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6. Conclusioni

6.3 Punti forti e limiti del mio lavoro di tesi – lettura critica del percorso

Per raggiungere il mio obiettivo di tesi, ho cercato di calarmi nel ruolo di ricercatrice, somministrando interviste, analizzandole e addentrandomi in ricerche bibliografiche non sempre evidenti da svolgere, ma che mi hanno permesso di compiere dei passi avanti nelle mie conoscenze anche scoprendo nuovi autori che prima mi erano sconosciuti. Il percorso che ho avuto modo di svolgere mi ha aiutato a crescere su più fronti, permettendomi di sviluppare competenze di vario tipo, professionali e non, che certamente mi ritorneranno utili nel mio futuro. Penso che uno dei punti forti del lavoro che ho svolto sia proprio legato al fatto che esso mi ha permesso di attuare delle riflessioni più approfondite sui temi in questione. Con il percorso che ho attuato ho compreso ancor di più l’importanza della progettazione piuttosto che del lavoro d’équipe e di quanto si possano influenzare a vicenda. Ho, inoltre, avuto modo di denotare quanto sia ampia questa presa a carico da ciò anche una maggior complessità nell’analisi stessa: ogni intervistato aveva delle idee proprie e trovare un filo comune non è stato evidente. Un altro aspetto positivo è ricollegabile poi alla scoperta di determinati punti critici che potrò portare in équipe e che potrebbero essere fonte di ulteriori riflessioni e, quindi, di miglioramento della presa a carico. Una delle difficoltà incontrare in questo percorso è, invece, stata legata principalmente al mio ruolo di ricercatrice. Non è stato, infatti, sempre semplice per me essere stagiaire e nel contempo intervistatrice dei miei stessi colleghi. Penso inoltre di poter affermare che l’argomento stesso preso in esame era piuttosto ampio,

quindi, forse una circoscrizione maggiore avrebbe favorito un miglior

Bibliografia

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Dalle lezioni del modulo Indagine di campo e ricerca scientifica a cura di P. Cavadini. Anno scolastico: 2014. Manno: DSAS

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Rollnick, Stephen, Pip Mason, e Chris Butler. 2012. Cambiare stili di vita non salutari. (A cura di) Guelfi G.P., C. Passudetti, e V. Quercia. Trento: Erikson

Maida, Serenella, e Alicia Iglesias (A cura di) 2014. La progettazione dialogica

partecipata. L’approccio concertativo. Dispensa a supporto del modulo Teorie e

metodologie dell’intervento sociale. Manno: SUPSI DEASS

Slide del modulo Colloquio educativo a cura di S. Maida. Anno scolastico 2014. Manno: DSAS

Slide del modulo Dipendenze a cura di M. Steiner. Anno scolastico 2014. Manno: DSAS

Slide del modulo Processi nelle équipe a cura di F. Pirozzi e A. Nuzzo. Anno scolastico 2014. Manno: DSAS

Slide del modulo Processi relazionali e comunicativi a cura di F. Pirozzi e A. Nuzzo. Anno scolastico 2012. Manno: DSAS

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Sitografia

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https://it.scribd.com/doc/12780697/Articolo-George-Engel-Science-1977-Nuovo- Modello-Medicina-Traduzione-italiana-Albasi-Clerici (02.05.2015)

Ingrado. Servizi per le dipendenze. http://www.ingrado.ch/ (19.04.2015)

Allegati

!

Allegato 1. Copia scheda “Obiettivi del progetto individuale”

Allegato 2. Copia “Scheda di segnalazione”

Allegato 3. Copia scheda “Situazione all’entrata”

Allegato 4. Copia scheda “Obbiettivi e decorso”

Allegato 5. Copia “Scheda degli obiettivi di laboratorio”

Allegato 6. Copia “Scheda di sintesi”

Allegato 7. Trascrizione dell’intervista a Jann Schumacher

Allegato 8. Traccia dell’intervista ai referenti

Allegato 9. Data reduction “Premesse della presa a carico individuale del Centro Residenziale”

Allegato 10. Data reduction “Costruzione del progetto di presa a carico”

Allegato 11. Data reduction “Gestione del progetto di presa a carico all’interno e all’esterno del Centro Residenziale”

Allegato 12. Data reduction “Coordinamento del progetto di presa a carico con gli attori coinvolti”

Allegato 13. Data reduction “Valutazione del progetto di presa a carico individuale”

Ruolo

1. Da quanto tempo è direttore del Centro Residenziale e come si declina il suo ruolo nella presa a carico dell’utenza?

Io sono responsabile del Centro da sempre… cioè da quando l’abbiamo aperto nel ’97, è stato un po’ costruito da me e poi tutta l’evoluzione negli anni. Per quanto riguarda la presa a carico, il mio ruolo fondamentalmente è quello di monitorare la verifica generale dei vari aspetti, che proceda il lavoro a livello di presa a carico settoriale e rispettivamente di coordinamento tra settori questo soprattutto con gli strumenti operativi di comunicazione e con i vari momenti di riunione oltre agli scambi diretti con gli operatori e poi mi occupo con i colleghi di quelli che sono i colloqui di ammissione o di sintesi, quindi i momenti un po’ più legati alla definizione generale degli obiettivi del percorso…

Modello teorico

2. Per quanto riguarda il modello teorico, quali sono i principali concetti o approcci teorici che riguardano la presa a carico del Centro Residenziale?

Si, si… sono degli ambiti molto vasti quindi uno è un discorso biopsicosociale sicuramente, l’altro è tutta la questione della multidisciplinarietà, poi però non è che c’è un modello specifico teorico di gestione della multidisciplinarietà o del biopsicosociale. Biopsicosociale vuol dire che nella multidisciplinarietà ci si occupa dei vari aspetti, quindi, non è un modello che ha una prevalenza, quindi che vede il suo intervento di cura, che ne so, solo sull’aspetto medico o solo sull’aspetto psicologico… ma comprende tutti i vari aspetti, per cui la cura dell’alcolismo vuol dire intervenire a livello medico, sia fisico che psichico, a livello psicologico, dove poi ci sono tutta una serie di modelli che adesso ti dico… e a livello sociale, quindi, anche un intervento su tutti gli aspetti dove c’è tutto l’intervento educativo, riabilitativo… e quindi tutti gli aspetti legati alla rete primaria, secondaria, … dal benessere relazionale, economico, la questione lavorativa, abitativa, debiti, … insomma ci si occupa un po’ di tutti gli aspetti.

Che poi non è un modello teorico di quel tale autore, sono quelle prassi di intervento globale sui vari aspetti in un’ottica multidisciplinare. L’ottica multidisciplinare, poi anche lì, ci può essere un focus più interdisciplinare o più multidisciplinare… per noi è un discorso per cui ogni disciplina e ogni ruolo ha una sua importanza, non ci sono ruoli che sono più importanti di altri, ma tutti gli aspetti sono importanti e il risultato è dato dall’insieme di tutti questi interventi, è da considerare tutti questi aspetti. Poi chiaramente ci sono dei filoni importanti che uniscono un po’ tutti questi aspetti che sono quelli dell’essere orientati al benessere in generale su tutti questi vari aspetti dove quindi anche i ruoli specifici tengono conto degli altri aspetti e tutta la questione dell’alcologia, della terapia delle dipendenze, dei modelli così generali e nello specifico, poi, i modelli di colloquio motivazionale… prevenzione della ricaduta, e qui siamo già a un livello di modelli, teorie e autori più

aspetti a strumenti legati alla terapia cognitivo comportamentale …

Quindi ecco, un po’ questi aspetti che poi fanno parte poi del lavoro dello psicologo, ma non solo, anche in altri aspetti subentrano un po’ questi strumenti, questi modelli, …

Modello operativo

3. E’ presente qui al Centro Residenziale un documento in cui viene riportato esplicitamente il funzionamento della struttura? (Manuale di qualità…)

Nel manuale di qualità ci sono tutti i vari aspetti, nel primo documento generale c’è il concetto di funzionamento che è quello che più in generale risponde a questo, poi ci sono mille altre specificità…

4. Secondo lei, le indicazioni su quel manuale vengono seguite e mantenute nelle varie procedure e si possono considerare ancora attuali?

Mah.. allora.. il manuale viene aggiornato e rivisto completamente dal primo all’ultimo concetto e procedura ogni due anni, quindi, è aggiornato… c’è stato l’audit di ri certificazione un annetto neanche fa… sei mesi fa… quindi anche in vista di quello chiaramente poi si aggiorna tutto eccetera eccetera… al 90% le procedure vengono, quelle più importanti, vengono seguite, poi ovviamente le procedure tipo, che ne so, segnare i km quando si usa il furgone, magari non sempre, no ecco.. quelle cose lì poi non raggiungono un tasso di adesione e di rispetto della procedura al 100%, ma quelle legate alla presa a carico si, perché sono comunque quelle fondamentali, che son tante… però sono proceduralizzate, poi chiaramente, solo le cose che veramente hanno bisogno di essere in questo modo, poi ci sono tutta una serie di cose che non sono proceduralizzate perché vengono gestite molto più flessibilmente…

5. Esiste un progetto riabilitativo individuale? Come e da chi viene elaborato questo progetto?

Quindi appunto, ci sono gli obiettivi e i progetti di ogni settore di intervento che ha i suoi più o meno formalizzati e poi vengono discussi e condivisi nelle riunioni di sottoéquipe, nelle sintesi con la rete e così via…

6. Ci sono degli obiettivi generali che toccano ogni singolo ospite? (per esempio

l’astinenza totale=

Non è per forza un obiettivo, quella è la condizione durante la permanenza, poi non è realistico pensare che per tutti c’è l’obiettivo di astinenza completa… vuoi perché il caso è troppo cronico e ha già avuto cinque terapie specifiche, trenta ricoveri in clinica psichiatrica e tutta una serie di difficoltà ancora attuali per le quali si lavora orientati su quello (l’astinenza), ma si sa che l’obiettivo principale è quello del miglioramento della qualità di vita, di risolvere alcuni aspetti di reintegrazione e… in realtà sono poi più quelli..

riescono a decidere di volere impegnarsi in un progetto di astinenza per tutta la vita se hanno solo ventitré anni per dire… noi si lavora in quel senso, però poi possono prevalere altri obiettivi.

7. Esistono dei dossier in cui sono riportati tutti i dati relativi a ogni singolo ospite? Si, ci sono varie cose… nel senso che tutte queste cose sono nei dossier settoriali da una parte, sono informatizzate dall’altra parte e quindi accessibili a tutti… e poi c’è il clasour che raccoglie le informazioni principali per tutti quanti in ricezione… mentre una cartella sul singolo, informatizzata, che raccolga tutto questo e non basta perché poi deve sintetizzarlo ancora eccetera.. quello è un obiettivo ambizioso e difficile che abbiamo per il prossimo periodo…

Processi di comunicazione fra settori

8. Come avvengono i processi di comunicazione tra gli operatori dei diversi settori di intervento comprendendo anche i consulenti esterni al Centro? (settori interni e esterni)

Bè la comunicazione interna ha i suoi strumenti che sono il diario di bordo, tutti i vari documenti che vengono elaborati e messi a disposizione di tutti, le riunioni d’équipe, gli scambi diretti fra operatori, sia verbali che per mail o per telefono eccetera…

Con la rete esterna, a partire dai consulenti dove c’è un discorso un po’ più specifico e privilegiato, invece, sono soprattutto i mensili incontri di sintesi… i rapporti poi di dimissione alla fine e… durante, a seconda della situazione, si mantiene il contatto al di là del mensile incontro per aggiornamenti significativi via mail o per telefono.

9. Quali potenzialità e quali criticità vedi in queste modalità in cui attualmente avviene la comunicazione?

La criticità è legata alla complessità e al numero di persone che intervengono per cui… su ogni utente ci sono venti persone che intervengono all’interno e magari, in alcuni casi, cinque o sei figure all’esterno… per cui la criticità è dovuta al fatto che magari in alcuni momenti un po’ di urgenza, se non viene applicata la procedura di informare le persone significative, qualcuno possa essere dimenticato o non raggiunto tempestivamente… cosa che succede diciamo molto raramente… all’interno questo non succede perché comunque essendoci degli strumenti ai quali accedono tutti con su le informazioni più importanti e con le riunioni settimanali… questo non succede.. lì la criticità è, invece, semmai dovuta alla residenzialità, alle informazioni che cambiano costantemente sulle 24 ore del giorno, tutti i giorni dell’anno, quindi, che ci siano troppe informazioni… o rispettivamente che possano alcune magari invece rimanere settoriali e non condivise e poi invece mancare… quello è il potenziale limite di criticità, però in realtà la vera.. è il fatto che ne abbiamo troppe e quindi c’è la necessità di filtrare e selezionare per avere poi quelle che sono utili.

10. Quali ipotesi di miglioramenti vedi in questi processi di comunicazione?

Mah.. è quello che ti dicevo che abbiamo già previsto, solo che appunto non è così semplice, nel senso che le cartelle informatizzate che sono presenti… dobbiamo farne sviluppare una specifica per noi che riprenda tutti i canali di comunicazione, gli strumenti e i documenti già presenti, che li fa confluire e che li filtra e li sintetizza per poi avere al monitor la cartella del singolo con in evidenza quelle otto cose che scaturiscono da cento pagine di documenti che riguardano la persona e questo dovremmo farlo, costruire appositamente, come sistema informatico, quindi è anche un po’ un problema di costi… però l’obiettivo è prima o poi di arrivare a questo.

Allegato 8 – Traccia intervista referenti

PREMESSE DELLA PRESA A CARICO INDIVIDUALE NEL CENTRO RESIDENZIALE

1. Quali sono secondo lei le potenzialità di un percorso di presa a carico residenziale per una persona con alcol-dipendenza?

2. Quali sono le specificità della presa a carico del Centro Residenziale? a. Le fasi (disintossicazione, prima fase, seconda fase, terza fase, post

cura) b. La dimensione gruppo c. Il colloquio d. La relazione e. Le regole/sanzioni/privilegi f. Il lavoro occupazionale g. Le famiglie h. L’équipe

3. Quali sono gli approcci teorici che la guidano nel suo specifico ruolo nella presa a carico individuale degli utenti del centro residenziale?

COSTRUZIONE DEL PROGETTO DI PRESA A CARICO

4. In che modo nel suo ruolo partecipa alla costruzione del progetto di presa a carico?

5. (indagare il processo di costruzione)

a. Cosa fa operativamente per costruire il progetto?

b. Come avviene il processo di condivisione con l’utente e le sue persone significative (rete primaria)?

c. Come avviene il processo di condivisione con i partner del progetto (rete secondaria)?

6. Utilizza degli strumenti specifici (griglie, dossier, …) per la raccolta regolare di informazioni?

a. Se sì, quali?

b. Quali informazioni, e attraverso quali modalità/strumenti, condivide con il team curante interno ed esterno?

7. Dalla sua esperienza, nel processo di costruzione del progetto di presa a carico individuale:

a. Quali aspetti sono più funzionali? b. Quali aspetti sono più critici?

c. Quali sono le ipotesi di miglioramento?

GESTIONE DEL PROGETTO DI PRESA A CARICO ALL’INTERNO e ALL’ESTERNO DEL CENTRO RESIDENZIALE

8. Con quali modalità e strumenti si occupa della presa a carico degli utenti del Centro Residenziale?

9. Quando accadono eventi significativi nel processo di presa a carico

individuale, quali informazioni vengono condivise con i partner del progetto (utente, rete interna ed esterna)

10. Dalla sua esperienza, nel processo di gestione del progetto di presa a carico individuale:

a. Quali aspetti sono più funzionali? b. Quali aspetti sono più critici?

c. Quali sono le ipotesi di miglioramento?

COORDINAMENTO DEL PROGETTO DI PRESA A CARICO CON GLI ATTORI COINVOLTI (utenti, rete primaria, rete secondaria)

11. In quali momenti, formali e informali, avviene il coordinamento del progetto con gli attori coinvolti?

a. Utenza

b. Persone significative - rete primaria c. Rete secondaria interna ed esterna

12. In questi momenti, formali e informali, con quali modalità/strumenti avviene la condivisione delle informazioni e delle strategie/scelte di intervento con gli attori coinvolti?

a. Utenza

b. Persone significative – rete primaria c. Rete secondaria interna ed esterna

13. Dalla sua esperienza, nel processo di coordinamento del progetto di presa a carico individuale:

b. Quali aspetti sono più critici?

c. Quali sono le ipotesi di miglioramento?

VALUTAZIONE DEL PROGETTO DI PRESA A CARICO INDIVIDUALE

14. In quali momenti, formali e informali, e con quali modalità/strumenti avviene la valutazione in itinere del progetto con gli attori coinvolti?

a. Utenza

b. Persone significative - rete primaria c. Rete secondaria interna ed esterna

15. In quali momenti, formali e informali, e con quali modalità/strumenti avviene la verifica finale del progetto con gli attori coinvolti?

a. Utenza

b. Persone significative - rete primaria c. Rete secondaria interna ed esterna

16. Dalla sua esperienza, nel processo di valutazione del progetto di presa a carico individuale:

a. Quali aspetti sono più funzionali? b. Quali aspetti sono più critici?

Ruolo

1. Da quanto tempo è direttore del Centro Residenziale e come si declina il suo ruolo

nella  presa  a  carico  dell’utenza?

Io  sono  responsabile  del  Centro  da  sempre…  cioè  da  quando  l’abbiamo  aperto  nel  ’97,  è   stato   un   po’   costruito   da   me   e   poi   tutta   l’evoluzione   negli   anni.   Per   quanto   riguarda   la  

presa a carico, il mio ruolo fondamentalmente è quello di monitorare la verifica generale dei vari aspetti, che proceda il lavoro a livello di presa a carico settoriale e rispettivamente di coordinamento tra settori questo soprattutto con gli strumenti operativi di comunicazione e con i vari momenti di riunione oltre agli scambi diretti con gli operatori e poi mi occupo con i colleghi di quelli che sono i colloqui di ammissione o di sintesi, quindi i momenti un

po’  più  legati  alla  definizione  generale  degli  obiettivi  del  percorso…

Modello teorico

2. Per quanto riguarda il modello teorico, quali sono i principali concetti o approcci teorici che riguardano la presa a carico del Centro Residenziale?

Si,   si…   sono   degli   ambiti   molto   vasti   quindi   uno   è   un   discorso   biopsicosociale   sicuramente,  l’altro  è  tutta  la  questione  della  multidisciplinarietà,  poi  però  non  è  che  c’è  un  

modello specifico teorico di gestione della multidisciplinarietà o del biopsicosociale. Biopsicosociale vuol dire che nella multidisciplinarietà ci si occupa dei vari aspetti, quindi, non è un modello che ha una prevalenza, quindi che vede il suo intervento di cura, che ne

so,   solo   sull’aspetto   medico   o   solo   sull’aspetto   psicologico…   ma   comprende   tutti   i   vari   aspetti,   per   cui   la   cura   dell’alcolismo   vuol   dire   intervenire   a   livello   medico,  sia fisico che psichico, a livello psicologico, dove poi ci sono tutta una serie di modelli che adesso ti

dico…   e   a   livello   sociale,   quindi,   anche   un   intervento   su   tutti   gli   aspetti   dove   c’è   tutto   l’intervento   educativo,   riabilitativo…   e   quindi   tutti   gli   aspetti legati alla rete primaria,

secondaria,   …   dal   benessere   relazionale,   economico,   la   questione   lavorativa,   abitativa,   debiti,  …  insomma  ci  si  occupa  un  po’  di  tutti  gli  aspetti.

Che poi non è un modello teorico di quel tale autore, sono quelle prassi di intervento

globale  sui  vari  aspetti  in  un’ottica  multidisciplinare.  L’ottica  multidisciplinare,  poi  anche  lì,   ci  può  essere  un  focus  più  interdisciplinare  o  più  multidisciplinare…  per  noi  è  un  discorso  

per cui ogni disciplina e ogni ruolo ha una sua importanza, non ci sono ruoli che sono più

importanti  di  altri,  ma  tutti  gli  aspetti  sono  importanti  e  il  risultato  è  dato  dall’insieme  di  tutti  

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