4. La cooperazione euro mediterranea e il caso dell’Egitto
4.1 I programmi MED (1992-1995)
La politica di aiuto e di sviluppo della Comunità europea a favore dei paesi terzi mediterranei inizia una seconda fase negli anni Novanta: per rispondere agli obiettivi generali dettati dalla Politica Mondiale Rinnovata aumentano i protocolli finanziari e viene fornito un sostegno a riforme economiche seguite da alcuni paesi.
Oltre alla cornice rappresentata dai Protocolli venne ad aggiungersi una nuova forma di cooperazione finanziaria, la cosiddetta “cooperazione orizzontale”, tendente a favorire la realizzazione di investimenti d’interesse comune nei settori delle comunicazioni, del
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trasferimento di energia e ancora della salvaguardia dell’ambiente140. Fino ad allora la
cooperazione economica tra le due sponde del mediterraneo era stata improntata su accordi e protocolli bilaterali, di tipo commerciale, tra singoli paesi. Il problema dei protocolli finanziari risiedeva nel fatto che fossero molto limitati e non permettevano di portare avanti vere e proprie politiche di settore. Si assiste, quindi, a un incremento delle risorse finanziarie a disposizione e una maggiore apertura anche verso il settore sociale. Si tratta dei programmi MED che consistevano in una serie di azioni di cooperazione decentralizzata che mettevano in collegamento il settore privato e quello pubblico dei partner mediterranei e comunitari. L’obiettivo era quello di promuovere lo scambio di conoscenze e di buone pratiche, rafforzare la cooperazione multilaterale con e tra i Paesi Terzi, con il coinvolgimento di attori civili, al fine di innescare un processo di crescita e di miglioramento delle condizioni di vita nelle comunità del sud del Mediterraneo. I partner erano direttamente in contatto gli uni con gli altri, senza che vi fosse, di regola, un intervento da parte delle autorità statali centrali. Di conseguenza, neanche la Commissione poteva beneficiare del sostegno amministrativo degli Stati membri. In effetti, l'idea principale dei programmi era di evitare le strutture governative e di incanalare i fondi della cooperazione attraverso sovvenzioni a organizzazioni non governative. Si trattava di essere "vicini alla società civile"141. La rete che si veniva creata consentiva agli esperti europei di esaminare da vicino le maggiori problematiche e poter in questo modo attuare un trasferimento delle conoscenze diretto e di impatto. La dotazione finanziaria pluriennale per i programmi MED per il periodo 1992-1996 era pari a 116,6 mio ecu, di cui 78 mio ecu erano stati impegnati al momento della
140 Franco Rizzi, “Un Mediterraneo di conflitti: storia di un dialogo mancato”, Meltemi, 2005, pag. 79 141 Comitato di esperti indipendenti. Prima relazione sui presunti casi di frode, cattiva gestione
e nepotismo in seno alla Commissione europea, 15 marzo 1999,
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sospensione142. Med comprendeva cinque programmi distinti ognuno dei quali era
collegato a una priorità della cooperazione euro-mediterranea:
Med Campus nasceva con lo scopo di coinvolgere atenei e istituti di istruzione superiore in un progetto di collaborazione che mirava alla “formazione dei formatori” nei paesi del Mediterraneo, anche attraverso la mobilità dei ricercatori e dei docenti per consolidare i legami con l’Europa. Nel primo anno di attività 1992 sono stati finanziati 60 progetti gestiti da 44 reti e che hanno coinvolto 450 atenei e istituti di formazione superiore e vennero messi in campo 5,5 milioni di ecu per progetti improntati sulla tecnologia, fonti energetiche rinnovabili e gestione risorse idriche.
Med Urbs aveva lo scopo di rafforzare la cooperazione tra amministrazioni pubbliche che nei paesi terzi del mediterraneo affrontavano numerose difficoltà aggravate soprattutto dalla rapida crescita demografica. I progetti che vennero finanziati nell’anno pilota, che coinvolsero 150 città raggruppate in 22 reti, riguardavano principalmente problematiche ambientali, occupazione giovanile, sistema dei trasporti e rafforzamento dei servizi di base e gestione amministrativa. Anche per questo programma nel primo anno di attività vennero stanziati 5,5 milioni di ecu. A partire dal 1997 comprenderà anche il programma Med-Migration.
Il programma Med Media si proponeva di investire nel settore della comunicazione di massa e potenziare la formazione degli operatori del settore sulle nuove tecnologie dei media. Obiettivo del programma era anche quello di incrementare la conoscenza reciproca dei partner mediterranei attraverso degli appositi format. Le risorse destinate a questi progetti ammontavano, per il 1993, a 5 milioni di ecu. Nel 1995 vennero finanziati 48 progetti che coinvolgevano 260 organi di informazione.
142 Comitato di esperti indipendenti. Prima relazione sui presunti casi di frode, cattiva gestione e nepotismo in seno alla Commissione europea, 15 marzo 1999, cit.
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Med Invest. Intendeva favorire la costituzione, lo sviluppo e l’innovazione delle piccole e medie imprese attive nei vari paesi del bacino del mediterraneo. Il programma relativo al settore del credito, del commercio e della formazione, si divideva sostanzialmente in due parti: la prima volta a sostenere il mantenimento o il potenziamento dei contanti o dei rapporti con le piccole e medie imprese europee e con gli organismi o le associazioni professionali; la seconda invece era dedicata alla costituzione delle condizioni, degli strumenti e delle strutture necessarie per l’avvio di valide joint
ventures con partner dell’Europa comunitaria143. Le risorse finanziarie dedicate a Med Invest per il 1992 ammontavano a 10 milioni di ecu144.
Il programma Med Avicenna, infine si preoccupava di rafforzare la cooperazione scientifica e tecnologica nel campo della salvaguardia dell’ambiente, della medicina e della gestione delle risorse idriche.
Ponendo l'accento sulla cooperazione decentralizzata, i quattro programmi Med integrano i protocolli più formali che sono già stati conclusi tra la Comunità e otto dei PTM. L'aiuto complessivo fornito a titolo di questi protocolli ammonta a 4,405 milioni ECU per il periodo compreso tra novembre 1991 e ottobre 1996. Di questo importo 2,03 Mio di ECU sono destinati alla nuova politica mediterranea per una più ampia cooperazione, al di fuori dei protocolli, che comprende i programmi di cui sopra145. La struttura di gestione dei programmi prevedeva 4 livelli di organi: c’era una Commissione, un’agenzia responsabile della gestione amministrativa e finanziaria dei cinque programmi (ARTM-Agenzia per le reti trans mediterranee), cinque uffici di assistenza tecnica (UAT), uno per ogni programma e 496 progetti che venivano
143 Franco Rizzi, “Un Mediterraneo di conflitti: storia di un dialogo mancato”, cit., pag. 81-82
144 I dati sulle risorse finanziarie destinate ai cinque programmi MED sono stati ricavati da http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-93-26_it.htm
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raggruppati in reti. Era stato costituito anche un comitato di gestione che vagliava e ratificava i pagamenti per ogni progetto ed era composto da rappresentanti della Commissione Europea, dell’ARTM e dell’UAT. I programmi MED sono stati i primi tentativi di affinare l’assistenza finanziaria attraverso una cooperazione orizzontale e decentralizzata.