6. Pavese in russo
6.1 Prekrasnoe leto
La bella estate racconta le vicende di Ginia, una ragazza operaia proveniente dalla
campagna che entra in contatto con l'ambiente artistico torinese per mezzo di Amelia, un'amica lesbica che lavora come modella per alcuni pittori ed è attratta da Ginia. In questo nuovo ambiente bohémien urbano Ginia conosce l'artista Guido, di cui si innamora, e al contempo riceve le attenzioni di Amelia, la quale le confessa però di aver contratto la sifilide da un'altra donna, e non - come pareva in un primo momento - da Rodrigez, ragazzo che frequenta il circolo. Il percorso di disillusione vissuto da Ginia durante quell'estate la porterà a perdere presto fiducia nell'amore dell'infedele Guido, e ad accettare l'affetto di Amelia.
Uscita originariamente nel 1949 in una raccolta di tre romanzi che porta il medesimo titolo, l'opera fornisce una rappresentazione “libera, leggera, avventurosa”10, nella quale Pavese abbozza in maniera piuttosto semplice la ricorrenti tematiche dell'amore vano e delle speranze disattese, che troveremo più compiutamente sviluppate in altre storie, nelle quali il sentimento amoroso è complicato, spesso non corrisposto. Ora, per capire come è stata riportata quest'opera al lettore sovietico torniamo all'introduzione di Brejtburd, che tace sulla complessità degli intrecci amorosi tra i personaggi, e nulla dice sull'infatuazione di Amelia nei confronti di Ginia:
"Prekrasnoe leto" - istorija ljubvi, pervoj ljubvi sovsem ešče junoj devuški Džinii k chudožniku Gvido. Istorija žestokoj i neudavšejsja ljubvi, kotoraja prodlilas' vsego neskol'ko mesjacev. Ljubov' stanovitsja dlja Džinii vychodom iz zamknutogo kruga odinočestva i beznadežnosti.11
L'ambiente sociale torinese che fa da sfondo alle vicende di tutte e tre le opere viene interpretato dall'italianista sovietico come crogiolo di parassiti, e non tanto come
10 Barberi Pasquotti 1996: 1272.
11 ["La bella estate” è una storia d'amore, il primo amore dell'ancora molto giovane Ginia per l'artista Guido. É la storia di un amore crudele e sfortunato che durò in tutto alcuni mesi. Questo amore diventa per Ginia una via d'uscita dal circolo chiuso della solitudine e della disperazione], Brejtburd 1974: 11.
parte integrante di mondo urbano occidentale “difficilmente soffribile”12:
V etom sbornike uže namečen, pust' liš' punktirom, odin iz veduščich v dal'nejšem motivov tvorčestva pisatelja - kontrast meždu truženikami i temi, kto parazitiruet na čužom trude, kontrast social'nyj, neprimirimyj po svoej prirode, kak zdorov'e i bolezn', tvorčestvo i tunejadstvo. "Ljudi bez dela", a značit, i bez kornej v žizni nravstvenno obrečeny.13
Così come avvenuto per l'intera opera pavesiana e per l'immagine dell'autore stesso, l'introduzione fuorviante di Brejtburd consente di fatto la pubblicazione pressoché integrale della traduzione di un'opera dalle tematiche non propriamente consuete per il pubblico di lettori russi dell'epoca, come l'amore dissoluto, compreso quello omosessuale, o la leggerezza di costumi nei circoli artistici. Riportiamo di seguito alcuni passaggi del testo di Pavese e la traduzione di Naumov, Prekrasnoe leto. Successivamente ad ogni citazione faremo delle ipotesi riguardo le scelte traduttive, i tagli, le sfumature lessicali. Come vedremo, assai poco probabile sarebbe stata la pubblicazione di simili righe qualora fossero state scritte da un autore russo.
Voialtre non fate che corrervi dietro, - disse Rodrigues guardandola. - Perché, se siete donne tutte e due?
- Perché? - disse Ginia.
Rodrigues ghignava. - Perché? Ma tocca a voialtre saperlo. Per intuizione. Non si fa così tra donne?
Allora Ginia si dibatté un momento, e disse: - Amelia mi ha cercata? C’è di meglio, - disse Rodrigues. - Ti vuole.
Vy tol'ko i delaete, čto begaete drug za drugom,– skazal Rodriges, gljadja na nee.– Počemu by eto? Ved' vy obe ženščiny.
–Počemu?– peresprosila Džinija.
–Da, počemu?– uchmyljajas', skazal Rodriges – Už vy-to dolžny eto znat'. Intuitivno čuvstvovat'. Ved' ženščinam svojstvenna intuicija, pravda?
Džinija s minutu pomeškala i sprosila: - Amelija iskala menja? - Čto tam iskala,– skazal Rodriges. – Ona sochnet po tebe.
12 Barberi Pasquotti 1996: 1268.
13 [In questa raccolta è già indicato, seppure in maniera discontinua, uno dei motivi principali della futura produzione dello scrittore: il contrasto tra i lavoratori e coloro che vivono da parassiti sul lavoro altrui, un contrasto sociale, inconciliabile per sua natura, come la salute e la malattia, l'attività creativa e il parassitismo. “Persone senza occupazione” e dunque senza radici, sono moralmente condannati nella vita], Brejtburd 1974: 12.
Si aperse la tenda là in fondo e uscì Amelia. Venne avanti impetuosa e Rodrigues, strappando un boccone, girò intorno alla tavola come giocassero a prendersi.
(Pavese 1977: 46)
Port'era v glubine komnaty razdvinulas', i iz-za nee vyšla Amelija. Ona brosilas' na Rodrigesa, a tot, otorvav zubami kusok bulki, obežal vokrug stola, kak budto oni igrali v dogonjalki.
(Paveze 1974: 58-59).
- Vuoi bene a Rodrigues? - chiese Ginia. Amelia tirò un sospiro e poi disse: - Non avere paura. Non mi piacciono i biondi. Se mai, preferisco le bionde.
(Pavese 1977: 51)
- Ty ljubiš' Rodrigesa? – sprosila Džinija. Amelija vzdochnula, potom skazala: – Ne bojsja. Mne ne nravjatsja blondiny. Esli už na to pošlo, ja predpočitaju blondinok.
(Paveze 1974: 64)
In questi due passaggi il desiderio di Amelia per Ginia viene espresso apertamente, anche nella versione russa. Si tratta di un fatto piuttosto sorprendente se si pensa che nell'Urss l'omosessualità era un reato perseguibile, nonché un pretesto comunemente adoperato per inguaiare personaggi politicamente scomodi, e un fenomeno sociale che otteneva assai poco spazio in letteratura.
Restarono un pezzo senza parlare, e poi Amelia bisbigliò con la sua voce rauca: - Spiritosa la piccina -. Ginia scosse la testa, guardando dall’altra parte. Amelia allungò il braccio e le toccò i capelli.
- Lasciami stare, - disse Ginia. Con un grosso sospiro Amelia si rialzò sul gomito.
- Sono innamorata di te, - disse rauca -. Allora Ginia la guardò di scatto. - Ma non ti posso dare un bacio. Ho la sifilide.
(Pavese 1977: 62)
Oni dolgo molčali, a potom Amelija proročila svoim chriplym golosom: – Ostroumnaja maljutka. Džinija, ne oboračivajas', požala plečami, Amelija protjanula ruku i tronula ee volosy.
– Ostav' menja, – skazala Džinija. Amelija, tjaželo vzdochnuv, pripodnjalas' na lokte. – Ja vljublena v tebja, – skazala ona chriplo. Džinija, vzdrognuv, posmotrela na nee. – No ja ne mogu pocelovat' tebja. U menja sifilis. (Paveze 1974: 76)
In questo paragrafo Amelia si dichiara apertamente a Ginia, ma le dice anche di avere la sifilide. È ipotizzabile che il connubio tra l'amore omosessuale e la malattia abbiano contribuito a far sì che i redattori non censurassero il passaggio, proprio perché questo desiderio sembra avere una natura malsana.
Tu non sai che cos’è la sifilide. Ma dove l’hai presa?
Amelia la guardò per storto. - Si prende facendo l’amore. Bisogna che uno dei due ce l’abbia.
- E già, - disse Amelia.
Allora Ginia si ricordò di Guido e divenne così pallida che non disse più niente.
Amelia si era seduta e si teneva la mammella sotto la camicetta con la mano. Guardava fisso, in nessun posto; e così senza veletta e disperata si capiva bene che non era più lei. Di tanto in tanto stringeva i denti, mostrando le gengive Neanche il profumo che aveva addosso bastava a calmarla.
- Dovevi vedere Rodrigues, - disse a un tratto con quella voce. - Proprio lui che diceva che si diventa cieche e si muore di croste. È venuto bianco fin sul collo -. Amelia fece una smorfia come se sputasse. - Sempre così succede. Lui non ha niente.
Ginia le chiese tanto in fretta se era proprio sicura, che Amelia si fermò. - No, sta’ tranquilla, gli hanno preso il sangue. I lavativi hanno la pelle dura. Hai paura per Guido?
Ty ne znaeš', čto takoe sifilis. – No gde že ty im zarazilis'?
Amelija iskosa posmotrela na nee. – Sifilisom zaražajutsja v posteli. – Dlja etogo nužno, čtoby odin iz dvoich byl uže bolen.
– Nu da, – skazala Amelija.
Tut Džinija vspomnila pro Gvido i vsja pobelela, ne v silach vymolvit' ni slova.
Amelija sidela na tachte, derža rukoj grud' pod bluzkoj, i smotrela v odnu točku; bez vuali, s vyraženiem otčajanija na lice, ona byla nepochoža na sebja. Vremja ot vremeni ona stiskivala zuby, obnažaja desny.
– Posmotrela by ty na Rodrigesa, – skazala ona vdrug vse tem že sdavlennym golosom. – Ved' on sam govoril, čto ot sifilisa slepnut i s nog do golovy pokryvajutsja strup'jami. Kogda ja skazala emu, čto bol'na, on poblednel kak polotno. – Amelija skrivila guby, kak budto chotela pljunut'. – Vsegda tak byvaet. U nego ničego net.
Džinija tak toroplivo sprosila, uverena li ona v etom, čto Amelija opešila. – Da, bud' spokojna, u nego brali krov'. Takie zanudy – tolstokožie. Ty boiš'sja za Gvido?
Ginia cercò di sorridere e sbatté gli occhi. Amelia stette zitta, zitta, un’eternità, poi disse brusca: - Guido non mi ha mai toccata, sta’ tranquilla.
Allora Ginia fu felice. Fu tanto felice che posò sulla spalla di Amelia una mano. Amelia fece una smorfia. - Non hai paura di toccarmi? - disse. - Ma noi non facciamo l’amore, - balbettò Ginia.
(Pavese 1977: 64)
Džinija popytalas' ulybnut'sja i zamorgala glazami. Amelija pomolčala – kazalos', ee molčanie tjanulos' celuju večnost', – potom brosila: – Gvido ko mne nikogda ne prikasalsja, bud' spokojna.
Džinija byla sčastliva. Ona byla tak sčastliva, čto položila ruku na plečo Amelii. Amelija pokrivilas'. –Ty ne boiš'sja prikasat'sja ko mne?– skazala ona. –Ja že ne splju s toboj,– prolepetala Džinija.
(Pavese 1974: 78)
In queste righe è ripreso il riferimento alla sifilide. Nella versione russa abbiamo riscontrato una frase non tradotta, segnalata in grassetto: “Neanche il profumo che aveva addosso bastava a calmarla” (Pavese 1977: 64). Oltre a questo dei famigerati tagli castranti noti in epoca sovietica ne abbiamo trovato soltanto un altro: “«O forse sì?» «Ma perché siamo nude?» pensò disperata” (Pavese 1977: 27). Si tratta di un passo inserito nel capitolo quarto, che racconta di quando Amelia e Ginia hanno fatto da modelle a un pittore. I due casi di escissione risultano difficili da spiegare, dacché queste frasi costituiscono il completamento di interi paragrafi dalle tematiche e dal linguaggio piuttosto scabrosi per la morale sovietica. È ipotizzabile che i passaggi tagliati per mezzo della traduzione siano stati considerati superflui, più che scomodi.