Cinzia Consoli e Lucin Davide
per classe IIIS ITA
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L VIAGGIO D'ISTRUZIONE RAPPRESENTA UNO DEI MOMENTI FON- DAMENTALI PER LA VITA DI UNA CLASSE, è un modo per appro- fondire gli argomenti scolastici svolti durante l'anno e mira a cre- are coesione tra gli studenti. Per noi IIIS dell'Istituto Agrario San Michele a/A è stato un evento importante per il nostro percorso formativo. Il 26 marzo 2012 ci attendeva un lungo viaggio alla volta del Piemonte. Dopo cinque ore circa dalla nostra parten- za siamo arrivati nella città di Alba, la più rappresentativa del territorio delle Langhe, conosciuta oltre che per i pregiatissimi tartufi anche per la produzione vitivinicola con il vino Nebbiolo a rappresentarne l'eccellenza.Scesi un po' assonnati e frastornati dal pullman, ci siamo resi conto di non essere tanto lontani dalla nostra realtà quotidia- na: infatti, ci aspettava la visita all'Istituto agrario della città! Tra laboratori chimici, vigneti in fase di rinascita primaverile,
cantine profumate di vino e studenti in preda alla frenesia gior- naliera, ci è sembrato di essere spettatori di noi stessi. Dopo il pranzo nel centro di Alba, ritornati alla scuola, abbiamo svolto attività ludiche e conoscitive con i nostri pari corso; l'accoglienza riservataci è stata così calorosa che sembrava ci conoscessimo dall'inizio della nostra carriera scolastica; abbiamo inoltre notato come lo stesso potesse valere anche per il corpo docente che ci accompagnava.
Nel pomeriggio ci siamo recati nella rinomata cantina "Fontana Fredda", conosciuta per essere stata la reggia estiva dei Savoia e culla dell'amore passionale tra il Re Vittorio Emanuele II e la sua amante Rosina. La residenza appariva come un edificio imponen- te e maestoso ed era in tempi passati un'antica tenuta situata tra le colline in mezzo al verde. La vastità degli ambienti dedi- cati alla cantina era impressionante per occhi acerbi e increduli come i nostri; e lì, tra spiegazioni dei processi di vinificazione e degustazione, abbiamo provato sulla nostra pelle tutto ciò che ci accompagnerà nel nostro futuro lavoro. Abbiamo anche preso coscienza dell'importanza di vini come il Barolo o il Barbaresco che riescono a tenere testa perfettamente ai nostri amati e bla- sonati vini trentini.
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1. Classe 3 S ITA sulla terrazza del museo del vino con gli accompagnatori, proff. R. Marchi e R. Bernardi.
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FINITA LA NOSTRA PIACEVOLE VISITA CI SIAMO DIRETTI ALL'hOTEL SAVONA dove ci siamo concessi una rapida rinfrescata pri- ma della cena. Al termine di quest'ultima i nostri “nuovi compagni” ci hanno porta- to a visitare Alba. Nonostante le dimen- sioni del borgo non fossero paragonabili a quelle di una grande città, il continuo susseguirsi di viottole e la luce offuscata dei locali davano alla stessa un aspetto romantico, misterioso e vissuto.
Sebbene la notte fosse ancora giova- ne, anche per noi una sosta a letto non avrebbe fatto male. All'indomani, dopo una dormita rigenerante e una colazione abbondante, ci siamo diretti alla volta del Museo del Vino, collocato all'interno di un antico castello del Barolo. Il percorso che abbiamo fatto era una rappresentazione molto suggestiva dagli albori della vita dell'uomo alla realtà dei giorni nostri. Snodandosi dall'ultimo piano al pianter- reno era un continuo alternarsi di ombre e luci che accompagnavano immagini e scenografie sulle tradizioni locali, sul pas- saggio dai colori caldi dell'autunno, tem- po di vendemmia, a quelli freddi dell'in- verno. queste rappresentazioni erano tutte dedicate ad un'unica figura, l'uomo. Anche il piccolo borgo che circondava il castello, immerso nel verde, rendeva l'at- mosfera ancora più trascinante.
Conclusa la visita ci siamo diretti alla Reggia Sabauda di Venaria, dove i Savoia si rifugiavano per le battute di caccia. Al suo interno si potevano ammirare vastis- simi corridoi e stanze alle quali apparte-
nevano chissà quali vicende. Riaperta da poco, la Reggia, vista sotto l'occhio atten- to e minuzioso, diceva di sé che oltre ad essere impiegata dai Savoia come resi- denza per le attività venatorie, era stata teatro dell'assedio dall'esercito france- se che ne distrusse il giardino per farne un porto d'armi deturpando gli affreschi presenti nei locali interni. La storia e la magnificenza appartenenti a questo monumento incuriosiscono persone e stu- diosi provenienti da tutto il mondo. La parte più nobile della struttura, oltre agli interni, era anche rappresentata dai grandissimi giardini circostanti, progetta- ti in quella maniera per dare un'illusione d'infinito.
queste meraviglie monumentali e natura- li ci hanno ospitato per qualche ora sotto il sole cocente tanto da far imbrunire la nostra pelle.
LA SERATA SEMBRAVA NON ARRIVARE PIù, ma dopo due ore di preparativi nell'hotel Doc Milano, nel centro del capoluogo pie- montese, tra spruzzate di profumo, pennellate di ombretto sugli occhi, vestiti eleganti, scarpe alla moda per i maschi e tacchi vertiginosi per le ragazze, siamo finalmente usciti per trascorrere l'ultima serata insieme.
A guidarci verso una meta ignota, tra pub e vie del centro, c'erano gli impavidi professori. Le nostre destinazioni sono state svariate, non riuscendo però a trovare un posto stabile dove fermarci. Il dolore ai piedi si faceva sentire ma la voglia di stare assieme era più forte. I nostri docenti infatti non si sono rivelati come i soli- ti “guastafeste”, bensì come dei compagni di avventura con più responsabilità. Rientrati in albergo la pesantezza sulle palpebre si era fatta sentire, così in pochi minuti calammo tutti tra le brac- cia di Morfeo. Il risveglio si prospettava devastante, infatti lungo il tragitto verso l'ennesimo museo la stanchezza accumulata dalle poche ore di sonno si faceva sentire.
Non lontano dal nostro hotel c'era il museo egizio e lì abbiamo trascorso un paio d'ore della nostra mattinata; abbiamo potuto conoscere la vita quotidiana degli antichi egizi e le abitudini di una famiglia vissuta più di 3000 anni fa. La cultura egizia dei tempi antichi era in parte rappresentata in questo museo un po' spettrale e polverulento che creava l'atmosfera giusta, anche per la presenza di esili corpi mummificati di questo antico popolo. Inoltre, vi erano innumerevoli utensili e oggetti antichi, simbo- leggianti una cultura molto lontana ma affascinante. Dopo una visita che ci ha fatto conoscere e rivivere la storia di altri popoli, abbiamo fatto una sosta per rinfrancare il nostro palato prima di caricare le valigie sul pullman e partire.
IL NOSTRO RITORNO IN TRENTINO È STATO POSTICIPATO DI qUALChE ORA DEDICATA ALLO SVAGO, ovvero la visita allo Juven- tus Stadium che ha reso orgogliosi i tifosi della squadra omonima, e la fermata in un bel casale di campagna proprietà dei nonni di un compagno di classe. Brindisi, voci che si sovrapponevano e occhi affa- mati erano la cornice del pasto a base di lucanica, formaggio e cibarie varie che ci sono state offerte di cuore. Non mol- to tempo dopo la partenza siamo giunti a casa, tristi per la fine di questa avventura ma felici per l'esito della gita.
quest'esperienza è stata importante per- ché ci ha resi ancora più uniti di prima come gruppo, imparando ad accettare ognuno i pregi e i difetti degli altri.
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3. Veduta dal museo del vino. 4. Reggia di Venaria.
nella pagina a lato
5. Visita al mercato ortofrutticolo di Lusia. 6. Visita all’Azienda Agricola Barison Paolo.
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