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DEDICATE 1 Competenze di base – Linguaggi – Lingua italiana

4.10. Project Work-Stage

Nel quarto anno è prevista un’area formativa denominata “Project Work” che qualifica l’esperienza di Stage: un progetto rilevante e coerente con le competenze richieste all’allievo, applicato ad una situazione-problema espressa da situazioni or- ganizzative reali e rispetto alla quale si avanza una proposta applicabile. Si tratta in effetti di un’esperienza di alternanza formativa, opportunamente concordata con le imprese partner, mediante la quale l’allievo, dopo una fase di osservazione e inter- pretazione della realtà aziendale di riferimento, elabora e realizza un progetto ri- spondente a compiti coerenti con le finalità del percorso formativo e significativo per l’organizzazione stessa. È pertanto necessaria una formazione dell’allievo all’u- tilizzo di strumenti di rilevazione del contesto organizzativo aziendale e di proget- tazione professionale. Si possono prevedere diverse tipologie di progetto: studio di un’organizzazione di lavoro; studio di un processo produttivo/di servizio; ricostru- zione del prodotto/servizio e del suo “ciclo di vita”; analisi di mercato; audit della qualità; progettazione di un processo tecnico/di una unità di servizio; ecc.

Il Project Work (PW) rappresenta un elaborato a cura dello studente, nel quale dà conto di un’attività svolta su una consegna proposta da un organismo partner della scuola/Centro di Formazione Professionale, tramite il quale si chiede di svolgere un progetto, coerente con il curricolo degli studi, basato su un compito complesso, con componenti impreviste rispetto alle attività svolte nel percorso formativo.

In alternativa, il PW può riferirsi ad un’ipotesi di lavoro “di scuola” di cui si chiede una verifica di fattibilità. Quindi il progetto non rappresenta una mera eser- citazione, ovvero un’applicazione pratica dei saperi appresi nel percorso degli studi, ma prevede una sfida per certi versi innovativa che mette alla prova lo stile “competente” del candidato.

Il progetto è elaborato in base all’estro ed alla creatività del candidato, rispet- tando alcuni elementi che ne costituiscono la struttura, che prevede le seguenti voci: idea progetto, contesto, documentazione del progetto, valutazione e riflessione.

Il PW ripropone tre principi sia teorici sia pratici:

Il principio di esternalizzazione proposto da Bruner3, che propone l’importanza

di costruire “opere” che danno testimonianza del lavoro mentale eseguito, che permettono rappresentazione oggettiva ai pensieri e rendono più accessibile la riflessione su di essi. Le motivazioni allo studio degli studenti vengono infatti stimolate se questi sono chiamati ad esporre la propria preparazione non unica- mente nella forma della risposta ad interrogativi, ma attraverso vere e proprie “opere” rilevanti dal punto di vista culturale, come ad esempio, dossier e pre- sentazioni, impianti, procedure, diagnosi ed interventi migliorativi, volte a for- nire un servizio a precisi destinatari, da cui ricavare riconoscimento e con- ferma circa il valore del proprio operato.

La strategia dell’alternanza formativa con la quale si intende non esclusiva- mente la componente esterna dell’attività curricolare (ovvero lo Stage), ma un progetto organico, condiviso tra scuola ed ente partner (impresa, ente locale, as- sociazione...) che, riferito al profilo educativo, culturale e professionale, alterna in modo intelligente attività in aula, laboratori interni ed esperienza esterna alla scuola, affinché gli studenti acquisiscano vere e proprie competenze. Nel corso di anni di esperienze ed alla luce delle indicazioni normative, è invalsa tra gli operatori la convinzione che i percorsi di alternanza debbano essere progettati su più annualità, per favorire nei giovani una più ampia conoscenza del mondo del lavoro unitamente ad una crescente consapevolezza delle proprie attitudini. La pluriennalità dei percorsi, inoltre, consente la costruzione di percorsi forma- tivi di più ampio respiro e concreta significatività, sia per la scuola/CFP sia per l’impresa ed è auspicabile, in alcuni casi, che si concluda con la realizzazione di esperienze professionalizzanti sotto forma di progetti.

Il “capolavoro professionale”, un concetto di tradizione propria delle gilde me- dioevali, riproposto dai Centri di Formazione Professionale salesiani. Esso de- riva dal francese “chef d’oeuvre” o “capo d’opera”, utilizzato nel Medioevo per designare la prova di maestria professionale svolta dall’apprendista di bot- tega, in base alla quale poter divenire membro della corporazione4. Nell’uso

salesiano, esso indica la migliore realizzazione svolta dall’allievo del corso di Formazione Professionale, in un contesto reale o simile alla realtà (ad esempio l’officina del Centro), che attesta la sua preparazione a fronte della commis- sione esaminatrice alla quale esso è presentato specie nella fase orale dell’e- same finale.

All’interno di ogni Project Work è possibile prevedere approfondimenti legati alle varie aree delle competenze di base (per esempio, per quanto riguarda l’area

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«...L’esternalizzazione libera l’attività cognitiva dal suo carattere implicito, rendendola più pubblica, negoziabile e solidale. Al tempo stesso la rende più accessibile alla successiva riflessione e metacognizione...» (BRUNER, 1997, pp. 36 e segg.).

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scientifica è possibile studiare l’elaborazione di preventivi e la pianificazione di costi, ricavi e rischi e descrivere il fenomeno chimico-fisico che è alla base del pro- dotto o del processo di analisi).

Tale progetto diviene anche materiale su cui sviluppare la valutazione finale. Per realizzare la gestione del Project Work è stata inserita una Unità formativa di 30-60 ore denominata “Area progetto”, che si colloca temporalmente nella parte finale del corso e ha lo scopo fondamentale di verificare e mettere in pratica le co- noscenze acquisite nelle unità formative professionalizzanti e delle competenze di base del corso attraverso l’analisi di opportuni casi studio/Project Work e la conse- guente realizzazione di un compito/prodotto/servizio. Questa unità formativa si col- lega con l’esperienza di Stage in quanto qualifica la stessa poiché l’allievo elabora e realizza un progetto rispondente a compiti coerenti con le finalità del Percorso for- mativo collegandolo anche all’esperienza di Stage, dopo una fase di osservazione e interpretazione della realtà aziendale di riferimento. Pertanto in questa UF si utiliz- za anche il 10% del monte ore Stage/Project Work (25 ore) per la preparazione e l’elaborazione dell’esperienza del Project Work da abbinare all’UF Area Progetto presente nelle Competenze professionali specifiche e per la gestione dei rientri.

Più in generale, lo Stage rappresenta un’esperienza decisiva nell’ambito del processo formativo; esso si propone di verificare, attualizzandole, le acquisizioni ricevute, di completare la loro formazione tecnica, di interagire con le concrete condizioni di lavoro cui si riferisce il loro Percorso formativo. La gestione dello Stage costituisce un momento cruciale del Percorso formativo personale e quindi terrà conto della peculiarità della persona-destinatario e dell’abbinamento con l’im- presa adatta ad essa.

Il processo di gestione persegue i seguenti obiettivi:

realizzare un monitoraggio in itinere del processo formativo e degli apprendi- menti acquisiti, attraverso un coinvolgimento diretto dell’azienda e del sog- getto nella valutazione delle singole fasi;

• valorizzare il significato orientativo e formativo dello Stage e sviluppare una maggior coerenza tra gli obiettivi iniziali e i risultati dell’apprendimento; • adottare un modello organizzativo centrato sull’articolazione del Percorso for-

mativo in fasi tra loro distinte, che possono tuttavia essere gestite in maniera flessibile, in funzione delle peculiarità che contraddistinguono ogni processo d’inserimento.

Per quanto riguarda la persona, gli obiettivi sono:

• favorire, attraverso l’esperienza di Stage, la transizione dalla formazione al la- voro, vissuta come fonte di cambiamento e di maturazione personale prima an- cora che professionale;

• incentivare l’acquisizione di competenze che riguardano la propensione al ri- schio, la capacità di valutare le performance individuali, il miglioramento delle prestazioni, l’assunzione di responsabilità nell’ambito del proprio ruolo e/o della propria funzione;

• sviluppare la capacità di assumere decisioni, di stabilire relazioni positive anche in un contesto non “protetto” dalla presenza di tutor/insegnanti, di risol- vere problemi;

• aumentare la conoscenza di una realtà aziendale, degli stili organizzativi, dei modelli culturali e comportamentali di riferimento.

Gli elementi relativi alla valutazione/riflessione che chiariscono la natura del progetto sono:

Autovalutazione da parte dell’allievo

L’allievo è chiamato ad esprimere una valutazione puntuale e meditata sul suo progetto.

I fuochi dell’autovalutazione riguardano: l’efficacia, l’efficienza, gli apprendi- menti acquisiti, le maturazioni che il progetto ha potuto sollecitare.

Valutazione dei docenti e del tutor aziendale

La valutazione dei docenti e del tutor aziendale mette a fuoco gli aspetti cru- ciali del PW:

– la sua significatività (è rilevante per il profilo in uscita?), – l’economicità (è proponibile?),

– l’autonomia (lo studente ha potuto agire autonomamente?),

– la responsabilità (lo studente ha potuto assumere decisioni e gestirne le conse- guenze?),

– capitalizzazione (gli esiti del progetto sono stati documentati e valorizzati in vista delle attività e sfide future?).