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CAPITOLO III – MODELLI D'INTERVENTO INNOVATIVI PER IL SOSTEGNO LEGGERO ALLA GENITORIALITÀ STATO DELL'ARTE

PRIMA SPERIMENTAZIONE

3.4.1 Popolazione Target

Il Progetto "Famiglie in Rete" si rivolge alle famiglie cosiddette "vulnerabili":

“sono anche quelle che vivono in condizioni di isolamento sociale, ovvero sono famiglie che non dispongono di una cerchia di relazioni prossimale, ampia e salda. Come rilevato dall’Istat, nel nostro Paese le reti di aiuto informale svolgono un ruolo molto importante nel sostenere i momenti di vulnerabilità che le famiglie si trovano ad affrontare. Alla solidarietà delle reti si affidano principalmente le madri con figli piccoli, gli anziani, le persone disabili e, più in generale, quanti sono esposti a

66.Fonte: mia elaborazione dati, da Manuale Operativo Progetto Famiglie in Rete – ULSS 8 e Regione del Veneto, a cura di Borsellino P. e Belotti A, su cui si basa anche il presente paragrafo.

situazioni che richiedono un sostegno più o meno rilevante in termini di impegno e durata. Quando nemmeno le reti informali sono in grado di dare risposta ai bisogni e alle necessità della famiglia, entrano in gioco i Servizi Sociali e le istituzioni, attivatori delle cosiddette reti formali.67

Nell'individuazione di tali famiglie, l'assistente sociale dispone di un osservatorio privilegiato, dato dal contatto quotidiano con l'utenza anche attraverso altri tipi di aiuto (economico, di orientamento...). In seconda battuta, anche la scuola può disporre di un bacino d'intercettazione del bisogno estremamente efficace, oltre che capillare: l'insegnate viene infatti in contatto con una popolazione di famiglie molto più generale di quella rappresentata dall'utenza dei Servizi Sociali. Un terzo ambito di provenienza delle segnalazioni è rappresentato dai Servizi Specialistici. La valutazione riguardo la pertinenza della segnalazione, nei termini di un'inclusione proficua nel Progetto, spetta all'assistente sociale, che valuta l'equilibrio tra bisogni e risorse, punti di debolezza e di forza, in possesso della famiglia. Compito spesso ingrato e non facilmente comprensibile dai soggetti che hanno proposto l'inserimento ma indispensabile per dare una minima garanzia di successo degli interventi.

3.4.2 Impianto epistemologico e metodologico

L'intero impianto progettuale si inserisce nell'orizzonte della sussidiarietà e dell'orizzontalità, privilegiando la dimensione gruppale e di Rete del lavoro sociale, quale strumento professionale di sostegno degli aiuti informali e non-professionali tra pari. Il grosso del lavoro degli operatori direttamente implicati nel progetto si rivolge alle famiglie cosiddette accoglienti, aderenti alle Reti, lasciando che queste gestiscano in relativa autonomia (avvalendosi del contesto di Rete per il supporto emotivo e la consulenza tra pari) il rapporto con le famiglie "accolte". Il lavoro sociale con queste ultime tende invece ad essere lasciato agli operatori dei Servizi Sociali di Base, qualora per qualche motivo la famiglia fosse già inserita in percorsi d'aiuto professionali. Se si prende in considerazione la natura relazionale di una parte rilevante delle criticità portate dalle famiglie vulnerabili, anche quando multiproblematiche, si rende necessario un approccio sistemico ed una presa in carico dell'intero nucleo familiare, considerando anche il suo contesto socio-relazionale-ambientale di riferimento. Bersaglio dell'intervento, finalizzato al benessere del minore, dovrebbe dunque essere il miglioramento della qualità delle interazioni sia intra-familiari che extra-familiari, sempre in un'ottica di valorizzazione e rafforzamento delle competenze genitoriali, volta a 67. Ivi, p. 44.

tutelare il diritto del minore a crescere nella propria famiglia. Risultano cruciali in proposito la prospettiva della resilienza, riferita sia alla famiglia in generale sia al minore in particolare, che si traduce operativamente nello sviluppo delle capacità di fronteggiamento delle situazioni ostili, altrimenti dette di coping. In questo, come negli altri due progetti analizzati, si parte dal presupposto che qualunque famiglia, quindi anche quella vulnerabile, possegga al proprio interno le risorse a ciò necessarie. Il ruolo del Servizio diventa quindi quello di portare alla luce queste risorse quando nascoste, riqualificarle quando carenti e rafforzarle quando deboli.

3.4.3 Fasi del Progetto

Prima di entrare nel merito del lavoro di Rete e delle singole "accoglienze", riteniamo opportuno un excursus sulle fasi progettuali che, in ciascun Territorio dove viene trasferito il modello d'intervento, preparano le condizioni materiali per la fattibilità del progetto.

Il primo ingranaggio da mettere in moto riguarda gli amministratori locali, i tecnici e gli operatori di ogni nuovo Territorio: se questi non condividono i presupposti teorico-operativi del Progetto, non saranno nemmeno disponibili o in grado di garantire le condizioni necessarie alla sua implementazione. Questa fase viene denominata nel Manuale "Formazione per Operatori e Amministratori locali" ma, nella documentazione divulgativa disponibile in rete e nel gergo degli operatori, essa è definita anche "Alfabetizzazione al Progetto". Essa si avvale della conduzione dell'équipe dell'A.U.L.S.S. 8 ed il Responsabile Scientifico.

Segue una fase cosiddetta di "Pre-sensibilizzazione" dei soggetti collettivi di famiglie – dalle associazioni ai gruppi informali, agli insiemi di famiglie che si aggregano attorno a parrocchie o scuole. Per la conduzione di questa fase, che dura solitamente circa un mese e differisce nelle modalità a seconda delle dimensioni del Comune, l'équipe dell'A.U.L.S.S. 8 ed il Responsabile Scientifico affiancano gli assistenti sociali di quel Territorio.

Segue una fase di "Sensibilizzazione" vera e propria, chiamata anche "Formazione di I° Livello", rivolta alle singole persone e famiglie interessate, che si conclude in genere con un incontro di "Rete Aperta", dopo la quale gli interessati possono accedere ad una "Formazione di II° Livello", che consta generalmente di tre incontri. A partire da questa fase e parallelamente ad essa, viene attivata una "Sensibilizzazione continua", che si esplica in eventi di vario tipo a seconda dei Territori, con cadenza almeno annuale (dalla partecipazione alle feste del volontariato, a "feste delle famiglie" o eventi ad hoc), preferibilmente ideati e gestiti dalle famiglie stesse: questa modalità, caratterizzata dal contatto personale diretto e dal

coinvolgimento emotivo consentito dall'immedesimazione, si sarebbe sin ora dimostrata la più efficace nel raggiungere ed agganciare nuovi interessati. La fase successiva riguarda la costruzione vera e propria e manutenzione della Rete di Famiglie, nonché l'inserimento delle nuove famiglie sensibilizzate. L'applicazione continuativa di un modello d'intervento innovativo non può prescindere da una dimensione di aggiornamento professionale continuo degli operatori coinvolti. Nell'ambito di "Famiglie in Rete" tale dimensione si vuole finalizzata, oltre che alla manutenzione ed affinamento degli strumenti teorico-operativi professionali, al rafforzamento dello spirito di appartenenza alla Rete del Progetto, nella sua accezione più ampia. "Famiglie in Rete" si fonda infatti su un'articolata architettura organizzativa, che dettaglieremo nel paragrafo seguente.