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5. CONCLUSIONI

5.1 Il portfolio

“Il portfolio può essere considerato come la raccolta sistematica, condotta lungo un certo arco di tempo, di lavori o performance ritenuti significativi, scelti spesso dal soggetto che li ha prodotti, seguendo finalità e criteri condivisi e con la possibilità di argomentare sulle prestazioni collezionate”89.

Questo metodo è utilizzato in diversi paesi per valutare i risultati dell’apprendimento scolastico, anche se alle sue origini era utilizzato nelle arti visive per la presentazione delle opere maggiormente significative degli artisti.

Pellerey90 prima di spiegare dettagliatamente come può essere utilizzato un portfolio in ambito formativo individua diversi significati a questo termine: quali un contenitore per fogli di carta, soldi, biglietti da visita, etc. si pensi al portafoglio tradizionale che tutti possiedono; un secondo significato indica il “portafoglio titoli” comprendente una lista di investimenti finanziari di una persona o di una ditta; ci si può riferire ancora ad un “portafogli ordini” riguardando tutto ciò che un magazzino o una ditta deve richiede al fornire ed infine ci si può riferire ad un ufficio ministeriale si pensi nel linguaggio comune all’espressione “ministro con portafoglio” e “ministro senza portafoglio”.

Varisco afferma che il portfolio è strettamente legato:

“ad un effettiva produzione di qualcosa; ad una riflessione

personale sul proprio processo di sviluppo di un progetto 89Coggi C., Il bilancio di competenze alle fine del corso di laurea, in Zanniello, (2008), op. cit., p. 279.

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di lavoro, o di un più esteso progetto di vita o vissuto professionale

All’individuazione e selezione di momenenti di crescita progettuale e professionale;

Al confronto di quel che si fa con uno standard condiviso della specifica comunità di appartenenza (..);

All’esibizione, a se e agli altri, di ciò che si è realmente riusciti a fare, nel tempo (..);

Ad un implicito bilancio di competenze, mai finale, ma sempre provvisorio e progettuale”91.

L’autore evidenzia che il termine portfolio è entrato a far parte nel vocabolario scolastico e della formazione a partire dagli anni ottanta riferendosi come affermato prima ad una raccolta sistematica dei lavori di uno studente. In sostanza è possibile usufruire del portfolio per documentare le competenze di uno studente in quanto questo strumento contiene ciò che si conosce, che utilizzo si fa delle proprie conoscenze e come ci si presenta o come ci si relaziona con gli altri. Essendo un book che si amplia con il tempo è possibile documentare i progressi di ogni singolo allievo.

Pellerey individua tre tipologie di portfolio:

1. Il portfolio di lavoro contiene tutte le bozze realizzate per giungere alla stesura del lavoro finale, quindi come si presentava un attività in corso d’opera e come si presenta nella versione finale. Questo strumento permette di migliorare la riflessività dello studente.

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2. il portfolio di presentazione che ha lo scopo di raccogliere tutti i lavori di cui gli studenti sono particolarmente orgogliosi, in tal modo gli studenti prendono consapevolezza delle proprie capacità.

3. il portfolio di valutazione contiene la documentazione di quanto lo studente ha imparato in relazione a un determinato programma.

Queste tre tipologie nelle realtà si fondono e si confondo fra loro, in modo da fornire uno strumento quanto più possibile completo.

Questo strumento può essere gestito sia dagli studenti che dai docenti, in genere si predilige affidarlo all’insegnante solo nei primi cicli di studio92.

Nel nostro caso trattandosi di un corso di laurea ogni studente dovrebbe curare da se il proprio portfolio, redatto secondo una forma standardizzata e seguendo delle linee guida comuni per una maggiore chiarezza, leggibilità e fruibilità da parte di tutti i soggetti (docenti, supervisori di tirocinio, tec.) che hanno necessita di valutare l’acquisizione di una o più competenze da parte dello studente.

A coordinare il lavoro, dispensare chiarimenti e suggerimenti potrebbe essere un tutor.

All’atto concreto il portfolio potrebbe presentarsi come un portadocumenti contenente una sezione per ogni aspetto specifico della formazione, corsi, esami, laboratori, tirocini, eventuali esperienze extra-universitarie coerenti con il proprio percorso. Quindi durante ogni esperienza universitaria, ad esempio, un corso lo studente raccoglierebbe tutto il materiale utile a dimostrare che ha raggiunto le competenze previste da quell’attività. Ovviamente il carico di lavoro

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aumenterebbe per i docenti che durante il corso devono proporre attività utili ad essere inserite nel portfolio e per lo studente che deve operare uno sforzo maggiore nel dimostrare di sapere, saper fare e saper essere.

Questo permette ad ogni studente di prendere consapevolezza del lavoro svolto e della propria preparazione, promuovendo l’attività dell’autovalutazione e la gestione responsabile del proprio studio, e serve al docente all’atto dell’esame finale per avere un quadro chiaro della preparazione dell’allievo e di attribuire un giudizio che comprenda una pluralità di aspetti che spesse volte per questioni di tempo e di organizzazione nell’esame tradizionale non possono essere considerati.

Al termine di ogni corso, semestre o anno accademico lo studente da solo o con l’aiuto di un tutor dovrebbe fermarsi a riflettere sul percorso compiuto, operando un confronto fra le competenze iniziali e le competenze maturate; mentre al termine del percorso di studi il portfolio che conterebbe un quadro completo di tutte le competenze apprese dagli allievi, le rispettive auto-valutazioni e le valutazioni compiute da ogni docente, potrebbe essere presentato alla commissione di laurea per una valutazione globale.

In sintesi è possibile affermare che “Il portfolio ha carattere strettamente personale e diretto a promuovere una più piena consapevolezza delle proprie competenze, delle proprie potenzialità, delle proprie aspirazioni al fine di elaborare un progetto di vita personale, sociale e professionale”93.

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