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Principali classi di attività nelle Casse di previdenza

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e inchieste giudiziarie a causa di compravendite poco redditizie. Il regolamento in fase di stallo porrebbe un limite su tale tipologia di attivi, così come accade per i fondi pensione; rientrare nei limiti avrebbe costretto alcune di esse a fare piazza pulita di immobili, facendo emergere eventuali perdite dovute ai prezzi gonfiati a cui tali investimenti possono essere iscritti a bilancio.79 Evidentemente

si tratta di supposizioni, ma vista l’esperienza in materia di investimenti poco trasparenti non ci sarebbe da meravigliarsi. Un esempio calzante riguarda il caso Inpgi, ente previdenziale dei giornalisti: esso sta attraversando un momento di difficoltà nell’equilibrio finanziario, tanto che per ogni 100 Euro che incassa dai contribuenti, ne spende 127 in erogazioni. Il bilancio per l’anno 2016 è stato chiuso in avanzo di 9,4 milioni di Euro grazie alla cessione di una parte del patrimonio immobiliare. La particolarità di questa compravendita è che tale patrimonio è stato ceduto al Fondo

Amendola, le cui quote sono di proprietà dell’Inpgi stesso e nel

passaggio c’è stato un notevole effetto di bilancio, poiché il valore di tale patrimonio è passato da 221 milioni di Euro a 303 milioni di Euro, permettendo all’ente di chiudere in avanzo. Ancora, come il caso della Cassa Forense degli avvocati, vi sono partecipazioni a fondi immobiliari chiusi cui non è dato sapere come sta andando l’attività di gestione, così si legge a bilancio della Cassa.80 Ma cosa ha fermato

l’approvazione del regolamento? Come spesso accade i motivi sono molteplici e le colpe condivisibili. Per quanto riguarda il punto di vista delle Casse, esso sono istituzioni private e frenano il riconoscimento di una regolamentazione condivisa poiché vedono minacciata la propria autonomia nelle politiche di investimento. Ma è anche vero che gestiscono un patrimonio di interesse pubblico su cui lo Stato deve essere in qualche modo garante. D’altro canto vi sono comunque altre responsabilità: si ha l’impressione che un ostacolo all’approvazione sia proprio la volontà del legislatore. In effetti, la tentazione di dirottare quell’ingente massa di denaro su scopi politicamente sensibili è forte, dimostrata dalle pressioni fatte

79 L.Piana, G.Riva, Pensioni a rischio: ecco cosa stanno combinando le casse di previdenza, L’Espresso,

Repubblica, 14 dicembre 2017, op.cit.

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L.Piana, G.Riva, Pensioni a rischio: ecco cosa stanno combinando le casse di previdenza, L’Espresso,

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sull’Adepp81 per dirottare 500 milioni di Euro nel fondo Atlante II,

che avrebbe dovuto, a suo tempo, contribuire al salvataggio del

Monte dei Paschi di Siena. Appare evidente come la non

approvazione del regolamento in materia di investimenti è il risultato di una commistione di interessi che fino ad oggi ha bloccato la regolamentazione di tale ambito e di conseguenza garantito estrema libertà di manovra alle Casse. Tra le altre cose, nel Decreto annunciato e mai approvato, si attribuirebbe alla COVIP le funzioni di vigilanza sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio degli enti previdenziali privati dei professionisti. Essa ha comunque svolto le proprie funzioni di vigilanza, fino ad arrivare a pubblicare intorno a fine 2016 un documento con cui delinea un quadro di sintesi sulle attività di vigilanza sulle Casse e sugli aspetti più significativi da esse emersi. Le conclusioni a cui giunge sono le medesime. Si osserva come nella prassi operativa “la mancanza di un quadro normativo definito ha

indotto le Casse a prendere a riferimento, nella definizione dei propri assetti regolamentari, la disciplina della previdenza complementare e, in particolare, le Disposizioni sul processo di attuazione della politica di investimento adottate dalla COVIP per i fondi pensione […] recante norme sui criteri e sui limiti di investimento delle risorse […].”. Il

documento continua però con questa considerazione: “Tuttavia, la

circostanza che tali previsioni non risultano cogenti per le Casse, ha determinato da parte delle stesse significative rielaborazioni della suddetta disciplina, riconducibili all’autonomia decisionale delle stesse. Ne consegue che gli assetti regolamentari si presentano allo stato assai variegati e i documenti che li definiscono risultano assai diversificati quanto a struttura e contenuti. In diversi casi, tali documenti si limitano a indicare i criteri da seguire per la definizione degli specifici aspetti inerenti in particolare alla politica di investimento da adottare e al sistema di controllo della gestione finanziaria, facendo rinvio alla predisposizione di ulteriori elaborati. Tale frammentazione ha determinato in più casi la coesistenza di diversi documenti che a vario titolo affrontano il tema degli investimenti, talvolta senza il necessario coordinamento, con

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conseguente scarsa chiarezza complessiva, incongruenze e duplicazione dei contenuti.”. Il quadro disegnato attorno alle Casse di

previdenza risulta quindi assai complesso. Risulta auspicabile che nel più breve tempo possibile sia ripristinato quel livello di trasparenza e garanzia che lo scopo sociale di un ente previdenziale richiede e che nelle Casse appare prevalentemente assente. Come ampiamente discusso a proposito della finalità sociale dei fondi pensione, le considerazioni riguardo il dovere fiduciario e il ruolo degli investitori istituzionali sono decisamente appropriate anche per le Casse previdenziali dei professionisti, a maggior ragione poiché sono parte del primo pilastro della previdenza, che dovrebbe garantire il massimo grado di fiducia nel rapporto tra l’ente e il contribuente. Evidentemente il caso delle Casse nel sistema previdenziale italiano rappresenta il polo opposto di come dovrebbe essere posto in essere il perimetro operativo di un ente previdenziale e di come un fondo pensione non debba trarne assolutamente esempio.

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CAPITOLO

4

I

FATTORI

ESG

NELL’ASSET-

ALLOCATION DEI

FONDI

PENSIONE

A

LIVELLO

INTERNAZIONALE

Al fine di rappresentare lo stato dell’arte a livello internazionale degli investimenti SRI nelle politiche di investimento dei fondi pensione si rappresenta di seguito alcuni esempi di Paesi particolarmente virtuosi, in cui si è seguito il modello di VBDO per costruire un benchmark nazionale che fotografi le tendenze in atto. Il primo esempio sarà quindi quello dei Paesi Bassi, in cui l’indice di

VBDO è fonte di ispirazione per gli altri ed è ormai punto di

riferimento del settore. Dopodiché si passerà in rassegna altre due situazioni specifiche dove si sono sviluppate indagini sulle politiche SRI dei fondi pensione. Le iniziative di ricerca in questo settore non sono, a dir la verità, molto sviluppate e non è cosa semplice reperire studi significativi e riconosciuti. Di fronte a questi ostacoli e con l’obiettivo di fornire un quadro esaustivo delle tendenze internazionali, si sposterà l’attenzione su un interessante studio aggregato, promosso da Schroders, che misura lo stato dell’arte delle politiche ESG negli investimenti dei fondi pensione.

4.1I

L BENCHMARK

VBDO

PER I

P

AESI

B

ASSI

Si riporta come prima presentazione di una realtà internazionale il caso dei Paesi Bassi. Lo studio FFS-Mefop presentato nel capitolo terzo si basa, come detto, sulla metodologia sviluppata ed utilizzata da VBDO e risulta a questo punto appropriato analizzare lo stesso

Benchmark Responsible Investment by Pension Funds in the Netherlands 2017 promosso dalla stessa associazione olandese e

presentato ogni anno. Un eventuale raffronto diretto tra i due studi, seppur basati sulla stessa metodologia, risulterebbe quasi privo di

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senso, se non altro per il fatto che mentre lo studio italiano è in una fase iniziale, la Dutch Association of Investors for Sustainable

Development (VBDO) promuove tale iniziativa dal 2007 ed è quindi

giunta quest’anno alla undicesima edizione. Questo significa che si è raggiunto un maggior grado di efficacia ed efficienza nella prassi operativa, e alla luce di tali modifiche anche un raffronto temporale con le edizioni precedenti risulta leggermente forzato. Fatte queste doverose precisazioni si può, tuttavia, interpretare i dati raccolti dall’ultima edizione, per cogliere tendenze di sviluppo nelle politiche SRI nei fondi pensione dei Paesi Bassi e fotografare lo stato dell’arte del settore. Si rappresenta in seguito un raffronto temporale delle ultime quattro edizioni dello studio, riportando i risultati del punteggio assegnato alle singole sezioni del questionario.82

Si mostra come il punteggio medio totale sia leggermente migliorato rispetto a quello del 2016, grazie soprattutto a un aumento delle prestazioni sulle categorie Governance e Policy. Riguardo alla prima categoria è chiaro che attraverso le proprie attività di governo societario si può dar stimolo alle pratiche sostenibili e responsabili e un aumento del punteggio di tale categoria rispecchia un miglioramento qualitativo e quantitativo in termini di obiettivi di sostenibilità dettati ai gestori, ma anche ad una crescente consultazione con gli stakeholder.

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Per approfondimenti si rimanda alla sezione 3.1 in cui si analizza nel dettaglio la metodologia sviluppata da VBDO.

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GRAFICO 13: AVERAGE SCORES OF THE BENCHMARKS ON RESPONSIBLE

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