• Non ci sono risultati.

5. Analisi di quanto emerso dalle interviste ai referenti settoriali

5.5 Valutazione del progetto di presa a carico individuale

Sintesi e analisi

La valutazione in itinere è quel processo nella progettazione che permette di attuare dei bilanci intermedi, di apportare modifiche nel percorso e/o di ridefinire gli obiettivi attualizzandoli. Propriamente essa “accompagna l’intervento stesso (…) andando ad analizzare le eventuali correzioni da apportare”76. Di questa tappa della

progettazione non si parla in maniera diretta nella documentazione ufficiale interna alla struttura, vi sono dei riferimenti all’aggiornamento del progetto all’interno dei vari

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

settori con l’ospite tramite i colloqui, modalità di cui parlano anche gli intervistati per questa fase, mentre, in più riprese, viene definito che è nelle sintesi mensili, quindi con un operatore di Cagiallo, il consulente collocante e l’utente, che viene valutato l’andamento del progetto di presa a carico e vengono fatte le eventuali correzioni. Secondo il settore della consulenza sociale, infatti, le sintesi sono da intendersi “come momento ufficiale per questo tipo di valutazione” (Allegato 13). Con l’équipe il luogo principale di valutazione è la riunione, più nello specifico è la seconda fase della sottoéquipe in cui viene attuato un confronto dialogico- partecipato durante il quale si discute sull’andamento del progetto di ogni singolo ospite. Secondo però sia il settore occupazionale sia quello educativo non c’è una valutazione in itinere, “ogni tanto questa cosa si perde” (Allegato 13).

La valutazione finale, sia come riportato nel manuale di qualità sia dalla maggioranza degli intervistati, è attuata durante la sintesi finale in cui si analizza il raggiungimento degli obiettivi e si fissa la data di dimissione. Essa avviene, dunque, al termine del percorso dell’ospite. All’opposto, due referenti sostengono che non vi sia questo momento. La verifica finale “pone in gioco la dimensione di chiusura del

progetto (…), la chiusura non può mai essere data in quanto l’educazione è un processo infinito (…)”77. Sulla base di ciò, infatti, è possibile affermare che l’ospite

stesso, una volta uscito dalla struttura di Cagiallo, sarà sempre seguito a livello ambulatoriale dal consulente che l’ha segnalato al Centro Residenziale e che ha mantenuto i legami tramite le sintesi.

Lo strumento legato a questa fase della progettazione, come riportato dai terapeuti intervistati, è il “Rapporto di dimissione”, ovvero “un feedback del settore psicologico-

psicoterapeutico che permette di riassumere il percorso, trasmettere delle informazioni con una valutazione un po’ globale del percorso stesso” (Allegato 13).

Sondando gli aspetti positivi, gli unici a sostenere che questo aspetto funziona al meglio sono il settore occupazionale e uno dei due referenti terapeutici.

Per quanto concerne gli aspetti più critici, secondo uno degli infermieri manca comunicazione e organizzazione, secondo l’altro sono carenti le informazioni dall’esterno. Dal punto di vista del settore educativo la fase della valutazione e della messa in comune manca, mentre secondo l’altro referente dell’ambito terapeutico il passaggio è molto sintetico.

Il settore della consulenza sociale e, inizialmente, anche quello dei consulenti esterni si sono concentrati di più sul progetto sostenendo che l’aspetto critico sia la difficoltà nel far collimare tutti gli aspetti più legati ai servizi e alle risorse esterne sul territorio. Il referente dei consultori ha poi parlato della “comunicazione fra i vari settori che è

un aspetto fondamentale che talvolta può dare problemi” (Allegato 13).

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Quali ipotesi di miglioramento, secondo uno dei referenti dell’ambito infermieristico sarebbe utile se ci fosse qualcosa che agevolasse il coinvolgimento di tutte le figure professionali; dal punto di vista del settore educativo, invece, bisognerebbe iniziare ad attuare la valutazione per capire dove il Centro Residenziale voglia andare e anche per creare più coesione di gruppo. Secondo uno dei referenti del settore terapeutico, invece, bisognerebbe che fosse fatta maggiormente in divenire. L’assistente sociale, invece, sostiene che più che modificare qualcosa, vi siano degli aspetti personali che entrano in gioco, mentre secondo il consulente esterno potrebbe essere funzionale la presenza di un case manager del progetto.

Considerazioni

Per quel che riguarda la valutazione in itinere di un progetto di presa a carico, come riportato dagli intervistati, con gli ospiti avviene tramite la modalità del colloquio individuale. Aggiungerei che, benché non emerga nessuno strumento specifico, in realtà, gli strumenti presentati precedentemente riportano degli spazi per annotare delle osservazioni periodiche, quindi, considerabili delle valutazioni nel corso del percorso. Quanto risulta dai colloqui individuali, in base a quello che ho avuto modo di osservare, viene riportato in équipe durante le riunioni. Esse, quindi, diventano il luogo della valutazione in itinere, in particolare, come già detto, nella seconda parte, la sottoéquipe. Il fatto che alcuni degli intervistati abbiano riportato che questa fase della progettazione non sia molto presente, potrebbe essere legata al fatto che, a livello orale viene attuata, ma, dal punto di vista documentale, le annotazioni vengono riportate solo su verbale che poi, dopo un certo periodo, viene appunto archiviato e, quindi, le informazioni vanno perse. Alla discussione in questo momento della riunione, inoltre, viene dato concretamente poco tempo: si discute in merito a dodici ospiti circa nel tempo di un’ora, massimo un’ora e mezza. Essendomi trovata io stessa in quella situazione, si sente la pressione del tempo e si tende a parlare molto velocemente di quegli ospiti che richiedono meno attenzioni per concentrarsi di più sugli altri. In questo modo però si trascurano momenti preziosi di progettazione e si è costretti a dover scegliere su quale utente parlare o meno.

La sintesi mensile è, invece, considerata quasi all’unisono il momento prediletto per questa tappa della progettazione, ma, anche qui, richiamo la riflessione che già avevo esposto relativa l’importanza della condivisione prima della sintesi.

Per quel che concerne, invece, la verifica finale, ritengo sicuramente positivo e indispensabile che avvenga nell’ultima sintesi che precede la dimissione dell’ospite, ma, nel contempo, penso sia fondamentale che abbia luogo anche all’interno dell’équipe. Come riportato dagli operatori intervistati così come da quello che ho potuto osservare in prima persona, tale momento non avviene, l’ospite esce dalla struttura e difficilmente si parla ancora del suo percorso. Considero, invece, che sia importante che l’équipe abbia un momento in cui possa riflettere su quello che è

successo, sulle modalità e gli interventi adottati in modo che ci si possa rendere conto di ciò che è stato funzionale o meno, quindi, permetterebbe la crescita nonché una valorizzazione stessa del lavoro svolto.

Documenti correlati