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Programma di formazione e aggiornamento dei professionisti e degli operatori

5. FORMAZIONE DI RETE

5.1. Programma di formazione e aggiornamento dei professionisti e degli operatori

5.1.1. Modalità di erogazione delle attività formative e di aggiornamento

La formazione e l’aggiornamento possono essere forniti in vari modi. Il sistema più tradizionale è quello frontale: percorsi formativi, Congressi e Conferenze di varie dimensioni che rappresentano momenti rilevanti di aggiornamento in quanto consentono di confrontarsi con relatori spesso di elevato livello culturale, ma sono limitati dal punto di vista dell’interattività. L’aggiornamento fornito dalle reti deve invece caratterizzarsi per l’interattività e deve diventare motore di iniziative ECM regionali (o interregionali) che favoriscono processi di aggiornamento personalizzati o per piccoli gruppi. L’obiettivo finale, oltre al mero aggiornamento deve essere quello della omogeneizzazione dei percorsi diagnostico terapeutici in ambito regionale garantendo l’accesso alle terapie più appropriate.

Queste sono le iniziative che devono essere privilegiate:

a. Training individualizzato: Nell’ambito della rete vengono identificati centri e/o gruppi

con competenze specifiche che vengono diffuse agli altri centri con stages mirati indivi-duali o a piccoli gruppi.

b. Gruppi di miglioramento. Si tratta di interazione fra soggetti generalmente di pari livello

che porta ad un approfondimento delle conoscenze ed è fondamentale nella produzione e nell’aggiornamento dei percorsi diagnostico terapeutici. La rete dovrebbe favorire, ove indicato, l’interdisciplinarietà.

c. Attività di ricerca. La partecipazione alla ricerca clinica e traslazionale deve essere

con-siderata parte importante dell’aggiornamento professionale. L’organizzazione in rete deve consentire la più ampia partecipazione delle strutture afferenti a progetti di ricerca. Questo può avvenire sia in modo paritetico fra le varie strutture per progetti non particolarmente impegnativi sia attraverso la creazione di centri Hub di centri Spoke.

d. Audit clinico assistenziale. Discussione multidisciplinare/multiprofessionale per la messa

a punto e l’aggiornamento dei PDTA. Inoltre la discussione di casi clinici paradigmatici e di situazione cliniche complesse deve rappresentare un momento fondamentale dell’ag-giornamento attraverso le reti. Questi momenti devono essere organizzati preferenzial-mente dal coordinamento centrale, e svolgersi con regolarità.

e. Auto apprendimento con FAD. Fra le varie forme di FAD la rete deve privilegiare le

forme che prevedono un ampio utilizzo del tutoraggio in quanto esso rappresenta un va-lore aggiunto (fornito dalla rete) rispetto ad altre forme di FAD.

5.1.2. Metodi e strumenti per la definizione di standard omogenei

Il coordinamento rete con la collaborazione delle più importanti strutture coinvolte (IRCCS, Università, Ospedali di insegnamento) dovrebbe possedere un proprio accreditamento ECM di tipo regionale ed attivare propri sistemi di monitoraggio:

a. Training individualizzato. La rete deve individuare il tutor a cui verrà anche demandato di

giudicare il livello di apprendimento acquisito dai discenti. Pertanto, criteri di selezione il più possibile stringenti ed oggettivi: attività scientifica, casistica, partecipazione a studi controllati.

b. Gruppi di miglioramento. Poiché si tratta di gruppi di lavoro fra pari, spesso

multidisciplinari, è necessario un controllo diretto da parte del coordinamento della rete o di una struttura delegata per il progetto. Ė necessario monitorare le presenze, verbalizzare in modo esaustivo le riunioni e prevedere un documento conclusivo.

c. Attività di ricerca. Ė prioritaria l’identificazione delle strutture che per loro natura sono più

impegnate nella ricerca (Università, IRCCS, Ospedali di insegnamento) dalle quali dovrebbero scaturire i singoli progetti. Al responsabile del progetto è demandata l’attestazione dell’attività del singolo centro od operatore utilizzando il più possibile criteri oggettivi (es. numero di pazienti inseriti in protocolli sperimentali, qualità delle CRF…). La valutazione del responsabile del progetto, da parte del coordinamento avviene anch’esso attraverso criteri oggettivi: qualità delle pubblicazioni, presentazioni a congressi, capacità di attrarre finanziamenti.

d. Audit clinico-assistenziale. Anche questa attività di formazione può essere certificata solo

attraverso un puntuale monitoraggio, identificando per ogni progetto/percorso un responsabile che certifica la presenza, redige verbali delle riunioni e coordina la messa a punto di un documento conclusivo.

e. Autoapprendimento (FAD) in tutoraggio. Anche in questo caso è fondamentale la funzione

del tutor che deve essere identificato per competenze oggettive e deve motivare le sue certificazioni (vedi sopra a- d).

5.1.3. Rapporti con le scuole di specializzazione

Il Decreto Interministeriale MIUR-Ministero della Salute n. 402 del 13 giugno 2017, attuativo del D.I. n.68/2015, definisce i criteri per l’accreditamento delle scuole di specializzazione di medicina, individuando standard e requisiti specifici per ciascuna tipologia di specializzazione. L’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica, tra le proprie prerogative, ha il compito di verificare la sussistenza degli standard e dei requisiti assistenziali minimi, nonché delle performance assistenziali e formative delle singole scuole attraverso indicatori di

performance richiesti alle singole Unità Operative facenti parte della rete formativa. Viene,

altresì, incentivata la costituzione di reti formative tra le strutture di sede, a conduzione universitaria, e strutture collegate e complementari, ospedaliere, territoriali, riabilitative ed istituzionali. Favorire un’osmosi tra Reti Oncologiche regionali o possibilmente sovra regionali e le reti formative delle scuole di specializzazione di medicina, rappresenta una importante opportunità che concorre alla qualificazione della formazione medico specialistica in ambito oncologico. Infatti, la formazione all’interno delle strutture di rete, siano esse universitarie, ospedaliere e territoriali del SSN, può rappresentare, in una logica di sistema, un modello integrato a supporto della formazione nei diversi settori ad elevata specificità e complessità dell’assistenza oncologica. In tale contesto, al fine della valutazione della qualità della formazione professionalizzante erogata all’interno delle strutture della Rete Oncologica, l’Osservatorio Nazionale si avvale dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) per quanto attiene indicatori di carattere assistenziale e dell’Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) per quanto attiene la valutazione dell’attività di docenza. L’AGENAS è stata chiamata ad offrire il proprio contributo all’accrescimento complessivo della rete formativa e assistenziale, con specifico riferimento alla componente assistenziale di cui all’Allegato 4 al suddetto D.I. n.402/2017, anche con le innovazioni normative e regolamentari in tema di standard delle attività ospedaliere e territoriali introdotte dal DM 70/2015, nel presupposto che è interesse generale perseguire il comune obiettivo di elevare i livelli di performance della rete formativa a beneficio della qualità della formazione specialistica dei medici del nostro SSN, attraverso l’individuazione di un set di indicatori e standard condivisi

di valutazione.