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PRODOTTI A DENOMINAZIONE

Nel documento L'agricoltura nel Lazio in cifre. 2011 (pagine 73-79)

Denominazioni d’origine protetta

Il Lazio vanta eccellenze alimentari di pregio che, grazie al riconoscimento nel novero dell’IGP della Porchetta di Aric- cia e del Prosciutto Amatriciano, hanno fatto salire a ben 23 i prodotti a denomi- nazione protetta della regione. Il paniere laziale, infatti, da solo ricopre il 34,8% delle DOP/IGP delle regioni del Centro, e il 9,8% di quello nazionale.

A conferma della vocazione nostrana per la qualità si segnalano alcuni prodotti in attesa del riconoscimento comunitario, (Reg. CE n. 510/06, art. 5), tra cui la car- ne fresca “Agnello del Centro Italia” IGP, il “Vitellone bianco dell’Appennino Cen- trale” IGP, la “Mortadella Bologna” IGP e “Salamini italiani alla cacciatora” DOP. Tra i formaggi si contano la “Mozzarella di Bufala Campana” DOP, la “Ricotta di Bufala Campana” DOP e il “Pecorino To- scano” DOP.

Come determinato dalla legislazione co- munitaria e nazionale, l’areale di ciascun

Prodotti DOP e IGP: superficie e strutture produttive*, 2010 (000)

Superficie (ha) Aziende agricole Allevamenti Trasformatori

Lazio Centro Italia

4,8 67,2 2,7 1,2 4,3 47,1 0,3 1,7 6,6 18,4 79,5 147,5

*Un’azienda agricola può condurre uno o più allevamenti, un trasformatore può svolgere una o più attività di trasformazione. Fonte: elaborazioni su dati Istat

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tore, non solo per la capacità di immettere sul mercato derrate qualitativamente con- trollate, ma anche in termini di incremen- to del fatturato. Infatti, il volume di affari DOP e IGP del Lazio è stimato intorno agli 800 milioni di euro, pari a più del 15% del totale Italia, con formaggi e salumi che totalizzano complessivamente oltre il 90% dei ricavi regionali (fonte Qualivita, 2010). A confermare questo dato l’aumento del 9,4% rispetto all’anno precedente della superficie dedicata alle colture di qualità certificata. Nel 2010 ben 4.805 ettari di SAU sono stati destinati a questo genere di coltivazioni, rappresentando il 3,3% del- la superficie nazionale e il 7,2% di quella delle regioni centrali che, nel loro insieme, rappresentano circa la metà del territorio (45,5%) deputato a produzioni DOP e IGP. Nell’ambito della filiera regionale di qualità si sono registrati comportamenti differenti da parte degli operatori, a seconda del com- parto di appartenenza. Per quanto riguar- da il settore zootecnico, rispetto al 2009,

Categoria Specialità di riconoscimentoAnno

Carni

Abbacchio Romano (IGP) 2009 Porchetta di Ariccia (IGP) 2011 Prosciutto Amatriciano (IGP) 2011 Vitellone bianco dell’Appennino Centrale (IGP) 1998 Formaggi Mozzarella di Bufala Campana (DOP)Pecorino Romano (DOP) 19961996 Pecorino Toscano (DOP) 1996

Oli di oliva

Canino (DOP) 1996 Colline Pomtine (DOP) 2010 Sabina (DOP) 1996 Tuscia (DOP) 2005

Ortofrutticoli

Carciofo Romanesco del Lazio (IGP) 2002 Castagna di Valleranno (DOP) 2009 Fagiolo Cannellino di Atina (DOP) 2010 Kiwi Latina (IGP) 2004 Nocciola Romana (DOP) 2009 Peperone di Pontecorvo (DOP) 2010 Sedano Bianco di Sperlonga (IGP) 2010 Salumi Mortadella Bologna (IGP) 1998 Salamini italiani alla cacciatora (DOP) 2001 Prodotti lattiero-caseari Ricotta di Bufala Campana (DOP) 2010 Ricotta Romana (DOP) 2005 Prodotti di Panetteria Pane Casareccio di Genzano (IGP) 1997

Il paniere Lazio per categoria di prodotto e anno di riconoscimento della DOP/IGP

nel 2010 si è registrata una contrazione degli allevamenti pari al -8,8%. Più stabi- le è stata la performance nel settore delle aziende agricole con un piccolo aumento dello 0,4%. Complessivamente, c’è stato un aumento del 5,1 % degli operatori im- pegnati nel settore DOP e IGP, suddivisi in 2.172 aziende agricole che rappresentano il 3,4% del totale nazionale, 1.164 aziende zootecniche, ovvero il 2,5% del totale delle regioni italiane, e 298 aziende di trasfor- mazione del prodotto che equivalgono al 4,5% del totale della penisola, di quest’ul- timo dato va sottolineato che c’è stato un incremento nell’ultimo anno del 30,7%.

I vini DOP e IGP

Con il riconoscimento delle due nuove DOCG “Frascati Superiore” e Cannellino di Frascati” i vini laziali certificati sono diventati 36, assegnando ulteriore presti- gio alle eccellenze vitivinicole del territo- rio. La propensione della regione verso le produzioni di qualità è molto alta, nel com-

DOCG* DOC** IGT 3 19 56 27 94 329 6 19 118

Lazio Centro Italia

70 Vini DOP e IGP, 2010

plesso, i vini DOCG/DOC e IGT transitati nell’apposito registro costituiscono circa il 55% del totale regionale ed equivale a 690.000 ettolitri.

La superficie vitata nel Lazio nel corso

dell’ultimo anno ha subìto una flessione del 2,4%, passando da 26.793 ettari del 2009 a 26.155 del 2010. Di questo ultimo dato bisogna tenere conto, tuttavia, che non si tratta di una vera e propria contrazione.

(1) Prodotto anche nella provincia di Roma. (2) Prodotto anche nella provincia di Latina. (3) Prodotto anche nella provincia di Frosinone. (4) Prodotto anche nella provincia di Viterbo. (5) DOC interregionale prodotta anche in Umbria (provincia di Terni). (6) Prodotto anche nelle altre province. Fonte: elaborazioni su dati MIPAAF, aggiornati al 19 ottobre 2011

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Infatti, dando un rapido sguardo ai dati degli anni precedenti vediamo come tra gli anni 2006/2008 e il 2009 c’è stata una impen- nata della superficie coltivata. Fino al 2008 il territorio coltivato a vite si è mantenuto,

più o meno in modo costante, al di sopra dei 23.000 ettari, crescendo nel 2009 di 2,3 punti percentuali rispetto al 2006. Dunque, se pure assistiamo a una leggera contrazione della coltura, in termini assoluti la porzione

di territorio dedicata alla vite negli ultimi anni ha avuto un incremento.

In particolare, è nella provincia di Roma che si concentra la maggior parte della produzio- ne; in questo territorio infatti si condensa il

(1) Prodotto anche nella provincia di Roma. (2) Prodotto anche nella provincia di Latina. (3) Prodotto anche nella provincia di Frosinone. (4) Prodotto anche nella provincia di Viterbo. (5) DOC interregionale prodotta anche in Umbria (provincia di Terni). (6) Prodotto anche nelle altre province. Fonte: elaborazioni su dati MIPAAF, aggiornati al 19 ottobre 2011

Provincia DOP (DOCG) DOP (DOC) IGP (IGT)

Frosinone Cesanese del Piglio o Piglio Atina Anagni, Civitella d’Agliano (6), Frusinate o del Frusinate, Lazio (6) Latina Aprilia (1), Circeo, Cori, Terracina o Moscato di Terracina

Rieti Colli della Sabina (1)

Roma Cannellino di Frascati, Frascati Superiore

Bianco Capena, Castelli Romani (2), Cerveteri (4), Cesanese di Affile o Affile, Cesanese di Olevano Romano o Oleveno Romano, Colli Albani, Colli Lanuvini, Frascati, Genazzano (3), Marino, Montecompatri Colonna o Montecompatri o Colonna, Nettuno, Roma, Tarquinia (4), Velletri (2), Zagarolo

Costa Etrusco Romana

Viterbo Aleatico di Gradoli, Colli Etruschi Viterbesi o Tuscia, Est! Est! Est!!! di Montefia-scone, Orvieto (5), Vignanello Colli Cimini

46% degli ettari coltivati a vite e si realizza il 48,5% della produzione regionale di vino. Per quanto riguarda la produzione, rispetto al 2009, si registra un ridimensionamento del 17,5%, confermando il trend discendente dell’ultimo quinquennio. I vini bianchi, che rappresentano la tradizionale vocazione del- la regione (74% della gamma totale di vini), si sono contratti del 36% a fronte di un mo- desto incremento dei vini rossi (+4,5%). Le etichette DOCG/DOC si sono quasi dimezzate subendo una recessione del 47%, mentre la produzione dei vini IGT è scesa di oltre il 30%, tengono invece i vini da tavola. Questo calo, tuttavia, rientra nella più gene- rale situazione, che ha colpito a livello nazio- nale, tutto il settore dei consumi alimentari.

Prodotti tradizionali e valorizzazione del- le tipicità locali

Con 374 prodotti agro-alimentari tradizio- nali (PAT), la regione Lazio si colloca al 2° posto a livello nazionale, dopo la Toscana (462), per specialità regionali iscritte nel

registro nazionale del MIPAAF, aggiorna- to al 17 giugno 2011, le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono legate agli usi e alle tradizioni del ter- ritorio da almeno 25 anni.

I PAT laziali, che rappresentano l’8,1% dell’intero paniere italiano (4.606) e il 35,4% di quello delle regioni del Centro (1.056), una volta iscritti nel registro del Ministero, entrano a far parte dei piani di valorizzazione regionali e dei circuiti della promozione, acquisendo visibilità sul mer- cato e opportunità di commercializzazione. Le nuove eccellenze censite sono il miele di Santoreggia, la tellina del litorale romano, la pasta fresca “maccaruni” gavignanesi, la “pera spadona” di Castel Madama, la “patata tuschesa” di Rieti, l’olio monova- rietale extravergine di Olivastrone di Rieti e Roma, l’olio monovarietale extravergi- ne di Rosciola di Frosinone e Roma, e le bontà della panetteria: la “ciambella degli sposi”di Rocca di Papa e i “fiatoni” di Rieti. Proprio le specialità della panetteria e della

pasticceria hanno il peso maggiore sul to- tale dei beni di consumo alimentare laziali (40%), seguiti da ortofrutticoli freschi e trasformati (25%) e da carni e salumi (14%).

Dal punto di vista delle politiche della valo- rizzazione e della promozione dei prodotti, per dare risalto ai differenti settori agro- alimentari locali del territorio, la regione Lazio, forte della buona esperienza degli anni passati, ha stanziato, anche per l’an- nualità 2011, contributi per 2 milioni di euro, a favore dei comuni che si servono dei farmers’ market per le mense scolasti- che. Inoltre, sempre in un’ottica di rilancio delle economie locali la Regione ha dato at- tuazione alla legge sul sostegno allo svilup- po sostenibile e della valorizzazione delle attività professionali della pesca e dell’ac- quacoltura (L. 4/2008). Tra le iniziative di educazione alimentare a sostegno delle produzioni tipiche, è da segnalare il pro- gramma nazionale in cofinanziamento eu- ropeo “Frutta nelle scuole”, che nell’anno

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Preparazioni di pesci, molluschi e crostacei Paste fresche e prodotti di panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria

Prodotti ortofrutticoli Carni e salumi Formaggi Grassi (burro, margarina, oli)

Prodotti di origine animale (miele, prodotti lattiero-caseari escluso burro Condimenti e prodotti della gastronimia

Bevande analcoliche, distillati e liquori

Prodotti agro-alimentari tradizionali per categoria

Fonte: elaborazioni sull’Elenco nazionale dei prodotti agro-alimentari tradizionali del MIPAAF, Undicesima revisione (2011)

scolastico 2010/11 ha portato 3 milioni di porzioni di frutta in 302 istituti scolastici primari del Lazio, servendo un totale di 107.656 alunni.

Nel documento L'agricoltura nel Lazio in cifre. 2011 (pagine 73-79)

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