CAPITOLO 2. L’INVENZIONE DELLA MUZICĂ POPULARĂ: IL CASO DI MARIA LĂTĂREȚU
2.3. La vicenda biografica e musicale di Maria Lătărețu
2.3.4. Prima solista nell’orchestra Barbu Lăutaru Le registrazioni e le tournèe
Il 1949 è un anno cruciale nella carriera di Maria Lătărețu non soltanto perchè riprendono le registrazioni discografiche, ma soprattutto perchè all’interno della neonata orchestra dell’Istituto di folclore le viene assegnato il ruolo di prima solista. Si tratta naturalmente di un riconoscimento di grande prestigio. L’orchestra dell’Istituto di folclore è
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Per la precisione il primo gruppo di registrazioni del 1949 risultano essere ancora accompagnate dal taraf Tică Lătărețu. L’ascolto però chiarisce immediatamente che si tratta di una formazione non paragonabile a quelle registrate fino a sei anni prima. Non solo l’organico è diverso, ma anche il modo di suonare insieme è improntato allo stile delle formazioni di muzică lăutărească urbana già in voga nel decennio precedente (v. parr. 4.1 e 3.4.1).
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La denominazione completa è in realtà Orchestra experimentală a Institutului de folclor (Orchestra sperimentale dell’Istituto di folclore).
la più importante delle orchestre di stato, ha rilevanza nazionale (le altre nascono invece su base locale), si pone subito come il modello di riferimento per tutti gli altri ensemble di stato creati a partire da questi anni. L’idea di un folclore nazionale onnicomprensivo è perfettamente incarnato da questa formazione, nelle cui fila hanno militato solisti, direttori e semplici musicisti provenienti da ogni parte della Romania. Le melodie arrangiate per quest’orchestra volevano essere rappresentative dell’intero folclore rumeno. Per questa ragione, alla più nota delle sue soliste vocali, toccò anche eseguire brani non originari del Gorj. L’opera di fondazione di un’idea di folclore musicale nazionale non veniva perseguita soltanto attraverso la costituzione di un repertorio quanto più possibile rappresentativo delle varietà regionali. Forse inconsapevolmente, essa veniva portata a fondo attraverso il livellamento stilistico cui questo repertorio veniva sottoposto (v. par 1.4). Le melodie adottate venivano arrangiate in un modo che in quegli anni diventerà “standard” e che aveva a riferimento la muzică
lăutărească urbana del decennio precendente. Gli elementi regionali
incorporati aggiungevano al massimo un tocco di couleur locale, senza arrivare a intaccare significativamente l’aspetto stilistico e ancor meno il linguaggio. Vi era, da parte degli uomini di cultura del partito, una strategia precisa e apertamente dichiarata che prevedeva la costruzione di un foclore transregionale (oltre che multi-regionale), come apprendiamo dalla stampa di regime dell’epoca:
“bine s-a procedat că nu au fost imprimate numai cîntece oltenesti, fiindcă Maria Lătărețu a dovedit aplicație și pentru cele din alte regiuni. Întîlnim și cîntece moldovenești, de pildă, redate cu aceeași măiestrie” “È stato un bene che non siano stati registrati solo canti olteni, dal momento che Maria Lătărețu si è misurata anche con quelli di altre regioni. Troviamo anche canti moldavi, per esempio, realizzati con la stessa maestria” (Constantin Sârbu, “De la lume
La diffusione di questo nuovo repertorio era poi affidata, oltre che ai dischi, alla radio e alla televisione a una fitta organizzazione di concerti inseriti o meno entro i cosiddetti festival di musica popolare.
Iniziò per tanto un periodo di intensa attività concertistica per Maria Lătărețu, alternata alle registrazioni che dal 1949 si svolsero in modo costante sino alla morte della cantante nel 1972.59 L’orchestra dell’Istituto di folclore, denominata Barbu Lăutaru a partire dal 1951, passò nel 1953 sotto la direzione della Filarmonica di stato “George Enescu”. All’Ateneo Rumeno, sede di quest’isitituzione e tempio della musica classica di Bucarest, la programmazione iniziò ad includere su base regolare concerti della Barbu Lăutaru. Il passaggio della più importante orchestra di muzică populară sotto l’egida della filarmonica di stato e il suo ingresso nel cartellone dell’Ateneo rumeno è significativo del ruolo ormai attruito dalla classe dirigente alla nuova creazione culturale. La Barbu Lăutaru iniziò a condividere con il mondo della musica colta, oltre alla cornice istituzionale di appartenenza, i luoghi di esecuzione, le ritualità ad essi collegate, le modalità di ingaggio dei musicisti e, fatto, come si capisce, di primaria importanza, il pubblico di riferimento e la modalità di relazione con esso (v. anche par. 1.4). Oltre ai concerti che si svolgevano regolarmente all’Ateneo rumeno Maria Lătărețu, come si è fatto cenno, intraprese con la Barbu Lăutaru numerose tournée su tutto il territorio della Romania e all’estero. La prima di queste fu organizzata nel 1950 a Praga, quando ancora la formazione, appena agli esordi, era conosciuta come l’orchestra dell’Istituto di folclore. Seguirono tournée nella maggior parte degli stati del patto di Varsavia e nei cosiddetti “paesi amici”. Nel 1954 Maria era a fianco della Barbu Lăutaru al Cairo, nel 1958 a Mosca, seguirono poi tournée in Polonia, Siria, Giordania, Svizzera, Turchia,
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Con l’eccezione del periodo 1954-57 le registrazioni proseguirono a cadenza regolare in ogni anno. Vi è anche un piccolo gruppo di incisioni (tredici brani in tutto) che sono state annotate nel catalogo dischi tra il 1954 e il 1957 per le quali la data non risulta annotata (fatto non raro all’interno di questo e altri cataloghi in possesso dell’Istituto di etnografia e di folclore). A causa della mancanza di coerenza cronologica nella compilazione del catalogo non si può dire con certezza se queste siano effettivamente state realizzate entro quell’arco temporale (v. Indicazioni untili alla comprensione del catalogo, p 214).
Ungheria, Grecia, Bulgaria e Jugoslavia. Gli anni Cinquanta coincisero anche con il progressivo ampliamento dell’organico orchestrale che da un sorta di grosso taraf (una decina di elementi) passò ad essere una vera e propria orchestra da camera (circa venti musicisti).60 La fama di Maria Lătărețu crebbe e si consolidò in tutto il paese parallelamente al diffondersi del favore nei confronti della nuova creazione musicale propagata dalle orchestre di stato. Una nota informativa del 1965 della Electrecord affermava che la cantante aveva venduto 500.000 dischi, una cifra davvero considerevole per la Romania e per quel tempo. Maria era divenuta uno dei rappresentanti più acclamati della muzică populară, una vedeta secondo l’espressione emica di questo mondo, apprezzata in ogni angolo del paese, anche dove il suo repertorio, fino a soltanto un decennio prima, sarebbe apparso totalmente estraneo. La metamorfosi, negli anni del successo, era completata: la giovane cantante delle feste di nozze, legata a un repertorio caratterizzato localmente, accompagnata da un taraf tipico del Gorj (come formazione, come stile), con l’inlessione e il modo di cantare peculiare della sua regione, era divenuta la principale interprete del folclore rumeno, trans-regionale, diffuso per mezzo dei dischi e delle tournée, vessillo identitario nel quale ormai molti rumeni si riconoscevano. La muzică populară, inventata da appena un decennio, aveva perfettamente attecchito in Romania, l’esperimento, si può dire, era riuscito e Maria Lătărețu ne era insieme artefice inconsapevole ed emblema.
2.4. Il rapporto con il regime: riconoscenza forzata e ricompense di