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Il processo di finanza retail è relativo alla gestione delle attività di prestazione di servizi di investimento alla clientela non professionale e non qualificata (detta appunto retail). Rientrano in questo processo tutti i servizi e le attività di investimento, individuati dal Testo Unico della Finanza (TUF), di seguito elencati 34:

- esecuzione di ordini per conto dei clienti; - negoziazione per conto proprio;

- gestione di sistemi multilaterali di negoziazione; - ricezione e trasmissione di ordini;

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- sottoscrizione e/o collocamento con o senza assunzione a fermo ovvero assunzione di garanzia nei confronti dell'emittente;

- gestione di portafogli;

- consulenza in materia di investimenti.

Con l'entrata in vigore, il 1° novembre 2007, della nuova disciplina predisposta in attuazione della direttiva comunitaria MiFID (Markets in Financial Instruments Directive) diretta ad uniformare la materia dei servizi di investimento e dei mercati a livello europeo, sono state introdotte in Italia importanti modifiche riguardanti il rapporto tra investitori e intermediari che hanno investito anche il processo di finanza retail. La prima fase del processo consiste nell’individuazione della tipologia di cliente che si rivolge alla banca per usufruire dei suoi servizi di investimento. Come già accennato, si distinguono due categorie di clientela: quella retail e quella professionale. Il processo è ovviamente rivolto solo alla prima categoria, definita in negativo come la clientela che

non rientra tra i clienti professionali e le controparti qualificate35. La direttiva MiFID

prevede il livello massimo di tutela per gli investitori retail.

Appurato che il soggetto richiedente la prestazione dei servizi appartenga alla categoria retail, la banca dovrà raccogliere informazioni dettagliate sul potenziale cliente che consentano di stilarne un profilo quanto più accurato possibile sulle sue conoscenze in materia di investimenti, la sua situazione finanziaria, la sua propensione al rischio e per individuare la soluzione finanziaria che più si avvicina alle sue esigenze: questa procedura prende il nome di test di adeguatezza. A questo scopo la banca è tenuta a rispettare principi e regole di condotta, il cui fine è quello di assicurare la correttezza del suo comportamento e di consentire al cliente scelte di investimento informate, consapevoli e rispondenti alle proprie esigenze. Il TUF impone alla banca (e a tutti i soggetti abilitati a fornire servizi di investimento) di rispettare alcuni principi

35 Clienti professionali: categoria alla quale appartengono di diritto i soggetti autorizzati a svolgere

servizi di investimento, i governi nazionali e locali, gli enti pubblici, le Banche centrali e le istituzioni internazionali le società di diritto privato che superano determinati limiti di fatturato. Un cliente al dettaglio può chiedere di essere considerato professionale, dopo essersi sottoposto ad una valutazione di idoneità da parte dell'impresa di investimento;

Controparte qualificata: sottoinsieme dei clienti professionali composto da imprese di investimento, enti creditizi e assicurativi, fondi pensione, Governi nazionali, Banche centrali e istituzioni internazionali. L'accesso a tale categoria non è automatico, infatti il cliente deve confermare di voler essere trattato come controparte qualificata.

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generali, e cioè di comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza, per servire al meglio l'interesse dei clienti.

Individuato lo strumento finanziario o il servizio rispondente alle richieste del cliente e coerente con il suo profilo di rischio, la banca deve fornire al cliente una descrizione esaustiva delle caratteristiche, dei rischi e dei costi del prodotto/servizio in tempo utile prima della stipula del contratto. Tutti i servizi di investimento, ad eccezione della consulenza in materia di investimenti, devono essere prestati sulla base di un contratto scritto36. Una volta che il contratto è stato stipulato la banca deve procedere

prontamente e tempestivamente all’esecuzione dell’acquisto o della vendita del prodotto finanziario o all’erogazione del servizio in modo tale da raggiungere i migliori risultati possibili per il cliente: in questo consiste la cd. Best Execution. In sostanza, la banca identificherà le sedi di esecuzione (borse, le piattaforme di negoziazione, altre imprese o l’impresa del cliente) che le permettono di ottenere la migliore esecuzione del contratto. La banca cercherà di raggiungere la Best Execution prendendo in considerazione una molteplicità di fattori, quali il prezzo, i costi di esecuzione, la rapidità e la probabilità di esecuzione. Infine, dopo aver dato esecuzione al contratto, la banca dovrà inviare dei rendiconti periodici contenenti informazioni quali i contenuti e la valutazione degli investimenti, la somma complessiva delle commissioni e degli oneri e la performance di periodo.

Traversale alle fasi del processo di finanza retail troviamo il servizio di gestione dei reclami: la banca è tenuta ad istituire procedure efficaci e trasparenti per la gestione dei reclami. La normativa MiFID impone alle imprese che prestano servizi di investimento di agire ponendo in atto disposizioni efficaci per evitare conflitti che incidano negativamente sugli interessi del cliente: la banca deve evitare di porre indebitamente in conflitto gli interessi di clienti diversi o dell’impresa stessa quando fornisce un servizio.

36 Il contratto deve contenere i seguenti elementi:

- caratteristiche del servizio e delle prestazioni dovute; - validità, modifica e rinnovo del contratto;

- modalità con le quali il cliente può impartire ordini e istruzioni; - frequenza e contenuto della rendicontazione;

- per alcuni servizi (esecuzione ordini, ricezione e trasmissione ordini e gestione di portafogli) e nel caso di operazioni che possono determinare perdite superiori al valore dell'investimento, la soglia di perdita oltre la quale avvertire il cliente;

- la remunerazione dell'intermediario e gli incentivi da esso ricevuti;

- la possibilità di prestare, in connessione al servizio offerto, la consulenza in materia di investimenti; - le eventuali procedure di conciliazione e di arbitrato in caso di controversie.

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Casi di conflitti d’interesse si verificano quando la banca ottiene un guadagno o evita una perdita spese del cliente, oppure quando riceve un incentivo per favorire gli interessi di un cliente a discapito di un altro.