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3. ESPERIENZE E ANALIS

3.3. FORMAZIONE INIZIALE: PAS E TFA

3.3.3. Presentazione dei dat

Il questionario compilato in entrata ha ottenuto 26 risposte, di cui 21 PAS e 5 TFA. Le risposte sono caratterizzate da un’età dei partecipanti così distribuita: ugualmente rappresentata la fascia 30-39 e 50-59 (23,1%), a seguire la fascia 40- 49 (42,3%), infine la fascia 20-29 anni (11,5%). L’anzianità media di servizio è pari a 8,11 anni, quindi modesta se comparata con i dati relativi alla popolazione complessiva, sia di questo studio, sia dello studio OCSE TALIS 2013, come prevedibile per ovvie ragioni già menzionate in 3.3. (tabella 10).

Fascia d’età maggiormente rappresentata Anzianità professionale: Mae DS corretta

AA 40-49 AA=8,1;SX=4,5

Tabella 10. Anagrafica partecipanti PAS/TFA

Le evidenze quantitative raccolte rappresentano le opinioni dei rispondenti prima degli interventi di formazione. Per quanto riguarda la sezione sulle opinioni degli insegnanti riguardo al profilo professionale del docente, i quesiti proposti ricalcano parzialmente i temi indagati dallo studio OCSE TALIS 2013, a seguito del quale emerge una vasta raffigurazione del profilo degli insegnanti di scuola secondaria, delle loro condizioni di lavoro e di come essi percepiscono sé stessi e il proprio ruolo. Il campione risponde sulla base di una scala di valori che va da PER NIENTE D’ACCORDO a DEL TUTTO D’ACCORDO. I valori che ricadono nel range PER NIENTE o POCO vengono interpretati come in disaccordo con lo statement di partenza. I valori che ricadono nel range ABBASTANZA, MOLTO, DEL TUTTO vengono considerati in accordo con lo statement di partenza.

I dati ottenuti indicano una convergenza di opinioni sui seguenti punti: la formazione fruita ad inizio carriera non è esaustiva (33,3%) o è poco esaustiva (33,3%), sia in ambito disciplinare sia in ambito pedagogico (totale 66,6%); l'offerta di formazione proposta dalle istituzioni scolastiche non è sempre soddisfacente dal punto di vista delle tematiche proposte (81%) e la partecipazione ad iniziative di formazione proposte dalle istituzioni scolastiche dovrebbe offrire forme di agevolazione (non economica) destinate ai docenti partecipanti (67%). La maggioranza dei rispondenti ritiene infine che la resistenza nei confronti dei percorsi formativi sia legata principalmente a difficoltà oggettive (mancanza di tempo, strumenti, mezzi) (54%) (figura 10).

Rispetto all’adozione delle tecnologie digitali in ambito educativo, i docenti ritengono che sia necessario sviluppare ambienti di apprendimento adatti per produrre contenuti digitali (81%), che l'utilizzo di risorse Web-based possa facilitare l'apprendimento degli alunni (81%) e che la confidenza con le risorse Web-based possa ottimizzare il lavoro del docente (81%). Tuttavia il 52,4% dei rispondenti avverte che la confidenza con la rete e con i dispositivi mobili da parte del docente è insufficiente per lavorare in maniera autonoma ed efficace con tali risorse e la stessa percentuale avverte che l’utilizzo dei dispositivi digitali mobili non è efficace per l’apprendimento perché gli alunni fanno un uso poco responsabile degli stessi. Rispetto all’utilizzo delle tecnologie infine, anche in confronto a quanto emerso in altri Paesi europei, la maggioranza dei docenti (42,3%) pensa che l’atteggiamento di resistenza rilevato nella scuola italiana sia dovuto in parte alla paura del nuovo e alla mancanza di una preparazione specifica del personale educativo, in parte alle difficoltà oggettive legate all’uso (costi, complessità degli strumenti, limiti del docente) (38,5%), in parte a questioni di principio (7,7%), quindi alle nuove tecnologie stesse e agli ambienti Cloud-based (7,7%), infine alla paura di mettersi in gioco (3,8%), (figura 11). Al momento della raccolta dei dati, l’81% dei partecipanti alla sperimentazione si sentiva favorevole ad innovare la propria didattica integrandola con nuove strategie, strumenti e tecnologie.

Rispetto al tema dell’autoefficacia, il 47% dei rispondenti ritiene che la partecipazione a pratiche collaborative tra docenti favorisca livelli più elevati di auto-efficacia e di soddisfazione professionale. In una scala Likert con valori compresi tra 1 e 5, la maggioranza dei rispondenti (38,5) esprime un grado di accordo moderato (pari a 2) con l’idea che l’anzianità professionale sia associata a livelli più elevati di autoefficacia, ma a una diminuzione della soddisfazione sul lavoro. Tuttavia, raggruppando i valori positivi (≥ 3), il 53,8% dei rispondenti è d’accordo con l’affermazione proposta.

Per quanto riguarda l’affermazione che la formazione avanzata e continua possa migliorare la percezione dei docenti rispetto alla propria efficacia didattica (figura 12), la maggioranza delle risposte (38,5) si distribuiscono sul grado di accordo più elevato (5), a scendere (4) con 26,9%, il 3 con 19,2%. Raggruppando i valori positivi (≥ 3) l’84,6% dei rispondenti esprime accordo con l’affermazione proposta.

Figura 12. Influenza della formazione avanzata e continua sulla percezione di autoefficacia

Dal punto di vista qualitativo, le opinioni raccolte all’interno del gruppo di docenti TFA – nonostante il numero ridotto dei rispondenti – hanno fornito interessanti spunti di riflessione. Da segnalare che tra i docenti PAS nessuno dei rispondenti ha utilizzato i campi di testo libero al fine di esprimere il proprio parere rispetto all’esperienza che veniva loro proposta. Si può immaginare che il carattere di obbligatorietà rivestito dal laboratorio e dalle attività ad esso correlate, inserite all’interno di un calendario molto denso di impegni, possa aver avuto un peso nel determinare l’assenza di disponibilità dei docenti a dedicare ulteriore tempo per esprimersi in forma scritta rispetto al percorso sperimentale intrapreso.

Tornando alle informazioni raccolte all’interno del gruppo TFA, emerge una spiccata familiarità dei rispondenti con le tecnologie digitali e le risorse Web- based. Rispetto all’argomento formazione professionale emerge invece quanto segue: la formazione del docente dovrebbe comprendere una componente psicologica umana spesso trascurata. I docenti riconoscono di avere a che fare ogni giorno con persone appartenenti a una fascia di età spesso delicata, che manifesta aspetti critici legati al carattere e alle personalità in evoluzione degli apprendenti, ad esigenze, ansie, dubbi e sogni tipici dell’adolescenza. L’attenzione agli aspetti psicosociali mancherebbe sia nella formazione in ingresso, sia in itinere, quando gli stessi docenti vengono assorbiti da innumerevoli impegni (routine, scadenze) e rischiano di finire con l’osservare i propri alunni esclusivamente per gli aspetti legati alla valutazione degli apprendimenti.

Le perplessità segnalate in entrata dai rispondenti in merito all’adozione dell’innovazione riguardano soprattutto il tempo a disposizione per preparare le lezioni con supporti tecnologici (presentazioni multimediali, risorse digitali). In particolare, i docenti di lingua francese nella scuola secondaria di primo grado segnalano di avere al massimo due ore per classe, spesso con problemi di disciplina e coesistenza armonica in classe, con poco tempo per preparare ogni volta lezioni, link educativi (o webquest), per mettere materiale sulla piattaforma, ecc. Una docente sottolinea che “tra l'ideale ed il reale c'è ancora troppo divario” (cit.).