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Capitolo 3 – Esperienze collaborative sul (e per il) territorio piemontese

5.1 Progetto Paesaggio Condiviso del Comune di Verrone

C: “[…] avevo chiesto di citare nel questionario alcuni interventi portati a termine oppure ancora in programma in merito agli argomenti trattati e voi avevate citato il Progetto Paesaggio condiviso, che già solo dal titolo sembra interessante. Può parlarmene?”

S: “Sì. è stato un Interreg Italia-Svizzera e si chiamava Paesaggio Condiviso perché la cittadinanza è stata chiamata a partecipare ad assemblee pubbliche per rendersi parte attiva nella trasformazione del nostro territorio.”

Questo progetto è stato proposto e svolto dal Comune di Verrone (BI) e l’intervista ha coinvolto il Sindaco del Comune che ha suggerito di prendere contatto anche con l’ente che si è occupato

135 dell’implementazione del progetto, ossia l’Osservatorio del Biellese Beni culturali e paesaggio.

Successivamente, quindi è stata condotta un’intervista anche con questo Ente, il quale si è occupato di coordinare concretamente il progetto Paesaggio Condiviso. Si riporta quindi anche un passaggio – centrale nel tema di questo elaborato – di questa seconda intervista:

V2: “la convenzione Considera il paesaggio l’ambiente di vita in cui siamo tutti immersi, al di là della sua qualità. L’obiettivo della Convenzione è mettere in pratica un processo decisionale pubblico che parte dal basso, parte dalla percezione che hanno gli abitanti di quel luogo prima ancora delle politiche. Le politiche vengono dopo; e ha come obiettivo la conservazione, la gestione quotidiana ma anche la trasformazione del paesaggio quando questa è necessaria per la qualità.”

Questo Progetto quindi, si inserisce in questo contesto: promuovere la partecipazione dal basso per la trasformazione del territorio secondo la percezione227 dei cittadini. Sembra calzare a pennello con quanto affermato nel secondo capitolo. Si andrà ora ad approfondire maggiormente nel dettaglio tale esperienza.228

Ci sono alcune parole chiave in questo caso: scuole, mappe di comunità e multidisciplinarietà.

Procedendo con ordine, l’aspetto che maggiormente ha incuriosito di questo progetto è che esso è stato proposto ai cittadini adulti, ma anche ai più giovani: è stato infatti portato e sviluppato nelle scuole. La condivisione, quindi, in questo caso, è avvenuta non sono in maniera intergenerazionale, ma anche internazionale: le stesse azioni che tratteggeranno il percorso italiano sono state svolte in maniera parallela nel Cantone svizzero in cui si è svolto l’Interreg229 (località ticinese della Valle del Muggio), ovviamente ciascuno seguendo le peculiarità e le identità del proprio territorio.

È essenziale sottolineare l’aspetto intergenerazionale: esso è tornato più volte all’interno dell’elaborato e qui, finalmente, se ha attuazione. Si concede in questo modo ai cittadini del futuro di disegnare il proprio futuro.

Si è usato il verbo disegnare non casualmente. Questo conduce alla seconda espressione chiave:

mappa di comunità. Come spiega V2, le mappe sono degli strumenti intermedi, poste a metà nel percorso che conduce la percezione del cittadino a concretizzarsi (o trovare ascolto) all’interno delle decisioni amministrative nei piani regolatori (chiamati Piano Direttori).

227 F. Balletti, S. Soppa, La “percezione sociale” nelle politiche urbane e nei processi di piano e di progetto, XII Conferenza nazionale Società degli urbanisti, Febbraio 2009.

228 Tutte le informazioni e i dati riportati in questo sotto-paragrafo sono stati tratti da documenti forniti dal Sindaco di Verrone e dal sito dell’ente coordinatore del progetto: l’Osservatorio del Biellese Beni culturali e paesaggio www.osservatoriobiellesepaesaggio.org.

229 Il progetto infatti è stato finanziato dal programma di Cooperazione Transfrontaliera Interreg Italia-Svizzera 2007-2013.

136 Queste mappe contengono simultaneamente due elementi: la percezione attuale e le proposte future.230 In sostanza, le mappe di comunità sono in grado di mettere in evidenza l’identità (o le identità) di un luogo, per cogliere le potenzialità ed essere in grado di formulare obiettivi di sviluppo (paesaggistico). Sono proprio queste proposte che saranno presentate all’Amministrazione.

Contestualmente alla creazione delle mappe di comunità sono state svolte delle assemblee cittadine231 pubbliche. In questo caso, preme sottolineare nuovamente una zona d’ombra portata a galla dal Sindaco di Verrone:

S:”Non c’è stata tutta questa risposta, le persone sono ancora abituate a ricevere, non a partecipare.

Noi però l’abbiamo portato avanti lo stesso.”

Questo, almeno nell’ottica di questo elaborato, conferma che le pratiche partecipative hanno bisogno di un preventivo cambiamento culturale per essere introdotte in maniera efficace (Vedi Capitolo 1); nel caso in esame, il cambiamento deve venire ancora dalla cittadinanza.

Le assemblee hanno avuto diverse funzioni, racchiuse in quattro termini che sono, tra loro, consequenziali: riconoscere, capire, immaginare e scegliere. Questi termini hanno accompagnato il percorso intrapreso dal comune di Verrone. In sintesi, in primo luogo si sono svolte delle camminate esplorative nel territorio, per scoprirlo (o riscoprirlo) e lasciarsi guidare dalle sensazioni e percezioni; in secondo luogo, si sono approfonditi alcuni temi precisi (geologia, aspetti naturalistici, archeologia, urbanistica, agricoltura, industria ecc.)232. In seguito, si è passati alla fase più concreta di progettazione, attraverso il disegno delle mappe di comunità, ed infine si è deciso quale intervento a breve termine proporre alla Pubblica amministrazione ed implementare.

230 “Le esplorazioni del paesaggio hanno prodotto mappe di comunità dove emergono i legami tra le persone e i luoghi, piano direttori che descrivono le aspirazioni degli abitanti per il loro territorio, piccoli interventi che le traducono in fatti, portando a compimento la sperimentazione di un nuovo processo decisionale pubblico che trova nella Convenzione europea del paesaggio il principale riferimento normativo”. Dal vissuto alle mappe di comunità, Libretto rosso, www.osservatoriobiellesepaesaggio.org.

231 Tra la letteratura di riferimento si cita: L. Cataldi, Le politiche partecipative in Piemonte e Lombardia. Evidenze empiriche, SISP, XXI Congresso, 2007; U. Allegretti, Il cammino accidentato di un principio costituzionale: quaranta anni di pratiche partecipative in Italia. RIVISTA N°: 1/2011, AIC, 2011; L. Bobbio, G. Pomatto, Modelli di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte pubbliche, 2007; L. Bobbio, Dilemmi della democrazia partecipativa, in L. Bobbio, in Democrazia e diritto 4/2006; S. Ravazzi, Quando i cittadini decidono , Rivista Italiana di Politiche Pubbliche, Rivisteweb, Agosto 2006, www.rivisteweb.it; D. Giannetti, R. Lewanski, Inclusione, efficacia e qualit`a della deliberazione: uno studio di caso, Rivista Italiana di Politiche Pubbliche, Agosto 2007, Rivisteweb, www.rivisteweb.it; L. Bobbio (a cura di), Amministrare con i cittadini. Viaggio tra le pratiche di partecipazione in Italia, Rubettino, 2007; S.Ravazzi, Deliberazione e mutamento delle preferenze: un’analisi qualitativa, Rivista Italiana di Politiche Pubbliche Fascicolo 2, Agosto 2007, Rivisteweb, www.rivisteweb.it; James L. Creighton, The public participation handbook making better decisions through citizen involvement, Jossey-Bass, 2005; G. Marchionna, La democrazia deliberativa. Teoria e prassi della partecipazione popolare alle scelte di governo al tempo della crisi della politica, dei partiti e delle istituzioni, Quaderno Fondazione G. Brodolini, Studi e ricerche, Novembre 2016, www.fondazionebrodolini.it.

232 Dal vissuto alle mappe di comunità, Libretto rosso, www.osservatoriobiellesepaesaggio.org.

137 Nel caso di Verrone si è scelto come obiettivo a breve termine in veste di restituzione alla cittadinanza un percorso pedonale dal Comune fino alla Baraggia, una vasta area naturalistica limitrofa al territorio. Ad esso si aggiungono altri interventi a lungo termine esposti in un report che riveste il ruolo della linea di congiunzione tra l’aspetto sociale-cittadino (la mappa di comunità) e quello amministrativo (i piani regolatori)233:

- Prevedere un progetto a lungo termine per la riqualifica della zona che si estende attorno a Strada Trossi (l’asse viario che attraversa il Comune) in maniera da dare una nuova destinazione d’uso a fabbricati abbandonati e mantenere un rapporto sostenibile tra area industriale e area naturale-boscata, due patrimoni del territorio;

- Favorire e promuovere la viabilità rurale (mobilità dolce). Una proposta sarebbe quella di chiudere la circolazione ai veicoli a motore nei giorni festivi, per favorire le passeggiate e le uscite in bicicletta, evitando che la compresenza dei due modelli di viabilità diventi pericoloso per i cittadini;

- Valorizzare e preservare le zone rurali e boschive del territorio;

- Valorizzare, custodire e preservare gli edifici di rilevanza storica;

- Area sportiva: si tratterebbe di agevolare il collegamento tra la Baraggia e il polo sportivo della zona mediante un sottopasso. In questo caso, sebbene sia ovvia la funzionalità e le potenzialità per il territorio e i cittadini racchiuse in questo intervento, c’è anche da tenere presente che spesso i sottopassi sono luoghi che richiamano usi impropri, si prevede quindi di attivare dei sistemi di controllo e illuminazione;

- Nuovi insediamenti abitativi in ottica sia funzionale sia paesaggistica: dovrebbero quindi rispettare i caratteri rurali del paesaggio circostante.

Ad esse si aggiungono le Proposte dei bambini:

“A. Creare isole ecologiche che consentano di nascondere i bidoni dell’immondizia. B. Utilizzare colori più vivaci per le costruzioni del centro storico (ad es. il Castello dei Vialardi di Verrone). Da un punto di vista del restauro architettonico, questo suggerimento non è ovviamente applicabile; ciò consente però di soffermarsi su di un aspetto: la necessità di avere un piano del colore comunale. C. Disporre un filare di alberi lungo la strada della Cassinona, così da mascherare il vicino raccordo stradale (vedi scheda 2 - punto D). D. L’interesse e l’entusiasmo dei bambini si amplificava notevolmente durante le escursioni.

L’Assemblea ha dunque pensato di impiegare l’area agricola di San Rocco come aula verde”234

Anche attraverso la sola lettura della documentazione, si può apprezzare il carattere partecipativo della sua stesura: si nota che le proposte sono state fatte da chi i luoghi li conosce.

233 L’anello mancante, Libretto verde, www.osservatoriobiellesepaesaggio.org.

234 L’anello mancante, Libretto verde, www.osservatoriobiellesepaesaggio.org.

138 Quindi, questo primo esempio si inserisce nella fase programmatica che, sebbene al di fuori di quanto prescritto dal CTS, è stata svolta e attuata con successo. Si spera quindi di poterne vedere i frutti a lungo termine.