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La phantasia come atto volontario di estensione della realtà

Capitolo 2. Ontologia, biologia e linguaggio secondo Aristotele

2. Sensi, phantasia, logos: la piramide della conoscenza linguistico discorsiva

2.4 La phantasia come atto volontario di estensione della realtà

In De Anima, III,3, Aristotele ci presenta la phantasia:

“Se allora l'immaginazione è ciò mediante cui diciamo che si produce in noi un'apparenza, e non se diciamo qualcosa con un uso metaforico di “immaginazione”, essa è una delle facoltà o abiti con le quali giudichiamo e siamo nel vero o nel falso”.146

La phantasia è facoltà rappresentativa, mediante essa si costruiscono immagini e vengono formulati giudizi, che come tali, possono essere veri o falsi. Accanto vengono poste il nous e la sensazione, altre facoltà con cui giudichiamo, o meglio, formuliamo dei giudizi. Ma mentre la sensazione appartiene a tutti gli animali, il nous a pochi.147 La phantasia ha qualcosa in comune con l’uno e con l’altra, pur essenso ben distinta da entrambi:

“φαντασία γὰρ ἕτερον καὶ αἰσθήσεως καὶ διανοίας, αὕτη τε οὐ γίγνεται ἄνευ αἰσθήσεως, καὶ ἄνευ ταύτης οὐκ ἔστιν ὑπόληψις”.

“L'immaginazione è infatti diversa sia dalla sensazione sia dal pensiero, però non esiste senza sensazione, e senza di essa non c'è apprensione intellettiva (supposizione)”.148

La base del processo rappresentativo è fornito dalla sensazione, infatti la rappresentazione è presente solo negli animali forniti di più sensi e riguarda

146 De An., III,3, 428a 1-4.

147 Cfr. De An., II,3, 427a 17- 427b 14. 148 De An., III,3, 427b 14-16.

81 l'oggetto della sensazione.149 Al contempo la rappresentazione è collocata un gradino più in basso rispetto all'intelligenza. Questo capitolo del De Anima tuttavia si limita a definire la phantasia, la questione quindi non è comprendere il senso delle parole, che è semplicissimo, ma il ruolo della phantasia nel contesto delle facoltà dell'anima. È essenziale integrare il De Anima con un breve ma fondamentale passo del De Motu Animalium, che conferma l’idea secondo cui tutte le facoltà occupano un luogo fisico nel corpo:

“Entrambi, phantasia e percezione, occupano lo stesso posto del pensiero, poichè tutti di occupano di porre delle distinzioni, sebbene essi differiscano l’uno dall’altro, secondo le modalità di cui abbiamo disscusso altrove”.150

Solo ed esclusivamente grazie al passo tratto dal De Motu Animalium, sappiamo che per Aristotele persino l'intelligenza è incarnata e occupa lo stesso posto della sensazione - aisthēsis - e della phantasia.151

Se attraverso il senso comune costruiamo un feticcio che costituisce un raccordo di sensazioni, Con la phantasia diamo vita allo stesso feticcio con la differenza che la costruzione avviene in absentia. La sensazione infatti, anche nel caso dello stesso senso comune, necessita della presenza del dato sensoriale per avere luogo, nel caso della phantasia ciò non è indispensabile. Sulla base di quanto detto, consegue che la phantasia è da un lato accostabile al senso comune, poichè si rivolge gli stessi sensibili e prende piede da essi, dall’altra parte invece se ne discosta nettamente in quanto si configura come atto intenzionale e volontario. I phantasmata, sono “immagini mentali intenzionali” 152 , e

149 Cfr. De An., III,3,428b 12-14. 150 De Mot. An., 6, 700b 19-23.

151 Stiamo parlando di quello che Aristotele chiama nous pathetikos, appartenente all’uomo e corruttibile a differenza del nous poietikos, di natura divina, incorruttibile, quindi eterno. Cfr. ad esempio De Anima, III,5, in particolare 430 a 22-25: “Quando è separato, è soltanto quello che è veramente, e questo solo è immortale ed eterno (ma non ricordiamo perché questo intelletto è impassibile mentre l’intelletto passivo è corruttibile), e senza questo non c’è nulla che pensi”. 152 Lo Piparo, 2003, pag. 23. L’autore mette acutamente in evidenza questa caratteristica della phantasia, come facoltà legata alla volontà e all’intenzionalità.

82 liberamente, in qualsiasi momento si ha la possibilità di crearle. Non così nel caso della sensazione, che viene in atto solo ed esclusivamente in presenza dell’oggetto, restando vincolata al dato concreto. La phantasia consente un accesso più profondo alla realtà, proprio perchè “i confini del mondo vengono estesi oltre i confini percepiti”153; sul piano cognitivo quindi costituisce un notevole progresso, la possibilità di valicare i limiti dell’immediato. Si tratta già, potremmo dire, di un salto della mente che si distacca dalla materia. Partendo dalla sensazione tattile dunque ci spostiamo verso una sempre maggiore distanza dal dato materiale concreto, ma non solo; più progrediamo nella piramide delle facoltà dell’anima, più ci spostiamo dall’interno all’esterno. Se notiamo, nel caso della nutrizione abbiamo l’alimento che agisce dall’interno del nostro corpo; già giungendo alla sensazione, il sensibile agisce anche a distanza, ecco che procediamo verso l’esterno. Il fatto poi che il tatto sia considerato come la base della koinē aisthēsis, non è in antitesi con questo: anche se si svipuppa per contatto, e non interviene in esso il fattore distanza, è sempre in atto, ciò significa che, poichè come abbiamo visto ci fornisce sempre un’informazione, la sensazione tattile rappresenta la massima estensione nell’ambito della sensazione propria. In tutti gli altri casi vale quanto detto. Il senso comune garantisce certamente una maggiore aperura alla realtà circostante, poichè va in atto attraverso una sinergia di stimoli sensoriali. Il funzionamento della phantasia conferma questa visione, scavalcando la realtà immediatamente percepibile. Chiudiamo infine con la facoltà noetica – dianoetica, che si rivolge alle forme indipendentemente dalla materia. 154

Notiamo che più saliamo di grado nella scala su cui sono disposti i viventi, più la vita di questi ultimi diventa complessa, sia da un punto di vista organico, sia per quanto riguarda appunto il rapporto con l'ambiente esterno. Così la pianta, alla quale compete solo una tra le facoltà dell'anima, la nutritiva, è legata al terra e non ha percezione di ciò che la circonda, il suo solo fine è preservare la sua vita attraverso il nutrimento. L'animale partecipa attivamente all'ambiente circostante e ne ha percezione. Gli animali che possiedono più di un senso possiedono una più

153 Lo Piparo, 2003, pag. 23.

83 vasta gamma di sensazioni. L'uomo infine, non ha solo percezione del mondo, ma anche consapevolezza, coscienza, linguaggio. Il rapporto con l'esterno, come vediamo, tende ad estendersi.

La phantasia, coerentemente contestualizzata all’interno delle facoltà dell’anima, e riconosciuta senza alcuna difficoltà come modalità conoscitiva e di approccio alla realtà, presenta la particolarità di essere un ponte facoltativo, più che una vera e propria facoltà, che tende quindi il legame tra sensazione e dianoia155, che possiamo rendere con “ragionamento” o con “pensiero”, come

vedremo nel prosieguo del lavoro. Ogni facoltà rappresenta un gradino per lo sviluppo della successiva, ma è anche vero che la nutritiva (quindi la risproduttiva), costituisce un ambito a sè e riguarda il rapporto con l’ambiente al fine del sostentamento e della riproduzione, finalizzata al perpetuarsi della specie. L’alimento, oggetto correlativo, agisce sulla facoltà nutritive in modo che quest’ultima possa realizzarsi. Ancora con la sensazione, ci troviamo di fronte a un meccanismo di stimolo-risposta, che di certo migliora le condizioni di vita dell’animale nel proprio ambiente. Il colore impression l’occhio, agendo dunque su di esso, e attuando la facoltà della vista (così per ogni altro senso in relazione al proprio oggetto).E’ solo con il senso comune che ha inizio un meccanismo attivo di costruzione di un’immagine, partendo dal dato sensoriale. Nel caso della phantasia, siamo un gradino sopra; il dato sensoriale concreto, scompare. L’oggetto su cui si basa l’inizio del processo di rappresentazione è ancora il dato sensoriale, ma volontariamente, partendo da esso si costruisce il phantasma, non oggetto da cui ha inizio il processo rappresentativo, non oggetto correlativo, bensì punto di arrivo, imagine di conoscenza. L’oggetto correlativo della phantasia, se così si può dire, è il sensibile, il phantasma è la sua creatura.