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Le principali cittadinanze 46

Nel documento I futuri della città: la città solidale (pagine 47-50)

1.4 Le specificità del caso italiano 28 

1.4.2 La popolazione immigrata in Italia 39

1.4.2.4 Le principali cittadinanze 46

Finora l’attenzione è stata rivolta alla popolazione immigrata nel suo complesso, come se fosse un aggregato omogeneo per origine e caratteristiche. Ovviamente non è così. A tal proposito, i flussi migratori diretti verso il nostro paese non solo sono cambiati rispetto al volume, ma anche e soprattutto nella loro composizione interna in termini di appartenenza alle diverse comunità.

La compresenza di diverse origini e diversi tempi nelle immigrazioni italiane è ben visibile dal cambiamento continuo nelle dimensioni delle diverse provenienze nazionali, così come è rilevante sottolineare un processo di lenta strutturazione dei sistemi migratori. È piuttosto chiaro, infatti, che sia andato progressivamente riducendosi il livello di frammentazione della popolazione immigrata, vista la crescita del grado di concentrazione nazionale degli stranieri. Nel 1970 le prime dieci nazionalità costituivano il 13% del totale degli stranieri presenti; tale valore raggiunge il 19% nel 1980, il 40% nel 1990, il 50% nel 2000 ed il 58% ad oggi.

Pertanto, sebbene l’Italia sia un paese in cui centinaia di nazionalità si combinano nei flussi migratori, si assiste negli ultimi decenni a un processo di strutturazione e di consolidamento selettivo di alcuni flussi e, parallelamente, alla scomparsa di altri.

Analizzando i dati relativi ai permessi di soggiorno si nota come nel 1992 la presenza straniera fosse caratterizzata da un numero consistente di cittadini comunitari (tedeschi, britannici e francesi figuravano tra i 10 gruppi nazionali più numerosi), i quali al 1° gennaio 2007 non risultano più nei primi posti della graduatoria; si osserva, inoltre, il progressivo prevalere delle migrazioni est-ovest su quelle nord-sud. In più, la percentuale di marocchini, tunisini e filippini risulta diminuita nel corso degli ultimi anni rispetto ad altre comunità; viceversa, risulta fortemente aumentata la quota percentuale degli albanesi, dei cinesi e dei rumeni, che al 1° gennaio 2007 sono una delle comunità più numerose (278 mila permessi), subito dopo la comunità albanese (280 mila permessi) e prima di quella marocchina (258 mila permessi).

47 Per quanto concerne il genere emergono interessanti caratteristiche per alcune delle comunità più rappresentate; infatti tra i cittadini provenienti da Marocco, Tunisia, Cina e Albania, risulta notevolmente diminuito rispetto al 1992 il divario numerico tra i sessi, soprattutto a seguito dei richiami familiari. Appare ovvio che, con riferimento a questi paesi, l’immigrazione va considerata come un fenomeno sempre più orientato al coinvolgimento della famiglia, indicando l’estendersi di progetti di lungo periodo e di insediamento definitivo in Italia.

Nel complesso, rispetto al 2002 le comunità maggiormente accresciute sono quelle provenienti dall’Europa centro-orientale, da alcuni paesi dell’Asia - in particolare Cina, Bangladesh e Pakistan - e dall’America centro-meridionale; mentre più contenuto risulta l’incremento dei cittadini provenienti dall’Africa settentrionale, marocchini e tunisini, nonostante si tratti di comunità di più antico insediamento in Italia.

Tabella 1. 8 - Popolazione residente per sesso e cittadinanza, 2007

Nazionalità Maschi Femmine Totale %

totale % donne Variazione % nel periodo 2002-2007 Albania 209.209 166.738 375.947 12,8 44,4 73,6 Marocco 205.852 137.376 343.228 11,7 40,0 59,3 Romania 162.154 180.046 342.200 11,6 52,6 260,1 Cina Rep. Popolare 76.739 68.146 144.885 4,9 47,0 108,1 Ucraina 23.058 97.012 120.070 4,1 80,8 843,2 Filippine 41.591 59.746 101.337 3,4 59,0 56,0 Tunisia 58.294 30.638 88.932 3,0 34,5 49,4 Macedonia 42.943 31.219 74.162 2,5 42,1 118,0 Polonia 20.516 51.941 72.457 2,5 71,7 141,7 India 42.275 27.229 69.504 2,4 39,2 95,7 Ecuador 27.004 41.876 68.880 2,3 60,8 350,8 Perù 25.884 40.622 66.506 2,3 61,1 94,4 Egitto 46.791 18.876 65.667 2,2 28,7 94,9 Serbia e Montenegro 35.624 28.787 64.411 2,2 44,7 18,3 Senegal 48.984 10.873 59.857 2,0 18,2 60,9 Sri Lanka 31.667 25.078 56.745 1,9 44,2 66,0 Moldova 19.488 36.315 55.803 1,9 65,1 700,2 Bangladesh 33.927 15.648 49.575 1,7 31,6 140,6 Pakistan 32.596 13.489 46.085 1,6 29,3 107,1 Germania 14.666 23.469 38.135 1,3 61,5 16,5 Altri paesi 273.811 360.725 634.536 21,6 56,8 49,5 Totale 1.473.073 1.465.849 2.938.922 100,0 49,9 89,7 Fonte: elaborazioni dati Istat

48 Per quanto riguarda il rapporto tra i sessi, esso appare sostanzialmente equilibrato (102 maschi per 100 femmine), anche se, come già accennato, in alcuni casi si registrano significative differenze: ad esempio, nel caso dei cittadini provenienti dall’Ucraina, dalla Polonia e dalla Moldavia si evidenzia un rapporto decisamente favorevole per le donne (rispettivamente 24, 39 e 54 maschi per 100 femmine); differentemente, tra i residenti provenienti da Senegal, Egitto, Pakistan e Bangladesh il rapporto volge a favore degli uomini (rispettivamente 22, 40, 41 e 46 donne ogni 100 uomini).

Rispetto alla struttura per età si nota che in generale circa i due quinti degli immigrati che hanno ottenuto un permesso di soggiorno hanno un’età compresa tra i 18 e i 39 anni, dato particolarmente indicativo per la comunità rumena. La comunità filippina, essendo quella più radicata e di più antica tradizione, conta più di un terzo degli stranieri con età superiore ai 45 anni.

Per quanto riguarda le singole regioni italiane, si notano delle ragguardevoli differenze nella distribuzione sul territorio della presenza delle singole comunità. Come già sottolineato in precedenza, un quarto dei permessi nel 2007 è stato rilasciato in Lombardia, ed è quindi in questa regione che si concentrano le quote più significative di immigrati. Nello specifico, più dei due quinti di peruviani ed ecuadoregni hanno ottenuto il permesso di soggiorno in Lombardia, principalmente in ragione del potere attrattivo della grande metropoli milanese, che richiama in misura considerevole comunità dedite al lavoro domestico o di assistenza familiare. Per quanto riguarda le altre comunità, più di un terzo e più di un quinto dei permessi di soggiorno a serbo-montenegrini e moldavi è stato concesso dalle questure venete. Con riferimento al centro Italia, circa un quarto dei permessi di soggiorno richiesti da immigrati provenienti da Polonia e Filippine è stato concesso in Lazio, confermando in tal modo il potere attrattivo della capitale per quelle comunità maggiormente dedite a lavori di collaborazione domestica e assistenza familiare. In Toscana la presenza cinese è piuttosto considerevole, specialmente nella provincia di Prato, tanto da essere il maggiore insediamento di tutta l’Europa. Per quanto riguarda la situazione nel sud Italia, più di un quinto dei permessi di soggiorno richiesti da ucraini è stato concesso in Campania, probabilmente in vista degli storici contatti tra il porto di Napoli e quello di Odessa.

Rispetto all’anzianità migratoria si sottolinea che oltre il 50% degli stranieri regolarmente presenti al 1° gennaio 2007 è in Italia da almeno 5 anni, e più di un quarto di questi da almeno 10 anni. In particolare, tra gli immigrati di più antica presenza si segnalano filippini, senegalesi e tunisini, nella metà dei casi in Italia da più di 10 anni, seguiti da albanesi, cinesi, serbi-montenegrini ed egiziani, in Italia da

49 oltre 5 anni; di contro i paesi caratterizzati da una più recente immigrazione sono Moldavia, Ucraina, Romania ed Ecuador.

Nel documento I futuri della città: la città solidale (pagine 47-50)