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PROGRAMMAZIONE 2007-2013: L’IMPLEMENTAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI IN SICILIA

4.1 Il Quadro Finanziario Pluriennale e il Quadro Strategico Nazionale nella Programmazione 2007-

4.1.4. Il Piano Azione Coesione (PAC)

Nel tardo 2011 l’Italia, in termini di pagamenti eseguiti dalla Commissione europea in rapporto alle risorse assegnate, constatava un livello pari ai due quinti del valore degli altri grandi beneficiari della Politica di coesione, la Polonia (30,9%) e la Germania (31,5%). La particolare gravità della situazione ha indotto gli organismi competenti ad adottare alcuni accorgimenti procedurali e finanziari come la revisione della quasi totalità dei progetti FESR e FSE, nonché dei cosiddetti Grandi Progetti, portando ad un’accelerazione della spesa454. Contestualmente, attraverso la delibera CIPE n. 1 del

2011 si erano definite le linee operative per superare le forti criticità registrate sino al 2010. L’accordo tra le regioni, le amministrazioni centrali interessate e la Commissione europea, mette in campo una serie di misure volte ad accelerare la realizzazione dei programmi cofinanziati dall’UE455.

Il 3 novembre 2011 viene siglato l’accordo con le otto regioni meridionali sulla rimodulazione dei POR cofinanziati dai FS, che vincolava le parti al riutilizzo delle risultanti nazionali secondo il principio di territorialità456. Di fatto, i provvedimenti stabilivano specifiche regole di programmazione per un miglior utilizzo delle risorse, precisando che gli interventi previsti dovevano venir coordinati in sinergia con quelli di natura ordinaria, mantenendo distinte le rispettive risorse e programmando le operazioni a carico del FSC, valutandole anche nel contesto delle risorse ordinarie. In tal modo, sarebbe stato possibile rispettare il principio secondo cui le risorse comunitarie risultino aggiuntive rispetto agli interventi ordinari e finalizzate alla rimozione degli squilibri e alla promozione dello sviluppo457.

454 Barca Fabrizio; La Coesione territoriale in Italia alla fine del 2011: Relazione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato del Ministro per la coesione territoriale, Camera dei Deputati, Roma, 6 dicembre 2011, pag. 22.

455 Camera dei Deputati. Documentazione e Ricerche, I temi dell’attività parlamentare nella XVI legislatura: Politiche di coesione territoriale, Doc. I, n. 26, XVI Legislatura, marzo 2013, pp.7-8.

456 Camera dei Deputati. Temi dell’attività parlamentare, La Politica di coesione 2007-2013,

http://leg16.camera.it/522?tema=108&La+politica+di+coesione+2007-2013, Ultimo accesso 11 marzo 2019.

457 Camera dei Deputati. Documentazione e Ricerche, I temi dell’attività parlamentare nella XVI legislatura: Politiche di coesione territoriale, Doc. I, n. 26, XVI Legislatura, marzo 2013, pag. 10.

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Nell’attivare il Piano Azione Coesione (PAC), il Ministro per la Coesione Territoriale e i Ministri di settore si erano prontamente attivati per rendere operativo tale intervento secondo i seguenti principi:

- Concentrazione delle risorse nelle priorità indispensabili al rilancio del Sud Italia; - Azione di affiancamento e supporto da parte di centri “forti” di competenza

nazionale;

- Fissazione di obiettivi tangibili in termini di qualità della vita dei cittadini; - Cooperazione rafforzata con la Comunità europea.

Inoltre, veniva rilevato che per far fronte ai gravi squilibri socioeconomici della suddetta area non erano sufficienti risorse aggiuntive, addizionali, o speciali, poiché la mole e il peso delle risorse ordinarie era tale da pregiudicare gli esiti di qualunque intervento suppletivo458. In sintesi, il PAC mirava ad una concentrazione degli investimenti in quattro ambiti prioritari di interesse strategico nazionale, reperendo i necessari stanziamenti attraverso una riduzione della quota complessiva del cofinanziamento nazionale dei FS nell’ambito dei POR del Mezzogiorno, con un conseguente riutilizzo delle risorse per il finanziamento delle azioni previste nel PAC459. Nel 2012 lo strumento evidenziava risultati positivi dove gli impegni erano passati complessivamente dal 20 al 42%, mentre la spesa aveva raggiunto il 18% del totale.

Il PAC puntò ad una concentrazione delle risorse in quattro abiti prioritari di interesse strategico nazionale; Istruzione, Agenda digitale, Occupazione e Infrastrutture460. Inoltre,

l’efficacia del PAC fu resa possibile soltanto attraverso la revisione del Regolamento generale dei FS (Reg. CE 1083/2006), secondo il quale l’Italia avrebbe dovuto garantire nelle regioni Convergenza un tasso di cofinanziamento pari ad almeno il 25% del valore del programma, a fronte di un massimale del 75%. D’altra parte, nelle regioni dell’obiettivo Competitività doveva esser garantito un tasso di cofinanziamento pari al 50%. L’Italia per ovviare al ritardo strutturale decise, in accordo con la Commissione

458 Barca Fabrizio; La Coesione territoriale in Italia alla fine del 2011: Relazione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato del Ministro per la coesione territoriale, Camera dei Deputati, Roma, 6 dicembre 2011, pp. 4-5.

459 Camera dei Deputati. Documentazione e Ricerche, I temi dell’attività parlamentare nella XVI legislatura: Politiche di coesione territoriale, Doc. I, n. 26, XVI Legislatura, marzo 2013, pag. 2.

460 Camera dei Deputati. Temi dell’attività parlamentare, La Politica di coesione 2007-2013,

http://leg16.camera.it/522?tema=108&La+politica+di+coesione+2007-2013, Ultimo accesso 11 marzo 2019.

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sulla base dell’art.33 del suddetto Regolamento, una riprogrammazione delle risorse dei FS, con una diversa percentuale di cofinanziamento che era stato elevato al 75%, con corrispondente riduzione della quota di cofinanziamento nazionale, le cui risorse venivano destinate agli obiettivi del PAC461.

In sostanza, la quota di finanziamento comunitario dei PO in ritardo di attuazione e che rischiavano il disimpegno automatico, restava invariata in valori assoluti, ma assumeva un peso percentuale maggiore, mentre veniva ridotta la quota di risorse di cofinanziamento nazionale462. Con la riprogrammazione dei programmi regionali

maggiormente in ritardo verso programmi più performanti, la PAC avviava il proprio processo di efficientamento della spesa che si articolava in tre fasi tra il 2011 e il 2012. Il piano determinò una rimodulazione delle risorse comunitarie e una riduzione delle risorse di cofinanziamento nazionale, per complessivi 13,5 miliardi di cui 11,5 derivanti dalla riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale. La riduzione del cofinanziamento fu applicata in misura maggiore all’obiettivo Convergenza che ha perso 12,8 miliardi, corrispondenti ad una flessione del 58,4%463.

Il PAC nell’articolazione delle sue tre fasi di riprogrammazione, si era così dettagliato: - Fase I: Riprogrammazione di 3,7 miliardi di euro da POR a favore di istruzione,

ferrovie, formazione, agenda digitale, occupazione di lavoratori svantaggiati (dicembre 2011);

- Fase II: Riprogrammazione di 2,3 miliardi di euro dai PON e PO Interregionali gestiti dalle amministrazioni centrali dello Stato a favore della cura per l’infanzia e per anziani non autosufficienti, dei giovani, della competitività e innovazione delle imprese e delle aree di attrazione culturale (maggio 2012);

- Fase III: Riprogrammazione di 5,7 miliardi di euro da POR e PON a favore di misure anticicliche, ossia volte ad arginare gli effetti della crisi e dare sostegno al

461 Camera dei Deputati. Documentazione e Ricerche, I temi dell’attività parlamentare nella XVI legislatura: Politiche di coesione territoriale, Doc. I, n. 26, XVI Legislatura, marzo 2013, pag. 19. 462 Boffo Paola; Piano di Azione Coesione: Compendio sulla programmazione e sull’attuazione, con la

collaborazione di Gagliardi Francesco,

http://capacitaistituzionale.formez.it/sites/all/files/compendio_pac_formezpa.pdf. [Ultimo accesso 30 marzo 2019], pag. 11.

463 Camera dei Deputati. Servizio Studi, La chiusura della programmazione 2007-2013, Ultimo aggiornamento 5 marzo 2018, http://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1105260.pdf, [Ultimo accesso 30 marzo 2019], Pag. 4.

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tessuto economico sociale. Salvaguardia di alcuni progetti validi già avviati, ma che necessitano di tempi più lunghi per disimpiegare i loro effetti, e di nuove azioni regionali (11 dicembre 2012)464.

Di particolare importanza nella Fase III fu la Salvaguardia dei progetti validi avviati, la cui finalità strategica puntò al mantenimento dei progetti per la realizzazione delle opere pubbliche considerate valide e rilevanti al conseguimento di importanti risultati a livello regionale e nazionale, ma la cui capacità di generare effetti era stata messa a rischio dalla prevista impossibilità di completarli entro la fine della programmazione. Il processo di salvaguardia riguardò 61 progetti per un importo di circa 3,5 miliardi, corrispondenti al 38% del bilancio PAC465.