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Premessa

L’attenzione della Comunità Europea per le nuove tecnologie è risultata sempre piuttosto elevata. A partire dal sesto Programma Quadro di finanziamenti (VI Framework Programme, 2002- 2006), attraverso il settimo (VII Framework Programme, 2007-2013) e all’attuale Horizon 2020 (2014-2020), sono stati numerosi sia i singoli bandi (Call), sia le linee d’azione (Topic) proposti all’interno dei settori strategici Research and Innovation Action (RIA), Information and Commu- nication Technologies (ICT), Information Society Technologies (IST), che hanno fatto esplicita richiesta di inserimento della CG e/o del 3D modelling semi o totalmente automatizzato (quindi tramite l’utilizzo di sistemi di scansione o parametrici) al fine di migliorare sia gli aspetti docu- mentativi sia le potenzialità comunicative del patrimonio culturale continentale.

La percezione della multimedialità come veicolo privilegiato per la diffusione del sapere ha con- dotto a risultati interessanti come la progettazione e la realizzazione di network di istituzioni per la raccolta e la messa a disposizione di enormi archivi di oggetti digitali, ha permesso l’accelerazione dello sviluppo del web semantico legato ai dati (ma anche ai metadati e ai parada- ti, in accordo coi principi della Carta di Londra) relazionabili a tali oggetti, ha supportato la rea- lizzazione di studi ambiziosi su intere città antiche il cui spazio urbano è stato completamente mappato e riprodotto in 3D, completando le nuvole di punti derivate dal lavoro di acquisizione sul terreno con la modellazione degli alzati, e quindi con la realizzazione di video, tour virtuali e giochi educativi.

Negli ultimi quindici anni sono state investite decine di milioni di euro per sviluppare e promuo- vere l’uso della CG a livello continentale, e per ogni singolo progetto vincitore, dozzine di altri sono poi stati rimodulati su scala nazionale o regionale e sviluppati grazie ad altre fonti di finan- ziamento, a testimonianza di un grande interesse da parte di attori pubblici e privati e di una estrema vitalità del settore.

In questo capitolo saranno analizzati alcuni dei progetti principali finanziati in questi Programmi, cercando di comporre un quadro chiaro di come la Comunità Europea ha inteso promuovere la diffusione di questi strumenti di comunicazione a favore della comunità186.

Capitolo 3.5.1

VI Framework Programme (2002-2006)

Il sesto Programma Quadro dell’Unione Europea è stato concepito per essere il principale stru- mento di finanziamento della European Research Area (ERA) ed è stato caratterizzato da una for- te spinta al miglioramento del Research and Technological Development (RTD) come elemento essenziale per il funzionamento delle società industrializzate.

Altro obiettivo fondante del Programma è stato quello di incentivare l’interdisciplinarità e la col- laborazione transnazionale, a fronte di sfide tecnologiche e sociali che già a inizio millennio ap- parivano troppo complesse per essere affrontate da singoli enti o gruppi di ricerca, e persino da singoli stati187.

Il campo delle Humanities non compariva tra le principali aree di attività; ciononostante diversi progetti si sono concentrati sull’applicazione di nuovi metodi e tecnologie per lo studio del pa- trimonio. Questi progetti verranno affrontati complessivamente, a causa della difficoltà di repe- rimento di specifiche informazioni, problema di cui si discuterà nelle prossime pagine.

Tra i principali progetti finanziati che hanno coinvolto l’utilizzo della CG troviamo Uni-verse, il cui scopo era: “[to] create an open source Internet platform for multi-user, interactive, distributed, high-quality 3D graphics and audio for home, public and personal use. The platform will support high-quality 3D-graphics as well as high-quality 3D-audio and acoustic simulation” 188 e del qua- le, a distanza di dieci anni dalla conclusione, non c’è più traccia pubblica.

186 Come per i casi di studio precedenti, il grado di approfondimento sarà correlato alle informazioni

attualmente disponibili.

187 The sixth Framework Programme in brief, p.7 (scaricabile all’url:

https://ec.europa.eu/research/fp6/pdf/fp6-in-brief_en.pdf).

Un progetto mirato allo studio e allo sviluppo di “advanced services and applications to improve access to Europe's cultural heritage, namely to collections and artifacts of the Neanderthal spe- cies” è stato TNT (The Neanderthal Tools). Tra i risultati conseguiti spicca un portale web ospita- to da National Geographic, The ArchChannel, dedicato alla fruizione di modelli tridimensionali di reperti neanderthaliani, riguardo al quale i membri del partenariato sottolineano che: “A com- parably rich and in-depth Web portal has not been realised before – neither on the particular Neanderthal issue nor on a broader archaeological scope”189. Di questo sito non è stato possibile

reperire alcuna url, così come risulta inesistente quello di MOSAICA190, progetto che mirava a sviluppare: “a toolbox of generic technologies for intelligent presentation, knowledge based di- scovery, and interactive and creative educational experience catering for a broad variety of diver- sified cultural heritages”191.

La lista, pur non nutrita come quelle dei più recenti Programmi di finanziamento, potrebbe allun- garsi ulteriormente192. L’analisi della ricerca tecnologica per quel che riguarda il sesto Program- ma Quadro va però concentrata su un fattore comune a molti di questi progetti, sostenuti da inve- stimenti milionari, ed emerso chiaramente anche da questi pochi esempi: quello della mancata conservazione nel tempo dei mezzi di disseminazione dei risultati, primi tra tutti i siti web, di fat- to abbandonati (o persino scomparsi) dopo qualche anno, anche quando, come nel caso di TNT, avrebbero dovuto rappresentare uno dei fiori all’occhiello dell’intero iter progettuale.

Non risulta particolarmente attenuante nemmeno il caso in cui un luogo di presentazione della ricerca esiste ancora, ma è di difficile reperimento con una normale query sui motori di ricerca. Anche questo è infatti un aspetto che compromette l’efficace scambio di informazioni col pubbli- co193.

189 http://cordis.europa.eu/project/rcn/71387_en.html 190 http://www.mosaica-project.eu/

191 http://cordis.europa.eu/project/rcn/79350_en.html

192 La lista completa dei progetti finanziati dal sesto Programma Quadro nell’ambito delle Social Sciences

and Humanities è reperibile all’url:

http://cordis.europa.eu/projects/result_en?q=(relatedProgramme/programme/code%3D%27FP6- IST*%27%20OR%20relatedSubProgramme/programme/code%3D%27FP6-

IST*%27)%20AND%20contenttype%3D%27project%27%20AND%20relatedSubProgramme/programm e/relations/categories/sicCode/code%3D%27SOC%27&p=6&num=10&srt=/project/contentUpdateDate:d ecreasing

Senza entrare nel merito delle tecniche di progettazione dei siti web (che comunque dovrebbero – e dovevano, persino una dozzina di anni fa – essere tenute in considerazione) è sufficiente ricor- dare come già nel 2005, ovvero più o meno al cuore del quadriennio finanziato dal sesto Pro- gramma Quadro, le SERP (Search Engine Result Page) dei motori di ricerca, ovvero la lista dei siti web che viene visualizzata in seguito a un’interrogazione dell’utente, rispondessero alla co- siddetta regola del “triangolo d’oro”. Se non si compariva tra i primi tre risultati della ricerca dif- ficilmente si otteneva un click. Il proprio portale non veniva visitato perché, di fatto, risultava invisibile [FIG.40].

FIG.40 Esempio di SERP di Google del 2005. Solo i primi tre o quattro risultati della prima pagina di ricerca veniva- no sondati dagli utenti (http://blog.tagliaerbe.com/2014/10/evoluzione-serp-google.html).

portali degli enti partner, ma spesso risultano frammentate e parziali (ogni membro del partenariato tende a dare spazio alla propria “fetta” di progetto, al – o ai – work package di cui è stato responsabile) e relegate in sottosezioni del sito difficilmente individuabili se non si sa esattamente dove e cosa cercare.

Questa tendenza è mutata nel tempo assieme alle abitudini degli utenti e ai cambiamenti negli algoritmi dei motori di ricerca; tuttavia, anche le indagini più aggiornate, mostrano che è ancora la sola prima pagina delle SERP a risultare interessante194 in termini di visibilità (FIG.41). Se un

sito non appare nella prima pagina, le probabilità che venga visitato sono scarse.

FIG.41 Esempio di distribuzione dei click nella prima pagina dei risultati di Google nel 2014 (http://blog.tagliaerbe.com/2014/10/evoluzione-serp-google.html).

Queste considerazioni non sono affatto distanti da quanto attiene all’uso della CG e dell’informatica in generale per assicurare una migliore penetrazione pubblica della conoscenza sul patrimonio culturale. È piuttosto incoerente (e di scarsa utilità) sviluppare un progetto basato su “ground-breaking technologies” (dicitura molto frequente negli abstract dei progetti europei e

194 Oltre al posizionamento del proprio sito è fondamentale il testo che compare immediatamente sotto al

titolo, la metadescription. Gli utenti scorrono infatti la lista dei risultati dedicando mediamente pochi secondi a ogni risultato. Se la descrizione dei contenuti del sito non è di immediata chiarezza il sito non ottiene click. Si veda su questo Buscher et al 2010.

nelle stesse call) e disinteressarsi alla sua divulgazione oltre i limiti temporali imposti dai contrat- ti con l’UE195.

La conservazione del digitale – in rete come su supporti locali – è questione annosa e ancora non risolta, il cui superamento è tuttora affidato più alla lungimiranza del singolo che a una progettua- lità diffusa196. Per quel che riguarda il nostro paese, ad esempio, ciò significa che le amministra- zioni pubbliche dovrebbero cominciare a confrontarsi con la questione della conservazione degli archivi generati direttamente in formato digitale, oltre che sulla digitalizzazione di quelli cartacei. Ad oggi le preiscrizioni in questo senso restano ancora, né e più né meno, quelle introdotte dal Dpr n. 1069 del 1963197.

Progetti di ampia portata (sia economica che scientifica), che spesso hanno puntato all’introduzione di nuove metodologie e nuovi strumenti, dovrebbero avere nella sostenibilità uno dei fattori fondanti a giustificazione del loro essere. In questo è da rilevare la maggiore criticità nel quadro dei finanziamenti del sesto Programma Quadro, almeno per ciò che attiene al settore delle Humanities.

Capitolo 3.5.2

VII Framework Programme (2007 – 2013)

Il budget complessivo assegnato al settimo Programma Quadro di finanziamento è stato di 50 mi- liardi di Euro, destinati ad attività che favorissero occupazione, competitività e la permanenza dell’Europa quale leader nell’“economia globale della conoscenza”198. Le attività finanziate do-

195 È difficile individuare le cause di questa mancata manutenzione dei portali web dedicati ai progetti, che

di certo sono stati sviluppati ma, forse, non adeguatamente controllati, quanto meno nel lungo periodo. Il contratto tra Unione Europea e partenariati vincitori del sesto Programma Quadro, prevedeva infatti un’esplicita menzione alle tempistiche entro cui gli sviluppatori del progetto dovevano adoperarsi per la diffusione dei risultati, ma nulla riguardo all’obbligo di un loro mantenimento nel tempo (“i contraenti provvedono affinché le conoscenze siano divulgate entro due anni dalla conclusione del progetto”, Model Contract, Allegato 2, Condizioni generali, II.34 Utilizzazione e diffusione, capo 2. Disponibile per il download all’url: https://ec.europa.eu/research/fp6/model-contract/pdf/a2gene-condi_it.pdf). Per una panoramica sui principali metodi di conservazione dei contenuti digitali, dalla realizzazione di “musei delle tecnologie” ai sistemi di migrazione ed emulazione si veda Guercio 2013, pp. 36 sg.

196 Guercio 2013, pp.200-201.

197 Si veda su questo Vitali 2010, p.38.

vevano possedere, al di là del valore scientifico, anche un “valore europeo”199, ovvero ricadute benefiche sull’intera società continentale. Esisteva inoltre, in questo Programma, anche un livello di progettazione personale, ovvero la possibilità di rispondere alle call senza far parte di un par- tenariato, al contrario del precedente in cui si mirava esplicitamente alla cooperazione. Scopo di- chiarato di questa scelta era quello di favorire la competizione tra ricercatori200.

Sul fronte dello studio del patrimonio con ausilio di oggetti tridimensionali, si registra col settimo Programma una grande proliferazione di proposte per lo sviluppo di nuovi metodi di acquisizione di dati spaziali, e per la una loro fruizione via web mirata alla creazione di reti per interconnettere e uniformare le procedure di studio e catalogazione dei dati201.

Se sul fronte della riproduzione semi o automatizzata di oggetti abbiamo avuto un certo fermento, l’utilizzo della CG per riprodurre, ad esempio, contesti non più esistenti, è risultato piuttosto limi- tato tra i molti proposal finanziati nel settore delle Humanities. Tra questi spiccano per comples- sità e articolazione il progetto Radio-Past e il circuito V-Must202.

Capitolo 3.5.2.1