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la propensione assai limitata a sottoscrivere contratti pluriennali rappresentano i fattori che più sembrano determinare la mobilità dei musici in un’area, in molti ca-

si, non circoscrivibile all’Italia settentrionale ma estesa ben oltre i confini delle Al-

pi. La vicenda della Steccata non si sottrae a queste dinamiche. La tabella 7, infatti,

rileva come soltanto in otto occorrenze il rapporto tra nuovi ingaggi ed elementi

non confermati è irrilevante, in quanto negli organici non intervengono mutamen-

ti che superano l’indice 1/1. Ovviamente, l’incidenza della mobilità è elevata so-

prattutto negli anni in cui il numero dei componenti la cappella è più contenuto

e/o i mutamenti comportano significativi squilibri nei registri vocali. Il momento

più critico si colloca nel 1623, allorquando i reggenti dell’Oratorio – come si è vi-

sto – propongono una ampio riordino a livello istituzionale che determina il licen-

ziamento di ben 14 musici a fronte dell’assunzione di soli due elementi. La sele-

zione colpisce in particolar modo la sezione strumentale: due suonatori di cornet-

to e tre di trombone non vengono confermati

154

. Nell’anno successivo, tale sezio-

ne è parzialmente ricomposta con la ‘condotta’ di due nuovi cornettisti e

l’assunzione di uno dei trombonisti licenziati nel 1623

155

. Il dato è interessante in

quanto i mutamenti tendenzialmente investono in maggior misura la componente

vocale, come è possibile verificare nel segmento temporale che precede la svolta

del 1623 (tab. 7), ove la presenza degli strumenti si pone su valori decisamente e-

levati e costanti (tab. 1, anni 1603-1622).

Nondimeno, al di là di questa instabilità imputabile - almeno per certi versi - a

‘condotte’ senza vincoli contrattuali («a beneplacito»), emerge nel primo trenten-

nio del ‘600 una linea di continuità che è costituita dal servizio protratto nel tempo

di diversi musici. Tra questi si pongono anzitutto i maestri di cappella: Orlando

Palma (1602-1618) e Vincenzo Bonizzi (1619-1630)

156

. Se si considera che Boniz-

zi è attivo come organista nel periodo 1610-1614, abbiamo la misura di quanto

importante sia stata per la congregazione parmigiana la presenza di questi due mu-

sicisti. Significativo riesce anche l’apporto degli strumentisti che in certi casi, se e-

stendiamo la proiezione diacronica della tabella 7 sino a cogliere l’ultimo Cinque-

cento e l’immediato dopo-peste, giunge a proporsi per più di trent’anni. Ad atte-

154 Non confermati risultano i cornettisti Cristoforo Platini e Giovanni Battista Ablondi, i

trombonisti Giovanni Zanetti, Giovanni Maria Conti e Giuseppe Chievino (cfr. Appendice 2, doc. 12). In verità Cristoforo Platini non incorre nel provvedimento di licenziamento in quanto muore dopo il 30 settembre 1622 (cfr. Appendice 1).

155 Si tratta di Giuseppe Chievino che prende servizio a partire dal terzo bimestre del 1624. La

sua riassunzione è caldeggiata dal maestro di cappella che – evidentemente – riteneva insuffi- ciente l’apporto di due tromboni in un gruppo nel quale erano presenti due cornetti (cfr. Ap- pendice 1).

stare questo rilievo sono il cornettista Cristoforo Platini (1587-1622)

157

, i trom-

bonisti Giovanni Zanetti (1586-1622), Giovanni Maria Conti (1587-1622), Giu-

seppe Marimò (1602-1635)

158

e soprattutto Pietro Paolo Canti (1605-1636)

159

at-

tivo anche come organista (dal 1614). I cantori che si avvicinano o superano i

trent’anni di servizio sono invece in minor numero: il tenore Baldassarre Conti

(1587-1622), il basso Alessandro Aiani (1594-1622) e il contralto Alessandro Fer-

rari (1598-1630). Ancorché risulti più limitato nel tempo, va segnalato anche

l’apporto dei castrati Gerolamo Germani (1609-1630), Alessandro Galli (1610-

1635)

160

ed Alessandro Trambaglio (1611-1628)

161

. In molti casi – come si può

157 In realtà, Platini è attivo alla Steccata dal 1573. Tuttavia il suo servizio si interrompe negli

anni 1583-1586 (cfr. nota 171 ed Appendice 1).

158 L’ultima registrazione da me individuata è in AOCP, Ordinazioni 19, 1635-1636, 2 marzo

1635, ff. 47v-48r.

159 L’ultima indicazione documentaria è in AOCP, Mandati 48, 1627-1641, 26 aprile 1636. 160 L’ultimo pagamento da me individuato è in ibid., I dicembre 1635. Il musico era molto ap-

prezzato. Lo dimostra la decisione dei reggenti di eleggerlo nel 1632 ‘sotto maestro di capella’: «Cognoscendosi ogni giorno per esperienza sia necessario per decoro del culto divino et reputa- tione di questa congregatione tenere a segno più che sia possibile et unire li musici del Choro musichale dell’oratorio della madona S.ma della steccata accio nelle musice [sic] che si fanno et faranno in detto oratorio il tutto proceda con quella maggior unione che sia possibile et che ogn’uno delli musici stia a l’obedienza del maestro di Capella et à lui obedisca à quello è tenuto et non potendosi quanto viene considerato da questa congregatione ponere in essecutione se non col provedere di qualche aiuto al sud.o maestro di Capella non potendo lui essere in ogni luocho et massime quando si fanno musiche et sopra l’organo et sopra la cantoria in un’istesso tempo et per altri accidenti che possono occorere alla Giornata desiderandosi che li musici su- detti stiano alli luochi loro asegnati ò vadino dalla Cantoria su l’organo, ò da l’organo su la can- toria come à loro sara imposto dal maestro sudetto di capella quando sara assistente et presente ò da altro in suo luocho anco quando sara presente pare per effettuare tutto ciò sia necessario deputare persona di valore et Integrita che possa sostentare la sudetta caricha et perché ogn’uno sa quanto sia statta la fedeltà et deligenza con la quale ha servito il Rev. D. Alessandro Galli tan- to per come musico Privato quanto anco in tempo che non vi è stato maestro di Capella soste- nendo il caricho di quello. Pero a chi piace delle Sig.rie V.V. che per maggiore commodita et ser- vitio del d.o maestro di Capella che atteso la longha servitu prestata come di sopra per il d. Rev. Sig.r D. Alessandro et il suo valore esso sia honorato del carico di sotto maestro di capella nella musicha sodetta con l’aggionta di scudi duoi al mese da lire 7:6 oltre la solita provissione di maniera che per l’avenire habbia da haver in tutto scudi 8 per ciascun mese cominciando il pri- mo giorno del mese di marzo prossimo a venire con che pero esso sia tenuto osservare tutto quello che li serà imposto dal maestro di capella et a lui come tale debbano obedire li musici dia la bala negra a chi non piace dia la biancha et distribuitis ac recolectis dictis pillis ut supra [...] fuit obtentum omnibus approbantibus» (AOCP, Ordinazioni 17, 1631-1632, 2 gennaio 1632, ff. 267v-268v). Tuttavia, pochi mesi dopo, l’orientamento della Congregazione muta: Alessan- dro Galli viene accusato di disobbedienza non solo al maestro di cappella, ma anche ai presi- denti. Gli si rimprovera, in particolare, di aver sobillato i musici e di averli spinti ad andare a servire in altro ‘luogo’ anche in occasione delle maggiori festività. Il Consiglio determina quindi di ridurgli il salario (ibid., f. 422r). Mette conto, infine, rilevare che il cantore figura, non occa-

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