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Capitolo 4 – Test di produzione elicitata di pronomi clitici

4.3 Struttura del test

Un test analogo a quello qui descritto è stato utilizzato in uno studio di Arosio e collaboratori (2014) per verificare la competenza morfosintattica di un gruppo di bambini italiani in età scolare con diagnosi di DSL. Gli stimoli del test citato presentano tuttavia alcune differenze rispetto a quello utilizzato nel presente esperimento: delle sedici domande per l’elicitazione di un pronome clitico oggetto diretto, otto contengono un verbo al presente, otto al passato prossimo; in metà di esse il soggetto è espresso, nell’altra metà nullo; non sempre vi è match di tratti di genere tra i sintagmi nominali della descrizione. I referenti sono sempre singolari, sia animati sia inanimati.

Vi sono inoltre cinque domande per l’elicitazione di pronomi riflessivi.

Il test fornito da Maria Teresa Guasti è una variante di quello utilizzato in Arosio et al. (2010; 2014). È composto da diciassette stimoli per l’elicitazione dei pronomi di terza persona singolare maschile e femminile (lo e la).

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Le frasi del test contengono la forma perifrastica stare+gerundio, sempre al tempo presente e alla terza persona singolare. Tutti i sintagmi nominali all’interno di ogni item presentano match dei tratti di genere e numero (maschile/femminile e singolare); i referenti sono sia animati (26 su 34) sia inanimati (8 su 34).

Tutte le domande rivolte ai partecipanti sono caratterizzate dal soggetto nullo.

Il primi cinque item fungono da esempio e vengono svolti insieme allo sperimentatore, servono a spiegare al partecipante il funzionamento del test e a farlo familiarizzare con il compito.

Per lo svolgimento del test viene utilizzata una presentazione PowerPoint. La presentazione contiene diverse coppie di immagini, nelle quali dei soggetti animati compiono azioni rappresentate da verbi transitivi. Una voce registrata descrive la prima vignetta e, rivolgendosi direttamente al partecipante, chiede cosa stia accadendo nella seconda scena.

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Descrizione: In questa storia c’è un signore che vuole pescare un pesce.

Domanda: Guarda, cosa sta facendo al pesce? Risposta target: Lo sta pescando.

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Per rispondere alla domanda, il soggetto dovrebbe utilizzare un clitico accusativo. La ripetizione del sintagma nominale risulterebbe ridondante e poco efficace dal punto di vista pragmatico.

Una sostanziale modifica è stata apportata alla versione originale del test: sono state aggiunte domande per l’elicitazione di pronomi clitici indiretti. Dal momento che i pronomi dativi sono presenti nel test di ripetizione, si è ritenuto opportuno testarli anche in produzione, per avere un quadro più completo della competenza dei bambini nell’uso di tali strutture.

Sul modello degli item per l’elicitazione di pronomi accusativi, sono stati costruiti 14 stimoli (2 per la familiarizzazione con il compito e 12 sperimentali).

Vengono elicitati solo i pronomi di terza persona singolare, maschili e femminili (gli e le). Le frasi presentano le medesime caratteristiche del test di Arosio et al.: sintagma verbale stare+gerundio e match dei tratti di genere e numero dei sintagmi nominali.

(2)

Descrizione: In questa storia c’è un cane che vuole portare un bastone a un bambino.

Domanda: Guarda, cosa sta facendo al bambino? Risposta target: Gli sta portando il bastone.

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Descrizione: In questa storia c’è una dottoressa che vuole dare una caramella a una bambina.

Domanda: Guarda, cosa sta facendo alla bambina? Risposta target: Le/Gli sta dando una caramella.

Anche dal punto di vista grafico, si è cercato di creare delle immagini simili a quelle dello studio sull’accusativo: in scena compaiono solo i due personaggi coinvolti nella storia, le azioni che compiono sono illustrate nel modo più semplice e chiaro possibile.

Elicitare frasi che richiedessero l’uso del pronome le è stato di fondamentale importanza per la costruzione del test di ripetizione. Alla luce dei risultati ottenuti in produzione, si è ritenuto opportuno non includere il pronome di terza persona femminile singolare nel compito di ripetizione: nessuno dei partecipanti ha mai usato tale forma. L’unico pronome clitico dativo prodotto è stato il maschile gli, anche in presenza di un antecedente femminile, come nell’esempio:

(4) Domanda: In questa storia, c’è una bambina che vuole regalare una margherita alla maestra. Guarda, cosa sta facendo alla maestra?

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La voce femminile del paradigma sta scomparendo, generalmente sostituita dal maschile gli. Questo cambiamento linguistico è in atto da diversi anni e risulta più o meno evidente a seconda del registro stilistico considerato: se infatti è ancora ritenuto non accettabile in contesti più controllati, l’uso indistinto di gli in presenza di antecedenti sia maschili sia femminili è sempre più diffuso nel parlato quotidiano e informale. La forma gli per il femminile è di livello più basso dal punto di vista sociolinguistico (Serianni 2006).

Come evidenziato da Cardinaletti (2004), si tratta di un cambiamento di tipo lessicale. Dal punto di vista sintattico, l’uso del pronome resta invariato, mentre si osserva una perdita di specificazione di genere sulla forma gli. La causa potrebbe essere un’estensione della neutralizzazione che, per analogia, renderebbe il pronome dativo di terza persona più simile alle altre forme della classe a cui appartiene (mi, ti, si, ci, vi), prive della specificazione di genere e contraddistinte dalla possibilità di formare un gruppo clitico con ne o con un pronome accusativo (caratteristiche che la forma le non condivide):

(5) glielo / *le lo gliene / *le ne

Per quanto riguarda il presente studio, il pronome le non è stato prodotto da nessuno dei partecipanti, nonostante durante la fase di familiarizzazione con il test venissero presentate delle risposte d’esempio contenenti il pronome target. Non sono state dunque incluse nel test di ripetizione frasi contenenti il pronome le, per evitare sostituzioni ed errori dovuti non a difficoltà di tipo sintattico con gli oggetti indiretti, ma alla scarsa conoscenza di quella particolare forma del paradigma pronominale da parte dei bambini, non abituati ad usarla.