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1. Introduzione

2.7 Prospettive future

2.7 PROSPETTIVE FUTURE

La redazione del Piano Strutturale del Verde deve essere considerata, non come il punto di arrivo, ma come il trampolino di lancio, se davvero l'Amministrazione Comunale intende migliorare la qualità di vita e il benessere dei cittadini.

E' per questo motivo che l'iter processuale è stato, fin da subito, oggetto di discussione, al fine di promuovere e garantire un suo prosieguo. In particolare è emersa la necessità di continuare questo percorso, con l'obiettivo di raggiungere gli scopi delineati dal PSV, al fine di garantire effettivamente un riordino ecologico della città e del territorio, nonché promuovere uno sviluppo urbano sostenibile.

L’idea di tracciare una maglia di linee guida che caratterizzino gli spazi esterni oggi in funzione del domani deve permettere ai pianificatori o ai gestori del territorio stesso di trovare nuovi stimoli senza ricorrere in banali errori che vanifichino, oltre all’aspetto estetico, la componente ecologica sensu lato (AAVV, 2010).

Questo proseguimento si rende indispensabile, inoltre e soprattutto, per rendere "esecutive" le proposte e le soluzioni progettuali che sono emerse durante la fase di redazione del Piano ed evitare, dunque, di "archiviare in un cassetto" il lavoro svolto. Come possono, quindi, essere messe in pratica queste linee guida? Come possono essere rese operative?

Qual è l'approccio, l'iter che è consigliabile seguire al fine di rendere operativi e attuativi gli indirizzi indicati dal PSV?

Per rispondere a questa domanda si è pensato di vedere come oltralpe i francesi stanno agendo operativamente, cioè, come stanno applicando, trasformandole in pratica, le scelte strategiche contenute all'interno dei Piani del Verde e degli strumenti legislativi locali già approvati e consolidati.

I Piani del Verde, infatti, dettano le linee guida generali, che devono però essere trasformate in piani operativi, applicabili nel breve periodo.

La Francia vanta esempi di pianificazione del territorio all'avanguardia, che possono essere presi come modello di riferimento, al fine di proporli anche in Italia.

Per cercare di comprendere le ragioni, per le quali in Francia i progetti vengono realizzati e soprattutto risultano funzionali, la dottoranda ha deciso di trascorrere un periodo all'estero e, in particolare, all'ENSP di Versailles, al fine altresì di vedere esempi concreti e già realizzati (la maggior parte delle fotografie inserite negli esempi tipo delle linee guida del PSV di Senigallia sono proprio state scattate in Francia a

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dimostrazione di come, in questo paese, le linee guida non siano state accantonate in un cassetto, ma, al contrario, tradotte in realizzazioni concrete) e al contempo, di analizzare gli iter processuali che, a partire dagli indirizzi generali di Piano, hanno permesso di rendere più o meno specifici ed operativi suddetti indirizzi, trasformandoli dunque in vere e proprie soluzioni progettuali e verificando, inoltre, la fattibilità di tali soluzioni, che sono suggerite e proposte dai pianificatori del territorio. In particolare, in Francia, la Dottoranda ha pertanto potuto seguire da vicino (è stato analizzato) il processo che ha portato alla riformulazione di un progetto agri-urbano, proposto da uno studio di progettazione urbanistica che ha considerato come elementi portanti della proposta le linee guida dei piani sovraordinati, ma che si è dimostrato non veramente realizzabile e attuabile sul territorio preso in esame, a causa di molteplici fattori, che sono stati messi in luce dal gruppo incaricato di verificare la fattibilità del progetto e del quale la Dottoranda ha preso parte.

In particolare, è stato possibile verificare sul campo, se le idee progettuali e gli indirizzi delineati e suggeriti potessero davvero funzionare, per poi così poterli rendere operativi e quindi, in sostanza, tradurre pile di fogli con decine di raccomandazioni e consigli, in realizzazioni concrete.

Qual è dunque l'iter che la Francia segue solitamente?

Innanzitutto si parte dall'analisi critica dei Piani sovraordinati generali, per poi entrare più nello specifico, proponendo progetti più dettagliati e relativi a porzioni specifiche di territorio o a particolari sistemi ricadenti in un territorio preso in esame.

Questi progetti, che possono considerarsi dei veri e propri Piani operativi, vengono però preventivamente sottoposti ad analisi critiche, effettuate da soggetti competenti che devono verificarne la fattibilità, proponendo, se necessario, delle eventuali modifiche e/o consigliando delle eventuali piste da seguire per migliorare i progetti stessi, che verranno pertanto eventualmente rielaborati, al fine di rendere realizzabili le soluzioni proposte e rendere, dunque, operativo il progetto.

Ed è proprio questo che la Dottoranda ha potuto sperimentare in Francia.

In particolare, infatti, la Dottoranda è entrata a far parte dell'équipe volta a verificare la fattibilità di un progetto dettagliato di integrazione tra paesaggio rurale e urbano: un vero e proprio progetto agri-urbano.

La scelta di seguire questo tipo di progetto è stata dettata dal fatto che, come visto precedentemente, l'unione tra paesaggio rurale e urbano viene suggerita ed

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auspicata anche dal PSV di Senigallia, attraverso la proposizione di linee guida generali, che necessitano di tradursi in realtà.

Essendo dunque l' obiettivo del progetto agri-urbano similare a quello del PSV di Senigallia, ed essendo più o meno simili anche le linee guida e gli indirizzi proposti nei 2 differenti piani di 2 diversi paesi, verificare la fattibilità di un progetto del genere sarebbe stata sicuramente utile al fine di applicare anche in Italia la stessa metodologia e per verificare la sua eventuale fattibilità nel Comune di Senigallia, nonché desumere, eventualmente, delle linee guida universali applicabili anche nel nostro territorio.

Di seguito viene descritto il lavoro svolto durante lo stage dottorale all'ENSP di Versailles.

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