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Capitolo 5 – Test di ripetizione di frasi a ristrutturazione

5.2.3 La posizione del clitico

Un ultimo importante obiettivo è legato ad una particolare proprietà del sistema pronominale italiano, ovvero alla possibilità di Clitic climbing (salita del clitico). Nelle frasi con un verbo finito, il pronome clitico deve essere obbligatoriamente posizionato prima del verbo (o dell’ausiliare, in caso di tempo composto). In presenza di una forma verbale perifrastica (verbo modale/fraseologico/aspettuale + infinito), il pronome clitico può invece trovarsi in diverse posizioni:

- proclitica, prima del verbo di modo finito (Lo devo chiamare domani); - enclitica, unito al verbo all’infinito (Devo chiamarlo domani).

Non vi è alcuna differenza di significato tra le due frasi, sono entrambe considerate ugualmente corrette dai parlanti.

Eventuali errori di posizionamento del pronome durante il compito di ripetizione sarebbero dunque da imputare ad un sovraccarico della Memoria di Lavoro o alla preferenza di una posizione rispetto all’altra per ragioni sintattiche, non alla scarsa naturalezza o frequenza d’uso della struttura. Il risultato di un errore di posizionamento sarebbe in ogni caso una frase grammaticale.

L’ultimo obiettivo del test è stabilire se i soggetti commettano errori di posizionamento e, in tal caso, se mostrino preferenze per la posizione proclitica o per quella enclitica.

5.3 Struttura del test

Il test è composto da 55 frasi, di cui 49 sperimentali e 6 filler. Gli item sperimentali contengono:

- pronomi clitici oggetto diretto di prima, seconda e terza persona singolare (28 frasi);

- pronomi clitici oggetto indiretto di prima, seconda e terza persona singolare (21 frasi;

- verbo modale (volere, potere, dovere) + infinito con pronome in posizione proclitica ed enclitica (14 frasi);

- verbo di moto (passare, andare, tornare, venire) + infinito con pronome in posizione proclitica ed enclitica (14 frasi);

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- verbo modale + verbo di moto infinito + infinito con pronome in posizione proclitica ed enclitica su entrambi i verbi all’infinito (21 frasi).

Ogni frase viene ripetuta due o tre volte nel corso del test, a seconda del numero di verbi contenuto (corrispondente ad altrettante posizioni possibili per il pronome clitico). Ciò che viene manipolato è solamente la posizione del pronome, mentre il resto della frase rimane invariato:

(1) Mi deve passare a prendere dopo la lezione. Deve passarmi a prendere dopo la lezione. Deve passare a prendermi dopo la lezione.

Sono stati scelti verbi a ristrutturazione che permettessero di ottenere una frase naturale nonostante lo spostamento del pronome clitico (secondo il giudizio di grammaticalità di alcuni adulti di madrelingua italiana).

Il contenuto delle frasi è tale per cui i bambini potrebbero averle sentite o usate nella vita di tutti i giorni, in modo da evitare difficoltà dovute al significato degli enunciati. Sono state escluse frasi negative, passive, subordinate e interrogative, per evitare errori dovuti a difficoltà con questo tipo di strutture sintattiche.

I filler sono frasi semplici che contengono gli stessi verbi di moto e i modali degli item sperimentali.

Le frasi del test sono state presentate secondo due ordini diversi, ordine 1 e ordine 2. Ai soggetti è stata assegnata in modo casuale una delle due liste.

Anche per il test di ripetizione è stata utilizzata la regressione logistica per misure ripetute. L’analisi statistica non ha individuato nell’ordine di presentazione degli stimoli un predittore significativo di performance (DSA: χ2(1) = .4998, p = .4798; PE: χ2(1) = .0469, p = .8286; SE: χ2(1) = .2834, p = .5945; TE: χ2(1) = .0211 p = .8845).

L’ordine di presentazione delle frasi non infuisce in modo significativo sull’accuratezza, per nessun gruppo di bambini (DSA: Wald Z = .713, p = .476; PE: Wald Z = -0.217, p = .828; SE: Wald Z = -0.541, p = .589; TE: Wald Z = .145, p = .885).

Una prima versione “pilota” del test prevedeva frasi brevi, di 10 o 11 sillabe. Somministrato ad alcuni soggetti del campione sperimentale tra i 7 e i 9 anni (S1, S2, S3, S4, S5, S6, S7, S15), si è rivelato tuttavia poco indicativo, poiché i bambini non commettevano errori di alcun tipo. Si è ritenuto dunque opportuno aumentare la lunghezza

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degli item, incrementando così la complessità del compito, per poter osservare e analizzare gli eventuali errori prodotti.

La lunghezza degli item, nella versione finale del test, è di 15 o 16 sillabe: le frasi con un numero maggiore di sillabe sono quelle in cui il pronome si trova in posizione proclitica. Per un elenco completo degli item, si rimanda all’Appendice B.

5.4 Analisi qualitativa degli errori

I bambini hanno commesso errori di vario tipo e di diversa gravità: non tutti gli errori infatti danno origine a una frase agrammaticale o priva di senso; alcuni (come lo spostamento del pronome clitico), modificano la frase target senza comprometterne la correttezza.

Anche i soggetti adulti hanno commesso alcuni errori nel test, seppure in misura minore rispetto ai bambini. Alcuni di loro hanno tuttavia commentato il test segnalando una particolare difficoltà nel ricordare la precisa collocazione del pronome clitico all’interno della frase, compito che ha richiesto molta concentrazione.

Durante la somministrazione del test ai bambini, in alcuni casi si è ritenuto

necessario ripetere lo stimolo una seconda volta. Ciò non è stato fatto al fine di permettere di correggere un piccolo errore commesso al primo tentativo, ma solo nei casi in cui il soggetto era visibilmente distratto durante l’ascolto, talvolta su richiesta del bambino stesso. Nel conteggio finale degli errori è stata valutata solo la seconda ripetizione.

È inoltre necessaria una precisazione a proposito di alcune frasi non target che sono state conteggiate come corrette. In tre casi i bambini hanno usato espressioni diverse da quelle contenute nell’input, ma perfettamente equivalenti secondo la loro grammatica, ancora immatura:

- alcuni soggetti del gruppo di prima elementare hanno sostituito la forma verbale vengo con vieno;

- il verbo prestare è stato talvolta ripetuto come imprestare, forma colloquiale e molto diffusa tra i bambini;

- è stato aggiunto un pronome clitico indiretto nella frase Voglio dirlo alla maestra dopo la lezione; il risultato è una frase con clitic doubling (Voglio dirglielo alla maestra), espressione certamente molto familiare, anche se non altrettanto corretta. Tali risposte non sono state considerate come errori, ma piuttosto come espressioni della competenza linguistica dei bambini, adeguata all’età anagrafica.

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Gli errori più frequenti coinvolgono i pronomi clitici, ma a causare difficoltà sono anche le preposizioni, alcuni elementi lessicali e la lunghezza delle frasi.

Di seguito verranno descritte tutte le tipologie di errore emerse da una prima analisi dei dati, suddivise in 5 macrocategorie: pronomi clitici, preposizioni, verbi, errori lessicali e speech errors.