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I risultati emersi dagli studi clinici hanno evidenziato complesse attività farmacologiche a carico del distretto cardiovascolare:

 sul miocardio:

- riduzione dello spasmo delle coronarie con aumento del flusso sanguigno;

- azione inotropa positiva (aumento della contrattilità); - azione cronotropa negativa (riduce la frequenza cardiaca); - azione dromotropa positiva (riduce il tempo di conduzione); - azione batmotropa negativa (allunga il periodo refrattario);

- azione lusitropa positiva (aumenta la velocità di rilassamento del miocardio);

 sul circolo arterioso e coronarico:

- riduzione delle resistenze vascolari periferiche; - modesta azione ipotensiva;

- vasodilatazione coronarica ed aumento perfusione miocardica (potenzialmente utile nell’angina);

- protezione dell’endotelio; - antiaggregante piastrinica;

- antinfiammatorio e scavenger (azione di particolare importanza in quanto le specie reattive dell’ossigeno sono coinvolte nella patogenesi dell’aterosclerosi, dell’angina e dell’ischemia cerebrale). Esperimenti in vitro con tessuto miocardico umano1 hanno dimostrato che l'effetto inotropico positivo dell'estratto WS 1442 del biancospino è probabilmente attribuito all’inibizione delle fosfodiesterasi (con aumento dell’AMP ciclico intracellulare) da parte di alcuni flavonoidi che inibiscono questi enzimi. (Figura 20).

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Figura 20. Azione del biancospino sulle fosfodiesterasi del miocardio. L’AMP ciclico (cAMP) è formato all’ATP grazie all’azione dell’enzima adenilato ciclasi (AC) e degradato dall’enzima AMP ciclico fosfodiesterasi (PDE). Il biancospino inibisce la PDE ed aumenta cosi la concentrazione intracellulare di cAMP nel miocardio. L’aumento di cAMP induce la fosforilazione delle proteine (tramite protein-chinasi)

ed incrementa la forza di contrazione (effetto inotropo positivo). Immagine21

Tuttavia, studi condotti su pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, dimostrano che il biancospino è in grado di aumentare la forza di contrazione con un meccanismo che non coinvolge l’AMP ciclico e che non richiede un aumento dei flussi di calcio attraverso i canali di tipo L o effetti β- simpaticomimetici21.

I flavoni possiedono inoltre effetti misurabili sulla modulazione della concentrazione intracellulare del calcio. Il calcio intracellulare regola la contrazione delle fibrocellule muscolari lisce dei vasi arteriosi periferici e coronarici e i processi di eccitazione e conduzione degli impulsi elettrici nel cuore. L’effetto dei calcioantagonisti è quindi una vasodilatazione arteriosa e coronarica, con scarsi effetti sul letto venoso, una diminuzione dell’eccitabilità cardiaca, con riduzione della frequenza e della contrattilità miocardica.

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La pianta presenta inoltre un’azione ACE-inibente ed antagonistica sulla tachicardia indotta (attraverso l’attivazione dei recettori β1 adrenergici) dall’adrenalina (antagonismo correlato al contenuto di procianidine). Tuttavia non risulta chiaro se questi effetti possano contribuire all’azione cardiovascolare benefica del biancospino.

Una proprietà distintiva e pronunciata del biancospino è quella antiaritmica, poiché è noto che la maggior parte dei farmaci ad azione inotropa positiva può indurre aritmia (di solito i farmaci antiaritmici hanno azione inotropa negativa). Il biancospino, contrariamente ai glicosidi cardiaci, è invece un inotropo positivo in grado di stabilizzare il ritmo cardiaco a livello ventricolare. Il suo effetto antiaritmico potrebbe essere dovuto al prolungamento del periodo refrattario del potenziale d’azione che la droga induce attraverso il blocco delle correnti di potassio ripolarizzanti dei miociti ventricolari (effetto simile agli antiaritmici di classe III).

Il biancospino inoltre, protegge l’endotelio vascolare e riduce il colesterolo ed i trigliceridi plasmatici.

Studi pre-clinici1 mostrano che il WS 1442 può avere un effetto benefico sul metabolismo lipidico umano: un esperimento in vitro con cellule umane Hep-G2 (una linea cellulare immortale che deriva da tessuto epatico con carcinoma epatocellulare ben differenziato) ha dimostrato che l’estratto di biancospino WS 1442 provoca un'inibizione dose-dipendente della secrezione di apolipoproteina- B (una proteina coinvolta nel metabolismo dei lipidi; è la principale proteina costituente le lipoproteine) e quindi diminuisce la formazione di lipoproteine a bassa densità (LDL), da cui ne consegue un effetto profilattico contro l'aterosclerosi.

L’estratto di biancospino migliora la funzionalità cardiaca in soggetti diabetici, diminuendo le aritmie e i radicali liberi nel tessuto miocardico durante l’ischemia.

In ultima analisi, i flavonoidi riducono il fabbisogno miocardico di ossigeno, mentre gli acidi triterpenici regolarizzano e normalizzano la concentrazione

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ematica di acido lattico (aumenta nell’insufficienza cardiaca e diminuisce nell’invecchiamento del cuore). Manifestano altresì un effetto dilatatore prolungato sui vasi coronarici e cerebrali.

L’estratto WS 1442 potenzia l'effetto rilassante del nitroprussiato donatore di monossido di azoto (NO) ed aumenta il rilascio di NO dall'endotelio, mentre probabilmente inibisce la degradazione dello stesso NO a causa delle proprietà antiossidanti della droga. L'aumento della disponibilità di NO endoteliale ritarda l'attivazione del sistema angiotensinico locale e della senescenza endoteliale. Inoltre il composto migliora la microcircolazione riducendo la rigidità dello strato superficiale endoteliale ed aumentando nei globuli rossi sia la formazione di NO che la negatività della loro superficie.1

Studi farmacologici1 sull’estratto WS 1442 di biancospino, eseguiti in modelli animali di ischemia miocardica e riperfusione a breve termine, dimostrano anche una cardio-protezione dai danni ischemici e dai danni miocardici conseguenti l’ipertensione stessa; in particolare i flavonoidi inibiscono l’enzima di conversione dell’angiotensina con effetti ipotensivi. La luteolina, l’iperoside e la rutina aumentano in modo significativo il flusso coronarico e la velocità di contrazione delle cellule miocardiche. Gli antocianosidi sono responsabili anche della liberazione di PGI2, una prostaglandina endoteliale ad attività vasodilatatoria.

L’estratto WS 1442 si è dimostrato efficace nel ridurre la pressione arteriosa ipertensiva ed inibire lo sviluppo di ipertrofia cardiaca nei ratti, mentre non mostra effetti sugli animali a controllo normoteso. Nell'ipertrofia cardiaca correlata al sovraccarico pressorio, è stata osservata una riduzione del volume della camera ventricolare sinistra e dello spessore della parete.1

Le suddette attività dell’estratto WS 1442 si rivelano molto importanti alla luce del fatto che tra le principali cause di insufficienza cardiaca vi sono appunto l’ipertrofia cardiaca, l'ipertensione, la malattia valvolare o l'infarto del miocardio.

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In sintesi, si può affermare che il biancospino agisce sul sistema cardiovascolare in due modi: da una parte dilatando la muscolatura dei vasi, in particolare quelli coronarici, per cui diminuendo la resistenza periferica determina un’azione ipotensiva (limitando gli attacchi di angina); dall’altra agendo direttamente sul miocardio con un’azione inotropa positiva.

La maggior parte degli effetti benefici del WS 1442 sul miocardio (Figura 21), in particolare le sue proprietà cardioprotettive, sono strettamente correlate all'OPC (procianidine oligomeriche: strutture molecolari formate da ripetizioni finite e ridotte di monomeri di catechine e di epicatechine) a cui è regolato l'estratto.

Figura 21. Azioni cardiovascolari del biancospino. (Immagine21).

Il biancospino manifesta infine anche un’azione sedativa e miorilassante ed il suo impiego può contribuire ad eliminare la componente emotiva di certi stati ipertensivi. È particolarmente indicato nelle turbe del sonno accompagnate da tachicardia, nel trattamento degli stati neurotonici (distonia neurovegetativa) caratterizzati da eccessiva emotività ed ansietà spesso presenti negli anziani,

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nelle turbe congestizie della menopausa e nei soggetti arteriosclerotici e nello stress.

Principale responsabile di tale attività sembrerebbe ancora una volta la porzione flavonoidica (in particolare le procianidine).

Il biancospino, poiché contiene dei flavoni molto simili a quelli contenuti nella Passiflora officinalis (isovitexina), è spesso associato a questa pianta.24

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