Il Caffè sbarca in Europa
2.1 Prologo: l’uso dell’alcol nel Vecchio Continente
Prima che in Europa arrivasse il caffè, si faceva largo uso di alcol. Uno degli alimenti base dell’alimentazione quotidiana era la birra, soprattutto nei paesi nordici. Con la birra si faceva colazione, si pranzava e si cenava. Essa era usata come base per la preparazione di molti piatti comuni, come ad esempio la zuppa108. Alcune stime affermano che il consumo di questa bevanda fosse di circa tre litri al giorno pro capite, e ne facevano lo stesso tipo d’uso anche vecchi e bambini.109 La birra aveva comunque proprietà importanti poiché aveva un buon apporto nutritivo ma nel contempo un moderato contenuto di alcol che ne permetteva un largo uso. I militari e gli eserciti avevano nel loro approvvigionamento personale razioni di birra, prima e di acquavite, poi, soprattutto nei paesi nordici.
Anche il vino aveva un ruolo fondamentale. Nelle festività, soprattutto, la maggior parte della gente era solita ubriacarsi (si ricordi che le festività in epoca medioevale erano numerosissime ed in larga parte religiose).110 Inoltre non è da dimenticare il ruolo che il vino ha, e ha sempre avuto, nella religiosità cristiana. Nelle società pre industriali, l’uso di alcol era prassi comune, anzi molte erano le “bevute per scommessa” che venivano organizzate.111 In sintesi, le persone si sedevano intorno ad un tavolo e si continuava a bere fino a quando un solo bevitore rimaneva al proprio posto. Nel XVI secolo però qualcosa cambia, questa modalità di bere “esagerata” inizia
108 Schivelbush, Storia dei generi voluttuari, cit. pp 17-40 109
Ibidem 110 Ibidem 111 Ibidem
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a essere criticata su più fronti, spesso ingigantendone i reali effetti collaterali sulle persone.112 Si descrivono i comportamenti esagerandone le forme e le misure, ad esempio si racconta che la gente camminava barcollando o cadeva a faccia in giù negli escrementi.
Si noti che ciò che cambia in questo secolo non è il consumo di alcol, che già era alle stelle, ma il modo di guardare a tale consumo. Motivo di questo cambiamento di sguardo è soprattutto la Riforma Protestante. Essa ebbe il suo fulcro nel nord Europa, ma non mancò di influenzare anche i Paesi più a sud: vennero proposti numerosi cambiamenti che proponevano uno stile di vita più sobrio e ovviamente tra le materie oggetto d’intervento c’era proprio l’alcol. Questo, se usato impropriamente, veniva visto come un allontanamento da Dio e dalla spiritualità poiché offuscava le capacità intellettive e cognitive. Quindi si fece strada tra le persone che aderivano alla Riforma un rifiuto, o per lo meno, una sorta di riduzione dell’uso dell’alcol. Di questo il caffè, e le nuove bevande che stavano sbarcando nella vecchia Europa, come tè e cioccolata, poterono godere appieno. Si stava, infatti, creando un vuoto nei consumi e questo fece sì che le nuove sostanze potessero entrare nell’uso comune, trovando sì qualche resistenza, ma diventando quasi immediatamente molto popolari. La credenza che il caffè rendesse più vigili e rendesse più libera la mente, poi, ne aumentò sicuramente la notorietà, poiché si stava cercando esattamente una bevanda che avesse questo tipo di proprietà, che aiutasse una civiltà che non poteva fare a meno dell’uso dell’alcol per la propria alimentazione ma che doveva per forza smaltirne gli effetti per poter lavorare ed essere produttiva come richiedeva il mercato.
Chiaro è che all’inizio la Riforma da sola non poté molto contro un’usanza così radicata nella popolazione, molti degli stessi puritani, nonostante pubblicizzassero l’astinenza da alcol, poi in privato ne facevano largo uso sia perché abituati sia perché non si voleva rinunciare a una bevanda dal gusto e dagli effetti piacevoli.
Quindi, la seconda condizione necessaria per il cambiamento di abitudini alimentari fu un cambiamento della società stessa. Infatti, ciò che stava cambiando più di qualsiasi altra cosa, era il modo di concepire il lavoro, con un’economia che stava facendo grandi passi avanti e una necessità di avere disciplina e più produzione. La borghesia necessitava di attenzione e cosa poteva sopperire a questo problema meglio
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del caffè? Si credeva che il caffè avesse proprietà illimitate, e che quindi fosse perfetto per l’utilizzo richiesto. A questo si aggiunse la credenza popolare (che esiste tutt’oggi, ma che ancora non ha nessun fondamento medico) che il caffè bevuto da ubriachi rendesse immediatamente sobri, come leggiamo nel Traitez Nouveau et curieux du cafè,
du thè et du chocolate, di Sylvestre Dufour scritto nel 1671113:
Il caffè rende immediatamente sobri almeno coloro che non siano completamente sbronzi. Uno dei miei amici, che aveva sottovalutato troppo il vino, dopo pranzo si sedette al tavolo da gioco. Perse somme notevoli perché, grazie al vino, scambiava i cuori con i quadri! Lo chiamai in disparte e gli feci bere una tazza di caffè, dopo di che egli tornò al gioco con la testa completamente snebbiata e lo sguardo chiaro.114
Dunque anche questo contribuì alla nascita di una vera e propria moda per l’utilizzo del caffè, ma anche del tè e della cioccolata che si trovarono ad essere utilizzate in un momento perfetto per lo sviluppo di altre usanze. Vedremo ora come in alcuni Paesi europei il caffè sia entrato a far parte della vita di tutti i giorni in un lasso di tempo molto breve. Non mancarono nemmeno in Europa i detrattori fra medici ed aristocratici, ma la fama del caffè, ormai, si era diffusa e radicata a macchia d’olio tanto che le critiche non poterono far altro che aumentarne il consumo.