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CAPITOLO 2 – IL VALORE CREATO E CRITICITA’ GESTIONALI DELL’ATTIVITA’ D

2.2 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’ DI COMPOSTAGGIO

COMPOSTAGGIO

Il compostaggio è un processo naturale attraverso il quale il rifiuto organico è trasformato in nuova risorsa, il compost52, che può essere utilizzato come fertilizzante in agricoltura, per restituire sostanze nutritive al terreno.

Può essere realizzato sia a livello domestico, che di piccola comunità, ma anche come attività industriale su larga scala, collegata all’attività più generale della gestione dei rifiuti. In tal caso, il compostaggio è parte di un’attività imprenditoriale, che prevede degli investimenti e dei costi operativi, da cui ci si aspetta un ritorno in termini economici.

Spesso tale attività, come risulta dalla ricerca bibliografica effettuata, è affiancata ad altre attività di gestione dei rifiuti. Il trattamento biologico dei rifiuti biodegradabili è infatti una delle opzioni di gestione dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani.

Negli ultimi decenni è stata inoltre sviluppata l’attività di digestione anerobica, con cui dal rifiuto organico si può ricavare biogas, fonte energetica naturale (i dettagli e le differenze tra i due processi saranno sviluppati nel seguito del paragrafo).

51 Informazioni tratte da www.compost.it 52

“Compost is the odourless, stable and humus-like material rich in organic matter as well as proteins and

carbohydrated, which originates from the composting process of organic waste”, tratto dalla presentazione della pubblicazione “Storie di successo sul compostaggio e la raccolta differenziata”, http.//ec.europa.eu/enviroment/waste/publications/compost_success_stories-htm

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Negli ultimi anni, anche in base alla normativa europea sempre più stringente sulla gestione ed utilizzo delle discariche, il compostaggio e la digestione anerobica sono diventate un’alternativa economica alle discariche stesse.

Come si approfondirà nei paragrafi successivi, i costi di gestione dei rifiuti sono minori se il rifiuto organico viene avviato al recupero attraverso la trasformazione in compost o biogas, rispetto al posizionamento dello stesso nella discarica. Anche dal punto di vista ambientale, il compostaggio porta innumerevoli vantaggi rispetto alla discarica, come per esempio minor inquinamento dell’ambiente e riduzione dell’effetto serra53.

Prerogativa essenziale per l’attività di compostaggio è la raccolta differenziata del rifiuto organico, tale da ottenere un materiale in entrata di qualità da cui ricavare un fertilizzante commercializzabile.

Solo con l’adozione di sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani si può, infatti, ottenere una materia prima pulita (costituita da rifiuti organici biodegradabili), che attraverso l’attività di compostaggio porta alla produzione di un compost di elevata qualità, più facile da posizionare sui diversi mercati di sbocco, o attraverso l’attività di digestione anaerobica consente di ottenere più facilmente il biogas, fonte energetica naturale54.

Dal punto di vista quantitativo, la materia in entrata è stimabile in circa 88 tonnellate all’anno nella UE (rifiuti di origine alimentare e da parchi e giardini), che rappresenta circa il 30-45% dei rifiuti solidi urbani raccolti, ovvero 150 kg per abitante per anno.

Di questi rifiuti solo il 30% in tutta l’Unione Europea è attualmente sfruttato in modo e misura differente nei paesi europei55.

Per quanto riguarda il panorama italiano, la raccolta differenziata dei rifiuti organici (umido e scarto verde) rappresenta il primo settore di recupero di rifiuto urbano in Italia con 4,5 milioni di tonnellate di FORSU e verde trattate nel 2011, che costituiscono il 38% dei rifiuti urbani raccolti in maniera differenziata.

In base al trend di crescita degli ultimi dieci anni, si può stimare che nel 2020 il rifiuto organico in Italia potrà arrivare a oltre 6,5 milioni di tonnellate raccolte, pari a 109 kg/abitante56.

53 La sostenibilità ambientale dell’attività di compostaggio sarà approfondita nel capitolo 4.

54

Per maggiori dettagli si rimanda a COMMISSIONE EUROPEA, COM(2008) 811 definitivo, “LIBRO VERDE, La gestione dei rifiuti organici biodegradabili nell’Unione europea”, Bruxelles, 3.12.2008 {SEC(2008) 2936}

55 Fonte dati: “Rifiuti accento sul compost in vista di Europa 2020”, http://www..europarlamento.eu 56 Fonte dati: rapporto annuale 2013 – consorzio italiano compostatori.

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Come si evidenzia nel grafico sotto riportato (figura 5), i rifiuti organici hanno un’incidenza pari all’80% sul materiale utilizzato e trattato negli impianti di compostaggio in Italia nel 2011, mentre negli impianti di digestione anerobica, tale percentuale sale fino al 90%.

Fig. 5 – Incidenza del rifiuto organico sul totale dei rifiuti trattati negli impianti di compostaggio in Italia, anno 2011

Sulla base dei dati sopra esposti e delle proiezioni effettuate, si può affermare, ancora una volta, che l’attività di compostaggio ha ampi margini di sviluppo nei prossimi anni.

La qualità del rifiuto organico raccolto incide sensibilmente sull’efficienza e sull’economicità del processo di produzione del compost e del biogas. Si evidenzia, infatti, come in più ricerche effettuate negli ultimi anni sulla produzione di compost, si dia importanza all’utilizzo di un rifiuto organico “pulito”, che consenta di ottenere meno scarto possibile in fase di lavorazione e quindi generare meno costi di smaltimento dello stesso57.

Per esempio, si è constatato che l’utilizzo di sacchetti in polietilene o altri materiali non- compostabili incida negativamente sulla qualità del compost prodotto, ma anche dal punto di vista economico sull’intera attività di compostaggio o di digestione anaerobica, generando costi di gestione e smaltimento per l’intero settore italiano pari a 10-12 milioni di euro annui.

Il rifiuto organico può essere trasformato in risorsa attraverso due diversi processi (vedi fig. 6)58:

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La percentuale di scarto negli anni 2011 e 2012 era di 4,5 – 5% (rapporto annuale 2013 – consorzio italiano compostatori).

58

Gli schemi sopra riportati sono tratti da “Economic analysis of options for managing biodegradable municipal waste -Final Report to the European Commission”, Eunomia Research & Consulting, anno 2002,

http://ec.europa.eu, pag. 25 e 49. Le frecce gialle rappresentano flussi di materiale in uscita positivi, sotto 11% 9% 32% 48% fanghi altro verde umido

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- il compostaggio - la digestione anerobica.

Fig. 5 – I processi di compostaggio e di digestione anerobica

COMPOSTAGGIO

DIGESTIONE ANEROBICA

Come già accennato precedentemente, attraverso il processo di compostaggio, si ottiene un fertilizzante utilizzabile in più settori collegati alla terra e alla coltura di piante (agricoltura di pieno campo, orticoltura, giardinaggio, paesaggistica, ecc.).

l’aspetto ambientale e dei costi gestionali; le frecce rosse rappresentano flussi di materiale in uscita negativi, sotto l’aspetto ambientale e dei costi gestionali.

RIFIUTI URBANI

RIFIUTI ORGANICI

SEPARATI COMPOSTAGGIo

EMISSIONI GASSOSE (CO2, ECC)

SCARTI DESTINATI ALLA DISCARICA EMISSIONI DI BIOAEROSOL COMPOST DA USARE IN AGRICOLTURA, ORTICULTURA, GIARDINAGGIO RIFIUTI URBANI RIFIUTI ORGANICI SEPARATI DIGESTIONE ANEROBICA

EMISSIONI GASSOSE (CO2, ECC) DAL PROCESSO DIGESTIONE E COMBUSTIONE DEL BIOGAS E DAL

COMPOSTAGGIO SUCCESSIVO

SCARTI DESTINATI ALLA DISCARICA

REFLUI DA LAVORAZIONE

COMPOST DA USARE IN AGRICOLTURA, ORTICULTURA,

GIARDINAGGIO

EFFLUENTI DA UTILIZZARE CON LICENZA D’USO

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Dal processo di digestione anerobica si può ottenere, invece, biogas, quale fonte energetica, da cui trarre biometano per autotrazione o da immettere direttamente nella rete di distribuzione, o, ancora, da utilizzare per la produzione di energia elettrica. Inoltre, il digestato, che si produce da tale processo, può essere trasformato, attraverso un ulteriore trattamento, in compost utilizzabile come fertilizzante59.

I due sistemi di trattamento del rifiuto organico si distinguono oltre che per la diversità del processo produttivo e del prodotto finale ottenuto anche per i costi d’investimento e di funzionamento richiesti. I costi principali per il compostaggio e la digestione anerobica sono rappresentati dai costi inziali di investimento, che dipendono dalla tipologia di impianto che si vuole utilizzare ( si va da investimenti per sistemi aperti di poche migliaia di euro fino ad arrivare a investimenti di circa 10 milioni di euro per un impianto di digestione anerobica e compostaggio finale).

Il prodotto finale dell’attività di compostaggio è un fertilizzante naturale, il compost, che può trovare impiego in diversi settori collegati alla coltivazione della terra.

C’è da tener presente però che per essere accettato ed utilizzato dai potenziali clienti finali, il compost deve avere un determinato livello qualitativo, che garantisca la purezza del materiale fertilizzante, in termini di materiali pesanti presenti al suo interno.

Per aumentare la fiducia dei potenziali clienti sul compost e la sua qualità, è stato istituito uno standard europeo, che definisce i valori limiti in termini di metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e di contenuto minimo della sostanza organica (cfr. COM (2010) 235 della Commissione Europea).

59Il compostaggio è un trattamento più adatto ai rifiuti verdi e al materiale legnoso e può essere realizzato

con diversi metodi. I “metodi chiusi” sono più costosi ma richiedono meno spazio, sono più rapidi e permettono di controllare le emissioni (odori, bioaerosol) in modo più severo. Può essere attuato anche con metodi “aperti”, ma con alcune difficoltà ed impatti ambientali da gestire.

La digestione anaerobica è adatta in particolare al trattamento dei rifiuti organici biodegradabili umidi, compresi i grassi (ad esempio i rifiuti di cucina). Produce una miscela gassosa (soprattutto metano - dal 50 al 75% - e biossido di carbonio) in reattori controllati. Il biogas può ridurre le emissioni di gas serra in maniera significativa soprattutto se utilizzato come biocarburante per i mezzi di trasporto o se immesso direttamente nella rete di distribuzione del gas. L’uso come biocarburante può dare luogo a significative riduzioni delle emissioni di gas serra, con un netto vantaggio rispetto ad altri carburanti. Il residuo del processo, il digestato, può essere sottoposto a compostaggio e utilizzato a fini analoghi come compost, migliorando così il recupero complessivo di risorse dai rifiuti”, da “Rapporto rifiuti urbani ISPRA 2013”, www.isprambiente.gov.it/

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Anche a livello “Italia” e in alcuni casi di singola regione italiana (come ad es. il Veneto) sono state definite le caratteristiche qualitative e quantitative che il compost deve possedere per essere definito ammendante compostato e quindi essere utilizzato come fertilizzante60. Infine sono stati definiti standard qualitativi anche a livello di associazioni / consorzi, sia a livello europeo che italiano (per esempio il Consorzio Italiano Compostatori ha istituito il Marchio di qualità del compost, attualmente attribuito a 36 produttori associati).

Tutti questi interventi in termini di certificazione di qualità del prodotto finale hanno l’obiettivo di aumentare la fiducia dei potenziali clienti e utilizzatori finali nel compost, come fertilizzante e quindi di creare un mercato di sbocco dove poter vendere il compost.

I principali mercati di sbocco del compost sono rappresentati da: agricoltura a pieno campo, agricoltura biologica, florovivaismo, paesaggistica e cura del verde, manutenzione del verde pubblico, copertura delle discariche61.

Il biogas ottenuto dalla digestione anerobica, invece, è attualmente utilizzato direttamente nel luogo di produzione per la generazione di energia termica e/o elettrica, abbattendo così, in parte, i costi di funzionamento dell’impianto.

Il biogas può inoltre essere trasformato in biometano, che può essere utilizzato per autotrazione o immesso nella rete di distribuzione del gas naturale62. Questi ultimi impieghi possono generare ricavi di vendita per l’impresa proprietaria dell’impianto di digestione anaerobica, mentre dal punto di vista ambientale ed energetico consentono di disporre di una fonte energetica rinnovabile, che può soppiantare in parte la dipendenza dalla importazioni di gas naturale.