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LE PIASTRINE E LE GASTROENTERITI CRONICHE Le piastrine e l’infiammazione

Tanto in medicina umana quanto in veterinaria esiste un’evidenza crescente sul ruolo giocato dalle piastrine nell’infiammazione. Esse, infatti, in corso di flogosi rilasciano alcune sostanze vasoattive (come serotonina e PAF), producono interleuchina 1 ed interagiscono con i leucociti polimorfonucleati (PMN).

La capacità delle piastrine e dei loro prodotti di modulare le funzioni dei PMN è stata inconfutabilmente stabilita, ma sono stati riportati tanto effetti stimolanti quanto inibenti. È probabile che questa apparente dicotomia rifletta il ruolo parallelo che le piastrine giocano sia nell’emostasi che nella flogosi: durante la prima fase della loro risposta, infatti, esse producono il PAF, molecola che determina l’attivazione dei neutrofili, mentre nell’ultimo stadio dell’aggregazione si

assiste alla produzione di sostanze inibenti tali granulociti (ad es. la β- tromboglobulina) (Gentry, 2000).

Le piastrine circolanti possono essere attivate da numerosi agenti infiammatori, inclusi virus, batteri e complessi antigene-anticorpo, ed è per questo che l’attivazione piastrinica rappresenta un evento precoce della flogosi, alla quale i trombociti contribuiscono attraverso il reclutamento di altre cellule e mediante il rilascio delle proteasi (es. collagenasi, elastasi) e delle idrolasi acide presenti nei lisosomi dei granuli α e di quelli densi (Gentry, 2000).

Trombocitopenia

In medicina umana la trombocitopenia è considerata una delle possibili manifestazioni delle IBD idiopatiche, ed anche se molto rara, è stata ben documentata (Jinbo et al., 1992; Baudard et al., 1998; Kodaira et al., 1999); mentre in veterinaria esiste ad oggi un solo articolo sull’argomento, che ha attestato una precisa correlazione tra gastroenterocolite linfoplasmocitaria e trombocitopenia. In tale studio gli Autori riferiscono che la trombocitopenia idiopatica è stata osservata nel 2,5% dei soggetti in cui è stata diagnosticata una forma di IBD idiopatica, senza nessuna apparente predisposizione di razza od età, né alcuna correlazione con la gravità della flogosi. Nella maggior parte dei casi trombocitopenici, inoltre, è stata osservata la presenza concomitante di macropiastrine (Ridgway et al., 2001). In uno studio successivo, Craven riporta un’incidenza della trombocitopenia pari al 12,5%, considerevolmente più alta di quella riportata da Ridgway (Craven et al., 2004).

Nell’uomo l’ipotesi eziologica ritenuta più probabile è che gli stessi eventi immunologici che causano la flogosi gastroenterica siano in grado di determinare la trombocitopenia ad essa associata, ma sono state proposte altre teorie, tra cui quella che esista una reazione antigenica crociata tra piastrine ed alcune glicoproteine batteriche, che porterebbe alla distruzione delle prime da parte degli anticorpi rivolti contro le seconde (Kodaira et al., 1999).

L’eziologia della trombocitopenia associata alle IBD idiopatiche nel cane è ancora sconosciuta. La piastrinopenia può in generale risultare da meccanismi patogenetici tra loro assai diversi: le piastrine, infatti, possono essere distrutte o consumate (attraverso un meccanismo immunomediato primario o secondario; a causa dell’azione di agenti infettivi come le rickettsiae; in corso di DIC o di neoplasia), oppure sequestrate e/o ne può diminuire la produzione. La teoria che Ridgway et al. suggeriscono, è che la stimolazione immunitaria operata dai batteri luminali e/o l’alterazione del sistema immunitario che si verificano in corso di IBD possano determinare una distruzione immunomediata delle piastrine (Ridgway et al., 2001).

Trombocitosi reattiva

La trombocitosi, che consiste nell’incremento del numero di piastrine nel sangue periferico, può essere il risultato di svariate cause, congenite e acquisite. Quando la trombocitosi è secondaria e non è dovuta ad un disordine primariamente mieloproliferativo, viene definita reattiva.

La trombocitosi reattiva è solitamente transitoria ed asintomatica, di grado da lieve a moderato (nel cane e nel gatto meno di 700.000 piastrine/µL). In umana essa, indipendentemente dall’origine, è associata all’aumento sierco spurio (dovuto alla coagulazione in vitro delle piastrine) di potassio, lattato deidrogenasi, fosforo, acido urico, zinco, fosfatasi acida e mucopolisaccaridi; mentre nel cane un simile falso incremento è stato osservato solo a carico del potassio sierico.

Sia nell’uomo che negli animali domestici, la trombocitosi reattiva, indotta dal rilascio di fattori stimolanti la trombopoiesi, si verifica in corso di numerose condizioni, quali:

¾ emorragie croniche (ad es. intestinali) ed anemia da carenza di ferro; ¾ infiammazione (ad es. IBD);

¾ traumi, fratture o interventi chirurgici; ¾ splenectomia;

¾ infezioni acute o croniche; ¾ neoplasie;

¾ iperadrenocorticismo;

¾ terapie a base di glicocorticoidi o di alcaloidi della Vinca.

Nel cane e nel gatto, tale aumento nella conta piastrinica si verifica con maggior frequenza in associazione a disordini gastrointestinali, neoplasie, malattie del sistema endocrino e terapie cortisoniche (Mandell, 2000).

Per quanto riguarda la trombocitosi associata alle IBD idiopatiche nel cane, Craven, che la riporta con un incidenza del 7%, afferma che essa sembra essere indipendente dalla severità della malattia, contrariamente a quanto avviene nell’uomo. Egli suggerisce inoltre che le anomalie nel numero delle piastrine possano avere una correlazione causale con le IBD idiopatiche (Craven et al., 2004).

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INTRODUZIONE

In medicina umana, esiste un’ampia letteratura in merito alle manifestazioni cliniche extraintestinali delle IBD, di cui quelle ematologiche risultano essere tra le alterazioni più approfondite. In particolare, le anemie riscontrabili in corso di tali patologie sono state dettagliatamente descritte e studiate, anche a causa della loro elevata incidenza.

Le modificazioni ematologiche segnalate nelle IBD umane (vedi capitolo 7) includono l’anemia da carenza di ferro, da malattia cronica, da carenza di cobalamina e/o di acido folico (Oldenburg et al., 2001; Cronin et al., 2001; Gasche et al., 2004; Fleming, 2005), nonché la trombocitopenia e la trombocitosi reattiva (Jinbo et al., 1992; Baudard, 1998; Kodaira, et al., 1999).

In medicina veterinaria, invece, la letteratura in materia è purtroppo piuttosto scarsa: nonostante la maggior parte degli Autori annoverino l’anemia tra le possibili complicanze di IBD, infatti, l’effettiva incidenza di tale sintomo e la sua eziopatogenesi sono state finora abbastanza trascurate, così come lo sono state le modificazioni morfologiche di eritrociti, leucociti e piastrine. Per quanto riguarda le IBD del gatto, le uniche associazioni riportate sono quella con l’anemia da carenza di ferro (Watson et al., 2000) e quella con la trombocitosi reattiva (Mandell, 2000), mentre nel cane sono state segnalate l’anemia da carenza di ferro (acuta o cronica)

(Furlanello et al., 1999), la trombocitopenia (Ridgway et al., 2001), la trombocitosi reattiva (Mandell, 2000), la leucocitosi e la leucopenia (Craven et al., 2004).

È stata proprio l’esistenza di molte analogie fra le gastroenteriti croniche umane e quelle canine e feline a suggerire l’argomento di questa tesi, che si prefigge la finalità di valutare qualitativamente e quantitativamente le modificazioni riscontrabili a carico degli elementi corpuscolati del sangue nei soggetti affetti da gastroenteriti croniche.