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LA POSIZIONE DI CARLO MARIA MAGGI

Nel documento 22.5.2002 affermava che a Rovigo (pagine 122-138)

Orbene, ristretta a tali dichiarazioni, il nucleo di quello che può costituire prova a carico degli imputati di cui ci stiamo occupando (Maggi, Zorzi e Rauti) e ritenuto credibile sia il M.1l0 Felli, non essendoci elementi di segno diverso, sia la sua fonte in quanto all'epoca il Tramonte non aveva motivo di mentire non dovendosi difendere da una qualsivoglia accusa nei suoi confronti né avendo motivi di astio nei confronti dei coimputati di cui ci stiamo occupando, e

194La Suprema Corte si è più volte pronunziata sulle dichiarazioni provenienti dall'imputato e riferite da altro soggetto rilevando che esse, da un lato, possono costituire riscontro, ex art. 192, co. 3D c.p.p., delle dichiarazioni del propalante e dall'altro non soggiacciono alle regole stabilite dallo stesso art. 192 citato. In tal senso cfr.

Casso 3.12.2009 n. 46607 che recita: Il divieto di testimonianza sulle dichiarazioni rese dall'imputato opera solo in relazione alle dichiarazioni rese nel corso del procedimento e non a quelle rese al di fuori di esso. (Nella fattispecie la Corte ha ritenuto legittima la mancata applicazione del divieto ad una conversazione con un ispettore di polizia che non stava svolgendo indagini).

Casso 2.1.2009 n. 25 che recita: Le dichiarazioni "de relato" aventi ad oggetto le confidenze ricevute dall'imputato sono idonee a costituire un riscontro alla chiamata in correità del medesimo.

Casso 27.5.2004 n. 24249 che recita: Plurime chiamate in reità "de relato", sono idonee ex art. 192cod. proc. peno acostituire riscontro alla chiamata in correità. (Nella specie la Corte ha ritenuto che le testimonianze aventi ad oggetto "confidenze" provenienti dall'imputato possano essere utilizzate come elemento di riscontro ad una chiamata in correità).

Casso 28.5.1997 n. 4976 che recita: In tema di testimonianza indiretta, nell'ipotesi in cui il referente del testimone indiretto sia persona che abbia la qualità di imputato nel procedimento, owero che tale qualità avrebbe potuto assumere se ancora in vita, non è necessario che il giudice compia la verifica sull'esistenza di altri elementi di prova che confermano l'attendibilità della dichiarazione, come richiesto dall'art. 192,terzo comma, cod.

proc. pen.; e ciò in quanto mentre la dichiarazione resa al giudice da chi è coinvolto negli stessi fatti addebitati all'imputato può, per sua natura, ingenerare un'erroneo convincimento, tanto che la legge pretende per la chiamata di correo maggior rigore valutativo e necessario riscontro probatorio, nell'ipotesi di testimonianza indiretta il racconto del referente è fatto fuori del processo, sicché la cautela imposta dal legislatoreè limitata al controllo delle fonti di conoscenza del testimone "de relato".

~....

trovando, inoltre, il contenuto degli appunti anche conferma esterna195

esaminiamo ora concretamente se gli elementi da tali appunti emergenti, collegati con le restanti risultanze processuali, possano costituire fonte di responsabilità per gli imputati cominciando dalla posizione di Carlo Maria Maggi Si è già illustrato il contenuto degli appunti più rilevanti. Da essi risulta che il Tramonte era a conoscenza del progetto di costituzione di un gruppo eversivo, non meglio precisato, da parte di due studenti di Ferrara ex militanti di Ordine Nuovo ed era stato contattato da uno studente appartenente a questo gruppo il 20.5.1974 al fine di reclutarlo. Lo studente gli aveva rivelato che la struttura era attiva in alcune città del Nord e stava per costituirsi anche in Padova e lo aveva invitato ad una prova di coraggio mediante la distribuzione di volantini, che gli avrebbe portato di li a 15 giorni. Di tale gruppo il Tramonte non fornisce a Felli informazioni successive. Peraltro nella nota viene indicato che esso potrebbe identificarsi in "Ordine Nero" e che dell'organizzazione "farebbe parte" Sartori Arturo da Padova.

Ben più rilevanti sono le notizie sul gruppo aventi come referenti Maggi e Romani.

Il primo incontro che viene menzionato negli appunti è quello del 25.5.1974, 3 giorni prima della strage di Brescia e 5 dopo l'incontro con lo studente di Ferrara. Nell'incontro si dice che "è in corso la creazione" di una organizzazione clandestina affiancata da una palese formata da circoli culturali non ancora costituiti che avrebbe sfruttato politicamente gli attentati del gruppo clandestino. I vertici della struttura erano individuati in Maggi, Romani e probabilmente l'On Pino Rauti.

Nell'appunto, quindi, si discorre di una struttura che al 25.5.1974 non era ancora operante, tant'è che si parla dei criteri per selezionare i membri destinati alla struttura clandestina.

Lo stesso gruppo dirigente non era ancora completamente formato tanto che si dava come probabile, quindi non ancora sicura, la partecipazione di Rauti.

1955i pensi alle ammissioni di Maggi, che fra poco vedremo, in ordine alla partecipazione alla riunione di Abano, la conferma in ordine alla decisione presa al campo di Bellinzona di una smentita da parte di Ordine Nero.

Già questi primi elementi pongono seri dubbi sulla possibilità che una struttura ancora in fieri, della quale non erano ancora delineati i vertici, potesse, di lì a tre giorni, far esplodere un ordigno in Piazza Loggia.

Dopo aver parlato del trasbordo della cassa del 16.6.1974 l'appunto menziona l'incontro a Roma tra Romani e Rauti, awenuto il 29 o 30 giugno nel corso del quale quest'ultimo aveva assicurato consensi ed appoggi per l'attività degli ex ordinovisti concordandosi un nuovo incontro al quale avrebbero dovuto partecipare altri ex dirigenti di Ordine Nuovo.

Anche da tale notizia l'impressione che si ha e che, ad oltre 15 giorni dalla strage di Brescia, il gruppo era ancora in corso di formazione soprattutto nelle strutture dirigenziali.

Si noti che il Romani non parla di ordini o direttive da parte del Rauti ma di un semplice consenso ed appoggio alla struttura, con ciò comprendendosi che il Rauti, prima di quella data, non poteva dirsi certamente integrato nella organizzazione.

Segue poi un commento sui fatti di Brescia. Non si comprende, peraltro, se trattasi di commenti awenuti in un'unica soluzione owero in più occasioni.

Sicuramente il proposito di redigere il volantino viene riferito a qualche giorno dopo la strage di Brescia.

Si illustra prima l'affermazione del Maggi in ordine alla circostanza che quello di Brescia non doveva rimanere un fatto isolato occorrendo abbattere il sistema con attacchi continui.

Segue, nell'ordine dell'appunto ma non sappiamo se ciò corrisponda all'ordine temporale, l'intenzione di stilare un comunicato per esprimere la linea programmatica dell'organizzazione ed annunziare azioni terroristiche a breve scadenza.

Si badi che nell'appunto non si parla di rivendicare la strage ma solo di compiere una azione che ne aggravasse le conseguenze.

Si delinea poi la strategia da seguire mediante falsi comunicati di stragi non eseguite a cui dovevano succedere attentati veri e propri e se ne individuano gli esecutori in due mestrini e Francesconi Sartori Arturo. L'appunto termina con delle considerazioni negative di Maggi in ordine alla organizzazione di cui faceva parte Melioli (Anno Zero) pur manifestando apprezzamento sullo stesso

Melioli che avrebbe voluto arruolare nella costituenda struttura eversiva. Vi è anche un commento sulla posizione di Melioli che si afferma essere lusingato dalle attenzioni del Maggi ma che intenderebbe rimanere su posizioni più vicine ad Anno Zero.

L'appunto ha particolare importanza perché lo stesso Maggi ha riconosciuto di aver partecipato ad una riunione ad Abano in cui si ventilava la nascita di una organizzazione che doveva raccogliere i cani sciolti del MSI e nella quale avrebbe anche detto di sfruttare il clamore provocato dalla strage di Brescia196

196Cfr. verbale 18.9.1997 reso davanti al PM presso il Tribunale di Milano (trascrizione):

I: Sì, sì. Dunque, io ricordo di essere andato a casa di ROMANI e .. in quel periodo là. E non ricordo molto quello che ho detto, ma...sicuramente ho parlato di un progetto... di un'ipotesi, non era una cosa... né...ne... né realizzata:, e né realizzabile in tempi brevi. Era...era un'ipotesi. lo i ... di dar vita ad organizzazione di Destra appoggiata dal MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO, guidata da elementi maturi e anche non...non troppo.. che non si dovevano esporre troppo, perché quelli erano tempi brutti. E un professionista.. uno.. una persona pubblica sarebbe stata esposta a... a ritorsioni, di tutti i tipi, sia nel campo del lavoro, sia da parte di awersari politici. Ecco, questo era il succo.. della... Permette che vada avanti?

PM Meroni: Sì, no..

I: Questi eran gli elementi maturi che .. che io auspicavo. Questa organizzazione avrebbe dovuto essere parallela al MOVIMENTO SOCIALE, guidata da PINO RAUTI, e soprattutto (viene interrotto)

PM Meroni . Scusi I: ... avrebbe cercato...

PM Meroni: L'organizzazione avrebbe dovuto essere guidata da PINO RAUTI, o il MOVIMENTO SOCIALE guidato da PINO RAUTI?

I: No, l'organizzazione.

PM Merani: Questa, di cui auspicava la formazione?

I: Sì. Retta da PINO RAUTI. E ... e soprattutto avrebbe dovuto avere il compito di recuperare i cosiddetti "cani sciolti", che già allora c'erano elementi di estrema Destra che agivano per conto loro, non volevano entrare nell'MSl, non volevano aver contatti neanche con... neanche con noialtri che nel MOVIMENTO SOCIALE eravamo diventati una corrente, nel MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO. E quindi recuperarli e impedire che fossero esposti a strumentalizzazioni da parte di... di infiltrati, di provocatori. Questo il risul (sic) .. /I resto non è vero, assolutamente. Sono...

PM Meroni: Chi partecipavaaqueste riunioni?

I: Sicuramente c'erano parecchi... ROMANI.

PM Merani: Eh, questoèdato per scontato, visto che eravate a casa di ROMANI, no?

I: Poi non mi ricordo.. Eravamo quattroocinque.. sicuramente.

PM Pradella: Ma insomma, non erano riunioni normali, erano riunioni in cui si parlava di cose serie! Di progetti! Di bombe! Di attentati!

AVV. B : No, questo secondo lui smentisco, questo secondo (viene interrotto) I: lo... io..èpossibile che abbia avanzato (viene interrotto)

PM Meroni : Faccia un sforzo sui ... sui partecipanti!

PM Pradella : L'attentato di Brescia, la strage di Brescia, chiaramente.

I: Era possibile che io avessi detto: Sfruttiamo il clamore della.. della...(viene interrotto)

PM Meroni : Aspetti, Dottore, faccia prima uno sforzo di memoria, per vedere se riesce a individuare i partecipanti oltreaROMANI

I : Non ricordo, forse son andato con l'Awocato CARLE'. Forse, ma...non ricordo assolutamente. Non ricordo assolutamente. Ricordo di essere andato a casa di ROMANI, ecco, questo sì.

PM Merani: Ad Abano?

I: Ad Abano Tenne. Lui era direttore di un albergo di Abano Tenne. E nei discorsi.. Intanto era un discorso futuribile sull'organizzazione. Che ripeto era questa: un' organizzazione di.. di Destra, parallela al MOVIMENTO SOCIALE guidata da ... da ORDINE NUOVO, da PINO RAUTI. E con lo scopo di recuperare i cani sciolti, ecco.

PM Meroni : Eh ma (viene interrotto) PM Pradella : Ma recuperarliache fme?

PM Meroni : Per "recuperare i cani sciolti", voglio dire, si deve proporrequalche cosa, eh!

evidentemente...

I : Eh. .. partecipazione a manifestazioni pubbliche, a comizi, a cioè... un'attività di tipo... magari violenta ma... ma...

PM Pradella: Che tipo: "magari violenta"?

I : Cioè di reagire e.. In quel periodo, Signor se lei usciva con Il Secolo in tasca la bastonavano.

PM Pradella : Lo so perfettamente ma (viene interrotto) I : Ecco, in questo senso.

Vedi, altresì, dichiarazioni rese in data 8.3.2001 davanti allaCorte di Assise di Milano:

P.M: Lei ricorda di avere partecipato a riunioni a casa di Romani ad Abano?

I : Si, una volta sono andato a trovarlo e c'è stato un incontro con altri camerati della zona, che non conoscevo comunque, li ho conosciuti in quell'occasione. Non ricordo neanche quanti erano, tre, quattro o cinque, non so.

P.M: E ricorda l'oggetto di quella riunione?

I: Sì, abbiamo parlato del progetto di fare un ampio circolo culturale giovanile veneto, molto articolato. Ne ha parlato Romani, ne ho parlato io, ne ho parlato abbastanza io anche, e mi ricordo che... "Mi ricordo, perché l'ho letto, non è che...

P.M: Sa, sel'ha letto non ci interessa, perché l'ho letto anch'io, quello che ha letto Lei l'ho letto anche io, quindi. ..

I: Avevo un appunto(?) che doveva essere un circolo cui non apparissimo molto a livello direttiva noi. Ecco, questo grossomodo. ..

P.M: cioè i "noi" che non dovevano apparire chi sarebbero?

I: lo, Romani, Barbaro.

P.M.: E perché non dovevate apparire?

I: Perché lo avremmo qualificato troppo in senso di estrema Destra, di Destra.

P.M: E invece come si doveva qualificare?

I: Di Centrodestra. Come l'M.S.I. che si cominciava da alloraaportarlo in posizioni più...

P.M: Nel '74?

I: Eh, ciò.

P.M: Ascolti, ma questo circolo culturale poteva anche o avrebbe dovuto anche ricorrere eventualmente ad azioni violente?

I: Questo non credo, non sono convinto assolutamente di averlo detto.

P.M: Quindi lo esclude?

I: Lo escludo.

P.M: A questo riguardo allora le devo dire che Lei sempre in questo interrogatorio del 18 settembre '97 in carcere, Lei disse, le era stato contestato un appunto e disse: "Preciso che io ho partecipato ad una riunione in casa di Romani ad Abano... "

I: Sì, sìè vero, questoèvero.

P.M: nel periodo a cui fa riferimento l'appunto che mièstatoletto, che era del '74, luglio '74.

1: Sì, sì.

P.M: "Ricordo che in quella riunione io caldeggiai la P.M. "Ricordo che in quella riunione io caldeggiai la formazione di una organizzazione parallela all'M.S.I. che avrebbe dovuto essere guidata da pino Rauti e che doveva avere lo scopo anche di recuperare i cani sciolti dalla Destra e di incanalarli in un movimento organizzato che avrebbe anche potuto rispondere con violenza alle provocazioni e alle aggressioni ricevute da altre parti politiche, i Rossi...

I: Questo nonèmica...

P.M: ".. .che in quel periodo erano all'ordine del giornali.

I: Sì, ecco, appunto.

P.M: Conferma questo?

I: Sì, ma si tratta di reazione, non di provocare. E' il contrario insomma. Non di caldeggiare, di caldeggiare l'autodifesa, che allora in quegli anni là adoperavano le spranghe di ferro come fossero bruscolini.

P.M: Nei confronti dei circoli culturali?

e, quindi, è lo stesso imputato a confermare la veridicità di quanto riferito da Tramonte al Felli.

L'accusa ha voluto vedere nell'affermazione del Maggi "Brescia non deve rimanere un fatto isolato", in difetto di indicazioni negli appunti che ricollegassero prima dell'attentato il gruppo di Abano alla strage, la rivendicazione della paternità della strage di Brescia.

L'accusa, poi, sostiene che l'organizzazione non era in realtà in fieri ma esisteva già e si identificava in quella stessa menzionata nei precedenti appunti in cui si parla del gruppo di Ferrara, il che eliderebbe le obiezioni relative alla impossibilità per un gruppo che si sta costituendo di porre in essere l'attentato.

Gli elementi dai quali la pubblica accusa desume l'identità dell'organizzazione sono:

- l'appartenenza di Francesconi Sartori Arturo ad entrambi i gruppi;

- la denominazione "Ordine Nero" attribuita ad entrambi i gruppi;

- indicazione, nella riunione di Bellinzona, di "Ordine Nero" come organizzazione di ex ordinovisti, raccoltisi attorno al periodico "Anno Zero" che aveva per leaders l'On. Pino Rauti, Clemente Graziani, Elio Massagrande e

I: Nei confronti della Destra. Tant'è vero che proprio nel '74 . Tanto è vero che proprio nel '74, se ben ricordo, è stata aggredita la moglie di Rognoni e Piero Battiston a colpi di spranga di ferro sulla testa, e mi ricordo che mi ha raccontato che dicevano gli assalitori, rivolti a

Battiston: "dagli sulle gambe adesso che è per terrall, per esempio, mi ricordo che lo raccontava Piero Battiston proprio. Quindi io caldeggiavo. ..

P.M: Questo sempre perché la moglie di Rognoni faceva parte di un circolo culturale di Destra?

Il motivo dell'aggressioneèquello?

I: Chiaramente. E perché era di Destra, insomma.

P.M: Sì, sì, no, di un circolo culturale owiamente.

I: Sì, La Fenice era un circolo culturale.

P.M: Lei ha mai saputo... ? Lei sa che Rognoniè stato condannato per. .. Rognoni, Azzi, Marzorati, Demin sono stati condannati per averemesso un ordigno esplosivo su un treno?

I: Sì, l'ho letto sul giornale.

P.M: L'ha letto sul giornale? Lei ha mai avuto occasione di parlarne con Rognoni di questa cosa?Ocon Azzi?

Con Azzi credo di no, perché non credo, che poi Lei dice che non lo ha più visto, quindi...

I: Non ricordo.

P.M: Non ha avuto occasione di parlarne con Rognoni?

I: Con Rognoni può darsi di sì,ma per stigmatizzare il fatto insomma.

P.M: Perché Rognoni owiamente era contrarioa questa cosa?

I: lo ero contrario.

P.M:No, Lei ho capito, ma qui stiamo parlando di Rognoni.

I: Contrario...

P.M: Lei mi ha detto che Rognoni, La Fenice erano un circolo culturale?

I: sì. Beh, insomma...

P.M: Tra i compiti dei circoli culturali c'è anche quello di mettere le bombe sui treni?

I: Sbagli ne possono fare tutti.

Omissis

Salvatore Francia con ciò ritenendosi superate le riserve mosse da Maggi intorno ad Anno Zero.

L'argomentazione, così come esposta non tiene conto della circostanza che gli appunti di Felli non stavano descrivendo una realtà statica ma una realtà in divenire.

Se nell'agosto del 1974 si arriverà a quella definizione di Anno Zero che accomunerà, nella definizione, sia il gruppo di Padova che quello di Ferrara, salvo poi dar conto, già nell'appunto del 4.10.1974, delle precarie condizioni in cui si trovavano i gruppi estremisti di destra197, ciò non toglie che nel maggio 1974 la situazione fosse diversa. Ed era diversa perché ce lo dicono gli stessi appunti.

Ed, invero, al 20.5.1974, una settimana prima della strage, il gruppo di Padova198, anche a voler ammettere che si trattasse della stessa organizzazione (che peraltro lo stesso studente di Ferrara dice che era strutturata in gruppi di 4 o 5 persone che non si conoscevano fra loro), non era ancora attivo, lo dice sempre lo stesso studente che contatta Tramonte per invitarlo ad aderire all'organizzazione eversiva.

E, sempre per quanto ci dicono gli appunti, al 25.5.1974 il gruppo di Abano era ancora in fase di costituzione dettandosi in quella sede i criteri per individuare i futuri membri dell'organizzazione eversiva clandestina, solo in periodo dopo la strage Maggi indicherà nei due mestrini ed in Francesconi Sartori Arturo199

coloro che erano destinati, nel futuro, a porre in essere azioni eversive.

Sempre per quanto ci risulta dall'appunto, nel giugno del 1974 Maggi manifestava perplessità nei confronti di coloro che facevano riferimento ad

"Anno Zero" e meditava di inglobare nel suo gruppo, che lo si ripete era in fase di costituzione, il Melioli.

I contatti con Roma, e quindi con Rauti, erano ancora alle fasi iniziali, parlandosi in quel momento di consenso e di appoggio.

197I propositi eversivi espressi dalla destra extraparlamentare negli ultimi mesi si vanno ora

~radualmentesmorzando.

98 Se ci mettiamo nell'ottica della pubblica accusa di identità dell'organizzazione il gruppo di Padova non poteva che essere quello di Abano essendo del tutto fuor di logica che, nella stessa provincia e viste le difficoltà organizzative, si costituissero due gruppi distinti.

1995i consideri, poi, che il Francesconi è indicato solo come "probabile" membro del gruppo di Ferrara, non essendovi certezza al riguardo così come viene mplicemente ipotizzata in

"Ordine Nero" la sigla del costituito gruppo di Ferrar .

",......

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Si noti che anche tenendo conto di quanto emerge da altre fonti, non si ravvisano tra il Maggi ed il Melioli rapporti tanto stretti, al punto da concorrere a commettere una strage.

Tralasciando Digilio (che abbiamo visto non essere attendibile e che, peraltro, ha dichiarato di non aver conosciuto Melioli anche se ne aveva sentito parlare da Soffiati come uomo di Maggi) in primo luogo occorre rilevare che Battiston che era a Venezia proprio nel periodo in cui awiene la strage e frequentava l'abitazione di Maggi e del gruppo a cui faceva parte non vede Melioli2oo.

Napoli Gianluigi, soggetto che era in stretto rapporto con Melioli negli anni successivi, riferisce di confidenze apprese da Melioli, tra il 1979 e il 1982, in relazione alla strage di Brescia.

Secondo Napoli il Melioli aveva affermato che aveva agito un gruppo di Brescia vicino ad Ordine Nuovo e che Ferrari faceva parte di quel gruppo ed era stato ucciso perchè ne era l'anello debole. Aveva aggiunto che anche nella vicenda era coinvolto Cesare Ferri ed un gruppo di Milano vicino ad Ordine Nuovo. Il

Secondo Napoli il Melioli aveva affermato che aveva agito un gruppo di Brescia vicino ad Ordine Nuovo e che Ferrari faceva parte di quel gruppo ed era stato ucciso perchè ne era l'anello debole. Aveva aggiunto che anche nella vicenda era coinvolto Cesare Ferri ed un gruppo di Milano vicino ad Ordine Nuovo. Il

Nel documento 22.5.2002 affermava che a Rovigo (pagine 122-138)

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