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una politica istituzionale che, ricon

Nel documento RESOCONTO STENOGRAFICO (pagine 32-41)

sentano 1 aggiornamento delle carte nautiche;

5) una politica istituzionale che, ricon

fermando una tendenza centralistica del Go­

verno nazionale, ripropone la Tesoreria uni­

ca, che sottrae alla Regione l ’autonoma di­

sponibilità delle risorse dirette e indirette ad. essa dovute a norma dello Statuto, in­

cidendo, cosi, profondamente su una prero­

gativa fondamentale dell’Autonomia;

impegna il Presidente della Regione ad adottare e promuovere tutte le inizia­

tive necessarie nei confronti del Governo

e del Parlamento nazionali ai fini di con­

trastare e correggere rimpostazione della proposta di legge finanziaria in riferimento alla spesa sociale e sanitaria, agli investi­

menti per l’occupazione, alla politica dei tra­

sporti, aU’intervento per il risanamento del territorio, al rispetto delle prerogative co­

stituzionali della Regione, in relazione alla Tesoreria unica » (6).

CoLAjANNi - Parisi Giovanni - R u sso - Capodicasa - Aiello - Altamore - Bartoli - Ch e s- SARi - Colombo - Consiglio - Dam igella - D ’Urso - Gueli - Gulino - La Porta - La u­ dani - Risicato - Virlinzi -VlZZINI.

PRESIDENTE. Propongo che la determi­

nazione della data di discussione delle mo­

zioni venga stabilita in sede di Conferenza dei capigruppo.

Non sorgendo osservazioni, resta cosi sta­

bilito.

Svolgimento di interrogazioni ed interpellanze.

PRESIDENTE. Si passa al terzo punto del- Tordine del giorno: Svolgimento di interro­

gazioni ed interpellanze della rubrica « Agri­

coltura e foreste ».

LO GIUDICE CALOGERO, Assessore per Vagricoltura e le foreste. Signor Presìdentej chiedo Tabbinamento delle interrogazioni numero 8 e numero 10, aventi analogo og­

getto.

PRESIDENTE. Non sorgendo osservazio­

ni, resta cosi stabilito.

Invito il deputafo segretario a dare let­

tura delle interrogazioni numero 8 e nu­

mero 10.

M U LE ’ , segretario f.f.:

foreste,

« A ll’Assessore all’agricoltura e per sapere:

quali concrete iniziative sono state adottate al fine di intervenire presso il Go­

verno nazionale e presso la Cee per evitare

Resoconti Parlamentari X Legislatura

253 — 10“ SEDUTA

1 Ottobre 1986 cli6 'dall incontro tra i Ministri dogli ostGri

della Cee di luglio scaturisca rinserimento dei prodotti agrumicoli americani nel mer­

cato comunitario;

quali concreti passi si intende muo­

vere per evitare che per consentire rinse­

rimento ^ nel mercato americano di prodotti siderurgici comunitari si intraprenda la stra­

da di conti obilanciare una tale politica con­

sentendo la commercializzazione 'di prodotti agrumicoli statunitensi nel mercato comu­

nitario a danno degli agrumicoltori siciilani che da una tale politica vedrebbero irrime­

diabilmente compromessa ogni speranza di ripresa del settore » .(8).

Cr is t a l d i - Bo n o.

« A l Presidente della Regione, per cono­

scere se e come sia intervenuto o se inten­

de intervenire presso il Governo nazionale perché sia evitato che la Cee conceda l ’ac- cesso al mercato europeo di agrumi ameri­

cani, in particolare limoni ed arance in 'con­

traccambio dell’esecuzione dell’accordo (già stipulato e formalizzato senza condizioni del tipo suddetto) per la vendita agli Usa di 600.000 tonnellate di prodotti siderurgici se­

milavorati prodotti in Gran Bretagna, Ger­

mania, Francia e Benelux.

Il Presidente della Regione non ignorerà certo che l ’ingresso nei paesi Cee di agrumi provenienti da paesi extracomunitari ha rag­

giunto dimensioni tali da eguagliare e su­

perare il quantitativo di agrumi avviati alla distruzione, misura questa che si attua non sulla merce di scarto ma su quella che pre­

senta determinati requisiti positivi di qua-L’intervento del Presidente della Regio-

’^e si appalesa urgente dato che sono in cor­

so apposite sedute del Consiglio dei Ministri degli esteri per una intesa che gli Usa pre­

tendono avvenga entro e non oltre il 31 pros-s im o » (10).

Ga l ip ò.

Pr e s i d e n t e. Ha facoltà di parlare l’ono- evole Assessore.

Lo GIUDICE CALOGERO, Assessore per

l’agricoltura e le foreste. Signor Presiden­

te e onorevoli colleghi, le interrogazioni pre­

sentate sollecitano una valutazione dell’ac­

cordo commerciale Cee-Usa, che, da un at­

tento esame delle circostanze che lo hanno preceduto, degli interessi generali in gioco e delle opportunità politiche, non può non portare ad un giudizio negativo — per al­

tro espresso dal Ministro dell’agricoltura — ed alla richiesta di respingere un accordo siffatto per pervenire invece ad intese che tengano conto degli effetti sulla Sicilia e sull intero Mezzogì'orno. Quale che sia il re­

lativo giudizio, occorre stabilire, innanzitut­

to, se 'è possibile trattare separatamente del- Taccordo in oggetto, oppure se quest’ultimo debba essere considerato in un quadro piu ampio 'che si ricolleghi alla revisione della politica commerciale comune a favore dei Paesi del bacino del Mediterraneo ed all’al­

largamento della Comunità da dieci a do­

dici paesi. E indiscutibile che la questione degli accordi Usa-^Cee debba essere vista in questo più ampio contesto: allargamento della Comunità alla Spagna e Portogallo, 1 apporti con i Paesi terzi del Mediterraneo ed infine, appunto, rapporti con gli Stati Uniti.

In proposito va rilevata sul piano nazio­

nale cjualche autorevole presa di posizione 'di organizzazioni professionali, secondo cui l ’accordo Usa^Cee sarebbe nella sostanza conseguenza degli altri accordi e delle al­

tre intese; aderendo a questa impostazione il_ problema non sarebbe più tanto quello

■di mettere in discussione un singolo accor­

do, quanto di rivedere globalmente le inte­

se che finora sono sempre state al centro della politica commerciale della Comu'uità europea.

La concomitanza degli eventi, la circo­

stanza che si facciano concessioni solo sul­

le produzioni mediterranee, una serie di al­

tri fattori, inducono, quindi, a ritenere che 1 accordo Usa-<Cee sia parte di un disegno più generale, tendente a ridurre gli effetti negativi delTadesione della Spagna e del

■Portogallo alla Cee sulle economie degli al­

tri Paesi mediterranei e degli 'Stati Uniti, per scaricarli invece sulla Comunità ed in particolare sulla Sicilia e sulle altre regio­

ni meridionali, con produzione lorda vendi­

bile ad alte aliquote di prodotti mediterranei.

Non si tratta — a nostro modo di vedere

■Resoconti, f. ;

(500)

Resoconti Parlamentari 254 Assemblea Regionale Siciliana

X Leg isla tu r a 10“ SEDUTA 1 Ottobre 1986

— di un’ipotesi azzardata ove si consideri che ai Paesi terzi mediterranei, verrebbe assicurato il mantenimento agli attuali livelli delle esportazioni dei principali prodotti (agrumi, uve, olio d’oliva, vini, pomodori, eccetera) nella Comunità allargata.

Per quanto precede, l ’analisi deiraccordo Cee-Usa, non può prescindere da alcune va­

lutazioni più generali che — è bene dirlo subito — rivelerebbero ancora una volta sottili ambiguità e manifeste contraddizioni in seno alla Comunità, unitamente a quel­

la che purtroppo si palesa come un’intrin­

seca debolezza del ruolo deU’Italia nella po­

litica comunitaria.

I prodotti mediterranei (sia freschi sia trasformati) già svantaggiati nella Comuni­

tà da evidenti squilibri nell’azione dì tutela e di sostegno rispetto a quelli continentali (lattiero-caseari, cereali, carni, zucchero) ve­

drebbero accentuarsi — piuttosto che ridur­

si — tali squilibri, poiché liberalizzazione degli scambi e concessioni commerciali pro­

spettate inciderebbero sui primi e non sui secondi, frustrando ancora di più le attese del Mezzogiorno d ’Italia e della sua agricol­

tura. Le disparità esistenti in tema di pre­

ferenza comunitaria fra produzioni mediter­

ranee e continentali, con evidenti riflessi' sulle rispettive possibilità di collocamento nel vasto mercato comunitario, tenderebbe­

ro ulteriormente ad aggravarsi, in palese contrasto con il principio di ” equivalenza ed equità ” nell’ambito della Comunità, san­

cito dal Trattato di Roma; per alcuni pro­

dotti potrebbe venire meno la preferenza in questione, in forza di decisioni diffìcil­

mente compatìbili con la politica agricola comunitaria, che della preferenza ha fatto un elemento basilare per le politiche at­

tuate. Purtroppo, infatti, la preferenza è la regola per i prodotti dei Paesi continentali, mentre viene dimenticata per le produzioni dei Paesi mediterranei.

Un disegno come quello prospettato sa­

rebbe poi in palese contrasto con gli orien­

tamenti della Commissione e del Consiglio sulla politica agricola comunitaria con rife­

rimento alla riduzione della spesa ” Feoga- garanzia infatti uno degli obiettivi strate­

gici della riforma della polìtica agricola co­

munitaria dovrebbe essere quello della ri­

duzione delie spese in materia di organiz­

zazione dei mercati, ma la politica concre­

tamente perseguita dalla Comunità contrad­

dice questo obiettivo. Non sarebbe difficile prevedere incrementi di spesa legati alle po­

litiche di mercato dei prodotti mediterranei interessati, in massima parte non ecceden­

tari nella Comunità a dodici, incrementi che la stessa Comunità contribuirebbe a creare con un uso spregiudicato e disinvolto della politica commerciale comune.

Bisogna, infine, considerare il costo del- rallargamento della Cee; tale costo, nelle sue componenti dirette ed indirette, verreb­

be a ricadere sulle regioni più povere della Comunità, accentuandone i preesistenti di­

vari di reddito, anche in questo caso in evi­

dente contrasto con l ’obiettivo di ridurre tali divari, sbandierato dalla Cee.

In stretto riferimento airaccordo commer­

ciale Cee-Usa, può rilevarsi che le conces­

sioni della Comunità concernono agrumi, suc­

chi di arance e mandorle, tutti prodotti di specifico interesse per la Sicilia e le altre regioni meridionali, mentre le concessioni degli Stati Uniti si riferiscono soprattutto a prodotti freschi e trasformati di interesse per altri Paesi mediterranei della Cee o per altre regioni italiane. In pratica si abbassa­

no i dazi doganali e quindi si aprono le bar­

riere per inmiettere nel mercato prodotti americani che sono concorrenti con le no­

stre produzioni, mentre gli Stati Uniti ac­

cordano condizioni più favorevoli esclusiva- mente ai prodotti di altri Paesi o comun­

que di altre regioni italiane.

Quanto agli agrumi, le concessioni con­

sistono in abbattimenti tariffari (più o me­

no elevati), fissando p meno contingenti di produzione. Per gli ibridi clementine/pom- pelmi e per i pompelmi raccordo non pre­

vede contingenti e, pertanto, potrebbero aversi effetti indiretti a carico di altre spe­

cie agrumarie, in rapporto alla possibdità dì spostare alcune fasce dì domanda all’in- terno della Comunità a dodici. Per quanto concerne, invece, arance e limoni, pur eS' sendo le riduzioni tariffarie circoscrìtte^ a contingenti pari a 200 mila e 100 mila quin­

tali, non è diffìcile prevedere ■— anche a cau­

sa di altre circostanze — effetti diretti sfa­

vorevoli per le esportazioni italiane, con una incidenza dei quantitativi contingentati pari rispettivamente al 20-25 per cento e al 1^-1, per cento. Tali effetti dovrebbero essere di maggior peso per limoni con produzione h®'

Resoconti Parlamentari X Legislatura

10“ SEDUTA 255

1 Ottobre 1986

V6iii6iite Bccsdentaria nella Comunità al­

largata.

Non vanno inoltre sottovalutati per tali prodotti i pericoli derivanti da aumenti di spesa ”_Feoga-garanzia ” provocati dalle con­

cessioni elargite. Non sarebbe corretto ca­

ricare sui corrispondenti settori produttivi la^ maggiore spesa che la Comunità ha con­

tribuito a creare, come è accaduto in sede di fissazione dei prezzi comuni 1986-87 per le arance.

Per i succhi di arance gli effetti dell’ab­

battimento tariffario potrebbero rivelarsi al­

trettanto negativi, anche a causa dell’assen­

za di una organizzazione comune di mer­

cato per tali prodotti.

Per quanto riguarda le mandorle, infine, le concessioni previste si appalesano parti­

colarmente onerose per l ’agricoltura meri­

dionale, restringendo i ridotti spazi di mer­

cato per le produzioni italicme nella Cee a dodici, a causa dell’elevato contingente fis­

sato con prezzi comuni. Verrebbero inoltre precluse le possibilità di valorizzazione del­

le specifiche potenzialità produttive del Mez­

zogiorno per tale coltivazione; invero ciò sarebbe anche in contrasto con gli orienta­

menti recentemente espressi dalla Commis­

sione Cee, che nelle mandorle aveva indi­

viduato una delle produzioni da espandere usi quadro della politica di diversificazione produttiva della nuova politica agricola co­

munitaria.

^ In conclusione, quali che siano le valu­

tazioni dell’accordo commerciale Cee-Usa e della politica mediterranea della Cee, le que­

stioni poste assumono una,vitale importanza Pei la Sicilia e per l ’intero Mezzogiorno e me­

ntano pertanto ulteriori verifiche ed appro-

°^tinenti. Bisognerà in definitiva vedere se mie ripercussioni idirette e prevedibili del- allargamento se ne assommano — come pa- re — altre indirette ed imprevedibili; pc- orrerà, inoltre, assumere iniziative atte ad tritare raggravarsi di antiche situazioni di squilibrio^ altrimenti diverrebbero incerte le prospettive di sviluppo dell’agricoltura m e- tdionale e del relativo sistemia economico, P®r l’elevata incidenza in termini di red-

no e di occupazione del conaparto agro- collegato alla produzione medi-

^ ranea. Nella elaborazione delle iniziative tt si potrà tuttavia prescindere da alcuni

punti chiave (tra loro non necessariamente alternativi) e precisamente:

a) rafforzamento e non ulteriore inde­

bolimento della preferenza comunitaria per le produzioni mediterranee fresche o tra­

sformate, specialmente per quelle non ec­

cedentarie neH’ambito della Cee, allargata a dodici Paesi;

_h) elevazione delle disponibilità finan­

ziarie (del fondo Feoga-garanzia), con quote vincolate a tali produzioni, ove si volesse mantenere o accentuare politiche sfrenate di 'liberalizzazione degli scambi e concessioni commerciali con i noti vantaggi per il con­

sumatore europeo e per rindustria;

c) mantenimento delle politiche di mer­

cato preesistenti, prevedendo eventuahn'en- te specifici programmi di integrazione finan­

ziaria a carico del bilancio nazionale (dico questo perché è chiaro che se il Governo nazionale vuole accedere a queste politiche di apertura commerciale deve farsi carico del peso delle conseguenze -che esse com­

portano);

d) messa a punto di uno specifico pac­

chetto d’interventi finanziari della Comuni­

tà, per ridurre i costi di trasporto delle pro­

duzioni colpite,^ per migliorarne la condizio­

ne di commercializzazione (anche attraverso idonee misure pubblicitarie) e l ’organizzazio­

ne di mercato.

Nel recente incontro avuto con il Mini­

stro deU’agricoltura, incontro cui hanno par­

tecipato i rappresentanti regionali delle or­

ganizzazioni professionali idei produttori agricoli, è stato chiesto con forza dal Go­

verno regionale di respingere l ’ipotesi di ac­

cordo messa a punto dalla Cee e dagli Usa e di procedere alla immediata istituzione di un comitato misto Stato-Regioni agrumicole per delineare, prima della definizione di qualsiasi negoziato, una concreta e credibi­

le strategia per il settore agrumicolo. Una

■strategia complessiva potranno, infatti, esse- ste nel nostro Paese, cosi coinè non esiste a livello comunitario, poiché l ’umca poli­

tica perseguita è appunto quella di fare con­

cessioni commerciali. Solo nell’ambito di una strategia complessiva potranno, infatti, esse­

re correttamente valutati e definiti gli spazi ed i contenuti di eventuali accordi inter­

nazionali.

Resoconti Parlamentari 256 — Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 10* S E D U T A 1 Ottobre 1986

In Ogni caso non possiamo sottovalutare la difficoltà della situazione ed i notevoli ri­

schi di una iconclusione negativa della vi­

cenda, con pregiudizio delle produzioni agru­

micole siciliane.

E ’ necessario pertanto avviare una forte ed unitaria iniziativa politica — ed in que­

sto senso stiamo operando — capace di mo­

bilitare un vasto schieramento di forze a livello nazionale, regionale e comunitario. In questo contesto, fra l ’altro, si intende pro­

cedere ad un incontro con i rappresentanti della Sicilia al Parlamento europeo e con i parlamentari nazionali eletti nellTsola af­

finché il punto di vista della nostra Regione possa essere fatto valere nelle sedi istitu­

zionali competenti.

Riteniamo che l ’intesa Usa-Cee costitui­

sca un punto nodale, che potrebbe por­

tare alle conseguenze ultime una politica di penalizzazione, non voglio dire idi distru­

zione, ma certamente di indebolimento del nostro comparto agrumicolo. Qualcuno ha ri­

levato che in fondo si tratta di quantitativi molto limitati — duecentomila quintali non vengono considerati gran cosa — , il proble­

ma non è, tuttavia, tanto l ’entità del contin­

gente che viene stabilito in questa prima fa­

se, quanto il fatto politico, cioè l’apertura del mercato anche agli agrumi americani e di altri Paesi, cui conseguono effetti negativi che vanno ad aggiungersi a quelli di pre­

cedenti accordi commerciali sempre penaliz­

zanti per la nostra economia.

Quanto detto non esclude resigenza di ri­

vedere ed approfondire le scelte da opera­

re sul piano regionale, per ovviare alle no­

stre deficienze ed ai nostri li-miti nel set­

tore agricolo. Come ho già annunciato tutti

■questi problemi saranno affrontati o in in­

contri specifici o anche nell’ambito della Con­

ferenza dell’agricoltura. La Conferenza sa­

rà il momento per un confronto con i sog­

getti istituzionali e con i rappresentanti del­

le categorie produttive e di quelle che ope­

rano nel settore della trasformazione e del­

la commercializzazione dei prodotti agricoli, al fine di un ripensamento complessivo del­

la politica della Regione nel comparto agri­

colo, anche attraverso una diversa defini­

zione dei rapporti sul piano nazionale e co­

munitario.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare 1’

onorevole Bono per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta deU’Assessore.

BONO. Signor Presidente, onorevole A s­

sessore, m i dichiaro hisoddisfatto della ri­

sposta. L ’hiterrogazione che ho presentato aveva lo scopo -di sottolineare un fatto gra­

ve, che è anche Tultimo anello di una ca­

tena di inadempienze imputabili ai vari go­

verni che si sono succeduti in questi anni alla guida della Regione ed al Governo na­

zionale; ciò si evince chiaramente dalla stes­

sa risposta derAssessore, perché quando ha parlato di aperte contraddizioni nella poli­

tica della Cee in riferimento al settore agru­

micolo, che interessano in modo particola­

re la Sicilia, quando ha parlato di ambigui­

tà della politica italiana nelTambito comu­

nitario, ha fatto emergere la mancanza in­

sieme di intervento politico e 'di autorità del Governo della Regione. A tutt’oggi il Governo regionale non è riuscito a fare pre­

valere quelle linee di indirizzo, di cui poi il Governo centrale avrebbe dovuto farsi portatore -nel contesto della Comunità eu­

ropea.

Da sempre scontiamo in Sicilia l ’abban­

dono totale del Governo nazionale, che non dimostra interessamento alle nostre produ­

zioni; abbiamo subito le scelte della politi­

ca comunitaria che risultano prevaricatrici nei nostri confronti, in quanto -— come lo stesso Assessore ha ricordato — privilegia­

no le produzioni lattiero-casearie deH’Euro- pa centrale e deU’Italia settentrionale. Ab­

biamo visto deperire man mano quella che una volta era la fonte di reddito principale della Regione; assistiamo quasi impassibili a quella che è stata l ’ultima goccia che ha fat­

to traboccare il vaso, cioè, addirittura, al­

l ’apertura del Mercato comune europeo alle produzioni nordamericane.

Onorevole Assessore, lei ci ha esposto que­

sta situazione, ha svolto un’analisi iq u a n ti- ficando le percentuali di -diminuzione dei no­

stri prodotti; stando cosi le cose, come può dire -che ancora -dobbiamo riunirci, ancora dobbiamo -elaborare dei -programmi, ancora dobbiamo consultarci -con il Ministro e co«

la deputazione nazionale della Sicilia?

tengo che lei abbia evaso -totalmente quelle -che erano le reali motivazioni della nostra interrogazione, -perché chiedevano quali con-j crete iniziative fossero già state adottate da

10* SEDUTA 257

Governo della Regione. La risposta è nien­

te; praticamente lei ci ha detto che .finora non^ è stata adottata alcuna iniziativa.

^ E probabile che lei — come m e — ab­

bia appreso soltanto leggendo il giornale che in data 11 lugho 1986 i Ministri della Co­

munità economica europea stavano ratifican­

do gli accordi con gli Stati Uniti, accordi tortemente penalizzanti il settore agricolo

■della nostra Regione. A distanza di tre mesi

■ci risponde coniugando i verbi al futuro- vedremo quello che .si può fare, ci incon­

treremo con i deputati e via seguitando.

E strano, poi, che non abbia parlato del­

la esigenza di incontrare i Ministri interes­

sati, i quali sono i primi responsabili di que­

sta situazione. Onorevole Assessore, non è vero che il rischio sia relativo perché la m i­

sura del contingentamento è fissata a livelli bassi.

LO .GIUDICE CALOGERO, Assessore per L agricoltura e le foreste. Ho detto esatta­

mente il contrario.

1 Ottobre 1986

BONO. Allora mi scusi, m i spiego meglio.

Condivido le preoccupazioni da lei espres­

se, anche se le considero tardive, ma inten­

devo evideMiare che in effetti non si tratta di un contingentamento ridotto, in quanto e previsto un preciso scadenziario nell’ap- Phcazione deiraccordo, per cui nell’arco di due anni si perverrà alla totale liberalizza­

zione dell’accesso dei prodotti agrumicoli e dei succhi provenienti dagli Stati Uniti. Di conseugenza, il contingentamento ridotto ri­

guarda soltanto la fase iniziale dell’applica­

zione deU’accordo, ma, nell’arco di due an­

ni e mezzo, saremo totalmente invasi dalle

ni e mezzo, saremo totalmente invasi dalle

Nel documento RESOCONTO STENOGRAFICO (pagine 32-41)

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