sentano 1 aggiornamento delle carte nautiche;
5) una politica istituzionale che, ricon
fermando una tendenza centralistica del Go
verno nazionale, ripropone la Tesoreria uni
ca, che sottrae alla Regione l ’autonoma di
sponibilità delle risorse dirette e indirette ad. essa dovute a norma dello Statuto, in
cidendo, cosi, profondamente su una prero
gativa fondamentale dell’Autonomia;
impegna il Presidente della Regione ad adottare e promuovere tutte le inizia
tive necessarie nei confronti del Governo
e del Parlamento nazionali ai fini di con
trastare e correggere rimpostazione della proposta di legge finanziaria in riferimento alla spesa sociale e sanitaria, agli investi
menti per l’occupazione, alla politica dei tra
sporti, aU’intervento per il risanamento del territorio, al rispetto delle prerogative co
stituzionali della Regione, in relazione alla Tesoreria unica » (6).
CoLAjANNi - Parisi Giovanni - R u sso - Capodicasa - Aiello - Altamore - Bartoli - Ch e s- SARi - Colombo - Consiglio - Dam igella - D ’Urso - Gueli - Gulino - La Porta - La u dani - Risicato - Virlinzi -VlZZINI.
PRESIDENTE. Propongo che la determi
nazione della data di discussione delle mo
zioni venga stabilita in sede di Conferenza dei capigruppo.
Non sorgendo osservazioni, resta cosi sta
bilito.
Svolgimento di interrogazioni ed interpellanze.
PRESIDENTE. Si passa al terzo punto del- Tordine del giorno: Svolgimento di interro
gazioni ed interpellanze della rubrica « Agri
coltura e foreste ».
LO GIUDICE CALOGERO, Assessore per Vagricoltura e le foreste. Signor Presìdentej chiedo Tabbinamento delle interrogazioni numero 8 e numero 10, aventi analogo og
getto.
PRESIDENTE. Non sorgendo osservazio
ni, resta cosi stabilito.
Invito il deputafo segretario a dare let
tura delle interrogazioni numero 8 e nu
mero 10.
M U LE ’ , segretario f.f.:
foreste,
« A ll’Assessore all’agricoltura e per sapere:
quali concrete iniziative sono state adottate al fine di intervenire presso il Go
verno nazionale e presso la Cee per evitare
Resoconti Parlamentari X Legislatura
253 — 10“ SEDUTA
1 Ottobre 1986 cli6 'dall incontro tra i Ministri dogli ostGri
della Cee di luglio scaturisca rinserimento dei prodotti agrumicoli americani nel mer
cato comunitario;
quali concreti passi si intende muo
vere per evitare che per consentire rinse
rimento ^ nel mercato americano di prodotti siderurgici comunitari si intraprenda la stra
da di conti obilanciare una tale politica con
sentendo la commercializzazione 'di prodotti agrumicoli statunitensi nel mercato comu
nitario a danno degli agrumicoltori siciilani che da una tale politica vedrebbero irrime
diabilmente compromessa ogni speranza di ripresa del settore » .(8).
Cr is t a l d i - Bo n o.
« A l Presidente della Regione, per cono
scere se e come sia intervenuto o se inten
de intervenire presso il Governo nazionale perché sia evitato che la Cee conceda l ’ac- cesso al mercato europeo di agrumi ameri
cani, in particolare limoni ed arance in 'con
traccambio dell’esecuzione dell’accordo (già stipulato e formalizzato senza condizioni del tipo suddetto) per la vendita agli Usa di 600.000 tonnellate di prodotti siderurgici se
milavorati prodotti in Gran Bretagna, Ger
mania, Francia e Benelux.
Il Presidente della Regione non ignorerà certo che l ’ingresso nei paesi Cee di agrumi provenienti da paesi extracomunitari ha rag
giunto dimensioni tali da eguagliare e su
perare il quantitativo di agrumi avviati alla distruzione, misura questa che si attua non sulla merce di scarto ma su quella che pre
senta determinati requisiti positivi di qua-L’intervento del Presidente della Regio-
’^e si appalesa urgente dato che sono in cor
so apposite sedute del Consiglio dei Ministri degli esteri per una intesa che gli Usa pre
tendono avvenga entro e non oltre il 31 pros-s im o » (10).
Ga l ip ò.
Pr e s i d e n t e. Ha facoltà di parlare l’ono- evole Assessore.
Lo GIUDICE CALOGERO, Assessore per
l’agricoltura e le foreste. Signor Presiden
te e onorevoli colleghi, le interrogazioni pre
sentate sollecitano una valutazione dell’ac
cordo commerciale Cee-Usa, che, da un at
tento esame delle circostanze che lo hanno preceduto, degli interessi generali in gioco e delle opportunità politiche, non può non portare ad un giudizio negativo — per al
tro espresso dal Ministro dell’agricoltura — ed alla richiesta di respingere un accordo siffatto per pervenire invece ad intese che tengano conto degli effetti sulla Sicilia e sull intero Mezzogì'orno. Quale che sia il re
lativo giudizio, occorre stabilire, innanzitut
to, se 'è possibile trattare separatamente del- Taccordo in oggetto, oppure se quest’ultimo debba essere considerato in un quadro piu ampio 'che si ricolleghi alla revisione della politica commerciale comune a favore dei Paesi del bacino del Mediterraneo ed all’al
largamento della Comunità da dieci a do
dici paesi. E indiscutibile che la questione degli accordi Usa-^Cee debba essere vista in questo più ampio contesto: allargamento della Comunità alla Spagna e Portogallo, 1 apporti con i Paesi terzi del Mediterraneo ed infine, appunto, rapporti con gli Stati Uniti.
In proposito va rilevata sul piano nazio
nale cjualche autorevole presa di posizione 'di organizzazioni professionali, secondo cui l ’accordo Usa^Cee sarebbe nella sostanza conseguenza degli altri accordi e delle al
tre intese; aderendo a questa impostazione il_ problema non sarebbe più tanto quello
■di mettere in discussione un singolo accor
do, quanto di rivedere globalmente le inte
se che finora sono sempre state al centro della politica commerciale della Comu'uità europea.
La concomitanza degli eventi, la circo
stanza che si facciano concessioni solo sul
le produzioni mediterranee, una serie di al
tri fattori, inducono, quindi, a ritenere che 1 accordo Usa-<Cee sia parte di un disegno più generale, tendente a ridurre gli effetti negativi delTadesione della Spagna e del
■Portogallo alla Cee sulle economie degli al
tri Paesi mediterranei e degli 'Stati Uniti, per scaricarli invece sulla Comunità ed in particolare sulla Sicilia e sulle altre regio
ni meridionali, con produzione lorda vendi
bile ad alte aliquote di prodotti mediterranei.
Non si tratta — a nostro modo di vedere
■Resoconti, f. ;
(500)
Resoconti Parlamentari 254 Assemblea Regionale Siciliana
X Leg isla tu r a 10“ SEDUTA 1 Ottobre 1986
— di un’ipotesi azzardata ove si consideri che ai Paesi terzi mediterranei, verrebbe assicurato il mantenimento agli attuali livelli delle esportazioni dei principali prodotti (agrumi, uve, olio d’oliva, vini, pomodori, eccetera) nella Comunità allargata.
Per quanto precede, l ’analisi deiraccordo Cee-Usa, non può prescindere da alcune va
lutazioni più generali che — è bene dirlo subito — rivelerebbero ancora una volta sottili ambiguità e manifeste contraddizioni in seno alla Comunità, unitamente a quel
la che purtroppo si palesa come un’intrin
seca debolezza del ruolo deU’Italia nella po
litica comunitaria.
I prodotti mediterranei (sia freschi sia trasformati) già svantaggiati nella Comuni
tà da evidenti squilibri nell’azione dì tutela e di sostegno rispetto a quelli continentali (lattiero-caseari, cereali, carni, zucchero) ve
drebbero accentuarsi — piuttosto che ridur
si — tali squilibri, poiché liberalizzazione degli scambi e concessioni commerciali pro
spettate inciderebbero sui primi e non sui secondi, frustrando ancora di più le attese del Mezzogiorno d ’Italia e della sua agricol
tura. Le disparità esistenti in tema di pre
ferenza comunitaria fra produzioni mediter
ranee e continentali, con evidenti riflessi' sulle rispettive possibilità di collocamento nel vasto mercato comunitario, tenderebbe
ro ulteriormente ad aggravarsi, in palese contrasto con il principio di ” equivalenza ed equità ” nell’ambito della Comunità, san
cito dal Trattato di Roma; per alcuni pro
dotti potrebbe venire meno la preferenza in questione, in forza di decisioni diffìcil
mente compatìbili con la politica agricola comunitaria, che della preferenza ha fatto un elemento basilare per le politiche at
tuate. Purtroppo, infatti, la preferenza è la regola per i prodotti dei Paesi continentali, mentre viene dimenticata per le produzioni dei Paesi mediterranei.
Un disegno come quello prospettato sa
rebbe poi in palese contrasto con gli orien
tamenti della Commissione e del Consiglio sulla politica agricola comunitaria con rife
rimento alla riduzione della spesa ” Feoga- garanzia infatti uno degli obiettivi strate
gici della riforma della polìtica agricola co
munitaria dovrebbe essere quello della ri
duzione delie spese in materia di organiz
zazione dei mercati, ma la politica concre
tamente perseguita dalla Comunità contrad
dice questo obiettivo. Non sarebbe difficile prevedere incrementi di spesa legati alle po
litiche di mercato dei prodotti mediterranei interessati, in massima parte non ecceden
tari nella Comunità a dodici, incrementi che la stessa Comunità contribuirebbe a creare con un uso spregiudicato e disinvolto della politica commerciale comune.
Bisogna, infine, considerare il costo del- rallargamento della Cee; tale costo, nelle sue componenti dirette ed indirette, verreb
be a ricadere sulle regioni più povere della Comunità, accentuandone i preesistenti di
vari di reddito, anche in questo caso in evi
dente contrasto con l ’obiettivo di ridurre tali divari, sbandierato dalla Cee.
In stretto riferimento airaccordo commer
ciale Cee-Usa, può rilevarsi che le conces
sioni della Comunità concernono agrumi, suc
chi di arance e mandorle, tutti prodotti di specifico interesse per la Sicilia e le altre regioni meridionali, mentre le concessioni degli Stati Uniti si riferiscono soprattutto a prodotti freschi e trasformati di interesse per altri Paesi mediterranei della Cee o per altre regioni italiane. In pratica si abbassa
no i dazi doganali e quindi si aprono le bar
riere per inmiettere nel mercato prodotti americani che sono concorrenti con le no
stre produzioni, mentre gli Stati Uniti ac
cordano condizioni più favorevoli esclusiva- mente ai prodotti di altri Paesi o comun
que di altre regioni italiane.
Quanto agli agrumi, le concessioni con
sistono in abbattimenti tariffari (più o me
no elevati), fissando p meno contingenti di produzione. Per gli ibridi clementine/pom- pelmi e per i pompelmi raccordo non pre
vede contingenti e, pertanto, potrebbero aversi effetti indiretti a carico di altre spe
cie agrumarie, in rapporto alla possibdità dì spostare alcune fasce dì domanda all’in- terno della Comunità a dodici. Per quanto concerne, invece, arance e limoni, pur eS' sendo le riduzioni tariffarie circoscrìtte^ a contingenti pari a 200 mila e 100 mila quin
tali, non è diffìcile prevedere ■— anche a cau
sa di altre circostanze — effetti diretti sfa
vorevoli per le esportazioni italiane, con una incidenza dei quantitativi contingentati pari rispettivamente al 20-25 per cento e al 1^-1, per cento. Tali effetti dovrebbero essere di maggior peso per limoni con produzione h®'
Resoconti Parlamentari X Legislatura
10“ SEDUTA 255
1 Ottobre 1986
V6iii6iite Bccsdentaria nella Comunità al
largata.
Non vanno inoltre sottovalutati per tali prodotti i pericoli derivanti da aumenti di spesa ”_Feoga-garanzia ” provocati dalle con
cessioni elargite. Non sarebbe corretto ca
ricare sui corrispondenti settori produttivi la^ maggiore spesa che la Comunità ha con
tribuito a creare, come è accaduto in sede di fissazione dei prezzi comuni 1986-87 per le arance.
Per i succhi di arance gli effetti dell’ab
battimento tariffario potrebbero rivelarsi al
trettanto negativi, anche a causa dell’assen
za di una organizzazione comune di mer
cato per tali prodotti.
Per quanto riguarda le mandorle, infine, le concessioni previste si appalesano parti
colarmente onerose per l ’agricoltura meri
dionale, restringendo i ridotti spazi di mer
cato per le produzioni italicme nella Cee a dodici, a causa dell’elevato contingente fis
sato con prezzi comuni. Verrebbero inoltre precluse le possibilità di valorizzazione del
le specifiche potenzialità produttive del Mez
zogiorno per tale coltivazione; invero ciò sarebbe anche in contrasto con gli orienta
menti recentemente espressi dalla Commis
sione Cee, che nelle mandorle aveva indi
viduato una delle produzioni da espandere usi quadro della politica di diversificazione produttiva della nuova politica agricola co
munitaria.
^ In conclusione, quali che siano le valu
tazioni dell’accordo commerciale Cee-Usa e della politica mediterranea della Cee, le que
stioni poste assumono una,vitale importanza Pei la Sicilia e per l ’intero Mezzogiorno e me
ntano pertanto ulteriori verifiche ed appro-
°^tinenti. Bisognerà in definitiva vedere se mie ripercussioni idirette e prevedibili del- allargamento se ne assommano — come pa- re — altre indirette ed imprevedibili; pc- orrerà, inoltre, assumere iniziative atte ad tritare raggravarsi di antiche situazioni di squilibrio^ altrimenti diverrebbero incerte le prospettive di sviluppo dell’agricoltura m e- tdionale e del relativo sistemia economico, P®r l’elevata incidenza in termini di red-
no e di occupazione del conaparto agro- collegato alla produzione medi-
^ ranea. Nella elaborazione delle iniziative tt si potrà tuttavia prescindere da alcuni
punti chiave (tra loro non necessariamente alternativi) e precisamente:
a) rafforzamento e non ulteriore inde
bolimento della preferenza comunitaria per le produzioni mediterranee fresche o tra
sformate, specialmente per quelle non ec
cedentarie neH’ambito della Cee, allargata a dodici Paesi;
_h) elevazione delle disponibilità finan
ziarie (del fondo Feoga-garanzia), con quote vincolate a tali produzioni, ove si volesse mantenere o accentuare politiche sfrenate di 'liberalizzazione degli scambi e concessioni commerciali con i noti vantaggi per il con
sumatore europeo e per rindustria;
c) mantenimento delle politiche di mer
cato preesistenti, prevedendo eventuahn'en- te specifici programmi di integrazione finan
ziaria a carico del bilancio nazionale (dico questo perché è chiaro che se il Governo nazionale vuole accedere a queste politiche di apertura commerciale deve farsi carico del peso delle conseguenze -che esse com
portano);
d) messa a punto di uno specifico pac
chetto d’interventi finanziari della Comuni
tà, per ridurre i costi di trasporto delle pro
duzioni colpite,^ per migliorarne la condizio
ne di commercializzazione (anche attraverso idonee misure pubblicitarie) e l ’organizzazio
ne di mercato.
Nel recente incontro avuto con il Mini
stro deU’agricoltura, incontro cui hanno par
tecipato i rappresentanti regionali delle or
ganizzazioni professionali idei produttori agricoli, è stato chiesto con forza dal Go
verno regionale di respingere l ’ipotesi di ac
cordo messa a punto dalla Cee e dagli Usa e di procedere alla immediata istituzione di un comitato misto Stato-Regioni agrumicole per delineare, prima della definizione di qualsiasi negoziato, una concreta e credibi
le strategia per il settore agrumicolo. Una
■strategia complessiva potranno, infatti, esse- ste nel nostro Paese, cosi coinè non esiste a livello comunitario, poiché l ’umca poli
tica perseguita è appunto quella di fare con
cessioni commerciali. Solo nell’ambito di una strategia complessiva potranno, infatti, esse
re correttamente valutati e definiti gli spazi ed i contenuti di eventuali accordi inter
nazionali.
Resoconti Parlamentari 256 — Assemblea Regionale Siciliana
X Legislatura 10* S E D U T A 1 Ottobre 1986
In Ogni caso non possiamo sottovalutare la difficoltà della situazione ed i notevoli ri
schi di una iconclusione negativa della vi
cenda, con pregiudizio delle produzioni agru
micole siciliane.
E ’ necessario pertanto avviare una forte ed unitaria iniziativa politica — ed in que
sto senso stiamo operando — capace di mo
bilitare un vasto schieramento di forze a livello nazionale, regionale e comunitario. In questo contesto, fra l ’altro, si intende pro
cedere ad un incontro con i rappresentanti della Sicilia al Parlamento europeo e con i parlamentari nazionali eletti nellTsola af
finché il punto di vista della nostra Regione possa essere fatto valere nelle sedi istitu
zionali competenti.
Riteniamo che l ’intesa Usa-Cee costitui
sca un punto nodale, che potrebbe por
tare alle conseguenze ultime una politica di penalizzazione, non voglio dire idi distru
zione, ma certamente di indebolimento del nostro comparto agrumicolo. Qualcuno ha ri
levato che in fondo si tratta di quantitativi molto limitati — duecentomila quintali non vengono considerati gran cosa — , il proble
ma non è, tuttavia, tanto l ’entità del contin
gente che viene stabilito in questa prima fa
se, quanto il fatto politico, cioè l’apertura del mercato anche agli agrumi americani e di altri Paesi, cui conseguono effetti negativi che vanno ad aggiungersi a quelli di pre
cedenti accordi commerciali sempre penaliz
zanti per la nostra economia.
Quanto detto non esclude resigenza di ri
vedere ed approfondire le scelte da opera
re sul piano regionale, per ovviare alle no
stre deficienze ed ai nostri li-miti nel set
tore agricolo. Come ho già annunciato tutti
■questi problemi saranno affrontati o in in
contri specifici o anche nell’ambito della Con
ferenza dell’agricoltura. La Conferenza sa
rà il momento per un confronto con i sog
getti istituzionali e con i rappresentanti del
le categorie produttive e di quelle che ope
rano nel settore della trasformazione e del
la commercializzazione dei prodotti agricoli, al fine di un ripensamento complessivo del
la politica della Regione nel comparto agri
colo, anche attraverso una diversa defini
zione dei rapporti sul piano nazionale e co
munitario.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare 1’
onorevole Bono per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta deU’Assessore.
BONO. Signor Presidente, onorevole A s
sessore, m i dichiaro hisoddisfatto della ri
sposta. L ’hiterrogazione che ho presentato aveva lo scopo -di sottolineare un fatto gra
ve, che è anche Tultimo anello di una ca
tena di inadempienze imputabili ai vari go
verni che si sono succeduti in questi anni alla guida della Regione ed al Governo na
zionale; ciò si evince chiaramente dalla stes
sa risposta derAssessore, perché quando ha parlato di aperte contraddizioni nella poli
tica della Cee in riferimento al settore agru
micolo, che interessano in modo particola
re la Sicilia, quando ha parlato di ambigui
tà della politica italiana nelTambito comu
nitario, ha fatto emergere la mancanza in
sieme di intervento politico e 'di autorità del Governo della Regione. A tutt’oggi il Governo regionale non è riuscito a fare pre
valere quelle linee di indirizzo, di cui poi il Governo centrale avrebbe dovuto farsi portatore -nel contesto della Comunità eu
ropea.
Da sempre scontiamo in Sicilia l ’abban
dono totale del Governo nazionale, che non dimostra interessamento alle nostre produ
zioni; abbiamo subito le scelte della politi
ca comunitaria che risultano prevaricatrici nei nostri confronti, in quanto -— come lo stesso Assessore ha ricordato — privilegia
no le produzioni lattiero-casearie deH’Euro- pa centrale e deU’Italia settentrionale. Ab
biamo visto deperire man mano quella che una volta era la fonte di reddito principale della Regione; assistiamo quasi impassibili a quella che è stata l ’ultima goccia che ha fat
to traboccare il vaso, cioè, addirittura, al
l ’apertura del Mercato comune europeo alle produzioni nordamericane.
Onorevole Assessore, lei ci ha esposto que
sta situazione, ha svolto un’analisi iq u a n ti- ficando le percentuali di -diminuzione dei no
stri prodotti; stando cosi le cose, come può dire -che ancora -dobbiamo riunirci, ancora dobbiamo -elaborare dei -programmi, ancora dobbiamo consultarci -con il Ministro e co«
la deputazione nazionale della Sicilia?
tengo che lei abbia evaso -totalmente quelle -che erano le reali motivazioni della nostra interrogazione, -perché chiedevano quali con-j crete iniziative fossero già state adottate da
10* SEDUTA 257
Governo della Regione. La risposta è nien
te; praticamente lei ci ha detto che .finora non^ è stata adottata alcuna iniziativa.
^ E probabile che lei — come m e — ab
bia appreso soltanto leggendo il giornale che in data 11 lugho 1986 i Ministri della Co
munità economica europea stavano ratifican
do gli accordi con gli Stati Uniti, accordi tortemente penalizzanti il settore agricolo
■della nostra Regione. A distanza di tre mesi
■ci risponde coniugando i verbi al futuro- vedremo quello che .si può fare, ci incon
treremo con i deputati e via seguitando.
E strano, poi, che non abbia parlato del
la esigenza di incontrare i Ministri interes
sati, i quali sono i primi responsabili di que
sta situazione. Onorevole Assessore, non è vero che il rischio sia relativo perché la m i
sura del contingentamento è fissata a livelli bassi.
LO .GIUDICE CALOGERO, Assessore per L agricoltura e le foreste. Ho detto esatta
mente il contrario.
1 Ottobre 1986
BONO. Allora mi scusi, m i spiego meglio.
Condivido le preoccupazioni da lei espres
se, anche se le considero tardive, ma inten
devo evideMiare che in effetti non si tratta di un contingentamento ridotto, in quanto e previsto un preciso scadenziario nell’ap- Phcazione deiraccordo, per cui nell’arco di due anni si perverrà alla totale liberalizza
zione dell’accesso dei prodotti agrumicoli e dei succhi provenienti dagli Stati Uniti. Di conseugenza, il contingentamento ridotto ri
guarda soltanto la fase iniziale dell’applica
zione deU’accordo, ma, nell’arco di due an
ni e mezzo, saremo totalmente invasi dalle
ni e mezzo, saremo totalmente invasi dalle