonemmeno
per pochi giorni, pertema
che,durante lasuaassenza,i due partiticon- tendenti si accapiglino.Vicino a Cernobbio donnaVittoria
Cima
riunisce spesso intorno a séuna
piccola comitivadi artisti e letterati. Dall'altra parte del lago e più innanzi, nella loro villa,il marchese e lamarchesa Saporiti continuano,ancheinvilleggiatura, quella tradizione di larga e cortese ospitalitàche a Milanotutti co- noscono.VaUo
bordo 21Ma
se adesso i loro proprietarinoncivanno
più nei mesi estivi,non mancano
di andarvi apassare l'autunno.Sulla stessa linea di Erba, a
meno
diuna
ventina di chilometri da Milano,visonoduesplendidevilleBorromeo; una
a Cesano,delramo
a cui apparten- gono le famose isole sulLago
Maggiore; un'altra a Senago, dove donna Gostanza Borromeo, nata D'Adda, ebbe più volte l'onore di ospitareSua
Maestà la regina, e dove due anni fa andò, invi- tatoaduna
partita di caccia,il principe di Napoli.Press'a poco alla stessa distanza da Milano viè,a Lainate, la splendida villa di casa Litta
— ramo
ducale—
oravendutaaiWeil-Weiss,unodeiquali' sposandolacontessinadiSoissons,s'imparentòcolla famiglia del principe di Garignano.Nello stesso raggio, intorno a Milano,v'èun'altra villa
veramente
grandiosa, quella di Castellazzo- Arconati, dove primasi facevano le corse.Passata in casa Busca, vi sta oradonna
Luigia Busca,ma- ritata Sormanni, cognata dell'on. Sola; ad Arcore, vicino a Monza, la splendida villa del marcheseD'Adda
che è sempre centro di riunioni geniali e simpatiche,allequali presiedelacortesiaelospirito della marchesa Bice D'Adda; a Carimate lo splen- dido castello del deputato Arnaboldi, doveha
pas- sato qualchetempo
anche la sposaArnaboldiDella Porta; ad Affori, cheè quasidiventatoun sobborgo di Milano, la villa Litta, dove il suo attuale pro- prietario don Giannino Litta, ex-uffìciale di caval- leria, risiede tutto l'anno e fa molto benealpaesecome
sindaco; a Padernola villa Bagatti-Valsecchi,IlCervello di Milano
grandiosa ed artistica,tutta messainistiledel 600 con esattezza escrupolosità storica,
ammirata
dai numerosi visitatori che vi si recano in ogniepoca dell'anno. I Bagatti-Valsecchihanno
due passioni;questa delle ricostruzionistoriche e quella delve- locipede.
Anche
lalorocasa aMilanoin stiledel400 è una meraviglia.E
non la finirei più se volessicontinuare,perchènon
vi ho parlato che di poche ville vicine a Mi- lano,ma
vi sono poi tutte quelle della Brianza e del Varesotto.Le
prime avvisaglie invernalihanno
giàfattori-tornare in città una buona partedeinostri iallons 7'ouges ambrosiani. Di guisa che al solito « bar » ritornano di
moda
i versi delGuerin Meschino
dedicati a questo belmondo:
—
Oa biccier de Sherry.—
Thank you.— Damm
on sandwichfade moli.—
Verywell?Me
doeurel eoo!—
Migraine stifftTèbeatifull.Gutta i tecc, forfait,boockmacker, Steeple chase, aliright e meet.
Tucc sti ingles sensa Bedeker Hinvesti deingles polit.
—
Ciao,voo al lunch.—
Com'è, te scapet?—
Sì,voo a mettel smokingciapet.ÌlMiÌMÌÉiMÌiÌ;ÌÌ
I FRANCO-^ITALIANI
Se l'autore di
Mirra
potesse rialzareilcapo rab- buffato e sonnolento,come Adamo
nel celebre so- netto dell'abate Minzoni—
eglifarebbeuna
risatina.Ciò sarebbe straordinario, perchè sisachel'allo- brogo feroce
non
rideva mai.Ma
ciò sarebbe altresì logico, comprensibile, ed equo.Dappoiché, o signori, il Misogallo alfieriano ha avutoed ha in questanostraItalia
una
falange ma- cedone di correligionari e di accòliti.L'odioalla Francia è di rigore
come
la marsina al veglione del venerdì grassoallaScala.I francesinon
sono che dei hlagueurs fastidiosi, Parigi non è che un sobborgo della leggendaria Gomorra, ilfigurino delJournaldesdarnesnonèpositivamente che uno scellerato scarabocchio, il
Bordeaux
è un vinochedàla colica e,insomma,
tutto quelpopolonon
è che unamassa
di antipatici.24 // Cervellodi Milano
E
del resto, peruna
quantità di altri ben pen- santiposti al di là delle Alpi, nella dolce terra di Chateaubriand e diVictorHugo,noi non siamo chemacarom,
briganti, suonatoridiarpilegno e strac- cioni, sporchi sì,ma
ingrati.Cosi il sistema del do ut des è bene suffragato.
I conti bilaterali
camminano
che èuna
delizia.E
si tengono le polveri asciutte perilgran
giorno, profetizzato inevitabile.Eppure
—
checché ne dicanoescrivanoisemina- tori d'odio—
questo antagonismonon
puòdurare.È
uno strabismostorico,una demenza
politica,uno
sforzo bieco di esaltati,una
coalizione di interessi impuri, un attentato alla civiltà—
e,come
tuttele cose mostruose, non sopraviverà alle cause effi-mere
che lo produssero e che l'alimentano.Questo esordio era indispensabile scrivendo in testa al presente capitoloil
nome
deiGondrand.I fratelli
Gondrand
stabiliti da oltre vent'anni in Italia,sene sonfatta lalorosecondapatria,svol- gendo qui le loro iniziative coraggiose, la loro at- tività febbrile, le attitudini felici everamente ec- cezionali del loro talento commerciale.A
Milano,ilcav.Francescoèuna
notabilità,come
lo èa
Genova
il cav.Clemente.top
Non
c'è milanese chenon
conosca l'Agenzia in- ternazionale dì viaggiin Galleria VittorioEma-
nuele.
I
Gondrand
la rilevarono dalla casa Caygill di/ francoitaliani
Londra,in seguitoalcracU checolpivaquesta ditta inglese.
Inquel locale dall'aspetto signorile e invitante, nelle cui vetrine amplissime fanno bella mostra
le novità più ricercatein materiadiletteratura di viaggi, di guidee di orari, di riproduzioni fotogra- fiche e dei mille altri oggetti cosi indispensabili al iouriste
come
la tabacchiera al frate predica-tore—in
quellaagenziadoveferve incessantementeil lavoro, si fornisce gratuitamente ogni informa- zionesui prezzi, orari editinerari e quant'altro si riferisce ai viaggi.
Là
sidannonotizie e recapiti perqualunquecittà d'Europa ed altri continenti.Là
sidistribuisconoibigliettiferroviaridellereti adriaticaemediterraneaper trenidirettiedomnibus
per qualunque destinazione—
biglietti diandata e ritorno ordinari e festivi—
biglietti circolari per l'interno e per l'estero—
biglietti speciali di an- data e ritorno per Parigi eLondra —
biglietti a tariffa ridotta per militari, impiegati, ecc. Tutti ibiglietti si vendono ai prezzi stampati suibiglietti stessi, senza alcun aumento, e sono valevoli per partire con qualunque treno della giornata.
Là
si distribuiscono pure biglietti di passaggio di tutte lecompagnie
marittime, per ogni destina- zione—
biglietti ordinari e circolari per le fer- rovie americane—
sleepìng cars,pulmanns,
cou- péS'lelti.Là
si ricevono e scritturano direttamentei ba- gagli per tutte le destinazioni delmondo.
26 11 Cervello di Milayio
ti^
La
casaGondrand
aMilanoed aGenova
è agente generaledella potenteCompagnie
generale traìis- atlaniique,come
dellastessacompagnia
sonoagenti generali i fratelli Girard, parenti coi Gondrand.La Compagnie
generaletransatlantique dispone,come
è noto,dei più eleganti eveloci piroscafi per la lineapostale settimanale celerissima,Havre-New
York,compiendo la traversata in soli settegiorni.La Towaine,
la Gascogney laChampagne^
laBourgogne,
laBretagnee laNormandie
presentanoil più raffinato comfort che si possa desiderare a bordod'un piroscafo: illuminazioneelettrica,cabine di lusso, biblioteca, bagni, medici, ecc.
La
nominataCompagnia
esercisce anche lelinee postali mensili delle Antille (lineada Saint-Nazaire aVera
Cruz; linea Havre-Bordeaux a Haiti: linea Havre-BordeauxaColon: lineadaMarsiglia aColon; linea da Saint-Nazaire a Colon).E, infine,la
Compagnie
generaletransatlantique batte coi suoi vapori le linee postali del Mediter- raneo, con partenze daGenova
per Marsigliatuttii martedì incoincidenzacollelineeperlecosted'A- frica e Oriente, nonché per Corsica e Malta.
Fa
anche il servizio fra Porto Vandres e l'Algeria, Orano, Gartagena,nonché fra laSpagna
e l'Algeria.Non
bastando alla prodigiosaattivitàdei fratelliGondrand
questa giàampiasfera dirappresentanza, estendentesi in tutti i punti del globo civilizzato./franco-italiani 27
essi assunsero anche recentemente la rappresen- tanza a Marsiglia della Navigazione generale ita^
liana.
^413
Ma
questo non è ancora il quadro completodel- l'organismo,delleramificazionie dellosviluppodella casa Gondrand.Non
si può parlare di essa senza dire almeno qualche parola d'unadellesue piùfelicieingegnose innovazioni, che lehanno
acquistata giustamente grandepopolarità eduna
largaclientela.Alludiamo»come
tutti capiscono, al suo servizio generale di trasporti.I fourgons de
déménagemeni
della ditta Gon- drandhanno
una reputazione proprio di cartello.Sono colossali veicoli internamente imbottiti, che possono contenere
comodamente
lamobiliadicinque aseicamere; con questi forgoni si evita l'inconve- nientee la spesa dell'imballaggio degli oggetti fra- gili e di quelli che richiedono speciali cure,come
specchi,quadri,ecc.Per la lorosolida costruzione e per l'ingegnosa imbottituradelle loropareti interne,essipreservano altresì la mobilia da qualsiasi rottura od avaria.
Questi forgoni
vengono
caricati a cura e spese della ditta, la quale ne effettua il trasporto,ase- condadelledistanze, ocon cavalli,ocolmezzo
delle ferrovie,essendo costruiti inmodo
da poter essere trasportati sui vagoni stessi delle strade ferrate, evitando cosi i trasbordi tantodannosiallamobilia.28 // Cervello dìMilano
La
Casa cura altresì lo scarico a destinazione, tenendo per questo servizio speciale un personale fidato e sperimentato.La
dittaGondrand
tiene un deposito sufficiente di questi suoi ammirabili furgoni, per qualunque servizio, non solo a Milano (via Tre Aberghi, 18)ma
aGenova,Roma,
NapolieTorino, tacendo delle numerosissime agenzie daessaimpiantateall'estero pel serviziogeneraleditrasporti (totaletrentanove case).La
sede principale dellenumerose
case fratelliGondrand
e fratelli Girard si trova in viaTre
Alberghi, 18, ove siassumono
incarichi per tras- porto aforfait in ogni paese, sia permare
che per ferrovia; per operazioni doganali,incassi, in- formazioni commerciali, contenzioso, ecc. Ognifiliale dei
Gondrand
ha servizi di groiipages re- golari a vagoni completi, a grande vantaggio delcommercio
che trova cosiun
risparmio sul costo diretto.I principali
groupages
dellasede di Milano sono da Milano su Napoli, Bari, Firenze,Roma, New
York, Londra,Parigi, Basilea,ecc., dall'Inghilterra, Belgio, Parigi, Monaco, Vienna ed altre città su Milano ed altri punti dell'Italia.
È
unportodimare
con un vae vieni inesauribile.Cinqueannifailcav. Francesco Gondrand, che
—
come
abbiam detto—
oltre ad essereun
abile ed instancabileuomo
d'affari, è altresìunospirito colto,/franco-italiani 2d
amante
dell'arte e della mondaniti\ intutte leloro varie espressioni, volle fondareun
giornale,ilquale, in Italia e all'estero, fosse quasi il monitore delle comunicazioni ferroviarie e marittime, la lettura prediletta durante le ore di mollezza, e diremo anchedi tristezza,che assalgonoinviaggiola fibra del iourisle più sperimentato.Il giornale venne alla luce e si
chiamò
appunto Il Viaggiatore^edopoun
quinquenniofortunato di vita diffusa e operosa, continua brillantemente le sue pubblicazioni anche oggi, uscendo quindicinal- mente,sempre
riccodi notizie utili e di causeries piacevoli.Il Viaggiatore ebbeneiprimitempia suo princi- pale redattore un giovane pubblicista pieno di ta- lento e di cuore, Giulio Manzoni, il pronipote del- l'autore dei PrornessiSposi. Eglisieraguadagnata la stima la tìducia del cav. Gondrand, ed a luiera stata affidata la compilazione della
nuova
effe- meride.Egli riuscì a far entrare il giornale della casa
Gondrand
nelle abitudini del pubblico che viaggia ed anche che non viaggia, cosicché oggi II Viag- giatore si trova e si vende in tutti i centriim-
portanti della penisola e gode diuna
reputazione invidiabile.OrailpoveroGiulio
dorme
«sottolepietrebianche alla Certosa»abbattuto precocemente daun morbo
protervie e implacabile.30 // Cervello di Milaìio
Gondrand ama
Milauocome
la sua secondapatria enoQtralasciaoccasionedidimostrarlo.Ilsuonome
è legato da
tempo
a tutte le opere di beneficenza milanese: qualunque iniziativa filantropica sorga,è certo che trova in luiun
entusiastico sostenitore, pronto a pagare di borsa e di persona.Una
dellesupremelietezze dellasua operosissima vita, si è la febbrile attività negli affari.Citiamo ad esempio l'assunzione da lui fatta re- centemente della importante gestione dei Magaz- zini di Lombardia.
I fratelli Gondrand, infine, onorarono in Italiail
nome
della loro patria d'origine~
la Francia—
perla quale in fondo al cuore di ogni italiano vi
ha una
simpatia irresistibile, fruttodi consangui- neità e di tradizione storica.^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
SUL CORSO
Su
e giò—
poeu ancaraò Tutt el di—
giò e su;Bell brutt
—
bagnaa o sutt Quistichi—
requien pu.Requien pu
—
per guarda, Bagola—
fass vede;L'è so spass
—
pesta sass, Gh'h'an la cà—
sui du pè.Bei bei
—
a vedeiBatt i tacch
—
vessmai
stracch, Saludà—
streng la man, Popola—
tutt Milan.^^^I^^^^^J^^^^^^^^^^^i^
"^PRAEVIDENTIA VITAE
Dirimpetto al
Duomo,
nel punto più frequentato di Milano, sorge un palazzo imponente che fa an- golo colla via Mercanti: esso è di proprietà dellaGresham, compagnia
inglese dì assìcitrazioni sulla vita, la quale yi tiene i suoi uffici.La
stessaCom-
pagnia possiede in Milano un altro grandepalazzo al n. 5 in via Palermo. Ciò dà subito un'idea degli interessi che questa potente associazione anglo- sassoneha
nellacittà chenon
a torto èchiamata la capitale morale d'Italia.La Gresham
è diventata in breve tempo, dacché essa si è stabilita fra noi,il faro cui si converge l'attenzione di tutti coloro che,non
dal caso,ma
dalle assidue loro cure, dall'intelligenteloroaffetto vogliono che dipenda l'avvenire delle persone pre- ziosamente a loro care.
Un
motivo deve esserci perchè cosi larghe basi abbia preso a Milanouna
taleistituzione.H CervellodiMilano. 3
34 // Cervello di Milano
E
questo motivo è detto in pochissime parole.Qui la previdenzahaposto salderadici.Quisisente che « più dellamorte è forte l'amore ».
L'indefessaoperositàlombarda
non
può adattarsi 2\yax)rèsmot
le deluge delle società indecadenza.Dove
tutti lavorano, debole è il sordido egoismo, incomprensibile è per un essereumano
nel senso dignitoso della parola la supina indifferenza che dal fato attende la soluzione d'ogni problema av- venire; invece forte è l'intellettualecuradeipropri interessi; l'amore per la consorte, per i figli, per tutte le personecareèguidatodal pensiero; il pre- vedere all'avvenire della famiglia, il premunirla contro le eventualità che continuamente minac- ciano l'esistenza, qui è sentitocome un
dovere.L'istruzione pratica che ricevono i milanesi, le attitudini che essi
hanno
per le arti, le industrie,il
commercio —
le manifestazioni dell'attività ve- ramenteumana — hanno
sviluppato il culto della previdenza: da ciò il segreto delle vive simpatie che qui suscitò la Gresliam,daciòilperchèprimo del suo successo in Lombardia.Altro motivo
non
dubbiosta nellagrandevitalità di questa istituzione, nelle straordinariamente so- lide garanzie di grandi vantaggi che essa offre.La Gresham
life assuranceSociety fu costituita inLondra
nel 1848; si stabili in Italia nel 1855;ha un
capitale sociale di 2.500.000 lire,di cui sole 542.000 lire furonoversate. Per operare in Italia, versò atitolo di cauzione al governolabagattella di 978.120 lire in cartelle di rendita al cinque per cento; introdusse quindi quasiun
milionenellecasse dello Stato.Pracvidcntia vitae
Fortemente così stabilita fra noi, la
Ovesham ha
potuto arrecareimmensi
vantaggi a tutticoloro che sanno prevedere le eventualità della vita e garantire il proprio avvenire.Non
a caso queste due ultime parole sono stam- pate in corsivo. Nella Gresliaìn, oltre diWassìcura- zioneincasodimorte
checonsiste nell'assicurareun capitale oduna
rendita pagabiledopolamortedel- l'assicurato, sia ai suoi eredi, sia aduna
determi- natapersona,y'èYassicurazionemista,checonsiste nell'assicurareuncapitale pagabile,od all'assicurato stesso ìq caso di vita ad un'epoca determinata, od ai suoi eredi, in caso di morte.Da
ciòchiaramente rifulgecome
siaveramente
ilproprioavvenirequello che assicurano coloro che nellaGresham
poserola loro previdenza.Tutti gli impegni contratti dalla
Gresham
ven- gono scrupolosamente mantenuti senza dar luogo né a contestazioni, né a difficoltà. Acciò poinon
abbia a riuscireimprevedutoilcaso in cui sorgesseun
dissenso fra qualche assicuratoe laCompagnia, questa accetta lacompetenza
dei tribunali di Fi- renze, dove ha domicilio legale, e doveha
la sua sede delia succursale d'Italia.Del resto il passato dell'Associazione è la miglior garanzia che essa possa dare in propo- sito.
La
progressione del redditoannuo
e delle attività dellaGresham,
inarmonia
coU'aumento nei premi pernuove
assicurazioni, è costante dalla fondazione della Società e in questi ultimi anni presenta dei risu'tati di un'eloquenza de- cisiva.3G II Cervello diMilano
La
situazionedellaCompagnia
allametà
dell'anno scorso presentava le seguenti cifre:Attività L. 111.610.614,—
Reddito annuo > 20.084.349,—
Somme
pagate per sinistri, sca-denze, riscatti, eco > 234.804.082,—
Utili ripartiti, dicuiquattro quinti
agli assicurati » 18.800.000,—
Questi numeri diconotantoche sarebbesuperfluo lo spendere parole per dimostrarne l'importanza.
Non
a torto si è detto che le cifrenon
sono opi- nioni.Ciò che
maggiormente
concorre a quotidiana-mente
accrescere ilnumero
degli assicurati allaGresham
è—
oltre alla sicurezzamatematica che essi possono averedella solvibilitàdell'Associazione—
lo specchio dell'aumentocontinuochesiverifica nei premi per nuove assicurazioni.Ad
ogni periodo di ripartizioni, il capitaleda dividersi fra coloro che vogliono garantire contro la eventualità della sorte la vita propria e quella dei loro cari,cresce ed anzi si raddoppia conuna
regolaritàcronome- trica.Nel decennio dal 1868 al 1878 l'utile netto da darsi agli assicurati fu di 3.740.000 lire,nel decennio seguente, cioè dal 1878 al 1888, fu di 7.300.000 lire.L'ammirazione che naturalmentesuscitano queste cifre,
come non
determinerebbe il cuore dell'uomo operoso e previdenteadapprofittarneper garantire la propria famiglia contro i pericoli che l'ignoto avvenire sempre minaccia?Pracvìdcntia vifac
Vantaggi speciali poi offre la
Grcsham
pei mi- litari.Gli ufficiali dell'esercito e della marina trovano mille noie nelle altre
compagnie
di assicurazionp, e ciò per il motivo che la loro esistenza è consi- deratainpermanentepericolo.La Grcsham ha
posto in vigore un sistema speciale, secondo il quale ipremi pagabili per assicurazioni contratte da mili- tari, sia dell'armata,sia dell'esercito,siano fissi ed iiniforìììi per tutto il
tempo
pel quale è stabilito detto premio, e per tal guisa ogni rischio inerente alla professione di ufficiale siacoperto dal premio stesso.Da
ciò chiaramente si vedecome
la previdenza della Greshara abbracci ogni classe di cittadini.La sua potenza finanziaria garantisce contro le eventualità della sorte l'industrialeedilbanchiere, l'ufficiale ed il negoziante.Tutti coloro che
amano
fortemente e davvero i lorocari,che sentono i do- veri della famiglia, a lei affidano la tranquillità della loro vecchiaia,lasicurezzadelle persone loro dilette.E
Milanolavoratriceeprevidentehariconosciuto lavalidità di questo istituto e gliha
dato cittadi- nanza, continuamente approfittandodellasua forza intesa al bene di tutti.^>m'--^m^-J^£>^%m^^m^<-^
L GRAN GIAPPONESE
Uno
deinomi
più popolari a Milano è quello diRomolo
Rituali, il proprietario dei grandiosima-
gazzini di giojelleria ed articoli giapponesi situati nell'ex palazzo Savonelli in piazza del
Duomo,
sul- l'angolo delle vie Torino e Orefici.La
vita fortunosa di questo simpaticocommer-
ciante
non
è un mistero per nessuno.Nato
in condizione oscura, a furia di lavoro, di intraprendenza,diperspicacia,ha
saputopian piano, tappa a tappa, conquistare un posto invidiabile nelmondo
che produce e che guadagna.Il buon
Romolo —
lochiamano
tutti cosi ed egli ne è giustamente fiero—
può essere segnalato ad esempio di ciò che possa fareuna
gagliarda fibra dilavoratorecongiunta aduna
finezza di intelletto e ad un tatto degli afi'ari assolutamentesuperiori.Isuoigrandimagazzini sono attualmentel'oggetto dellauniversaleammirazione.
Non
c'èforestieroche,40 11 Cervello diMilano
capitatonellapopolosa metropolilombarda,siastenga dal fareuna visitaa quel magnifico locale, dove si accoglie
una
vera profusione di oggetti d'arte e di lusso, permanente esposizione di tutto quanto di rafiinato edi meraviglioso produce l'ancor miste- rioso paese del Mikado.Bisogna esser stati un'oretta in quei magazzini, in
mezzo
a quella colluvie affascinante di cera- miche, di bronzi, di lacche, di capolavori di deco- razione e di ricercatezza casalinga—
a quella popolazione svariata e multicolore di oggetti per ogni capriccio e per ogniborsa—
a quel tesoro dipoesiaasiatica,dalcarattere cosi originale ecosi luminoso...per formarsiun
concettoapprossimativo dell'importanza commerciale ed estetica che sui costumi nostri e sul nostro gustoha
in oggi la produzionedelGiappone,ormaiacclimatatasi a tutte le esigenze della civiltàeuropea.Il Rituali ha ilvantoindiscutibile di aver
demo-
cratizzato fra noi un genere di prodotti che, fino anon
molti anniaddietro,erapatrimonioesclusivo dipochieletti,per la difficoltàenorme
del traffico e per la elevatezza dei prezzi di vendita.Egli
ha
saputo dare uno slancioenorme
agli ar- ticoli usciti dallemani
dei più sapienti e geniali artefici di quell'Imperoche r03eano boreale cir- conda dell'azzurro delle sue acque e che gli indi- genichiamano
Tang-hou, cioèmagazzino
delsole.Ah, che l'appellativo è beneappropriato a quella meravigliosa contrada, dove la poesia dei colori si
sposaall'idealità delle forme, dove l'estro del so- gnatore si circonfonde colsentimentodellanatura.
//grangiapponese 41
dove da ogni creazione d'arte
emana
unprofumo
sottile ed invincibile di nobiltà, di bellezza!...
Imagazzinidelbuon Romolo,sottoquesto aspetto, più che
una
arida e mercantile mostra di oggetti in vendita, meritano di essere consideraticome
un veromuseo
di opere d'arte, cheognipersona colta può visitare con profitto intellettuale,con intendi- menti assolutamentesuperioriallasempliceragione commerciale.Rituali, del resto, non deve ancora aver chiuso
il ciclo delle sue fortunate iniziative.
Da
lui, dalla sua attività, dalla suaesperienza,lanostra Milano può ancora a=<pettare altre forti e grandioseim-
prese, che ridondino ad onore del ceto laborioso cui egli appartiene.Sappiamo —
a questo proposito—
che il Ritualiha
intenzione di fare prossimamente unviaggio al Giappone, il paese ch'egliha
tanto contribuito a far conoscere ed apprezzare dagli italiani nel rap- porto dell'arte e dell'industria.Niun
dubbio che da tale escursioneegliritrarrànuove
idee, nuove ispirazioni, nuove energie.E
noi gliauguriamo
cordialmente un propizio e fecondo viaggio, ed un ritorno vittorioso, tale cheaggiunga
al suonome —
giàcosì chiaro nelmondo
commerciale e cosi benedetto nelmondo
della be- neficenza milanese—
unanuova
fronda di più, a conforto dei molti che gli vogliono bene.Fra
iquali
—
ed egli lo sa—
noi cisiamo.G0M3IA E " GOMMEUX „
Brrrr!... Sapristi! ! che stillicidio,chefango,che paturnia nel cielo e negli uomini!...
Sull'acciottolato
non
si profilano che gonnelle a- bilmente retroussées, e grossi scarponi impillacche- rati.L*aere è grigio
come
la barba del principe Tri- vulzio, e la pioggia. . . .stendeimmensestriscie
Come sbarredicarcere.
A
rigore, in questa giornataccia d'inferno, non ci sono più a Milano quattrocentomila anime,ma
quattrocentomila ombrelli.
Cioè, rettifico. L'ombrello, questo arnese discre- tamente grottesco e sufficientemente incomodo, va
sempre
più declinando nelle abitudini della popo- lazione, e non è lontano il giorno che scomparirà44 II Cervello dìMilano
affatto. L'unico campionepreistorico sarà conser- vato dall'ex maggiorCappa, quello delle
Memorie,
Ilnemico irreconciliabile e fatale del tradizionale parapioggia è Vimpermeabile.
Ormai
gliuominieleganti,igiovanottigommeux
che aspirano tanto a passare per compatriotti di ord
Byron
e le nobilisignore che vorrebberotutte essere sorelle di latte colla principessa di Galles,hanno
adottato Vimpermeabile.Cosa volete di piùvago d'una donninatuttarin- chiusain
un
lonsdale^ o in un colleen o inun
fife, dallepieghedelicate e flessuose, che sapientemente celanola loroadamantinaresistenzaa tuttelefurie dellecaterattecelestiali, a tuttele liquide impron- titudini di Giove pluvio?E
cosa volete di più estetico, di più comodo, di più sans gène, per un uomo, che deve andare at- torno pergli affari suoi, che non vuole impicci e che non vuole inzupparsi—
cosa volete, ripeto, di megliod'unodi quegli splendidiulsters, o chesteì^- flelds,carnavons
chepotete acquistare dall'Hal-phen,
il più gran distributore di impermeabilidi ultima novità che ci sia a Milano?La
dittaHalphen & C,
cheha
casa di vendita all'ingrosso in viaBrera, 11, tiene ilsuonegozioin via Carlo Alberto, n. 2, conun
ricco assortimento di specialità in articoli digomma
elastica e gut- taperca, articoli per chirurgia ed industrie, tele impermeabili d'ogni qualità per ospedali, mercerie e giocattoli d'ogni genere.È
certissimo che se altempo
diNoè
ci fossero stati gli impermeabilidell'Halphen,
quel vene-Gomma
e «gommeux
» 45randopatriarca non avrebbe
consumato
tantianni nella costruzione dell'Arca.Un
buon ìnverncss-pipistrello sulle spalle, e sipotevano siìdare
—
pipando tranquillamente—
iquarantagiorni e le quarantanottidi pioggiator- renziale che allagarono il
mondo
1,?»:to-y'^-^-%^-^,^.Ai-^
FRA
UN
PELECANUS OXOCROTALUS
ED
UN
ACROCEPHALUS PALUSTRIS
Di zoologia, signori, io
non me
neintendo.L'ho appena studiata inun
dizionario-enciclopedico,che al vocabolo oca diceva:«È
un animalesimileall'a-nitra» e
andando
acercare anitra si leggeva: «È un
animale simile all'oca>.Dopo
di che la vostra erudizione in materia di palmipedi poteva sfidare Buffon, Cuvier e Linneocome
se niente fosse.È
impossibile però avere ancheuna
tenue pas- sione per la scienza naturale, enon
provareuna
lieta meraviglia entrando in quel cenacolo della fauna imbalsamata cheè iuGalleria Vittorio
Ema-
nuele, 84-86, di proprietà dell'Enrico BoQomi.
. Per
un momento,
làdentro, c'èdacredersi tras- portati inuna
fantastica forestabrasiliana,quando
pure,dandoocchio a certezanne acuminate, a certe gole da cui pare debbauscire un'urlante minaccia48 II Cerccllo di Milano
non
abbiate lafugace illusione di trovarvi nelser- raglio Bidel.Enrico
Bonomi
è unnaturalistapreparatore,che deve averescopertoilsegretodell'antica Iside,sotto l'egida dellaquale i re dell'epoca faraonicatraman-
davano le proprie salme alla posterità.L'imbalsa- mazione egizia checi trasmise intattee profumate lemummie
sesdstree, rivive oggi più geniale, più estetica e più sapiente nelle vetrine del Bonomi,Tuttele specie variopinte e delicate dell'ornito- logia, tutti i campioni più rari che la passione venatoria possa desiderare di veder riviveresopra una mensola, nell'angolo di unterrazzo od'un giar- dino, sotto una lucida
campana
di cristallo o pen- silmente librato dal riccosoffitto d'unasala; tuttoil
mondo
piumato e velloso, dai più teneri cantori delle fronde aipiù terribili trogloditi delle foreste vergini, tutto trova—
nel laboratorio zoologico delBonomi —
la risurrezione della fauna, la ricostru- zione organicaed esteticacosiabilmenterievocata, cosìdurabilmenteespressa, da sfidareogniparagone colla naturaviva.Il Bonomi,d'altronde,
non
si limitaad essereun
preparatoreeminente:egli porta nei suoi lavoriun
sentimentod'artefinissimo, che è facile constatare ogni giorno facendouna
ferraatina dinanzi alle sue bacheche.Egli sa creare, coi suoi animalimorti,deigruppi d'una armonia e diuna grazia assolutamente pitto- rica: qua uncolibro spulezzante fra le frondi,làun intrecciodicandidissime colombe che paionotubare
il perfetto amore, altrove la irsuta testa d'un cin-
Fì-a ìinpelecanusonocvotaliiSyecc. 49
ghiaie che
sembra
si stani dal suo covo: è non soltantolaconservazionedella forma,ma
è la con- tinuazione dellavitachesi presenta all'osservatore:ed in questo genere inventivo il
Bonomi
non ha, credo, rivali.CoU'aiuto del figlioPierosiracchiudenelproprio laboratorio, situato in unvasto ed arieggiatosolaio, che trovasi al livello della grandetettoiadella gal- leriaVittorioEmanuele.Lassù, aquell'altezza,degna delle aquilecheil
Bonomi
imbalsama, avvi un veromuseo
di palmipedid'ogni ordine, specie e famiglia;dal minuscolo canerinoal maestoso struzzo,dall'in- nocua tortoraal rapace avoltoio o sparviero. Ogni angoloè occupato dadei lamellirostri,totipalmi,lon- gipenni, trampolieri, fagianidi e rampicanti; ogni pareteèornatadilunghi palchettisuiqualitrovansi rettilid'ognisorta,
come
ofidi,sauri, anfibi ebatraci;in larghe vetrine intere collezioni d'insetti: lepi- dotteri, farfalle, imenotteri, coleotteri, ecc.
—
Finoil soffitto è occupato; da esso pendonogiù teste di camaleonti, rinoceronti e coccodrilli. Il laboratorio infine di
Bonomi
èun
vero arsenale del genere, degno di essere visitato,quantunque una
splendida fotografia che ilBonomi
regala ai suoi clienti dia l'esatto e dettagliatopanorama, dirò così, diquella galleria del regno animale. Ogni giorno da quel laboratorio partono,alla volta delle più lontanere- gioni, artistici lavori d'una finitezza incomparabile.Bonomi, geloso dell'operasua cosìdelicata,ne ac- cudisce con la
massima
attenzione l'imballaggio, tanto che i fragili gruppi,sianopuredigran mole, giungonoa destinazioneincondizioni perfettissime.Il CervellodiMilano. 4
50 11Cervello (li Milano
Dopo
quantosièdetto,sarebbeun vero pleonasmo trattenersisullaestensionedi affarichequesto labo- ratorio zootecnico compie, tanto nel regno quanto all'estero.Basti accennare, così cn passant, che il
Bono
miha
guadagnato due medaglie d'oro alleEsposizioni nazionali del 1881 e 1884, oltre a nonpochidiplomi di merito ed attestati dell'estero, e che al suosta- bilimento la Casa reale affida i lavori considerati dimaggior
importanzaedipiù difficileesecuzione.Pressoil
Bonomi
trovasiildepositocompletodelle fotografie alpine del noto Vittorio Sella di Biella, oltreun
ricco assortimentodi vedute artistiche di tutta Italia e di fuori. Il figlio Piero Bonomi, ec- cellente poliglotta, disbriga pure in negozio il fan- tastico americanoe lasnella miss inglese,il posi- tivo teutonocome
la leggiera mam'zelle franceserTTT
I I I I II
' 1
T
\ I I
I
T
BEATI
IPRIMI,.,
Non
avetemai pensato alle stranezze delle pa- role?Si dice casa di salute ad
un
edificio pieno di ammalati; sichiamano
bassi certi cantanti che,come
il Navarrini, misurano oltre due metri di elevazione; si dice farsi la barba il portare via dalmento
fin l'ultimo pelo; si qualifica i^evbuona
società quella che lavorameno
e cheha
per con- seguenza i maggiori vizi; e, per finirla, si dà del giovane di studio aun
povero diavolo di copista che abbia cinquanta lire almese
ealtrettantianni sulle spalle.Non meno
ridicola è lanota sentenzache,basan- dosi sulla discrezione del prossimo, proclama beati gliultimi.Un
torcicollo che vi pigli!Ioperme
affermoche ad arrivare ultimomi
son sempretrovato malis- simo,ho
sempre fatto la figura barbina delGam-
bastorta.
52
U
Cervello eliMilanoNo, no, ragazzi mieil Credete ad
un
pozzo di esperienza. Beati i primi, perchè su essinon
pre- varràl'egoismo del mondo. Beati coloro che arri- vano primi al teatro, al restaurant,al tramvoaya vapore, e magari al primo estratto nel giuoco del lotto! I primogenitihanno
avutosempre unasupre- mazia sui cadetti.Le
primizie nell'arte culinaria sono le più gradite e le più costose. I primi all'e-same
scolastico, al tiro a segno,alle corse,vinconoi'grimi premi. Il
primo amore
è il più seducente,il'primo duello è il più emozionante,la
prima
co-munione
è la più indimenticabile!Che
dirvi altro?È
stato scelto ilprimo maggio come
data ricorrente della grande manifestazione fra i lavoratori di tutto il mondo.Senza contare che Napoleone I vale certo più di Napoleone III e che un
primo
tenore assoluto èmolto superiore adun
comprimario.Dunque: —
Beati i primi,e,fra i primi,beatoilcav. Beati!
Quest'uomo, benchésiaappena di
mezza
età,può dirsi uno deiveterani delcorso VittorioEmanuele.La
suafiorente casa in maglierie di seta, lana e cotone contaun
trentennio di vita.Il bel negozio di EnricoBeati, sito sul corso al- l'angolo via S. Paolo, 1,
ha
sfidato molte concor- renze,ha
veduto molti tracolli,molte trasforma- zioni,moltevicendecommercialicompiersi in quella superbaarteriadiMilano,cheèl'ambizioneespessoBealiiprimi!... 5'}
la croce di tanti spiriti sitibondi del successorapi-
damente
conquistato.Non
è possibile negare al cav.Beatiil merito di aver dato, col suo modestoma
intelligente e co- scienzioso lavoro,un
vigoroso impulso aduna
in- dustria, la quale—
per l'Italia— ha
nellanostra città la sede più antica e ragguardevole.Il Beati
ha
fatto e ripetuto diligentementeun
visibilio di studi comparativi, di tentativi tecnici;
ha viaggiato,
ha
innovato,ha
trasfuso sangue ri- goglioso nell'organismo della suaindustria; appro- fittando di tutti gliinsegnamentidellalavorazione estera, giovandosi di tutte le novità meccaniche introdotteman mano
nella fabbricazione dei tes- suti,secondo le esigenze mutabili del lusso e della moda.E,sotto la sua attiva e acuta direzione,allosta- bilimento non poteva
mancare
unosviluppoprogre- diente eduna
congrua fortuna.La
clientela della ditta Beati abbraccia tutte legradazionisociali,poiché fornisce prodottipertutte le borse.
Dalle succinte magliette in lana eincotone alle elegantissime lavorazioni in seta, c'è tutta
una
scala di Giacobbe che si protende attraverso alla più ricca varietà di articoli: c'è tuttoun
biribis- saio di felpati, di mussoline, di flanelle, di calze, di camicie, di bretelle, di panciotti,di guanti,ecc., nel quale può sbizzarrire i suoi desideritantouna
duchessa cheuna
crestaina, tantoun
giovane lui-sant dell'aristocraziaquantounostudentello od
un
impiegatuccio dalla borsa mingherlina.54 II Cervello diMilano
Del resto
—
lo dico qui nel segreto della pub- blicità—
il cav. Beati gode specialmente le sim- patie riconoscenti del nostromondo
femminile,che egli fornisce di tanta grazia diDio.... Le altieredame
dell'aristocrazia, le loro rivali dell'alta bor- ghesia esigenteespendereccia,amano
ilbenemerito industriale cheha
sempreinpronto le derniercri della moda, in ciò che nella donna precisamente è delmaggiorerilievo:— come
ilcorredodelle calze, delle maglie, dei mille fabbisogno d'una toeletta destinata a far spiccare le bellezze naturali d'una figlia d'Eva.Anche
S.M.lareginaMargheritaricorrealBeati per frequenti ordinazioni,sapendo chelaqualità dei suoi prodottinon temono
il paragone dellemarche
forestiere, e volendo associare al buon gusto negli acquisti
una
intelligentetuteladellavoro nazionale.Un
ultimo particolare.EnricoBeatièproprietario di case. Egli rappresenta la glorificazione del ce- lebre aforisma di Bismarck:—
Beati.... possi- dentesìA. ZERO GRADI
Quando
il mercurio è in ribassocome una
ren- dita turca,quando
la cittcà nostrasembra
un sob- borgo di quella terribile terra che è l'Esquimesia—
la patria delle foche e dei capidogli— quando
tutto è gelo intornoa voi—
dallabottiglia d'acqua che avete sullamensola alla punta del naso che spunta dal vostro bavero rialzato, dal marciapiede della strada al laghettoartificiale deigiardinipub- blici;quando
labruma
fìtta e nauseante accieca l'umanitàcome
suole acciecare la collera, e che tutte le fibre dell'organismoviventetremano
sottoi morsi del sotto zero
come
sefosserosottol'incubo d'un terrore inesprimibile—
allora, amici lettori, il pensiero correbramoso
al caldo regnodelle pel- liccio che nel magazzino dei signori Gattinoni o Bassis, successori di G. Porro, in galleria Vittorio Emanuele, con ingresso in via Silvio Pellico n. 0,rappresentano in
mezzo
al gelido impero dell'in- vernoilpreservativo più dolce e più accarezzante,5G 11 CervellodiMilano
lapiù tenera,calda,impenetrabiledifesa dellacarne e dell'anima agli assalti crudeli della stagioneje- male.
In quelmagazzino dove le pelliccie più preziose
vengono
confezionatesapientemente,tuttelenostre signoredallaepidermidedelicata e trasparente,tutti i gentiluomini dalle abitudini opime ed esigenti, possono trovare largamente di che sbizzarrirsi e soddisfarsi.Là
le nostredame
della haute si provvedono di quelle mirabolanti pelliccie dai lucidi estrani ri- flessi micàcei, prodotti della fauna d'ogni paese e d'ogni meridiano,dalleforme assolutamente impen- sate—
tenuicome
lane, pure e avvolgenticome
veli di garza, tessuti tiepidie voluttuosichedanno allapersonal'eleganza statuaria eserbanoalsangue
una
dolcezza primaverile deliziosa....È
da Gattinoni e Bassis che pigliano quelleloro spettacolose pelliccie 1 nostri viveurs chetemono
il freddo
come
tante lucertoleechesenzailtenero peluscio sulle spalle basirebbero di grippe ogni ventiquattr'ore.È
da Gattinoni e Bassis cheescono quei mirabili mantelli che dal color bigio vanno al tabacco di Spagna,dal tortora almaiz
ealgrano maturo,dal- l'azzurrigno pallido al color avorio—
quei grandi e maestosimantelli chepompeggiano
sugli omeri superbidellenostre signore,nellevetture padronali, nei palchetti della Scala, nei gaì^den party dei parchi, alla caccia, ai balli, intutti i ritrovi della moda.A
proposito di pelliccie,ricordate voi laspiritosa definizione di Yorich?.4 zero gradi 57
— Che
cosa èuna
pelliccia?— È
una pelle che ha cambiato bestia.creature sensibili, o
anime
tremebonde, o va- nità che volete fare impressione, o bellezze che volete trionfare, o ambiziosi che volete conqui- dere.... non dimenticate che a Milano chi dàil ca- lore nel più acuto inverno, chi dà il benessere, la imperturbabilità, la serenità delle fibre,dei sensie dello spirito inmezzo
ai nudi e neri paesaggi ne- vosi è la ditta Gattinoni e Bassiseche le suepos«senti pelliccie possonosfidare