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POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO 1 Aspetti organizzativi

Nel documento Relazione e Bilancio 2008 (pagine 163-168)

PARTE E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA

SEZIONE 1 – RISCHIO DI CREDITO

2. POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO 1 Aspetti organizzativi

I fattori che generano rischio di credito sono riconducibili alla possibilità che una variazione inattesa del merito creditizio di una controparte, nei confronti della quale esiste un’esposizione, generi una corrispondente variazione inattesa del valore di mercato della posizione creditoria. Pertanto, deve considerarsi una manifestazione del rischio di credito non solo la possibilità dell’insolvenza di una controparte, ma anche il semplice deterioramento del merito creditizio.

L’assetto organizzativo del Banco assicura un adeguato processo per il presidio e la gestione del rischio di credito, in una logica di separatezza fra funzioni di business e di controllo. Al Consiglio di Amministrazione restano riservati in via esclusiva, fra altri, le attribuzioni ed i poteri riguardo la determinazione degli indirizzi che incidono sulla gestione generale degli affari dell’azienda. In mate-ria di controlli interni il Consiglio di Amministrazione approva gli orientamen-ti strategici e le poliorientamen-tiche di gesorientamen-tione del rischio, nonché la struttura organizza-tiva della banca.

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Lo stesso verifica che l’Amministratore Delegato, coadiuvato dal Direttore Generale, definisca la struttura dei controlli interni, e che le funzioni di controllo abbiano autonomia all’interno della struttura, ove assume particolare importan-za il sistema delle deleghe previsto dallo Statuto e dettagliato nel Regolamento Interno. Si tratta di un sistema articolato che coinvolge diversi organi e funzioni, dal Comitato Esecutivo ai Quadri Direttivi e, nell’ambito delle deleghe operative, attribuisce poteri specifici in materia di erogazione e recupero crediti.

Alle diverse funzioni sono pertanto assegnate le responsabilità per le attività di valutazione e per l’assunzione dei rischi, nel rispetto dei limiti di autonomia creditizia presenti nel Regolamento Interno ed in coerenza con l’articolazione organizzativa della rete commerciale.

In tale contesto:

• le Aree Crediti (per il credito ordinario) e Crediti Speciali (per il credito di medio-lungo termine, parabancario ed al consumo) uniformano i principi e le norme di carattere generale che sottendono all’erogazione ed al monito-raggio del credito, tramite regolamento interno, allo scopo di assicurare che le attività di rischio assunte rispondano a criteri di prudenziale gestione e siano compatibili con le disposizioni di vigilanza;

• l’Area Controllo Andamento Rischi effettua le attività di monitoraggio per prevenire e minimizzare i rischi derivanti dal deterioramento delle singole posizioni creditizie e sulla qualità del credito;

• l’Ufficio Contenzioso gestisce le pratiche classificate ad incaglio ed in soffe-renza, con l’obiettivo di ottimizzare la fase di recupero del credito anche attraverso l’utilizzo efficiente di collaboratori e professionisti legali esterni;

• l’Area Revisione Interna, valuta la funzionalità e l’affidabilità dell’intero sistema dei controlli interni, ed effettua, tra gli altri, i controlli sulla regola-rità operativa dell’attività creditizia;

• l’Ufficio Risk Management ha il compito di sviluppare modelli e metodologie di misurazione del rischio di credito predisponendo periodica reportistica; le analisi prodotte attengono prevalentemente l’evoluzione del profilo di rischio del portafoglio crediti complessivo e/o di singole frazioni di portafoglio caratterizzate da particolari aspetti di rischiosità.

2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

I sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio di credito si sviluppano in un contesto organizzativo che vede coinvolto tutto il ciclo del processo del credito, dalla fase iniziale di istruttoria al riesame periodico e a quella finale di revoca e recupero.

Nelle fasi di istruttoria del credito il Banco effettua indagini sia interne sia esterne al cliente da affidare, e perviene alla decisione finale di concessione del credito considerando anche tutto l’insieme di informazioni relative al soggetto economico, frutto di una diretta conoscenza della clientela e del contesto eco-nomico ove opera.

L’erogazione di prestiti personali o finalizzati è subordinata, oltre che all’ana-lisi di tutti gli elementi di valutazione acquisiti attraverso la documentazione richiesta, anche alla consultazione di banche dati ed a una serie di controlli fra i quali sono presenti i punteggi di un sistema di scoring sociologico e compor-tamentale.

Nel processo di erogazione del credito, il Banco opera avendo come linea guida il frazionamento del rischio fra una molteplicità di clienti operanti in settori di attività economica e segmenti di mercato diversi. Inoltre, le attività di istrutto-ria inerenti al processo operativo che porta all’erogazione e al riesame periodi-co sono sviluppate periodi-con l’obiettivo di erogare un credito periodi-congruo a livello di singolo nominativo in funzione sia dell’autonoma capacità di credito di

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quest’ultimo, sia della forma tecnica del fido stesso e delle garanzie collaterali.

La congruità dell’accompagno fiduciario viene attentamente valutata anche sulla base delle esigenze finanziarie rappresentate dal cliente con l’impostazio-ne della forma tecnica maggiormente adeguata.

L’attività di analisi e monitoraggio del rischio connesso all’attività creditizia è assicurata dall’area Controllo Andamenti Rischi, che opera con il supporto di specifiche procedure operative. La finalità di un tempestivo sistema di monito-raggio è di individuare, quanto prima, segnali di deterioramento delle esposi-zioni per intervenire con aesposi-zioni correttive efficaci. A tal fine la clientela è classificata per classi mediante l’analisi andamentale dei rapporti e della cen-trale dei rischi tramite procedure dedicate. Tale esame consente di suddividere la clientela che presenta anomalie nella conduzione del rapporto da quella con andamento regolare.

Sulla scorta delle evidenze che presentano fattori di deterioramento (principal-mente riferiti alla conduzione del rapporto, all’andamento delle evidenze della Centrale dei rischi, al peggioramento della situazione patrimoniale e/o finan-ziaria, all’emergere di eventi pregiudizievoli) il credito è classificato sotto con-trollo oppure a rientro o a incaglio con sottoscrizione del relativo piano di smobilizzo. La gestione di tali crediti è effettuata sulla scorta delle direttive dell’Area Controllo Andamento Rischi, gli incagli sono direttamente gestiti dall’Ufficio Contenzioso, mentre le delibere in materia di erogazione del credi-to sono di esclusiva competenza degli Organi Centrali.

Il primo presidio ad un monitoraggio efficace dei rischi assunti è comunque rappresentato dalla struttura di Filiale, sia tramite un dialogo costante e con-tinuo con la clientela sia avvalendosi delle fonti informative di natura interna ed esterna. Da questo punto di vista appare fondamentale un’attiva presenza sulla piazza per cogliere tutte quelle notizie, di tenore sfavorevole, relative alla posizione finanziaria dell’affidato.

Il Banco utilizza un modello interno di rating (C.R.S. - Credit Rating System) in grado di classificare ogni controparte in classi di rischio aventi probabilità di insolvenza omogenee. Tale sistema è un modello analitico di misurazione del rischio di insolvenza che utilizza metodi di inferenza statistica fondati sulla teoria soggettivista (o della probabilità condizionata). Esso si sviluppa su due aspetti: il primo è di tipo quantitativo e prevede l’analisi dei principali indica-tori economico-finanziari, mentre il secondo è di tipo qualitativo ed è finaliz-zato alle valutazioni conoscitive e di contesto del prenditore. L’applicazione di tale modello permette di assegnare un rating sulla base delle fonti informative utilizzate e del segmento di appartenenza (retail/corporate); in particolare, i criteri di segmentazione delle controparti, sono costituiti tenendo conto del settore di attività economica, della forma giuridica e della dimensione del fat-turato (se presente) della controparte. Le classi di rating per le controparti in bonis sono otto (dalla AAA alla CC), mentre le classi che esprimono i crediti non performing sono tre (crediti scaduti, incagli e sofferenze).

Ai fini del calcolo del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di credito, con decorrenza 1 gennaio 2008, il Banco ha seguito le regole previste dalla nuova normativa per il metodo standardizzato.

2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Nello sviluppo del processo operativo che porta all’erogazione del credito, pur alla presenza di valutazioni positive circa i requisiti necessari, il Banco acqui-sisce ogni qualvolta possibile garanzie accessorie reali e/o personali finalizzate alla mitigazione del rischio.

Sul complesso dei crediti appare preminente la garanzia reale rappresentata

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dall’ipoteca, riferita principalmente alla forma tecnica dei mutui (particolarmen-te su immobili residenziali). In forma minore, ma pur sempre su livelli significa-tivi, sono presenti anche garanzie pignoratizie su valori mobiliari - e/o denaro.

Al valore delle garanzie reali è applicato uno scarto prudenziale in relazione alla rischiosità insita nell’oggetto del pegno; le stesse sono sottoposte ad un costante monitoraggio in modo da verificare il valore attuale rispetto a quello iniziale e consentire eventuali interventi in caso di riduzione del valore.

Sull’acquisizione delle garanzie ipotecarie vengono applicati scarti previsti dalla Normativa interna e differenziati in funzione della tipologia di immobile, della durata del finanziamento e del segmento di appartenenza del prenditore.

Le garanzie personali consistono principalmente in fidejussioni rilasciate da persone fisiche e società. La loro valorizzazione viene sempre effettuata sulla base di una valutazione del patrimonio responsabile del garante, nell’ambito delle fasi di istruttoria e/o rinnovo del credito.

Le garanzie ricevute dal Banco sono redatte su schemi contrattuali, in linea con gli standard di categoria e con gli orientamenti giurisprudenziali, approvati dalle competenti funzioni aziendali al fine di contenere i c.d. rischi legali. Nel corso del 2008 è stato avviato un progetto volto a riorganizzare le attività ine-renti il processo di gestione delle garanzie, in coerenza con quanto richiesto dalla nuova regolamentazione e con particolare attinenza ai controlli interni finalizzati alla verifica dell’eleggibilità.

Ad oggi il Banco non utilizza derivati creditizi per la copertura ovvero il trasfe-rimento dei rischi creditizi e non ha effettuato cartolarizzazioni dirette.

2.4 Attività finanziarie deteriorate

La classificazione dei crediti verso clientela tra le partite ad incaglio avviene tenendo conto della rischiosità appalesatasi, dell’oggettiva impossibilità di definizione bonaria, del mancato rispetto dei piani di rientro definiti e della necessità di dare corso tempestivamente ad interventi di natura giudiziale, al fine di presidiare validamente i crediti.

In ogni caso, accertato che non sussistano i presupposti per ottenere una coper-tura in via bonaria dei crediti vantati, sono trasferite ad incaglio:

• le posizioni relative a mutui o a crediti in leasing che presentino un numero di rate insolute, variabile in relazione alla periodicità di corresponsione del canone;

• i crediti al consumo, quando il ritardo nei pagamenti abbia superato i 75 giorni.

Il passaggio a sofferenza avviene quando il cliente, alla luce degli elementi oggettivi in possesso degli uffici competenti, dimostri di non essere più in grado di fare fronte ai propri impegni e quindi di essere in uno stato d’insolvenza, anche se non dichiarato in via giudiziale.

Sono in ogni caso classificati a sofferenza:

• i crediti in leasing quando sia stata dichiarata la risoluzione dei contratti per insolvenza, senza esito;

• i crediti al consumo quando siano stati effettuati tutti i tentativi di recupero in via bonaria e agenzie di recupero crediti siano effettivamente intervenute senza esito, con conseguente decisione di inviare lettera di decadenza dal beneficio del termine;

• i mutui ad incaglio, quando i tentativi di definizione bonaria non sortiscano alcun effetto e si decida quindi di far decadere il cliente dal beneficio del termine;

• i crediti verso clienti entrati in procedure concorsuali, salvo che non si tratti

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d’amministrazioni controllate per le quali si possa ragionevolmente prevede-re il rientro in bonis;

• crediti verso clienti che siano già stati appostati a sofferenza da altri Istituti e che comunque dimostrino di non essere in grado di fare fronte agli impegni assunti verso il Banco;

• i crediti verso clienti contro i quali sia stata iniziata un’azione esecutiva dal Banco.

Per quanto attiene le esposizioni scadute da oltre 90 e/o 180 giorni, esse ven-gono costantemente monitorate dall’Area Controllo Andamento Rischi median-te l’ausilio di specifiche procedure informatiche.

Per quanto riguarda i criteri e le modalità di valutazione dell’adeguatezza delle rettifiche di valore, gli stessi sono improntati all’oggettività ed alla prudenza.

La previsione di perdita rappresenta, infatti, la sintesi di più elementi derivan-ti da diverse valutazioni (interne ed esterne) circa la rispondenza patrimoniale del debitore principale e degli eventuali garanti. Il monitoraggio delle previsio-ni di perdita è costante ed orgaprevisio-nico, e comunque rapportato allo sviluppo della singola posizione. L’elemento temporale inerente l’attualizzazione del credito deteriorato è determinato da specifiche valutazioni, effettuate per singoli tipi di attività, redatte da legali esterni che operano sulle singole piazze giudiziarie.

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Informazioni di natura quantitativa A. QUALITÀ DEL CREDITO

A.1 Esposizioni deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore,

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