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Le prospettive di carriera

3.1. Il profilo del personale politico

3.1.3. Le prospettive di carriera

Affrontare il tema delle prospettive di carriera dei consiglieri regionali significa tentare di dare una risposta all’interrogativo spesso al centro di quelle prime ricerche sulla classe politica regionale alle quali sopra accennavamo: l’esperienza nell’istituzione regionale costituisce una tappa di una carriera politica autonoma giocata prevalentemente all’interno di un circuito sub-nazionale (enti locali-livelli locali di partito-regione) o costituisce un trampolino di lancio per incarichi di livello nazionale?

Tassara [1988], in conclusione della sua ricerca condotta negli anni ’80 sul personale di 6 regioni, registrava che mediamente poco più del 10% dei consiglieri regionali delle prime tre legislature aveva successivamente avuto accesso al Parlamento, mentre una percentuale non molto più elevata (tra un minimo del 13,7% e un massimo del 17; 4%) era stato eletto in assemblee locali, con delle differenze sostanziali fra i diversi partiti.

La nostra indagine non ci fornisce dati sulla carriera del personale politico calabrese successivamente all’uscita dall’istituzione regionale, ma l’intervista che abbiamo somministrato a consiglieri e assessori della VII legislatura regionale ci consente di indagare sulle loro aspettative per il futuro.

La tabella 3.12 riporta le loro risposte alla domanda sulla posizione che si aspettavano di occupare nei successivi cinque anni. Agli intervistati non veniva data la possibilità di fornire più risposte; solo se si mostravano indecisi veniva loro suggerito che potevano indicare due posizioni, in ordine di probabilità. Dei nostri 43 intervistati, 31, per i successivi cinque anni, si vedono ancora con molta probabilità consiglieri regionali, e altri 8, prevedendo una vittoria elettorale della propria parte politica, si immaginano assessori regionali; ce ne sono poi 3 che si vedono consiglieri e 7 che si

immaginano assessori con un po’ meno di probabilità rispetto ad altra posizione. Bassi sono invece i numeri di coloro che, escludendo la possibilità di un rientro nell’istituzione regionale, ritengono probabile una loro destinazione ad incarichi di partito (2) o la propria elezione al parlamento nazionale o europeo (2, ma uno solo come alternativa meno probabile ad altra posizione). Questi dati, in linea con i risultati delle ricerche sulla classe politica regionale di cui abbiamo riferito, confermano la sostanziale attuale validità, pur nel mutato contesto istituzionale e quadro partitico, di quanto già sostenuto da Barbera [1984, 633]: “perché il Parlamento nazionale dovrebbe costituire una meta ambita? Non lo è per i consiglieri del maggior partito di opposizione che a livello locale ha le più significative posizioni di governo e che a livello nazionale valorizza soprattutto i leaders e gli specialisti. E non lo è per i consiglieri dei partiti al governo: se non si è già in una posizione tale, all’interno del partito o della corrente, da poter aspirare a qualche poltrona di sottosegretario o di ministro perché abbandonare un seggio che assicura indennità e vitalizi solo poco al di sotto di quelli parlamentari, servizi e segreterie necessari per la cura del collegio e, per i più fortunati, l’accesso agli assessorati?”

Tab. 3.12: Pensando al suo futuro in una prospettiva di 5 anni quale posizione crede che

occuperà? (valori assoluti)

Più probabile Un po’ meno

Consigliere regionale 31 3

Assessore regionale 8 7

Incarico di partito 2 -

Parlamentare nazionale o europeo 1 1

Incarico di governo nazionale - -

Amministratore locale (Sindaco,Pres .Provincia,Assessore) - -

Direzione di azienda pubblica - -

Ritorno alla professione privata 1 2

Andrà in pensione - -

Non ha ancora progetti - -

Soltanto 3 dei nostri intervistati contemplano nell’orizzonte delle proprie possibilità il ritorno alla professione privata. Quest’ultimo dato ci appare particolarmente interessante, specie se letto unitamente a quelli osservati precedentemente rispetto alla professione civile svolta dagli intervistati. Si ricorderà che molti degli intervistati avevano dichiarato, prima dell’assunzione di un incarico che prevedesse di dedicarsi a tempo pieno alla politica (che per la maggior parte di loro aveva coinciso con l’ingresso nell’istituzione regionale), lunghi percorsi in attività professionali diverse dalla politica. Il fatto che ora quasi nessuno di loro si immagini un ritorno alla professione privata ci induce a delle considerazioni: da un lato ci porta a confermare la convinzione che, dietro la dichiarazione di una professione civile si celino delle carriere di veri e propri politici di professione, che non hanno alcuna reale attività lavorativa alternativa alla quale possano immaginare di tornare; dall’altro ci fa registrare che, anche per chi una professione civile l’ha esercitata realmente e magari per tanti anni, il passaggio nell’istituzione regionale, anche per una sola legislatura, induce a rappresentarsi, per il futuro, in un percorso di politico di professione.

I dati che abbiamo appena illustrato possono essere utilmente integrati con quelli della tabella 3.13, nella quale sono riportate le risposte degli intervistati alla domanda relativa agli incarichi maggiormente ambiti dai membri del proprio partito.

Le quattro risposte che hanno ottenuto i punteggi mediamente più elevati (con una fluttuazione non troppo alta, considerati i valori delle deviazioni standard) sono: assessore regionale, parlamentare nazionale o europeo, consigliere regionale senza particolari incarichi, segretario regionale del partito.

Questi dati ci pare si prestino ad una lettura particolarmente interessante e utile. Stavolta per i nostri intervistati non si trattava di testimoniare quali siano le prospettive di un soggetto che occupa già una posizione in consiglio regionale, ma di fornire indicazioni utili a comprendere più in generale quali sono i ruoli che aspira a ricoprire chi intraprende un’attività politica in un partito calabrese. Ci sembra opportuno evidenziare a chi legge che, somministrando il questionario, abbiamo anche raccolto le dichiarazioni degli intervistati sulla circostanza che nel rispondere alla domanda gli stessi tendevano a bilanciare la naturale aspirazione a ricoprire un incarico con la reale praticabilità dell’accesso a quel ruolo.

Tab. 3.13: Quali sono, tra i seguenti, gli incarichi a cui i membri del suo partito più

ambiscono? (0 = incarico per niente attraente / 10 = incarico che rappresenta la massima

aspirazione)

Media/D.std

Segretario provinciale del partito 6,29 2,32

Segretario regionale del partito 7,29 2,43

Componente dell’esecutivo nazionale del partito 5,88 2,51

Parlamentare nazionale o europeo 7,98 2,24

Ministro 6,86 3,65

Sottosegretario 7,12 3,21

Sindaco di uno dei Comuni capoluogo di provincia 6,60 2,86

Sindaco del Comune capoluogo di Regione 6,27 3,23

Presidente di Provincia 6,74 2,75

Consigliere regionale (senza particolari incarichi) 7,67 2,32

Assessore regionale 8,38 2,44

Presidente della Giunta regionale 6,60 3,64

Presidente del Consiglio regionale 6,86 3,14

Capogruppo del partito in Consiglio regionale 6,88 2,16

Presidente di una Commissione del Consiglio regionale 6,38 2,07

Dalle risposte degli intervistati viene dunque confermato che per i politici calabresi, gli incarichi nell’istituzione regionale non rappresentano una tappa di passaggio verso il più ambito ruolo di parlamentare, ma sono, rispetto a quest’ultimo, ruoli altrettanto ambiti. L’immagine che ci forniscono non è quella di una carriera politica unica che procede per gradini sempre più elevati, ma di carriere parallele, che vedono come punti d’arrivo altrettanto gratificanti sia l’accesso al parlamento che quello nell’assemblea e soprattutto nel governo regionale.

Il quarto, fra i ruoli più ambiti dai politici calabresi è quello di segretario regionale del proprio partito. In linea di massima le cariche di partito sono meno ambite rispetto agli incarichi istituzionali: in particolare la carica di componente dell’esecutivo nazionale del partito è in assoluto il ruolo meno attraente, seguito da quello di segretario provinciale del partito. Ma fa eccezione la carica di segretario regionale del partito, che precede, nelle aspirazioni dei politici calabresi, tutti gli incarichi istituzionali negli enti locali, ma anche i ruoli di governo nazionale. Questo dato, come meglio vedremo più

avanti in questo capitolo, ma soprattutto nel capitolo successivo, ci dimostra come i politici calabresi abbiano ben chiaro che per accedere agli incarichi istituzionali, ambiti e sempre più cruciali nelle organizzazioni partitiche, sia importante controllare i luoghi strategici della direzione del partito, quelli che hanno il controllo della selezione delle candidature e possono quindi determinare l’accesso alle cariche elettive. In altri termini è vero che si rafforza la faccia istituzionale del partito, il party in pubblic office, ma è anche vero che è fondamentale il controllo del party in central office [sul peso delle diverse facce dell’organizzazione partitica si veda Katz e Mair 1993].