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3.   Coerenza con strumenti di programmazione pianificazione territoriale a

3.1.   Pianificazione nel settore dei trasporti

3.1.2.   Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT)

La L.R. n. 30 del 1998 (Disciplina generale del trasporto pubblico regionale e locale) individua il PRIT (Piano Regionale Integrato dei Trasporti) come il principale strumen-to di pianificazione attraverso cui la Regione persegue gli obiettivi di un razionale e funzionale utilizzo del proprio territorio, assicurandone accessibilità e fruibilità.

Il PRIT 98 si è sviluppato sulla base del nuovo quadro istituzionale configurato dalla Legge Bassanini (59/97) e successivi provvedimenti L.127/97, D.L.422/97 e D.L.

112/9, che hanno modificato radicalmente il ruolo delle istituzioni regionali, investen-dole di competenze di alto profilo in materia di trasporti.

IL PRIT98 costituisce, a seconda dei casi, indirizzo o direttiva:

• per i piani territoriali di coordinamento provinciali;

• ogni strumento di pianificazione e di programmazione subregionale può essere approvato soltanto se conforme alle disposizioni del PRIT98;

• gli strumenti della pianificazione provinciale provvedono a specificare, approfondi-re e attuaapprofondi-re i contenuti e le disposizioni del PRIT98;

• le Province sono tenute ad adeguare i propri piani di coordinamento alle disposi-zioni del PRIT98;

• i Comuni sono tenuti ad adeguare la propria strumentazione urbanistica alle previ-sioni del PRIT98, con riferimento alle opere pubbliche o di interesse pubblico, in conformità a quanto stabilito dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

Il ruolo del Porto di Ravenna, descritto nel PRIT, evidenzia come lo scalo ravennate può svolgere un ruolo determinante nell’ambito sia della mobilità merci regionale, sia di quella marittima del sistema adriatico (si pensi al futuro ruolo del Corridoio Adriatico inserito nella rete trans-europea dei trasporti), sia di quella passeggeri da crociera e da traghetto per le destinazioni della Grecia, Croazia, Turchia ed Albania.

Nel PRIT si sottolinea la necessità di intervenire con misure urgenti sia di natura or-ganizzativa ed infrastrutturale sia di natura gestionale, per consentire al Porto di Ra-venna di divenire un centro avanzato di servizi logistici internazionali ed un generato-re di domanda stgenerato-rettamente collegato alle grandi generato-reti di navigazione ed al sistema portuale mediterraneo. D’altra parte il Porto di Ravenna si inserisce in un settore, quello della navigazione marittima nazionale, in cui profondi sono gli elementi di criti-cità. Per quanto riguarda il settore marittimo italiano occorre, infatti, notare:

• il 60% delle imprese di navigazione italiane opera nel settore delle rinfuse;

• il 67% delle imprese di navigazione italiane operano sotto la soglia dei 20 miliardi di fatturato (80% nel settore petrolifero);

• le imprese medio grandi sono solo quelle appartenenti all’area pubblica (FINMA-RE) ovvero integrate nell’ambito di cicli produttivi di tipo industriale (ENI, ex Fer-ruzzi).

Dal punto di vista della gestione aziendale l’analisi dei dati statistici evidenzia:

• rilevanti quote di controllo societario di tipo familiare, che limita le possibilità di a-pertura al capitale finanziario esterno e, quindi, le possibilità di sviluppo;

• un sistema direzionale accentrato, poco orientato all’impiego di servizi esterni;

• una limitata mentalità imprenditoriale di lungo periodo ed una conseguente resi-stenza ad intraprendere nuove iniziative o introdurre innovazioni;

• una scarsa propensione ad attivare rapporti di tipo cooperativo, che, viceversa, rappresentano nel mercato mondiale la strategia più diffusa per limitare i rischi operativi e finanziari connessi al crescente livello di investimenti richiesti dal setto-re.

Ne emerge un quadro estremamente penalizzante per le imprese italiane, data la crescente complessità del sistema competitivo in cui operano, sempre più aperto alla concorrenza internazionale, anche in quei settori che erano tradizionalmente appan-naggio degli operatori nazionali.

I progetti di adeguamento e potenziamento del Porto di Ravenna risalgono alla stesu-ra del Piano Regolatore del Porto, redatto dal Genio Civile per le Opere Marittime e presentato per l’approvazione al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nell’anno 1982.

Il Piano Regolatore del Porto, con le medesime raccomandazioni esplicitate dal Con-siglio Superiore dei Lavori Pubblici, fu interamente inserito nel Piano Regionale inte-grato dei Trasporti del 1986 (redatto negli stessi anni 1982 – 83).

Il PRP 2007 prevede, oltre agli interventi di approfondimento dei fondali, l’allargamento dei canali, la realizzazione di nuove banchine portuali e di un terminale per contenitori, i radar per la sicurezza, l’illuminazione per operatività sulle 24 ore, ecc. Il PRP 2007 prevede inoltre lo scavo dell’angolo ovest dei fondali nella Pialassa del Piombone, per potenziare la navigabilità del Canale omonimo e realizzare una nuova zona portuale, in un’ottica di rafforzamento della logistica portuale, attraverso:

a) l’approfondimento dei fondali del Canale Piombone;

b) l’allestimento delle aree demaniali prospicienti;

c) l’adeguamento delle opere di difesa delle aree portuali;

d) la realizzazione delle opere a terra e della viabilità di collegamento;

e) la realizzazione delle opere di risanamento ambientale della pialassa.

Il PRIT, richiamato l’iter storico delle azioni sull’area economica di Ravenna, non può che fare proprio il Piano Operativo dell’Autorità Portuale ed il conseguente completa-mento del Piano Regolatore del Porto, segnalando la gravità dei ritardi con cui si è proceduto all’adeguamento delle strutture portuali, dei fondali e dei collegamenti ter-restri del sistema portuale con il suo retroterra economico.

Per superare tali ritardi, in una fase economica che vede un rapido ed importante svi-luppo del trasporto marittimo, occorre che gli interventi previsti trovino immediata rea-lizzazione, anche al fine di poter nel tempo studiare gli altri ed ulteriori interventi di po-tenziamento sia infrastrutturale sia economico – gestionale. In primo luogo, per quanto riguarda in generale gli interventi indicati di seguito:

• Valorizzazione delle possibilità insediative nelle aree produttive portuali, al fine di attrarre nuove imprese industriali e terziarie e sostenere l’ampliamento e la ri-qualificazione delle attività esistenti. L’intervento riguarda la riduzione dei costi del-le aree e degli oneri di urbanizzazione, interventi formativi ed incentivi agli inve-stimenti per attività produttive e di servizio;

• Realizzazione di un Terminal Passeggeri nel Porto di Ravenna al servizio dei flussi di traffico verso il bacino Adriatico e Mediterraneo. Gli interventi previsti ri-guardano l’approfondimento dei fondali fino a 10,50 m, l’adeguamento dell’avamporto, la razionalizzazione degli spazi a terra e la realizzazione dei servi-zi di supporto ai passeggeri, l’adeguamento della viabilità e la realizzaservi-zione degli edifici di servizio;

• Riqualificazione urbana della darsena di città, che prevede la trasformazione delle aree dismesse della zona portuale in quartiere urbano. Gli interventi previsti riguardano edilizia residenziale pubblica, opere di urbanizzazione, viabilità, bonifi-ca ambientale ed arredo urbano;

• Risezionamento dei canali e ricostruzione dossi e barriere nella Pialassa Baiona e nel canale Baccarini, per migliorare la qualità delle acque ed il ricam-bio laguna – mare ed ottenere condizioni favorevoli per le specie acquatiche.

L’intervento prevede il risezionamento del canale Baccarini, opere di consolida-mento, scavo e presidio;

• Risanamento del bacino idrografico del Canale Candiano e Pialassa del Piombone, con interventi vari di fognatura, depurazione, disinquinamento, allo scopo del recupero ambientale e dello sviluppo delle attività economiche e turisti-che;

• Escavo fondali in zona Piombone per il potenziamento della zona portuale L’intervento riguarda lo scavo dei fondali in zona Piombone per il potenziamento della zona portuale, garantire fondali costanti in tutto il porto, (dall’imbocco, sino a S. Vitale, lungo il canale principale ed il Canale Piombone) ed incentivare nuove iniziative e nuovi traffici.

Agli interventi di natura infrastrutturale marittima e di risanamento e potenziamento dell’area portuale, occorre però aggiungere quelli necessari a connettere l’area

portu-ale con il sistema di trasporto terrestre, sia nel settore della viabilità sia, con ancora maggiore urgenza, nel settore ferroviario. Si prevede infatti lo sviluppo di un sistema logistico connesso al Porto di Ravenna, il rafforzamento del rapporto con l’Interporto di Bologna (attraverso una variante di tracciato sulla SS253 con connessione tra la A14 bis liberalizzata e la Trasversale di pianura) e, più in generale, con il sistema lo-gistico interportuale padano. Nell’ambito dei collegamenti terrestri del porto sono in fase di avanzata definizione alcune opere indispensabili alla funzionalità dell’interscambio mare – terra. In particolare sono in corso di definizione specifici ac-cordi e protocolli tra Ministero dei Trasporti, Enti pubblici emiliano – romagnoli, Autori-tà portuale e Ferrovie dello Stato, i seguenti interventi prioritari, cofinanziati da F.S., Ministero dell’Ambiente, Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Ravenna:

• Delocalizzazione dello scalo merci di Ravenna in sinistra del Canale Candiano (realizzazione di una nuova stazione merci e di un nuovo fascio merci);

• Costruzione di 3,5 km di binario come prolungamento del raccordo ferroviario in sinistra del Canale Candiano;

• Razionalizzazione della viabilità (interventi di automazione di attraversamenti stra-dali e semaforizzazioni) e dei sotto - servizi (ENEL – adeguamento e costruzione ex-novo di impianti tecnologici), adeguamento e costruzione ex-novo di impianti di armamento, in sinistra Canale Candiano. Ai fini del potenziamento delle attività in sinistra del Porto di Ravenna risulta inoltre necessario l’adeguamento della nuova via Baiona.

3.1.3. Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) e Piano Urbano della