Capitolo Terzo: Anestesia negli asin
3.3 Protocolli per l’anestesia in standing
Prima di affrontare l'argomento della standing anestesia nell'asino, è doveroso fare alcune precisazioni in merito alla valutazione preoperatoria del paziente.
Va posta enfasi soprattutto nei confronti dell'esame fisico, senza tralasciare un
attento calcolo del peso corporeo (Svedsen 2008b) e dell'anamnesi recente, anche
se esami di laboratorio supplementari potrebbero risultare utili (Doherty &
Valverde 2004). È importante ricordare come, anche nei confronti di un asino, sia necessario prendere tutte le precauzioni previste per la preparazione di una standing anestesia: un asino è infatti in grado di calciare o mordere quanto un cavallo. Vale la pena sottolineare, inoltre, come l'asino, rispetto al cavallo, in caso di sedazione eccessiva, tenda più volentieri a lasciarsi cadere. Questo fenomeno, a cui non è infrequente assistere, è dettato però più da motivazioni
comportamentali che farmacologiche (Matthews 2009)
I protocolli possono essere preparati usando gli stessi farmaci indicati per il cavallo, con buoni risultati (Matthews, 2009): possono essere utilizzati α2-agonisti, fenotiazine, oppioidi e/o ketamina, per via intramuscolare o endovenosa, in boli ripetuti o infusioni continue, e applicare anche tecniche di anestesia locoregionale.
somministrazione influisca direttamente: per la via intramuscolare è necessario un dosaggio doppio rispetto a quella endovenosa (Matthews 2009); i muli hanno bisogno, di base, di un dosaggio superiore del 50% rispetto all'asino e al cavallo (Matthews 2009). Xilazina, romifidina, detomidina e dexmedetomidina sono state somministrate senza pericolo usando dosi simili a quelle somministrate ai cavalli, con una sedazione e analgesia di breve durata o quantomeno simile a quella
nei cavalli (Tabella 3.3a). In un soggetto calmo e docile, la xilazina può essere
dosata a 0,8 mg/kg (range 0,3-1 mg/kg), oppure si può usare romifidina 0,08 mg/kg (range 0,05-0,1 mg/kg) endovena. L'acepromazina può essere
somministrata con un α2-agonista, se il soggetto si presenta agitato o ansioso, a
0,03 mg/kg (range 0,02-0,05 mg/kg) per via endovenosa o intramuscolare. L'aggiunta di butorfanolo alla dose di 0,03 mg/kg (range 0,02-0,05 mg/kg) produce un grado di sedazione ed analgesia superiore. La buprenorfina può essere
somministrata come analgesico, ma sempre in associazione ad un α2-agonista,
altrimenti si rischia l'insorgenza dell'effetto collaterale disforico (Bidwell 2010).
Secondo Matthews e Van Loon (2013) è possibile utilizzare nell'asino un protocollo descritto per il cavallo (Van Dijik et al. 2013), in cui la detomidina (10 mg/kg EV) è stata combinata con buprenorfina (6 mg/kg EV). Dopo il bolo di carico, è stata impostata la CRI di detomidina (0,16 mg/kg/h).
Per lo svolgimento di un'ovariectomia laparoscopica in standing sedation, è stato usato e documentato l'utilizzo di xilazina (1 mg/kg EV) e di un infiltrazione locale di circa 20 ml di lidocaina al 2% sulla parete addominale (Aziz et al. 2008). In letteratura (Joubert et al. 1999) è riportata anche la somministrazione endovenosa di detomidina (10 μ/kg) e butorfanolo (25 μ/kg). La detomidina da
sola, infatti, non è sufficiente per garantire una corretta analgesia per procedure di moderata o grave entità, per cui è necessario aggiungere la somministrazione di butorfanolo per garantire una buona sedazione e analgesia, della durata di circa 60 minuti, senza ottenere effetti clinici collaterali.
Farmaco Via di
somministazione Dose Durata
Xilazina IV, IM 0.8 mg/kg (0.3-1 mg/kg) 15-20 min Romifidina IV, IM 0.08 mg/kg (0.05-0.1 mg/kg) 30-120 min (durata dose dipendente)
Detomidina IV, IM, sublinguale 0.01 mg/kg (0.005- 0.04 mg/kg) 20 -40 (durata dose dipendente) Dexmedetomidina IV, IM 0.005 mg/kg (0.0025- 0.01 mg/kg) 20 -30 (durata dose dipendente) Acepromazina IV, IM 0.03 mg/kg (0.02- 0.05 mg/kg) 30 – 120 min Morfina IV, IM 0.01 mg/kg 2-3 h
Buprenorfina IV, IM, sublinguale 0.006 mg/kg 6 h
Butorfanolo IV, IM 0.03 mg/kg (0.02-
0.05 mg/kg)
30-50 min
Tabella 3.3a Dosi raccomandate per sedazione e analgesia nell'asino (Bidwell 2010)
El Kammar e Gad (2014) hanno confrontato, invece, quattro diversi protocolli per endovena: 0,04 mg/kg di detomidina; 0,04 mg/kg di detomidina e 0,05 mg/kg di butorfanolo; 0,08 mg/kg di romifidina; 0,08 mg/kg di romifidina e 0.05 mg/kg di butorfanolo. Dal loro studio è emerso come, sia la combinazione di detomidina e butorfanolo che quella di romifidina e burorfanolo, producano un potente stato di neuroleptoanalgesia, sicuramente più sicuro rispetto alla singola somministrazione di α2-agonisti, senza causare però una riduzione rilevante della
frequenza cardiaca.
Un altro aspetto cui è doveroso prestare attenzione è la gestione analgesica perioperatoria. Gli asini, infatti, non mostrano il dolore in maniera manifesta, come fanno invece i cavalli, quindi una sensazione dolorifica, anche grave,
potrebbe passare inosservata (Ashley et al. 2005). Un insufficiente trattamento del
dolore può portare ad una eccessiva sedazione del paziente, con conseguente scompenso cardiovascolare, soprattutto nella fase di induzione dell'anestesia
(Matthews & Van Loon 2013).
I farmaci utilizzabili per impostare un protocollo analgesico, soprattutto nella fase intraoperatoria, sono butorfanolo, ketamina o lidocaina, in CRI, con i seguenti
dosaggi (Matthews & Van Loon 2013):
Butorfanolo: 0,02-0,04 mg/kg/h
Ketamina: 0,4-0,6 mg/kg/h
Lidocaina: 1,5 mg/kg/h
Come già accennato in precedenza, è stato studiato l'utilizzo e l'effetto di cerotti transdermici di fentanyl. Può essere utile, in corso di particolari procedure chirurgiche e ortopediche, ricorrere all'anestesia locoregionale, al fine di
raggiungere l'obiettivo dell'analgesia multimodale (Lamont 2008; Matthews &
Van Loon 2013). L'epidurale nell'asino è stata descritta da Shoukry et al. nel 1975, non solo come tecnica analgesica elettiva per il trattamento chirurgico di prolassi vaginali e/o rettali, melanomi della coda e della regione perineale, ma anche per le chirurgie o il trattamento di dolore cronico dell'arto posteriore. Essendo lo
spazio intervertebrale tra le prime due vertebre coccigee più stretto rispetto al successivo, si preferisce scegliere quest'ultimo come punto di iniezione per
l'epidurale caudale (Burnham 2002). L'ago va direzionato con un angolo di 30°
rispetto all'orizzontale. In letteratura è descritto l'uso di anestetici locali, oppioidi,
α2-agonisti e ketamina nel cavallo, mentre nell'asino, nonostante non sia stato
descritto scientificamente, ne è stata provata solo l'efficacia clinica (Tabella 3.3b).
Farmaco Dosaggio Onset (min) Durata d'azione
Lidocaina 0,22-0,35 5-15 min 60-90 min
Bupivacaina (0,5%) 0,06 10-30 min 120-180 min
Xilazina 0,10 10-30 min 2,5-4 h
Detomidina 0,01-0,02 10-15min 2-3 h
Morfina 0,1 20-30 min 18-24 h
Ketamina 0,5 5-10 min 30-60 min
Tabella 3.3b Somministrazione epidurale di anestetici locali e analgesici nell'asino (Matthews & Van Loon 2013)
Altre tecniche di anestesia locoregionale riportate in letteratura, per quanto riguarda il cavallo, ma proponibili anche nell'asino, sono quelle riguardanti i blocchi periferici del cranio (Tremaine,2007). Mc Cluskie e Tremaine (2009) riportano, ad esempio, il blocco delle branche auricolari e auricolopalpebrali del nervo facciale con mepivacaina, per la rimozione di un sarcoide auricolare.