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1   QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

1.1   P IANIFICAZIONE DEL T ERRITORIO

1.1.2   Pianificazione Regionale

1.1.2.2   Piano di Indirizzo Territoriale

Il Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana è stato approvato dal Consiglio regionale il 24 luglio 2007 con delibera n. 72.

Il 16/06/2009 con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 32, sono state adottate delle modifiche al PIT, che costituiscono l implementazione del piano stesso per la disciplina paesaggistica, ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dell'articolo 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137) e dell’ articolo 33 della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio)

Il piano ha una valenza costitutiva ed una funzionalità strategica, in grado di coniugare il motore propositivo e la regola statutaria.

Alla base del PIT sussiste la convinzione che la gestione delle risorse territoriali, secondo i principi della sostenibilità ambientale e paesaggistica, sia strategica per uno sviluppo basato sulla qualità e costituisca parte non solo integrante ma costitutiva della programmazione generale e settoriale.

La parte “statutaria” del PIT costituisce l’insieme delle scelte “normative” che garantiscono la sostenibilità valoriale, ambientale e culturale delle opzioni di sviluppo del PRS.

Essa comprende le invarianti territoriali, la definizione di sistemi e sub sistemi, il contenuto paesaggistico. Lo statuto del territorio della regione individua i sistemi territoriali e funzionali alla base della struttura del territorio, definisce le invarianti strutturali, individua i principi per l’utilizzazione delle risorse essenziali, nonché le prescrizioni inerenti ai relativi livelli minimi prestazionali e di “qualità”.

Il PIT indica di quali investimenti innovativi possano essere oggetto i beni che compongono il patrimonio territoriale per accrescerne le capacità di produrre valore per la collettività.

Il PIT definisce dunque di quali modificazioni, trasformazioni e manutenzioni sociali, economiche e culturali -strutturali e infrastrutturali- il territorio possa essere destinatario e leva ad un tempo.

Il PIT è costituito dai seguenti elaborati:

a. Il Documento di piano contenente:

- l’agenda per l’applicazione dello statuto del territorio toscano;

- i metaobiettivi del PIT (unitamente agli obiettivi conseguenti ai medesimi);

- l’agenda strategica;

- la strumentazione di cui il PIT si dota per presidiare l’efficacia delle sue opzioni.

b. La Disciplina di piano che:

- definisce le invarianti strutturali e individua i principi cui condizionare l’utilizzazione delle risorse essenziali di cui all’articolo 3 della l.r. 1/2005;

- contempla come sua parte integrante la disciplina dei paesaggi che assumerà valore di piano paesaggistico ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, una volta concluso il procedimento recante l’intesa con le competenti autorità statali ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137), come da ultimo modificato con il d.lgs 157/2006.

c. Il Quadro conoscitivo, costituito da:

- i quadri analitici di riferimento;

- il quadro aggiornato allo stato di fatto degli elementi territoriali del Piano regionale della mobilità e della logistica;

- l’atlante ricognitivo dei paesaggi.

d. Gli Allegati documentali per la disciplina paesaggistica:

- Atlante dei paesaggi toscani;

- Schede dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità;

- Scheda tipo dei vincoli paesaggistici ; - La qualità dei paesaggi nei P.T.C..

a. Il Documento di Piano

I meta-obiettivi del PIT sono le opzioni di una Regione che costruisce il suo sviluppo attorno ad un’attenta combinazione di scelte discriminanti. Essi indicano cosa e quando si può fare nel por mano alle risorse del territorio in funzione dei beni e dei valori che quel patrimonio racchiude.

• 1° meta-obiettivo: integrare e qualificare la Toscana come città policentrica attorno ad uno statuto condiviso. Si tratta di coniugare un tessuto regionale ove borghi e città sono fonti reciproche di identità e funzionalità, di risorse e limitazioni, di oneri e opportunità, di innovazioni e dinamismi…

• 2° meta-obiettivo: sviluppare e consolidare la presenza industriale in Toscana. Il PIT ha molto a cuore il futuro e il successo del suo sistema produttivo ed in particolare di quella

“operosità manifatturiera” che è fatta di industrie e fabbriche ma anche di ricerca pura e applicata, di evoluzione e innovazioni tecnologiche.

• 3° meta-obiettivo: conservare il valore del patrimonio territoriale della Toscana. È solo in funzione della tutela del suo valore che il territorio va reso capace di accogliere, sostenere e armonizzare l’iniziativa e la progettualità degli operatori economici che fondano o promuovono sul territorio le proprie aspettative. Il patrimonio collinare è uno dei fattori salienti della qualità del territorio toscano, cioè della sua universale riconoscibilità. I poggi e i declivi che quel patrimonio compongono, esprimono una storia plurisecolare di razionale ed equilibrato rapporto fra lavoro e natura, oltre che di lotta per la sopravvivenza in un territorio fragile che l’intelligenza di generazioni di uomini e di comunità sociali hanno trasformato in opera d’arte.

b. Disciplina del piano

La struttura del territorio toscano si configura mediante il sistema territoriale e i sistemi funzionali.

Le invarianti strutturali correlate al suddetto sistema territoriale sono:

a. la «città policentrica toscana»;

b. la «presenza industriale» in Toscana;

c. i beni paesaggistici di interesse unitario regionale;

d. il «patrimonio collinare» della Toscana;

e. il «patrimonio costiero, insulare e marino» della Toscana;

f. le infrastrutture di interesse unitario regionale.

Per queste ultime la Regione promuove la massima diffusione delle fonti rinnovabili di energia.

Ai fini del conseguimento della piena efficienza produttiva degli impianti necessari alla produzione di fonti energetiche rinnovabili e della tutela delle risorse naturali e dei valori paesaggistici del territorio toscano, la localizzazione e la realizzazione degli impianti stessi avrà luogo ai sensi dell’articolo 10, comma 2, della l.r. 1/2005, sulla base delle determinazioni del Piano di Indirizzo Energetico Regionale previa specifica valutazione integrata a norma del piano paesaggistico regionale di cui al presente PIT e dei vincoli previsti dalla normativa nazionale e regionale. A tale fine la programmazione regionale in materia energetica formula il quadro ricognitivo delle aree disponibili all’accoglimento dei relativi impianti coerentemente al disposto del comma precedente oltre che nel rispetto della disciplina del paesaggio.

Per quanto attiene i beni paesaggistici di interesse unitario regionale, il Pit tutela i beni paesaggistici, ai sensi del parte III, Titolo I, del d.lgs 42/2004, come da ultimo modificato con il d.lgs 157/2006, individuati ai sensi dell’articolo 134 del d.lgs 42/2004, e rappresentati nell’Atlante ricognitivo dei caratteri strutturali dei paesaggi della Toscana e, unitamente ai beni culturali, nella Carta dei beni culturali e paesaggistici, sezione specifica del Quadro conoscitivo.

c. Quadro conoscitivo

Il quadro conoscitivo - QC - del Pit è costituito dall’insieme “dei quadri analitici di riferimento” – QAR - che si compongono di tre grandi aggregati:

⇒ la lettura delle principali dinamiche e dei fenomeni osservabili nello spazio regionale per conoscere la struttura del territorio;

⇒ la ricognizione dei principali aspetti settoriali della “macchina”

amministrativa pubblica;

⇒ l’identificazione e l’interpretazione dei territori caratterizzanti lo spazio regionale ai fini del Piano Paesaggistico, parte integrante del Pit.

Per selezionare gli ambiti sono stati utilizzati nove parametri, che hanno portato alla identificazione e definizione dei caratteri propri e distintivi.

I parametri sono:

- la realtà geografica, o più esattamente orografia e idrografia;

- il paesaggio prevalente e la sua storicizzazione;

- la storia politico-amministrativa e i segni che ha lasciato sul territorio;

- l’esistenza di centri abitati polarizzatori di servizi e funzioni di livello sovra locale;

- la “coscienza” dei cittadini di appartenere ad un dato territorio, cioè i caratteri identitari che nell’immaginario collettivo determinano la riconoscibilità di un territorio;

- l’eventuale “mito” nato intorno ad alcune realtà geografiche, che ha contribuito e/o contribuisce a tracciare una qualche forma di riconoscibilità e di identificazione spaziale;

- l’esistenza di una realtà economica di area, cioè un mercato del lavoro locale;

- l’evoluzione dell’organizzazione amministrativa e dei servizi a questa connessi;

- la dotazione di infrastrutture stradali e ferroviarie.

d. Gli Allegati documentali per la disciplina paesaggistica

I contenuti del Piano concernono la qualità paesaggistica del territorio toscano attraverso:

- Una progettazione e una messa in opera delle infrastrutture che, mediante la più congrua collaborazione con le amministrazioni interessate, ne persegua la migliore contestualizzazione paesaggistica sì da farne realizzazioni di nuovo, integrato e armonioso paesaggio e non violenze al medesimo;

- La tutela e il consolidamento della continuità e della biodiversità delle reti naturali nei corridoi ecologici in cui quelle reti si articolano al fine di correlare organicamente beni, ambienti e contesti d’insieme sia del paesaggio urbano che rurale;

- La subordinazione del recupero e riqualificazione delle aree industriali dismesse;

- Una gamma di prescrizioni puntuali a sostegno della tutela e valorizzazione degli itinerari storico-culturali.

Contestualmente, viene attivata una stretta correlazione tra l’impegno diretto della Regione a sostegno della produzione di energia da fonti rinnovabili e la tutela del patrimonio paesaggistico toscano: un nesso logico e normativo reso urgente dalle specifiche dinamiche di mercato e dalla primaria necessità di sostenere la diffusione di un pluralità di risorse energetiche coerenti con gli obiettivi ambientali che la Toscana condivide con l’Unione Europea e con l’esigenza di riqualificare a tal fine l’insieme del sistema energetico regionale. La crescita di una green economy toscana deve saper intimamente correlare infatti l’unicità del suo paesaggio con la qualità di una nuova igiene energetica e dunque con una coraggiosa apertura a quanto di più nuovo e pulito si sviluppi in materia. Così, la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, i relativi impianti e le connesse programmazioni, progettazioni, localizzazioni, realizzazioni e i conseguenti funzionamenti devono trovare in Toscana, da un lato, le più efficaci ed efficienti capacità di incremento e di evoluzione

tecnica e funzionale e, dall’altro, la più congrua armonizzazione e contestualizzazione paesaggistica sapendo creare, laddove necessario, nuovo paesaggio sul ceppo del patrimonio paesaggistico esistente e nel mantenimento dei valori che esso esprime.

Di qui l’assunzione ad opera di questo piano del principio generale della coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica statuiti nelle “ schede dei paesaggi” come elemento costitutivo degli stessi criteri di valutazione da assumere in materia. Di qui, ancora, una disciplina specifica che prevede tra l’altro:

- l’obbligo della pianificazione territoriale delle province di definire indirizzi e criteri con cui consentire e promuovere la produzione energetica da fonti rinnovabili (quali derivanti da impianti eolici, solari termici e fotovoltaici, alimentati da biomasse) mediante apposite previsioni nella pianificazione territoriale dei comuni;

- il raccordo necessario tra l’installazione di impianti eolici e

a) il perseguimento degli obiettivi di qualità contemplati dalle “schede dei paesaggi” con una ulteriore serie di cautele ambientali e paesaggistiche e di modalità localizzative inerenti gli impianti eolici di maggiori dimensioni e la loro ubicabilità in ambiti territoriali già dotati di specifiche tutele;

b) il rispetto di un generale criterio localizzativo e realizzativo fondato sull’efficacia e sull’efficienza energetica quale essenziale parametro decisionale in funzione della tutela paesaggistica e ambientale;

- l’obbligo per la pianificazione territoriale dei comuni e per la strumentazione attuativa che ne consegue, unitamente ad eventuali regolamentazioni specifiche delle stesse amministrazioni municipali, di regolare l’installazione di impianti solari termici e fotovoltaici;

- l’obbligo per il pianificatore locale di disciplinare l’installazione a terra di impianti solari termici e fotovoltaici in modo da garantire che quest’ultima abbia luogo prioritariamente presso siti degradati o bonificati, laddove disponibili o in zone a destinazione produttiva, commerciale o correlata alla produzione o erogazione di servizi.

Disciplina dei beni paesaggistici

Con riferimento ai beni paesaggistici, oltre alle direttive, prescrizioni e salvaguardie contenuti nella disciplina generale del PIT si applicano le disposizioni particolari di cui agli articoli della disciplina.

Gli obiettivi di qualità e la definizione delle azioni orientate al loro perseguimento sono contenuti nella sezione 3 delle “schede dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità” allegate al

piano paesaggistico e sono relativi ai valori naturalistici, storico-culturali ed estetico-percettivi degli elementi costitutivi di ciascun ambito di paesaggio.

Figura 1 - Rappresentazione degli ambiti di paesaggio (Fonte: Regione Toscana)

Area Volterrana

Tra i comuni proposti per quest’area rientra quello di Monteverdi Marittimo.

I borghi di quest’area sono circondati da campi coltivati e boschi di cerri, querce e castagni.

Figura 2 - Paesaggio ondulato delle colline argillose (Fonte: Regione Toscana)

L’attività vinicola è sicuramente l’attività produttiva più significativa.

La parte meridionale della provincia di Pisa si sviluppa attorno all’alto bacino del fiume di Cecina il cui ampio fondovalle ha rappresentato l’asse verso il quale da sempre sono stati attratti numerosi abitanti delle vicine zone collinari, sia per la vocazione agricola del territorio, sia per l’utilizzo storico delle acque fluviali a scopi produttivi come per esempio per l’estrazione del salgemma.

L’area ha caratteri morfologici omogenei ad eccezione del comune di Monteverdi Marittimo che gravita attorno al bacino idrografico del fiume Cornia. Dal punto di vista geologico, la ricchezza di materiali presenti nel sottosuolo ha incentivato lo sfruttamento delle risorse diventate la maggiore attività produttiva della zona.

Figura 3 - Caratteri strutturali dell’area Volterrana (Fonte: Regione Toscana)

Il corso del fiume Cecina attraversa per 74 Km il territorio della Val di Cecina separando nettamente la zona di Volterra da quella di Pomarance. Il suo sinuoso alveo attraversa terreni ricchi di sali, zolfo, metalli e acque minerali utilizzati da popolazioni antiche.

Nel territorio dei comuni di Pomarance, Castelnuovo e Monteverdi sono presenti fenomeni di origine vulcanica e idrovulcanica come i soffioni boraciferi, le putizze, i lagoni e le acque termo-minerali.

Figura 4 - Fenomeno dei soffioni boraciferi – Castelnuovo Val di Cecina (Fonte: Regione Toscana)

Quest’area è stata da sempre sfruttata dall’attività geotermica, attività ad oggi programmata e coltivata dall’ENEL. Numerosi impianti situati nei comuni di Castenuovo in Val di Cecina e

Pomarance sono stati dismessi e, oltre a rappresentare una testimonianza dell’attività svolta e sviluppata in quest’area, sono diventati un esempio di archeologia industriale italiana del ‘900.

Sul versante meridionale delle colline, in Val di Cornia, si estende il Comune di Monteverdi Marittimo, in stretta vicinanza tra Castagneto Carducci e Siena. Il territorio comunale comprende i centri di Monteverdi e Canneto sviluppandosi su una superficie di circa 10.000 ettari, coperti da bosco ceduo e da macchia mediterranea.

Piccoli nuclei rurali negli appoderamenti, fortilizi e rocche in posizione dominante sui crinali delle Colline Metallifere, testimoniano l’antica storia di questo territorio colonizzato fin dall’età degli Etruschi.

Gli insediamenti di recente formazione sono localizzati nel fondovalle e rispondono a criteri localizzativi legati allo sfruttamento delle risorse minerarie e geotermiche. Questi insediamenti, nati come centri industriali, oggi sono dei veri e propri centri urbani cresciuti intorno a villaggi operai che conservano intatto il proprio impianto formale.

Figura 5 - Insediamento moderno - Pomarance

Figura 6 - Insediamento storico - Volterra

Gli impianti delle centrali geotermiche e gli insediamenti residenziali connessi, il reticolo delle tubazioni di captazione e trasporto del gas, le torri di raffreddamento e condensazione del vapore, si sovrappongono ad un paesaggio con un patrimonio forestale ricco e diversificato.

Figura 7 – Centrale geotermica – Pomarance (Fonte: Regione Toscana)