agricolo, terziario, civile e residenziale, nonché per gli impianti idroelettrici.
L’articolo 6 impone alle regioni di individuare le aree che risultano idonee alla realizzazione di impianti e di reti di teleriscaldamento nonché i limiti ed i criteri nel cui ambito le amministrazioni dello Stato, le aziende autonome, gli enti pubblici, gli istituti di previdenza e assicurazione, devono privilegiare il ricorso all’allaccio a reti di teleriscaldamento dei propri immobili.
La pianificazione energetica a livello comunale deve adeguarsi alle linee guida generali definite dalle regioni che, attraverso le proprie strutture, dovranno acquisire, e quindi rendere disponibili, dati relativi ai fabbisogni degli utenti finali ed al tipo di vettore energetico che essi utilizzano. Sulla base di un bilancio energetico, verranno poi individuati gli interventi progettuali per l’uso di risorse rinnovabili locali non ancora sfruttate. Dovrebbe infine essere individuato il bacino energetico in relazione alle caratteristiche, alle dimensioni ed alle esigenze dell’utenza ed alla disponibilità di fonti rinnovabili di energia, al risparmio energetico realizzabile ed alla preesistenza di altri vettori energetici. Le indicazioni contenute negli studi elaborati a livello regionale dovrebbero essere flessibili per permettere variazioni nell’assetto territoriale del bacino causate dalla dinamica demografica, dallo sviluppo di attività produttive, dalla limitata disponibilità di risorse e infrastrutture.
Delle tre componenti che definiscono l’assetto energetico del territorio, domanda, risorse locali e vettori energetici, la prima configura la dimensione del bacino e delinea le strategie di pianificazione a livello comunale quali il risparmio e l’uso di fonti energetiche rinnovabili.
La pianificazione energetica presuppone una dettagliata conoscenza del sistema in esame. Per rendere incisive le proposte di intervento è infatti necessario che il territorio in esame sia caratterizzato da una realtà insediativa e produttiva omogenea e da una struttura amministrativo-istituzionale definita.
Un piano energetico, comunale o comprensoriale, può risultare più efficace se si verificano delle ricadute negli strumenti urbanistici e di settore; la pianificazione integrata deve comportare delle sinergie positive a vari livelli.
La riduzione dei consumi energetici e dell’impatto ambientale determinato dal traffico, rappresenta uno degli obiettivi del piano energetico; tuttavia proposte quali l’incentivazione all’uso del mezzo pubblico oppure la creazione di strutture di controllo delle emissioni degli autoveicoli sono poco efficaci se non si integrano nel piano dei trasporti.
Ad esempio l’obiettivo del risparmio energetico in edilizia si può perseguire attraverso il regolamento edilizio imponendo la riqualificazione energetica e l’uso di fonti energetiche rinnovabili, almeno nei casi in
cui l’edificio è di nuova costruzione o radicalmente ristrutturato. Nel passato i regolamenti edilizi hanno rappresentato, in alcuni casi, un ostacolo all’attuazione di determinati interventi quando ad esempio la realizzazione di una coibentazione termica delle strutture è stata considerato aumento di volume.
Un ruolo importante nella pianificazione energetica può essere svolto dai Piani Pluriennali di Attuazione (PPA) o POC (piani operativi comunali) che consentono di verificare a livello comunale la concreta attuazione e gestione delle scelte operate all’interno del Piano Regolatore Generale.
I PPA o PUA, da redigere con cadenza almeno quinquennale, potranno costituire, anche in campo energetico, lo strumento di programmazione del PRG o PSC e come tali dovranno indirizzare le risorse economiche verso la realizzazione di una razionale politica dell’energia.
L’obiettivo dei PPA o PUA è innanzi tutto conoscitivo e deve evidenziare le necessità finanziarie, pubbliche e degli operatori privati, anche in campo energetico.
Definite le risorse, i comuni sono in grado di valutare quali parti del piano energetico realizzare. I PPA, infine, dovrebbero monitorare la validità dei piani energetici comunali con indicatori dell’attendibilità delle previsioni attraverso un confronto tra risorse economiche e fabbisogni.
2.5 Impostazione metodologica della pianificazione energetica
La formulazione delle politiche di intervento nel settore energetico si può sviluppare in quattro fasi:
• Analisi della situazione di base e determinazione delle linee di tendenza nel quadro dei
rapporti offerta-domanda di energia;
• Definizione delle tecniche di valutazione delle politiche di intervento;
• Definizione delle politiche di intervento idonee al conseguimento degli obiettivi
energetici;
• Definizione delle azioni da attuare in relazione alle politiche adottate, valutandone la
fattibilità amministrativo-procedurale:
e consente di conoscere i sistemi energetici e le strutture di produzione e utilizzo dell’energia, di individuare i possibili interventi per il risparmio di energia, di valutare l’impatto economico ed ambientale degli interventi. La metodologia adottata deve fornire procedure e strumenti tecnici utilizzabili dalle strutture pubbliche per:
• Raccolta dati;
• Bilancio energetico preliminare,
• Analisi approfondita della domanda di energia;
• Analisi approfondita dell’offerta di energia;
• Metodi di analisi e di valutazione;
• Sistema informativo.
Più in dettagli le fasi di analisi di un sistema energetico territoriale possono essere così organizzate:
1. Raccolta dei dati e delle informazioni esistenti in materia energetica, socio-economica e
ambientale;
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2. Redazione di un bilancio energetico preliminare e costruzione di indicatori
economico-energetici;
3. Approfondimento conoscitivo di uno o più settori,
4. Elaborazione di un bilancio energetico integrato attraverso una definizione più accurata
dell’offerta, e una disaggregazione della domanda di energia per usi finali (alta, media,
bassa temperatura, ecc);
5. Definizione delle ipotesi di intervento e raffronto tecnico-economico;
6. Simulazione nel medio-lungo periodo della domanda di energia conseguente.
2.6 Le fasi di analisi
Entrando nel merito della metodologia sono a seguito descritte brevemente le singole fasi di analisi previste. Raccolta dati
Questa fase consiste nella raccolta e nell’organizzazione dei dati e delle informazioni necessarie alla creazione di una banca dati energetica, economica, strutturale ed ambientale, aggiornabile periodicamente. Le schede di rilevamento dati devono essere facilmente inseribili nel sistema informativo e possono essere suddivise in due categorie:
• Schede indirizzo: per individuare e catalogare le istituzioni e gli organismi statali e
territoriali in grado di disporre di dati utili all’analisi del sistema energetico;
• Schede dati: per effettuare il rilevamento e inserirli nella banca dati.
Le informazioni, contenute nelle schede, sono riconducibili a quattro gruppi fondamentali: dati strutturali, dati energetici, dati economici e dati ambientali.
Il bilancio energetico preliminare
Il bilancio energetico preliminare permette di descrivere, in termini quantitativi, il flusso delle fonti di energia, riferito a un periodo determinato e a un dato sistema economico, relativamente alla produzione, importazione, esportazione, trasformazione e utilizzazione. L’obiettivo è quello di fornire un primo quadro conoscitivo della situazione energetica del territorio in esame, attraverso l’individuazione delle specificità territoriali, delle correlazioni tra energia e variabili socio-economiche, della previsione sulla domanda e sull’offerta di energia. La significatività del bilancio energetico e la sua aderenza agli obiettivi sono conseguenti al livello di disaggregazione delle fonti, dei prodotti energetici e dei settori di impiego finali. La redazione del bilancio energetico avviene automaticamente, all’interno del sistema informativo, utilizzando le informazioni contenute nelle schede di raccolta dati.
Individuazione dei settori e delle aree di interesse ai fini della programmazione energetica
Il problema di una razionalizzazione dell’uso dell’energia si presenta con modalità diverse a seconda delle caratteristiche economiche, produttive e sociali del territorio e può essere affrontato individuando le aree territoriali significative e le rispettive interdipendenze. L’analisi più dettagliata permette di individuare e razionalizzare le eventuali successive indagini energetiche e di ottimizzare gli interventi di risparmio e sfruttamento di risorse locali, senza peraltro coinvolgere l’intero territorio.
Prima di indicare i criteri per l’individuazione delle aree di intervento, è opportuno precisare che la scelta di limiti territoriali diversi da quelli amministrativi crea un problema di reperimento dati che può essere risolto attraverso indagini sul campo o con procedure di stima dei dati mancanti.
L’individuazione di aree e/o settori che meglio permettono di considerare gli interventi nel campo energetico è legata a problematiche che riguardano sia l’offerta che la domanda di energia.
Per quanto riguarda l’offerta dovrà essere valutato:
• L’esistenza di grandi progetti territoriali già programmati o da programmare (impianti
energetici, sistemi o reti territoriali);
• La disponibilità di fonti rinnovabili.
Sul fronte della domanda, dovrà essere valutata l’esistenza di settori produttivi rilevanti per la scelta di interventi di risparmio e/o razionalizzazione dei consumi energetici; una prima analisi approfondisce le informazioni desumibili dal bilancio energetico introducendo variabili socio-economiche e consente di individuare i settori per i quali può essere utile un’analisi dettagliata.
La rappresentatività dei settori a livello economico ed energetico viene valutata attraverso indicatori di intensità che consentono di valutare quanto incide la variabile presa in esame sul territorio.
Analisi approfondita della domanda di energia
Le analisi approfondite richiedono indagini sul campo o l’invio di questionari. Le informazioni che si ricavano, una volta generalizzate, vengono utilizzate per elaborare il bilancio energetico integrato, che contiene una ripartizione della domanda di energia per usi finali e per settori di impiego.
Analisi approfondita dell’offerta di energia
Il sistema energetico dell’offerta fa riferimento ad un insieme molto vasto ed eterogeneo di infrastrutture e unità industriali che assicurano i fabbisogni energetici; l’analisi approfondita dell’offerta di energia si basa sulla conoscenza del ciclo delle risorse energetiche utilizzate e degli Enti che operano sul territorio e che dispongono delle informazioni. Il sistema dell’offerta di energia viene solitamente suddiviso in sottoinsiemi:
• Combustibili solidi;
• Petrolio; gas naturale;
• Energia elettrica;
• Fonti primarie (salti idraulici, geotermia; eolico; solare);
• Fonti alternative (biogas, biomasse, cascami termici industriali, fotovoltaico).
Ognuno di questi sottosistemi viene esaminato separatamente e studiato in relazione alle sue caratteristiche.
2.6 Metodi di analisi e di valutazione
Una volta individuate delle ipotesi di intervento alternative, sia a livello settoriale che territoriale, si procede ad una loro valutazione per apprezzarne l’impatto sul territorio (analisi economico-finanziaria, valutazione d’impatto ambientale, bilancio costi-benefici) e per approfondire la conoscenza del sistema energetico con indicatori a livello territoriale e nodelli di simulazione della domanda di energia.
52 L’analisi economico-finanziaria analizza il progetto in relazione alla sua “redditività”, evidenziando il costo del progetto, disaggregato in almeno tre voci:
• Costi di investimento: il valore degli esborsi per la realizzazione dell’impianto;
• Costi fissi: i costi sostenuti dal momento in cui l’impianto entra in esercizio
indipendentemente dal suo livello di utilizzo;
• Costi variabili: comprendono tutti i costi di esercizio in funzione del grado di utilizzo
dell’impianto.
La convenienza economica del progetto deriva dal confronto con progetti alternativi. L’allocazione dei costi è realizzata in linea con le voci del progetto in esame.
L’approccio metodologico per l’analisi finanziaria è quello del valore attualizzato netto (VAN) che considera il valore attualizzato degli introiti all’anno di riferimento e il valore attualizzato del costo di investimento e di esercizio in funzione del tasso di sconto. Nell’analisi economica l’obiettivo è quello di valutare l’impatto dei flussi di beni e servizi generati dal progetto nell’ambito del sistema economico di riferimento. I criteri principali di valutazione economica sono il tasso di rendimento interno, il valore attualizzato netto e il rapporto capitale/valore attualizzato netto.
Valutazione d’impatto ambientale
La valutazione di impatto ambientale è uno strumento di supporto alle decisioni in campo energetico e si pone come raccordo tra il momento della definizione delle politiche del piano e il momento della realizzazione dei singoli interventi; essa richiede adeguati strumenti di indagine per definire linee di intervento in campo normativo, di risanamento e di prevenzione.
Gli strumenti di supporto alle decisioni nella valutazione di patto ambientale devono rendere espliciti i criteri in base ai quali uno o più aspetti dell’ambiente sono assunti come risorsa da valorizzare o, al contrario, come vincolo da rimuovere.
L’identificazione delle sorgenti di inquinamento e la caratterizzazione delle relative emissioni nonché gli effetti sui diversi comparti ambientali costituiscono i presupposti indispensabili per definire le politiche e gli interventi di prevenzione e tutela del territorio. È necessario disporre una mappa delle emissioni dei processi di combustione per definire un sistema che, dai dati del bilancio energetico preliminare, fornisca una stima attendibile delle quantità complessive di inquinanti e della ripartizione per settore economico.
Bilancio costi benefici
Il bilancio costi-benefici consente di valutare la convenienza di un progetto d’investimento non solo sul piano della stretta efficienza economica ed energetica, ma anche in relazione agli effetti che esso produce sulla collettività e sul territorio.
Si individuano i costi e i benefici relativi ad un progetto (sia di nuovi insediamenti energetici sia di interventi di risparmio e/o razionalizzazione dei consumi) espressi in una stessa unità di misura; la valutazione viene effettuata tenendo conto dei possibili progetti alternativi.
L’analisi identifica voci attive (benefici) e passive (costi) che sono diverse in relazione alla tipologia dell’impianto, alla sua dimensione e localizzazione.
2.7 Gli indicatori energetici
Per una corretta stesura del piano energetico è necessario indagare anche sulle principali grandezze socio-economiche, strutturali, tecnologiche ed ambientali e su come queste interagiscono con le variabili energetiche.
In ogni singola fase del processo di elaborazione, le interazioni tra economia ed energia sono più o meno significative ed è necessario definire indicatori specifici, che possono essere così raggruppati: