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La posizione della Spagna in materia di innovazione, ricerca e sviluppo

Capitolo II POLITICHE DELL’INNOVAZIONE NEL CONTESTO

2.3 La posizione della Spagna in materia di innovazione, ricerca e sviluppo

Nel precedente paragrafo abbiamo descritto l’impegno della Svezia verso la realizzazione di una politica di sviluppo tecnologico e innovativo, fornendo l’esempio di due realtà, Malmö e Stoccolma, particolarmente significative sotto questo punto di vista.

Come la Svezia, anche la Spagna cominciò a percepire, nel corso degli anni, la necessità di sviluppare una strategia pluriennale volta allo sviluppo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione. Il Piano nazionale spagnolo definisce infatti le iniziative e gli strumenti di finanziamento delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica relativi al periodo 2013-2016 e si presenta come un documento redatto con l’obiettivo di sviluppare e finanziare le azioni del governo centrale nell’ambito delle RDI (attività di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica) per far sì che vengano raggiunti le finalità previste dalla strategia spagnola di innovazione, il cui fine ultimo è quello di promuovere la leadership internazionale del sistema spagnolo di scienza, tecnologia e innnovazione. Si prefigge inoltre di garantire la sostenibilità nella produzione della conoscenza ed aumentare la competitività delle industrie spagnole, che dovranno essere sostenute tramite importanti finanziamenti nella scienza, nella tecnologia e nell’innovazione, in tutte le loro dimensioni.

Per quanto riguarda gli obiettivi specifici previsti dal Piano nazionale troviamo:

 Rafforzare la formazione e l’impiego delle risorse umane nelle attività di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica sia nel settore pubblico che in quello privato. Le risorse umane costituiscono le basi del progresso e del benessere di una nazione e sono aspetti critici per quanto riguarda le capacità scientifiche, tecnologiche e innovative di una società. Negli ultimi dieci anni in Spagna si è assistito ad un aumento del numero delle risorse umane formate nelle attività di RDI, sebbene esista ancora un certo squilibrio causato in particolare dalla poca capacità da parte del sistema spagnolo di incorporare le risorse umane, dalla distribuzione diseguale delle persone coinvolte in questo genere di attività tra il settore pubblico e quello privato, dal numero insufficiente di tecnici e manager della ricerca incorporati nel sistema e infine a causa della mancanza di mobilità internazionale e della ridotta capacità di attrarre, nelle università e nei centri di ricerca, risorse umane provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo, in questo senso, è promuovere e rafforzare la ricerca tecnica e l’innovazione, le attività di ricerca e sviluppo, in entrambi i settori, pubblico e privato, rafforzare la mobilità internazionale e intersettoriale.

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 Migliorare la qualità della ricerca tecnica e scientifica per raggiungere il più alto livello di impatto ed eccellenza, contribuendo alla leadership internazionale, scientifica e tecnologica di tutti gli stakeholders appartenenti al sistema spagnolo della scienza, tecnologia e innovazione. L’obiettivo del Piano è incoraggiare la ricerca scientifica, in particolare tramite iniziative e azioni in linea con le politiche europee.

 Facilitare l’accesso alle infrastrutture scientifiche e tecnologiche e migliorare l’attrezzatura scientifica, con particolare riferimento ai mezzi nazionali e internazionali scientifici e tecnici. Le infrastrutture costituiscono uno dei più importanti elementi per mantenere la leadership dei gruppi di ricerca, delle capacità di formazione e dell’attrazione dei migliori talenti nelle università e nei centri di ricerca del paese.

 Incoraggiare la creazione e la crescita delle compagnie basate sulla tecnologia e la promozione di network efficienti di investitori che possano dare accesso a nuovi metodi di finanziamento per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione.

 Accrescere la collaborazione tra il settore pubblico e privato nelle attività di RDI. Questo, come abbiamo visto anche trattando il contesto svedese, è un aspetto di primaria importanza e il governo spagnolo ha intrapreso alcune azioni volte a presentare progetti di collaborazione tra stakeholder nei settori pubblici e privati con lo scopo di aumentare il legame tra le attività di RDI, in modo da fornire prodotti, servizi e tecnologie migliori e di maggiore qualità. Ha previsto inoltre la realizzazione di strutture in cui comunicare e condividere il proprio sapere per facilitare il rapporto tra le parti e accrescere la competitività.

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2.3.1 Barcellona e Catalogna. Uno sviluppo dinamico

All’interno del contesto spagnolo sopra descritto, è emersa, tra le altre, una realtà che si è distinta per l’alto grado di innovazione e sviluppo, per la capacità di gestire i momenti di crisi e mantenere una posizione competitiva in Europa. Si tratta della Catalogna e, più in particolare, di Barcellona.

La regione spagnola, una delle più dinamiche in Europa, ancor di più se si prende a riferimento il bacino del Mediterraneo, ha saputo mantenere un tasso di crescita positiva anche di fronte a periodi non così favorevoli per l’economia europea15.

La Catalogna e Barcellona possono essere prese a modello per quanto riguarda la gestione amministrativa e la costruzione di politiche, questo grazie soprattutto ad una evidente accelerazione dell’economia spagnola e in particolare del contesto catalano, dovuto alla partecipazione della città ad eventi di pregio nell’ultimo decennio, che hanno portato ad un notevole rafforzamento non solo dell’economia locale ma anche della capacità di gestire grandi eventi, già notevolmente elevata; aspetto che ha comportato degli inevitabili vantaggi positivi nel lungo periodo. La regione è favorita anche da una particolare organizzazione territoriale, in cui, l’area metropolitana da un lato e le reti materiali e immateriali dall’altro, convivono in maniera integrata permettendo il collegamento tra la regione e il sistema spagnolo ed europeo: Barcellona si distingue infatti per l’eccellente aspetto culturale e le reti di trasporto pubblico e delle merci all’avanguardia. È per questo motivo che la città rappresenta il vero e proprio motore economico della Catalogna grazie al notevole processo di ammodernamento e sviluppo conosciuto a partire dagli anni Novanta. Gran parte degli investimenti del governo spagnolo si concentrarono nell’area metropolitana di Barcellona e cercarono di migliorare l’efficienza delle reti di trasporto navale, ferroviario, aereo, automobilistico, facendo della città un centro facilmente raggiungibile da visitatori, imprenditori, ricercatori da ogni parte del mondo. A questo proposito, uno dei piani attuati dal governo spagnolo per gli anni 1993-2007, è il Pla Delta che è nato come risultato della collaborazione tra diversi soggetti e aveva come obiettivo principale l’ampliamento del porto di Barcellona e delle circostanti aree di logistica e stoccaggio merci, nonchè lo sviluppo dell’aeroporto El Prat.

In aggiunta a queste migliorie dal punto di vista dei trasporti, dell’accessibilità e dell’attrattività della regione e della città, la Catalogna si è mossa attivamente sul campo europeo dove, dal

15 Negli ultimi tre mesi del 2007 ad esempio, mentre l’economia europea si trovava in una sistuazione di recesso,

la Catalogna ha mantenuto una crescita costante, attestando un valore del PIL in rialzo del 3,8% (Fonte: Ajuntament de “Barcelona, Barcelona Economia. Indicadors econòmics de Barcelona i de la regió metropolitana”, n. 66, Març 2008).

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gennaio 2015, detiene la presidenza dei Quattro Motori per l’Europa16, impegnandosi a

proseguire il percorso evolutivo di un nuovo modello economico, basato su innovazione, intelligenza e su processi di produzione più sostenibili. La base di partenza sono le Information Communication Technology (ICT) che, insieme all’innovazione industriale manifatturiera, costituiscono il filo conduttore della presidenza catalana. Tra i maggiori progetti e attività sviluppate dall’organizzazione, a cui fa capo la Catalogna, vi sono i temi legati all’economia e occupazione: vi è una forte volontà di creare gruppi di lavoro sui distretti, con lo scopo di condividere le esperienze a favore di uno sviluppo innovativo all’interno dei cluster europei. L’attenzione si sposta poi sull’ambiente, per il quale l’organizzazione ha la volontà di promuovere l’eco-innovazione a livello europeo, tramite lo scambio di competenze tecniche, risorse finanziarie a sostegno delle piccole e medie imprese e per i distretti impegnati nell’economia dell’innovazione. Altri aspetti da incentivare sono la formazione, dedicata per lo più allo scambio di esperienze e alla realizzazione di progetti; si vogliono incentivare i giovani ed aumentare la loro mobilità attraverso borse e corsi di studio; la cultura e lo sport.

Come detto, Barcellona, inserita (come Stoccolma) fra le dieci città europee più innovative, è un chiaro esempio di città intelligente e innovativa, ed è la quarta città europea per localizzazione del business. La sua ampia base industriale e la struttura imprenditoriale hanno contribuito a farla diventare una città con una ”economia basata sulla conoscenza”. La conoscenza è il motore per la crescita economica, per il sostegno della produzione e per la generazione di talenti attraverso più di 400 centri di ricerca. Per questo motivo, la città catalana può essere considerata come pioniere nel promuovere il concetto di smart city innovativa, grazie anche ad una serie di iniziative che sono state progettate e successivamente messe in atto. Innanzitutto l’inizativa smart district 22@Barcelona ha lo scopo di sostenere la ricerca urbana e di facilitare un nuovo spazio di lavoro che coinvolga la municipalità, le aziende e le industrie. Questo spazio ha l’obiettivo di promuovere delle attività di ricerca sulla gestione intelligente di servizi che si basano su piattaforme ICT. Il fine principale è quello di promuovere un’area nella quale si possano sviluppare nuovi prodotti e strumenti per la gestione urbana, attraverso la collaborazione di aziende ed enti di ricerca; uno spazio che generi ricadute positive sulle relazioni personali tra i soggetti coinvolti che a loro volta rispecchiano un senso di appartenenza positivo alla comunità nella quale vivono e lavorano.

16 I Quattro Motori per l’Europa è un’organizzazione nata nel 1988 (con la firma a Stoccarda di un accordo di

cooperazione) che racchiude quattro grandi nazioni, considerate economicamente trainanti per l’intera Unione Europea e sono: Baden-Wüttemberg (Germania), la Catalogna (Spagna), la Lombardia (Italia) e il Rodano-Alpi (Francia). Gli obiettivi principali dell’organizzazione sono: contribuire all’internazionalizzazione delle regioni e dei cittadini e la promozione del ruolo delle regioni nel percorso di costruzione europea.

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Un’altra iniziativa interessante è la 22@Urban Lab che coinvolge l’intera parte della città che è stata oggetto di un importante intervento di riqualificazione. Qui si applicano, in un contesto urbano reale, nuove tecnologie, che vengono poi testate e monitorate: prodotti e servizi in qualsiasi campo, dalla sensorizzazione alla pianificazione urbana, dalla mobilità all’istruzione. Ci sono poi degli spazi, chiamati Living Labs, utilizzati come strumenti e processi per creare innovazione ma soprattutto per applicarla verificandone gli effetti. Il fatto che questi nuovi modelli vengano utilizzati in un contesto reale, con il coinvolgimento della popolazione, è un punto fondamentale per giungere a una successiva implementazione su larga scala. Barcellona, nelle sue scelte strategiche assolutamente innovative, sperimenta e promuove un vero e proprio modello di città intelligente, dotata di ogni infrastruttura tecnologica, come l’integrazione delle tecnologie ICT a tutti i livelli, la diffusione della rete Wi-Fi o di sistemi integrati di gestione dell’energia attraverso reti di teleriscaldamento o teleraffrescamento. Le nuove infrastrutture urbane, invece, interessano residenze, uffici, università e centri di ricerca, imprese. Ed è proprio attraverso le ICT che la pubblica amministrazione offre servizi ai cittadini, garantendo trasparenza e mettendo a disposizione dati e informazioni che possono essere utlizzati per creare nuove opportunità e altre innovazioni. Tutte queste trasformazioni hanno fatto sì che Barcellona diventasse una metropoli intelligente e innovativa, migliorando la qualità di vita dei suoi cittadini, e rendendo la Catalogna una regione di spicco all’interno del panorama nazionale e internazionale.

Come abbiamo visto in questo secondo capitolo, l’Europa risponde in modo proattivo alle tematiche riguardanti l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo, per motivazioni legate alla competizione con i colossi mondiali; alla necessità di garantire un ambiente, un’economia e uno stile di vita sani e sostenibili; alla garanzia di nuovi posti di lavoro grazie alla realizzazione di importanti infrastrutture di ultima generazione. Il fallimento del mercato è un’altra motivazione per cui l’Europa è spinta a innovarsi e rinnovarsi, proponendo progetti e iniziative che necessitano della collaborazione di settore pubblico e privato, centri di ricerca, università e la cooperazione degli stati europei stessi.

La Spagna e la Svezia costituiscono due importanti esempi sotto questo punto di vista. Dovessimo ragionare come William Arthur, intenderemmo queste aree come delle vere e proprie “nicchie di opportunità”, dove il mestiere, unito alle nuove tecnologie all’avanguardia, ancora oggi in corso di sviluppo, ha creato (unitamente a forme di collaborazione e ai finanziamenti necessari) dei territori caratterizzati da strutture sostenibili e innovative, realizzate a partire da tecnologie preesistenti e successivamente modificate. Solo dopo un

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processo di sviluppo lungo e complesso, infatti, la tecnologia e l’economia del territorio che l’ha “incontrata”, arriveranno al risultato finale, che sono le città intelligenti, innovative e sostenibili, di cui il contesto spagnolo e svedese rappresentano un esempio significativo.