PARTE E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA
SEZIONE 1 – RISCHIO DI CREDITO
2. Politiche di gestione del rischio di credito 1. Aspetti organizzativi
I fattori che generano rischio di credito sono riconducibili alla possibilità che una variazione inattesa del merito creditizio di una controparte, nei confronti della qua-le esiste un’esposizione, generi una corrispondente variazione inattesa del valore di mercato della posizione creditoria. Pertanto, deve considerarsi una manifestazione del rischio di credito non solo la possibilità dell’insolvenza di una controparte, ma anche il semplice deterioramento del merito creditizio.
L’assetto organizzativo del Banco assicura un adeguato processo per il presidio e la gestione del rischio di credito, in una logica di separatezza fra funzioni di business e di controllo. Al Consiglio di Amministrazione restano riservati in via esclusiva, fra altri, le attribuzioni ed i poteri riguardo la determinazione degli indirizzi che inci-dono sulla gestione generale degli affari dell’azienda. In materia di controlli interni il Consiglio di Amministrazione approva gli orientamenti strategici e le politiche di gestione del rischio, nonché la struttura organizzativa della banca.
Lo stesso verifi ca che l’Amministratore Delegato, coadiuvato dal Direttore Genera-le, defi nisca la struttura dei controlli interni, e che le funzioni di controllo abbiano autonomia all’interno della struttura, ove assume particolare importanza il sistema delle deleghe previsto dallo Statuto e dettagliato nel Regolamento Interno. Si tratta di un sistema articolato che coinvolge diversi organi e funzioni, dal Comitato Ese-cutivo ai Quadri Direttivi e, nell’ambito delle deleghe operative, attribuisce poteri specifi ci in materia di erogazione e recupero crediti.
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Alle diverse funzioni sono pertanto assegnate le responsabilità per le attività di va-lutazione e per l’assunzione dei rischi, nel rispetto dei limiti di autonomia creditizia presenti nel Regolamento Interno ed in coerenza con l’articolazione organizzativa della rete commerciale.
In tale contesto:
• la Direzione Crediti (per il credito ordinario e per il credito di medio-lungo ter-mine, parabancario ed al consumo) uniforma i principi e le norme di carattere generale che sottendono all’erogazione ed al monitoraggio del credito, tramite regolamento interno, allo scopo di assicurare che le attività di rischio assunte ri-spondano a criteri di prudenziale gestione e siano compatibili con le disposizioni di vigilanza;
• l’Area Controllo Andamento Rischi e Contenzioso effettua le attività di monito-raggio per prevenire e minimizzare i rischi derivanti dal deterioramento delle sin-gole posizioni creditizie e sulla qualità del credito; l’Uffi cio Contenzioso gestisce le pratiche classifi cate ad incaglio ed in sofferenza, con l’obiettivo di ottimizzare la fase di recupero del credito anche attraverso l’utilizzo effi ciente di collaboratori e professionisti legali esterni;
• la Direzione Revisione Interna, valuta la funzionalità e l’affi dabilità dell’intero si-stema dei controlli interni, ed effettua, tra gli altri, i controlli sulla regolarità ope-rativa dell’attività creditizia;
• l’Uffi cio Risk Management ha il compito di sviluppare modelli e metodologie di misurazione del rischio di credito predisponendo periodica reportistica; le analisi prodotte attengono prevalentemente l’evoluzione del profi lo di rischio del porta-foglio crediti complessivo e/o di singole frazioni di portaporta-foglio caratterizzate da particolari aspetti di rischiosità.
2.2. Sistemi di gestione, misurazione e controllo
I sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio di credito si sviluppano in un contesto organizzativo che vede coinvolto tutto il ciclo del processo del credito, dalla fase iniziale di istruttoria al riesame periodico e a quella fi nale di revoca e recupero.
Nelle fasi di istruttoria del credito il Banco effettua indagini sia interne sia esterne al cliente da affi dare, e perviene alla decisione fi nale di concessione del credito consi-derando anche tutto l’insieme di informazioni relative al soggetto economico, frutto di una diretta conoscenza della clientela e del contesto economico ove opera.
L’erogazione di prestiti personali o fi nalizzati è subordinata, oltre che all’analisi di tutti gli elementi di valutazione acquisiti attraverso la documentazione richiesta, anche ad una serie di controlli fra i quali sono presenti i punteggi di un sistema di scoring sociologico e comportamentale.
Nel processo di erogazione del credito, il Banco opera avendo come linea guida il frazionamento del rischio fra una molteplicità di clienti operanti in settori di attività economica e segmenti di mercato diversi. Inoltre, le attività di istruttoria inerenti al processo operativo che porta all’erogazione e al riesame periodico sono sviluppate con l’obiettivo di erogare un credito congruo a livello di singolo nominativo in fun-zione sia dell’autonoma capacità di credito di quest’ultimo, sia della forma tecnica del fi do stesso e delle garanzie collaterali. La congruità dell’accompagno fi duciario viene attentamente valutata anche sulla base delle esigenze fi nanziarie rappresenta-te dal clienrappresenta-te con l’impostazione della forma rappresenta-tecnica maggiormenrappresenta-te adeguata.
L’attività di analisi e monitoraggio del rischio connesso all’attività creditizia è assi-curata dall’area Controllo Andamenti Rischi, che opera con il supporto di specifi che procedure operative. La fi nalità di un tempestivo sistema di monitoraggio è di in-dividuare, quanto prima, segnali di deterioramento delle esposizioni per intervenire con azioni correttive effi caci. A tal fi ne la clientela è classifi cata per classi mediante l’analisi andamentale dei rapporti e della centrale dei rischi tramite procedure de-dicate. Tale esame consente di suddividere la clientela che presenta anomalie nella conduzione del rapporto da quella con andamento regolare.
Sulla scorta delle evidenze che presentano fattori di deterioramento (principalmen-te riferiti alla conduzione del rapporto, all’andamento delle evidenze della Centrale dei rischi, al peggioramento della situazione patrimoniale e/o fi nanziaria,
all’emer-gere di eventi pregiudizievoli) il credito è classifi cato sotto controllo oppure a rientro o a incaglio con sottoscrizione del relativo piano di smobilizzo. La gestione di tali crediti è effettuata sulla scorta delle direttive dell’Area Controllo Andamento Rischi.
Il primo presidio ad un monitoraggio effi cace dei rischi assunti è comunque rappre-sentato dalla struttura di Filiale, sia tramite un dialogo costante e continuo con la clientela sia avvalendosi delle fonti informative disponibili.
Il Banco utilizza, a fi ni gestionali in ottica di Risk Management, un modello inter-no di rating (C.R.S. - Credit Rating System) sviluppato in seinter-no alla Capogruppo, in grado di classifi care ogni controparte in classi di rischio aventi probabilità di insol-venza omogenee. Tale sistema è un modello analitico di misurazione del rischio di insolvenza che utilizza metodi di inferenza statistica fondati sulla teoria soggettivi-sta (o della probabilità condizionata). Il modello permette di assegnare un rating sulla base delle fonti informative utilizzate e del segmento di appartenenza (retail/
corporate); in particolare, i criteri di segmentazione delle controparti, sono costituiti tenendo conto del settore di attività economica, della forma giuridica e della dimen-sione del fatturato (se presente) della controparte. Le classi di rating per le contro-parti in bonis sono otto (dalla AAA alla CC), mentre le classi che esprimono i crediti non performing sono tre (crediti scaduti, incagli e sofferenze).
Ai fi ni del calcolo del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di credito il Banco se-gue le regole previste dalla normativa per il metodo standardizzato.
2.3. Tecniche di mitigazione del rischio di credito
Nello sviluppo del processo operativo che porta all’erogazione del credito, pur alla presenza di valutazioni positive circa i requisiti necessari, il Banco acquisisce ogni qualvolta possibile garanzie accessorie reali e/o personali fi nalizzate alla mitigazio-ne del rischio.
Sul complesso dei crediti appare preminente la garanzia reale rappresentata dall’ipo-teca, riferita principalmente alla forma tecnica dei mutui (particolarmente su im-mobili residenziali). In forma minore, ma pur sempre su livelli signifi cativi, sono presenti anche garanzie pignoratizie su valori mobiliari e/o denaro.
Al valore delle garanzie reali è applicato uno scarto prudenziale in relazione alla ri-schiosità insita nell’oggetto del pegno; le stesse sono sottoposte ad un costante moni-toraggio in modo da verifi care il valore attuale rispetto a quello iniziale e consentire eventuali interventi in caso di riduzione del valore. Sull’acquisizione delle garanzie ipotecarie vengono applicati scarti previsti dalla Normativa interna e differenziati in funzione della tipologia di immobile, della durata del fi nanziamento e del segmento di appartenenza del prenditore. Le garanzie personali consistono principalmente in fi dejussioni rilasciate da persone fi siche e società. La loro valorizzazione viene sem-pre effettuata sulla base di una valutazione del patrimonio del garante, nell’ambito delle fasi di istruttoria e/o rinnovo del credito.
Le garanzie ricevute dal Banco sono redatte su schemi contrattuali, in linea con gli standard di categoria e con gli orientamenti giurisprudenziali, approvati dalle competenti funzioni aziendali al fi ne di contenere i c.d. rischi legali. Il processo di gestione delle garanzie, in coerenza con quanto richiesto dalla nuova regolamenta-zione, prevede attività di monitoraggio e specifi ci controlli fi nalizzati alla verifi ca dell’eleggibilità.
Ad oggi il Banco non utilizza derivati creditizi per la copertura ovvero il trasferimen-to dei rischi creditizi e non ha effettuatrasferimen-to cartrasferimen-tolarizzazioni dirette.
2.4. Attività fi nanziarie deteriorate
Il passaggio a sofferenza avviene quando il cliente, alla luce degli elementi oggettivi in possesso degli uffi ci competenti, dimostri di non essere più in grado di fare fronte ai propri impegni e quindi di essere in uno stato d’insolvenza, anche se non dichia-rato in via giudiziale.
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La classifi cazione dei crediti verso clientela tra le partite ad incaglio avviene tenendo conto della rischiosità appalesatasi, dell’oggettiva impossibilità di defi nizione bona-ria, del mancato rispetto dei piani di rientro defi niti e della necessità di dare corso tempestivamente ad interventi di natura giudiziale, al fi ne di presidiare validamente i crediti.
Tra le partite incagliate sono in ogni caso incluse le esposizioni con specifi che carat-teristiche descritte dalle disposizioni di vigilanza.
Per la classifi cazione tra le esposizioni ristrutturate, siano esse per cassa o “fuori bi-lancio”, il Banco si attiene a quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza, valutan-do analiticamente la presenza dei presupposti prescritti dalla normativa.
Per quanto attiene le esposizioni scadute da oltre 90 e/o 180 giorni, esse vengono costantemente monitorate dall’Area Controllo Andamento Rischi mediante l’ausilio di specifi che procedure informatiche.
Per quanto riguarda i criteri e le modalità di valutazione dell’adeguatezza delle ret-tifi che di valore, gli stessi sono improntati all’oggettività ed alla prudenza.
La previsione di perdita rappresenta, infatti, la sintesi di più elementi derivanti da diverse valutazioni (interne ed esterne) circa la rispondenza patrimoniale del debi-tore principale e degli eventuali garanti. Il monitoraggio delle previsioni di perdita è costante ed organico, e comunque rapportato allo sviluppo della singola posizione.
L’elemento temporale inerente l’attualizzazione del credito deteriorato è determina-to da specifi che valutazioni, effettuate per singoli tipi di attività, redatte sulla base delle informazioni relative alle singole piazze giudiziarie.
Informazioni di natura quantitativa A. Qualità del credito
A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifi che di valore,