FABIANI LORETTA
Docente Laureata in Scienze motorie(SUISM – Torino)
Docente Formatore della Scuola dello Sport del CONI per l’Area METODOLOGICO-DIDATTICA Docente membro del Comitato Tecnico Scientifico della Scuola Regionale dello Sport CONI Piemonte
Consulente Specializzato nelle Attività Motorie per la Scuola dell’Infanzia & Primaria Docente di Educazione Fisica nella Scuola Superiore
Esperta nei processi Educativi in Adolescenza
Email: fabiloretta@libero.it
Dalla Guida FIP-Piemonte 2012
Modulo 4 : Metodologia dell’insegnamento sportivo (4 ore)
Il profilo e le competenze dell’allievo allenatore
• Concetti principali della metodologia dell’insegnamento
• Il ruolo del tecnico come facilitatore dell’apprendimento: cenni sui processi di apprendimento • Come comunicare efficacemente con gli allievi
• L’uso didattico della comunicazione: spiegare, dimostrare, correggere • Cenni sulla motivazione
L'efficacia di un tecnico di qualsiasi disciplina sportiva è fortemente condizionata dalla propria capacità di insegnare. Il tecnico deve essere consapevole che non bastano le conoscenze tecniche,anche le più avanzate su “cosa deve insegnare” se queste non sono accompagnate da indispensabili abilità applicativo-pratiche e da competenze di tipo didattico che quindi risolvano il “come insegnare”
OBIETTIVI DELL’INTERVENTO del Metodologo
FORNIRE AGLI ALLENATORI INDICAZIONI E BASI SCIENTIFICHE PER: - essere tecnici COMPETENTI
- conoscere meglio gli aspetti didattici legati alla somministrazione dell’allenamento - favorire i processi di apprendimento-insegnamento
- comunicare in modo efficace e didatticamente adeguato - motivare i propri atleti
PERCHE’ NON BASTA “SAPERE”?
ESISTE UNA FORTE INTERAZIONE TRA PROCESSI PSICOLOGICI E PROCESSI DI APPRENDIMENTO MOTORIO.Essa quindi non va affrontata in modo generico!
Spesso INVECE questo avviene e non sulla base di una strategia o di un progetto metodologico consapevole
DEFINIRE UN PROFILO DI COMPETENZA che poggi su CONCETTI METODOLOGICI - DEFINIZIONE DEL PROPRIO RUOLO
- FUNZIONE DIDATTICO-EDUCATIVA
- ASSUNZIONE E CONTROLLO DEGLI ATTEGGIAMENTI - CIRCOLARITA’ APPRENDIMENTO/INSEGNAMENTO - EMPATIA ED ASPETTI RELAZIONALI
FARE L’ALLENATORE? OPPURE ESSERE ALLENATORE?
Saper fare Saper essere Compiti Atteggiamenti Ruolo Capacità comunicative Funzione Capacità relazionali
IL RUOLO
L’istruttore è un TECNICO,ma è soprattutto un EDUCATORE :
suo compito è EDUCARE perchè attraverso lo SPORT si realizza una FUNZIONE EDUCATIVA. Attraverso lo sport l’atleta APPRENDE perché:
- riesce ad esprimersi
- acquisisce autonomia, coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti - deve impegnarsi per poter realizzare obiettivi stabiliti e condvisi
- ha l’opportunità di ricevere gratificazioni fisiche e mentali - si rapporta con se stesso e con altri
- rispetta le regole
GLI ATTEGGIAMENTI
Conoscenze e competenze TECNICHE acquisite da tempo a volte ci portano ad agire senza mai porci degli interrogativi sul COME STIAMO INSEGNANDO?
- saper osservare e correggere - incoraggiare e sostenere - creare empatia
- sostenere atteggiamenti positivi verso il contesto organizzativo ed istituzionale in cui si opera
CONCETTI PRINCIPALI DI METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO Sia in allenamento che in gara si devono CREARE CONDIZIONI OTTIMALI E’ fondamentale quindi :
- escogitare soluzioni di apprendimento - suggerire comportamenti
- pianificare interventi
- valutare adeguatezza dei mezzi - scegliere bene i METODI da utilizzare
I METODI DIDATTICI
I metodi didattici sono procedure d’insegnamento finalizzate a far conseguire a chi apprende gli obiettivi programmati.
I metodi didattici hanno la funzione di creare le migliori condizioni per consentire i processi di sviluppo e di apprendimento
METODI DEDUTTIVI
È centrato sulle capacità dell’istruttore che propone sequenze didattiche - metodo prescrittivo-direttivo
- metodo misto = sintesi/analisi/sintesi - metodo dell'assegnazione dei compiti
METODI INDUTTIVI
È centrato sulle risposte dell’atleta a stimoli dati dall’allenatore - metodo della risoluzione dei problemi
- metodo della scoperta guidata - metodo della libera esplorazione
SCELTA DEL METODO
Il metodo deve sempre tenere conto delle variabili di contesto - caratteristiche di ciascun bambino
- caratteristiche dell'ambiente - tempistica
- tipologia dei materiali a disposizione - livello di competenza personale raggiunto - da colui che insegna
PRINCIPI METODOLOGICI DI RIFERIMENTO - individualità
- trasversalità - contestualizzazione - regia
- riconoscimento dei ruoli - GLOBALITA’
- VARIABILITA’
GRADUALITA’& GLOBALITA’
•progredire nell'insegnamento, dal semplice al complesso, dal facile al difficile, dal globale all'analitico •aumentare il numero delle abilità tecniche individuali
VARIABILITA’
ATTRAVERSO LA CONOSCENZA DEI METODI,
LA LORO CORRETTA APPLICAZIONE SI REALIZZA “APPRENDIMENTO”
“Attività diretta, specificamente, all’acquisizione e al perfezionamento di conoscenze e capacità”
(Meinel, 1984)
“Processo dinamico d’interazione nel quale (…) l’allievo non deve solo ricevere, ma deve portare il suo contributo”
(Madella, 1993)
L’APPRENDIMENTO MOTORIO
L’apprendimento motorio può essere definito come un insieme di PROCESSI associati con l’esercizio o l’esperienza che determina un CAMBIAMENTO relativamente permanente nella PRESTAZIONE Definiamolo meglio
- È un processo:acquisizione della capacità di eseguire delle abilità - È la conseguenza di esercizio e di esperienza
- Non è osservabile direttamente
- I cambiamenti devono essere PERMANENTI perché ci sia apprendimento
ATTENZIONE AGLI INDICATORI DI APPRENDIMENTO Caratteristiche della prestazione che indicano apprendimento: MIGLIORAMENTO - COSTANZA
PERSISTENZA - ADATTABILITA
Al fine di realizzare un APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO
L’APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO segue il PRINCIPIO DEL CARICO MOTORIO
Lega to alla quantità,qualità,significatività delle attività motorie programmate ed attivate atraverso sistemi POLIVALENTI (ASPETTI METODOLOGICI)e MULTILATERALI. (ASPETTI DIDATTICI).
COME FACILITARE L’APPRENDIMENTO SPORTIVO
- contribuendo allo sviluppo funzionale e motorio - sollecitando le funzioni vitali
- lavorando in modo accessibile a tutti - coinvolgendo la sfera affettiva - incidendo sulla relazione
FORMULARE ADEGUATAMENTE GLI OBIETTIVI - chiari, non equivocabili
- raggiungibili, ma elevati - giustificati
- non troppo lontani nel tempo
- legati ed inseriti nel contesto della vita dell’atleta - analizzati e calibrati nella difficoltà
Attraverso una COMUNICAZIONE EFFICACE
Il rapporto istruttore /atleta non si fonda sulle competenze disciplinari, ma sulla COMUNICAZIONE
LA COMUNICAZIONE NON-VERBALE
La comunicazione avviene attraverso i nostri comportamenti quando interagiamo con le altre persone, quindi:attenzione perchè QUALSIASI COMPORTAMENTO È COMUNICAZIONE
I PARAMETRI DELLA COMUNICAZIONE
La comunicazione si avvale sempre di tre parametri di riferimento: - il contesto in cui avviene
- il contenuto - la relazione
Tener presente che …
- ogni individuo ha il proprio modo di trasmettere e di ricevere informazioni, durante uno scambio di
- comunicazioni tende ad utilizzare il canale preferenziale
- affinché ci sia comprensione, è necessario che emittente e ricevente utilizzino la stessa frequenza
- se il canale non è lo stesso e facile che il messaggio sia mal percepito, deformato o trasformato.
EFFICACIA DELLA COMUNICAZIONE
- Capacità di comunicare in termini di possesso di conoscenze e competenze linguistiche e culturali di base
- Abilità nel comunicare in termini di attitudine e abitudine ad esprimere un sapere specifico in forma appropriata
LA COMUNICAZIONE DIDATTICA - LA SPIEGAZIONE
Attenzione nel dare indicazioni tecniche: perché un atleta trasforma in azioni solo le spiegazioni, le indicazioni e le istruzioni che riesce a comprendere e quindi ad assimilare mentalmente
REQUISITI DELLE INFORMAZIONI date agli ATLETI Le informazioni devono essere:
- chiare e lineari
- separate dalle opinioni personali - espresse in modo personale - appropriate all’età ed al momento - inequivocabili
… è necessario sapere poi se l’informazione è stata compresa dall’atleta …
CRITERI DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE
- essere consapevoli di insegnare qualcosa a qualcuno - contribuire alla costruzione dell’autostima degli atleti - considerare i bisogni individuali e del gruppo
- motivare adeguatamente gli atleti
- comprendere le relazioni interpersonali tra gli atleti e non ignorarle - porsi in relazione d’aiuto di tipo asimmetrico e responsabile
QUANDO LA COMUNICAZIONE TRA ALLENATORE ed ATLETA E’ POSITIVA - richiama la giusta concentrazione
- migliora la coesione del gruppo - crea emozioni positive
- rinforza la motivazione
Che cosa si intende per MOTIVAZIONE?
“La motivazione è l’agente psicologico,fisiologico e cognitivo che guida il comportamento individuale verso uno scopo”
LA MOTIVAZIONE
La motivazione influisce su: ciò che facciamo - quanto tempo ci mettiamo per farlo - come lo facciamo
Quali metodologie sono motivanti?
Non esistono metodologie motivanti in se stesse, ma Il piacere è un forte AGENTE MOTIVANTE.
Pertanto sarà cura dell’Allenatore applicare delle metodologie finalizzate al conseguimento del successo e alla
piacevolezza dell’ apprendimento.
COME PROCEDERE PER RENDERE MOTIVANTI LE ATTIVITA’? - determinando degli obiettivi raggiungibili
- mettendo in rapporto il livello di abilità dell’atleta con il grado di difficoltà del compito - rendendo l’allenamento molto vario e stimolante
- dando ad ogni atleta delle risposte coinvolgenti - offrendo l’opportunità di svolgere attività stimolanti - non dando ogni volta una valutazione alle prestazioni - insegnare agli atleti a stabilire mete realistiche
RENDERE COMPETENTE L’ATLETA PER MOTIVARLO MAGGIORMENTE L’atleta dovrebbe essere pertanto stimolato a “imparare dai suoi errori”
- sviluppando abilità cognitive generalizzabili, cioè TRASFERIBILI ad un’ampia gamma di situazioni
- prendendo decisioni sul COME affrontare un problema piuttosto che sul cosa fare attraverso una buona relazione atleta/allenatore
UALE RELAZIONE TRA ALLENATORE ed ATLETA?
Una buona relazione atleta-allenatore è tale quando ciascuno individua e riconosce il campo di conoscenze e di abilità dell'altro
QUANDO ESISTE UN BUON RAPPORTO ATLETA-ALLENATORE L’allenatore
- crea un clima positivo verso l’allenamento - assicura obiettivi specifici per ogni allenamento
- fornisce riconoscimenti in relazione all’impegno in allenamento e in gara
COME COSTRUIRE QUESTO RAPPORTO Un allenatore deve essere in grado di:
- trasmettere messaggi che stimolino autonomia e collaborazione - garantire la qualità del percorso dei suoi atleti
- coinvolgere in prima persona
- considerare tutti gli aspetti dello sviluppo del bambino - comunicare in maniera efficace
- essere credibile
La leadership dell’allenatore si esplica attraverso:
- COMPETENZA ED AUTEREVOLEZZA “SUL CAMPO”
- Acquisizione e miglioramento delle competenze sportive degli atleti - Mantenimento della disciplina
- Condivisione di finalità ed obiettivi con la propria Società Sportiva - Motivazione degli atleti
CARATTERISTICHE DI UNA BUONA LEADERSHIP - Essere diretti
- Fornire istruzioni tecniche complete e specifiche - Esprimersi in modo personale
- Essere coerente e chiaro - Mantenere la disciplina
- Mantenere separati i fatti dalle opinioni - Essere focalizzati sull’obiettivo
- Essere immediati e tempestivi nelle risposte
- Fornire messaggi senza significati impliciti o nascosti - Essere incoraggianti
- Essere efficaci, con poche parole e non ridondanti
- Verificare che il messaggio sia stato compreso da chi ascolta - Valorizzare tutti gli atleti
- Conoscere la differenza tra intensità ed emotività
- Rimproverare (critiche) in privato e lodare(enfasi positiva) in pubblico - Separare l’errore dalla persona